Il mondo nuovo

di Marina Massenz

Appena toccammo terra, uscendo da una valigia aperta alla dogana, capimmo di essere nel Nuovo Mondo. Dal nostro primo punto d’osservazione, una rientranza del bordo del marciapiede, vedevamo infatti marciare una serrata flottiglia di scarpe da ginnastica. Tutti si muovevano sportivamente.

Con la nostra struttura, fatta solo di scheletro, un asse centrale e diverse ramificazioni trasversali, non ci sarebbe stato facile passare all’operazione “metamorfosi”, così insita nella nostra natura e che sempre ci aveva aiutato in simili situazioni. Camuffarci da scarpe da ginnastica sarebbe stato impossibile anche per noi. Ci suggerì la soluzione la panoramica locale vista dal marciapiede che adottammo come secondo punto di osservazione. La passeggiata mostrava maggior varietà e a suggerirci la soluzione adatta ci apparvero dei sandali. Neri, come noi, con un listello centrale e vari trasversali, erano la forma già in voga in questo Nuovo Mondo che più si avvicinava alle nostre possibilità. Non ci restava quindi che creare quella materia bianco-rosata che univa un listello all’altro e al resto dell’essere in movimento. Attivammo le nostre particolari risorse, senza troppa difficoltà, diventando la forma compiuta adeguata a questo nuovo ambiente e ci mettemmo in moto allegramente lungo il marciapiede, mischiandoci alla flottiglia multicolore. Dai battelli che solcavano il fiume Hudson giungeva ad intermittenza il suono delle sirene, come proveniente dallo sfiatatoio di un immenso polmone rauco.

 

 

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