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Tre pezzi (d’ex-voto)

Marco Simonelli_copertina.JPG
Di Marco Simonelli

Questo il verdetto di mio Dio Cleziano
mio dio mio dio a chi sono in mano?

T’amavo t’amavo t’amavo davvero:
per te come sangue correvo bizzarro
ero cavallo dietro alla prosa del tuo carro;

e poi lo sgarro, lo sgarro lo ammetto: fu fallo.
E lo sballo in cui mi porti e mi conforti
l’intervallo del mio corpo con tua pelle, i rapporti
i carnali rapporti che tacesti, da me li avesti,
li avesti, richiesti tutti quanti
e adesso tu canti le tue rime di follia
fra i tanti che aspirano al mio posto:
ma ad ogni costo lo giuro e lo prometto
non m’arresto. Per un tuo gesto. E così sia.

(Credo in un solo addio
che faccia del mio corpo testamento
indizio del tormento dell’amore:

chi più ne dà, ne muore)

*

Tu m’entri sì perfetto dentro al petto
con frecce che non son d’amore accese:
quest’estasi di dardi, questo getto
di sangue in agonia, a più riprese,

è chiave ch’entra dentro me-lucchetto
e m’apre indifferente a tue pretese
di farmi unicamente un uomoggetto,
strumento, non-persona, solo arnese

che s’usa, indifferente, per piacere,
quando la voglia gli arti t’attanaglia
e tu sei lava e me mi son cratere:

mentre una luce calda il cor m’abbaglia
apprendo la natura del godere
dal fuoco che mi brucia come paglia:

venga innanzi l’arciere!
Coraggio, avanti, uccidi pure, ammazza
il me ragazzo oppure il me ragazza

*

Di questo bianco dolce è spuma amara, di questa stanca calce
è cassa e bara, è liquida, è colla eppure è chiara
l’origine di tutti questi mali:
è vernaccia di madre alterata nel suffisso,
la donnaccia sprofondata nell’abisso,
il corpo di Giocasta rinvenuto in crocifisso,
il delitto mancato, il prefisso e poi ancora il
pensarsi scisso.

Da: Sesto Sebastian, Como, Lietocolle, 2004

Marco Simonelli (Firenze, 1979) collabora con riviste e magazines online. Il suo sito: www.marcosimonelli.net. Ha un blog: www.atarax7.splinder.it

3 COMMENTS

  1. Già, che palle ma in che senso. Nel senso di palle-noia o di palle-attributi cioè di figata?Comunque a me il cruciverba è piaciuto. L’ho visto come un tre pezzi postedipico portato da dio ma un dio ancheggiante, svergognato,malinconico e che ride, anche di sé.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.