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di Dario Voltolini

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Causa vinta per Carla Benedetti. Il Giudice respinge la richiesta di Pedullà.

19 COMMENTS

  1. La verità è che in Italia gli intellettuali, intesi come categoria autonoma dai poteri, non esiste, non è mai esistita, e quindi neppure può essere ora richiamata in carica. Gli intellettuali non sono oggi né morti né risuscitati. Sono piuttosto, come sempre, o liberi o imbrigliati. Quanti di coloro che ora si mobilitano contro le devastazioni del governo di centro-destra e la debolezza colpevole dell’opposizione di centro-sinistra saranno davvero liberi da quelle microrelazioni di potere, di tipo personalistico e clientelare, massonico o mafioso, che proprio in piccole vicende come quella del Teatro di Roma emergono nella loro nudità priva di addobbi ideologici? Certamente ce ne saranno molti. Ma saranno degli individui. Nei confronti del potere gli intellettuali sono innanzitutto degli individui. La loro capacità di incidere nel mondo, di esercitare una critica, di produrre pensiero, di dire la verità non dipende né dalla categoria (scrittori registi, professori, filologi, cantautori, filosofi…) né dal mezzo (appelli, manifestazioni, dichiarazioni, performance in piazza o in televisione, dibattiti alla radio, articoli di giornale, film, saggi, video, romanzi, poesie…): dipende innanzitutto dal rapporto che scelgono di avere con la verità che si ha da dire, e quindi dal rischio che si prendono dicendola. Su questo rifiuto del rischio si è sempre giocata prima di ogni altra cosa la scarsa radicalità e quindi la scarsa efficacia critica dell’azione degli “intellettuali” in Italia. (Carla Benedetti)

  2. Si può darle torto?

    off topic 4 ore fa una autoambulanza probabilmente con la sirena più fioca del mondo mi ha centrato mentre passavo col verde un incrocio tra i più trafficati della città, la conducente ha detto di non aver moderato la velocità, e nemmeno il tizio che veniva dalla parte opposta aveva sentito la sirena prima di arrivare all’incrocio. Sono uscito dalla macchina miracolosamente illeso, la macchina è diventata un cartoccio verde ramarro. Lo strano è che dentro l’ambulanza mi dispiaceva solo per la macchina mica per la salute, bah!
    Nemmeno gli altri coinvolti si sono fatti male. Be’ ora sono appiedato. Almeno l’ultimo viaggetto l’ho fatto per andare a Rimini alla fiaccolata per i rapiti in Iraq, che forse non farà liberare nessuno, ma avrà dato un po’ di conforto alle famiglie. Piazza Cavour illuminata dalle fiaccole era molto bella, e gli uomini, come di dice Biondillo, hanno bisogno di bellezza.
    Scusate il momento ombelicale.

  3. Cazzo, Andrea, e io che ho pagato per farti investire. Menomale che ho dato solo un anticipo!
    ;-) G.

  4. Boh sto indossando un collare semirigido che mi dà una grandissima aria aristocratica. Ma ci vai alla bienneale di architettura? dici che è bella?

    Ps al museo Correr l’allestimento di Scarpa è bellissimo (e tu penserai la botta lo ha fatto tornare in sé). Però mancano delle schede coi controcazzi per le opere. Solo gli scrittori potrebbero scriverle. Io le proietterei su un quadratino di muro bianco in ogni sala: dei racconti, delle impressioni, dei voli dell’immaginazione. Poi uno se vuole non le legge, ma se le legge si aprono delle porte in più.

  5. Andrea mi spiace tanto per il tuo incidente, se tu abitassi a Milano ti farei delle sedute di fisioterapia gratis( magari funziona anche in virtuale) :-)

  6. Ma sai che sto bene a parte un piccolo indolenzimento al collo. Considerando che l’ambulanza assassina mi ha centrato sulla gomma posteriore destra, mi ha fatto girare di 180 gradi (una riflessione in pratica) finendo a sbattere il posteriore contro un’altra macchina, forse dovrei fare lo stuntman.

    Dario Voltolini ha scritto una cosa molto bella su TTL, l’argomento è un libro a fumetti di Spiegelman, In the shadow of no towers (l’ombra delle torri, einaudi stile libero, € 25)

  7. Ho trovato qualcuno che la pensa come me nella discussione sull’architettura che si è sviluppata nei commenti all’articolo su Gehry, si chiama se ho capito bene Franco Lacecla e sostine che alla biennale sia pieno di sculture e vuoto di habitat, che si tendono a fare monumenti e non abitazioni.
    Uhm, ora a radio3 un tizio sta parlando di volontà del simbolo nell’architettura. Uhm Uhm, dice che manca una simbologia del positivo. Chissà che vuol dire operativamente.

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