Le scimmie… (11)
di Dario Voltolini
che forse si trova a tre quarti
forse prima
nottetempo hai aperto la finestra
hai aperto la porta e sei uscito sul balcone
hai insaccato l’immondizia sparsa in sacchetti bianchi
nel sacco nero
e sei sceso in strada
hai aperto con il piede il coperchio metallico
e hai fatto volare il sacco nero nella bocca di metallo
che si è richiusa con clangore
con un tonfo
quando hai sollevato il piede
anche se era notte fonda
scorrevano le automobili sul corso
e mentre rientravi nell’androne
il suono del traffico si rimescolava tutto
e mentre andava affievolendosi per la distanza
assomigliava sempre di più al rumore del mare
anche al fondo del prato
dove salgono le conifere dietro la magnolia
dove il lauro sta nel sottobosco
insieme all’agrifoglio e al tappeto d’edera
prima della rete e del muro del cascinale oltre il quale
canta un uomo senza erede
chiuse dalla forma gigantesca della quercia all’inizio del bosco
le cime del canneto
e i castagni
quando passa il vento
freddo della fine dell’inverno
anche qui
si sente un simulacro di mare
una sua imitazione fatta d’aria
fatta di foglie
la similitudine ruota intorno al perno
degli spazi illimitati
anche le tortore
in affanno
mentre passano tra il fogliame
frusciano all’unisono
come ombre chiare
volano oltre un ramo contorto
oppure si fermano e stanno
grigioperla impallidite
canta l’uomo senza moglie
e il cane si rotola nel prato
vecchio cane disastrato e cucciolo
con l’occhio opaco
l’andirivieni deragliato
si rotola di schiena come un giovinastro
come
un animale in festa
forse non è un cane
ma un licaone
raccolto per la strada macilento e fratturato
molti anni fa
Basta co ‘ste scimmie. Che palle.
Dario,
era una lettura “necessaria”. Tu sai cosa intendo.