Le scimmie… (22)
di Dario Voltolini
guardare intorno
e nessuna casa era calda quell’inverno
avete vissuto vite senza sostanza
avete fatto cose senza senso
e vi piacevate
vi inorgogliva sentirvi un po’ abbandonati
un po’ fuori dal giro un po’ originali
tutto in minime quantità
sprecavate pomeriggi in case
vuote facendo ululare la Fender Stratocaster
chissà cosa pensavate di fare
di essere
niente eravate niente avete fatto
un portone buio e nel cortile il capannone con le seghe
del falegname
c’è odore di legno segato
il falegname si è amputato un dito della mano sinistra
molti anni fa
scivolato via con l’asse sotto il filo della lama
sorride
gli affari vanno bene
cammina in mezzo ai trucioli
ha cinque dipendenti
cassettiere e tavoli da rifinire sono posati accanto alla porta d’ingresso
questa porta è di ferro
con rettangoli di vetro opacizzato
da quattro soldi
il falegname ride
gli affari vanno bene
abita al primo piano della casa
è una costruzione di due piani
il falegname con la tuta blu entra in casa dall’entrata
sul ballatoio
quella sulle scale l’ha chiusa da dentro con un mobilio
odore di legno segato
e quando avete smesso con le vostre stupide chitarre
vi siete appesi alle bottiglie alle lattine di birra
poi la birra chiama il whisky
e quando il whisky è finito e quando la birra è finita
allora vanno benissimo le grappe
gli amari
i brandy
gli aperitivi
l’acqua di colonia
vi gonfiavano gli addomi
la pelle della faccia sembrava carta da macellaio
fumavate
in quel gesto vi trovavate
nuovamente bene in presenza di voi stessi
un po’ soli un po’ maledetti
la Terra con i suoi abitanti
con le sue sporcizie e i suoi incanti
vi scorreva di fianco
ma voi guardavate attraverso il fumo
quel pavimento di linoleum che vi dava tantissimo