Le scimmie… (29)
di Dario Voltolini
madre
però
adesso che mi hai fatta dimmi anche
che cosa devo fare
dimmi anche dove devo andare
dimmi chi incontro e cosa vuole
dimmi la casa dimmi se è vuota
e se di notte ci sono rumori
e se le porte mi chiudono fuori
dimmi
madre
davvero ti assomiglio mentre parlo e faccio da mangiare?
mentre parlo invece di cantare mentre ritorno a casa sola mentre la notte
piano si svuota?
e che mi dici dei nostri rancori e che mi dici chiudendomi fuori?
strane mosche strane ombre si dimenano davanti
e più ci penso meno mi convinco
sembra quasi che io mi legga sui giornali
per capire che cos’è che sto facendo
forse incoccio il giornalista che capisce
forse poi mi dirà lui come finisce
tutto questo gran rumore nottetempo
un uomo ha sognato di essere a Bucarest
mentre invece nel palazzo dove ci eravamo incontrati
i saloni continuavano a moltiplicarsi
per via di quegli specchi che sai
e anche a causa di una prospettiva
che infila saloni su saloni
come uno sviluppo di matrioshka
ci sono i tendaggi alle finestre
e un ragazzo chiama a gran voce dal cortile
un nome che non capiamo
forse un guardiano
a occidente azzurreggiano le prime colline
un capomastro entra nella taverna
fradicio per la pioggia
e aprendo la porta fa suonare un campanaccio
di quelli per le vacche
e ordina subito un boccale di birra
intanto nel palazzo le scale continuano a fluire da altre scale
nessuno si ricorda cosa sostenessero tutti quei
colonnati marmorei candidi
immacolati al primo al secondo al terzo
ordine di corridoi lastricati alabardati
i giochi d’acqua nel giardino
cosa ci fanno ricordare?
quelle perle da infilare
oppure da spargere a manciate sul pavimento
nella taverna entrano i gendarmi
e ordinano boccali di birra
hanno stivali grondanti
a palazzo non piove da anni
basta dire che ci sono terrazze proprio in alto
che screpolano di siccità
e basterebbe ogni tanto una goccia