Le scimmie… (47)
di Dario Voltolini
che fanno una luce tra il verde e l’azzurro
dentro le sale sono pulite
al primo bancone servono aperitivi
mentre si aspetta di prendere posto
la prima volta sembra un mondo a parte
poi si capisce che fa parte di una catena
di ristorazione
dove il mobilio è tutto studiato
per essere
appunto
etnico
così aspettando
non so perché ma mi è ritornato in mente un disco che avevo comperato
dove a un certo punto
partivano voci che intonavano
rejoyce! rejoyce!
così inaspettatamente da risultare interessanti
e poi ancora rejoyce!
tutti i ponti caduti in acqua
tutti i fienili incendiati
tutti i magazzini abbattuti
tutti i muri demoliti
tutti i palazzi devastati
sgretolati e tritati in polvere finissima
rejoyce!
che il vento porta via a folate e deposita nei fiumi e da questi in mare
e da questi in mare a depositare a scendere sui fondali
a fare sabbia per litorali per cale calette insenature
e poi arrivano tutti quei temporali con i rovesci scroscianti rejoyce!
che ti beccano mentre vai in barca nel mare
e
rejoyce! rejoyce!
e poi ancora rejoyce!
ancora e sempre rejoyce! come in quel disco argenteo e iridescente
iridescente in fase crescente
una donna nella sala d’aspetto di un medico offre alla mano di un ragazzo
il seno da toccare
era molto più grosso un tempo
dice
poi l’ho ridotto l’ho fatto ridurre
ma perché? perché?
dice il ragazzo
il fatto è che non è vero niente è una cosa che la donna dice per dire
o per altri motivi
tutti però diversi dal gesto di informare
infatti non è un’informazione
un’informazione è una cosa che dopo uno sa
e se uno sa una cosa
quella cosa dev’essere vera
questa invece non è vera
quindi non può essere saputa
quindi non si può esserne informati
la donna dice queste cose e prende la mano del ragazzo e la infila
giù per la scollatura fin sul seno
e il ragazzo sente il capezzolo