Le scimmie… (63)
di Dario Voltolini
era quello il punto
era che il profumo di bruciato
era ghiacciato
come già trent’anni fa
per le strade solitarie tornando a casa nella prima periferia
tetra al punto di essere un’ottima compagnia
mani in tasca
qualche livido
e quell’odore che non sarebbe più andato veramente via
solo in certe sere di bella stagione
momentaneamente veniva sostituito da aliti dolciastri
tepori di vegetali in fiore
sbocciati a distanza di un paio di isolati
e ci si guardava intorno cercando quell’origine
quella della brezza che andava quasi immobile per le strade
profumando
impollinata
ma dopo tutti questi anni
aprendo la finestra per cercare la posizione della luna
ecco la zaffata combusta
sempre uguale
sempre così intimamente vicina
così come una buonissima compagnia
una puzza
un’amicizia
il ponte è aperto da quella parte
il traffico si incanala
vedo le luci rosse dalla finestra della mia camera
faccio un esperimento con la macchina fotografica
da dietro le tende
aspettando che passi l’ambulanza
per tentare di farmi lasciare sulla pellicola
le strisciate blu del lampeggiamento
l’ospedale è vicino
passa sempre un’ambulanza prima
o poi per via del pronto
soccorso che ha da poco un nuovo ingresso sul lato
del corso principale
e stanno anche togliendo le staccionate
del cantiere
e hanno costruito una nuova ala dell’ospedale
il pronto soccorso dentro
era pessimo
non so adesso
ma una volta era angusto
sporco
la gente ciondolava con le mani ferite in mano
con i bambini che piangevano
oppure penzolavano storditi da una febbre
improvvisa
e che cosa devo fare
che cosa devo
fare dicevano i genitori a infermieri di passaggio
che rispondevano
signora