Le scimmie… (67)
di Dario Voltolini
il seno
appena dentro la camicetta celeste
la schiena
la traccia del cd cambia
passando dal lento Adelita a Sueño
la stanza diventa più ampia
le ombre galleggiano
svaniscono
la luce del mare
entra dal balcone in casa
la ragazza apre una porta verde
di legno
in fondo alla stanza
e passa nella camera da letto
la stanza affacciata sul mare adesso è vuota
gonfia d’aria
profumata di pulito
ventilata
molte ore devono passare prima che
venga il momento di accendere una lampada
ore che la città sul mare passerà
macellando il pesce pescato
all’ombra dei palmizi
in magazzini sotto i fianchi della collina a dirupo
secca e friabile
sono hangar di cemento nascosti
fra la massicciata dove passava
la vecchia linea ferroviaria
e una stradina asfaltata comune
tutto lì intorno odora di pesce
di quel tipo speciale che salato
e presto inscatolato oppure chiuso
pressato in barattoli di vetro
si asciuga si asciuga fino all’estremo
restando secco mineralizzato
filetto di acciuga
ci sono mimose su cui s’infrange
il vento salmastro dei magazzini di macellazione
del pesce
e ai distributori passano i motorini
anche la miscela la benzina
contrastano
il pesce e la mimosa
sul retro degli alberghi si aprono le cucine
sfiatando grassi vapori
a ondate
particelle in sospensione di grandi fritture
acqua mescolata ai detersivi
il sole passa in alto
cosa significa molto molto sensualmente?
significa che lo sguardo che non c’era
e le mani che non c’erano
e le labbra che non c’erano
le si erano incollate ai fianchi
da lontano si sente ancora la musica