Cara Condoleezza

di Hamid Mir

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Intervista di Hamid Mir con il Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice condotta ad Islamabad, Pakistan.

SECRETARY RICE: …..E’ una buona cosa anche il fatto che il Presidente Musharraf stia andando a qualche incontro di cricket che stanno vedendo in campo le squadre delle due nazioni. L’altra sera ha provato a spiegarmi il gioco del cricket ed io ho promesso di provare a capirlo…

H.MIR: C’è la percezione in alcuni circoli politici che la sua visita in Pakistan sia una ricerca di sostegno per il presidente Musharraf contro l’Iran. Ci può dire i reali motivi di questa sua visita?

SECRETARY RICE: Il mio primo obiettivo in questa visita, come Segretario di Stato nominato recentemente e all’inizio del secondo mandato del Presidente Bush di visitare uno dei migliori amici ed alleati che abbiamo e discutere di cosa si sta facendo unitamente per la guerra al terrorismo. Ma anche puntualizzare quanto sia profonda questa alleanza con il governo pakistano e con la gente del Pakistan, che va oltre il nostro essere alleati nella guerra al terrorismo. Abbiamo discusso di riforme economiche, del supporto che gli Stati Uniti stanno dando alle riforme inerenti il campo dell’educazione. Noi speriamo di poter aiutare il Pakistan in tutte le maniere possibili, così come facciamo con l’India, continuando a caldeggiare le relazioni tra questi due paesi. Abbiamo avuto ottimi colloqui, anche sull’Afghanistan, ora entrambi alleati nella guerra al terrorismo.

H.MIR: E perché le riforme dell’educazione sono importanti per voi?

SECRETARY RICE: Credo che siano importanti per il Pakistan e per tutti quanti, ognuno vuole che i propri bambini possano crescere con orizzonti illimitati davanti a loro. E prima comincia l’educazione, prima potranno fare ciò che desiderano. Inoltre le riforme possono far comprendere l’importanza della tolleranza soprattutto in queste aree in cui ci sono tante realtà sociali differenti. Per tutto questo sono importanti le riforme scolastiche.

H.MIR: Ci può dire perché gli Stati Uniti sono contro la conduttura di gas progettato dall’India e dall’Iran?

SECRETARY RICE: Abbiamo manifestato I nostri dubbi al governo Indiano in merito alla costruzione di questa conduttura di gas con l’Iran. Non lo abbiamo fatto soltanto con l’India. Abbiamo avuto colloqui simili anche con il Giappone, perché gli Stati Uniti hanno sanzioni contro l’Iran per dei buoni motivi. Ci sono troppo differenze con l’Iran in merito al terrorismo, circa l’interferenza con i nostri vicini ed anche in merito al destino della popolazione iraniana. Abbiamo dato voce ai nostri dubbi. Ma cerchiamo anche di comprendere la forte richiesta energetica che viene da questi paesi emergenti, come l’India e il Papista, ma anche economie in crescita come quella degli Stati Uniti. Il messaggio che vogliamo dare è che ci prendiamo cura di tutti, che dobbiamo unire i nostri sforzi per realizzare questi progetti che assicurino energia affidabile a tutti quanti.

H.MIR: Siete soddisfati con le investigazioni in merito al contrabbando di materiale nucleare e le investigazioni contro il dott. A.Q. Khan?

SECRETARY RICE: Prima di tutto è una cosa molto positiva che A.Q. Khan e la sua rete non siano più in grado di agire, e stiamo collaborando con molti governi e soprattutto con il Pakistan per far sic he si chiuda il caso. Stiamo svolgendo un ottimo lavoro con il governo pakistano condividendo tutte le informazioni perchè crediamo che sia un caso molto delicate. Il pensiero che ci sia una rete che commercial il materiali nucleari ci fa comprendere che non è una questione che riguarda solo due stati, ma tutto il mondo. E deve essere fermato questa rete di commercio.

H.MIR: Volete un accesso diretto per i vostri investigatori?

SECRETARY RICE: Stiamo lavorando con il governo Pakistano per raggiungere degli accordi che ci possano fornire i mezzi per risolvere questa situazione. Non è solo negli interessi degli stati Uniti, ma anche del governo del Pakistan capire cosa sia successo qui. Sono sicura che lavorando insieme si possano ottenere buoni risultati.

H.MIR: Ha avuto un lungo colloquio con il presidente Pervez Musharraf. Avete discusso della situazione politica attuale e della sua uniforme?

SECRETARY RICE: Abbiamo discusso dell’importanza di un cammino democratico, come facciamo con tutti I nostri amici. Abbiamo discusso del fatto che la stampa deve essere libera e crescere sempre di più, e questo è uno dei punti fondamentali nella via delle riforme, uno dei passi più importanti. Siamo convinti che ci debbano essere queste riforme e elezioni democratiche libere. Il Presidente Bush ne ha fatto un punto fondamentale nel suo discorso inaugurale, la democrazia deve essere un tema affrontato in ogni parte del mondo ed è vero anche per il Pakistan.

H.MIR: Ha incontro i leader Indiani a Delhi. Siete soddisfatta dell’incontro e dei risultati nel processo per il dialogo fra le due nazioni?

SECRETARY RICE: Siamo colpiti molto positivamente da come procede il dialogo. Il fatto è che i leader di entrambi i paesi sono seriamente intenzionati a portare avanti un reale dialogo che appiani le divergenze. Comprendiamo che si sono moltissime differenze e divisioni. Ma siamo molto soddisfatti che ci siano canali di comprensione aperti e che stiano crescendo questi canali. E’ molto importante vedere che entrambi gli stati Indiano e Pakistano vogliano convivere in un futuro pacifico. E’ una buona cosa anche il fatto che il Presidente Musharraf stia andando a qualche incontro di cricket che stanno vedendo in campo le squadre delle due nazioni. L’altra sera ha provato a spiegarmi il gioco del cricket ed io ho promesso di provare a capirlo…

H.MIR: Perché non conosce il gioco del cricket?

SECRETARY RICE: No, non lo conosco (ride).

H. MIR: Il Presidente Musharraf ha recentemente affermato che si sono perse le tracce di Osama bin Laden. Crede che anche i servizi di intelligence americani abbiano perso le sue tracce?

SECRETARY RICE: Non posso parlare ogni giorno di questo, ma stiamo lavorando duramente per trovare Osama bin Laden. C’è un rete di intelligence mondiale che sta lavorando sulle tracce al-Qaida. Una buona cosa è il fatto che il mondo di Osama bin Laden sia diventato molto più piccolo: non può operare più in molto paesi come in Afghanistan; qui in Pakistan perché lo stiamo cercando attivamente. E’ naturalmente importante il fatto che lo si riesca a prendere. Sto aspettando il giorno in cui mi arriverà la telefonata che è stato catturato. Per adesso abbiamo ridimensionato il loro potere di intervento riuscendo ad eliminare alcuni suoi generali come Khalid Sheikh Mohammed o Abu Zubaida. Stiamo contrastando le loro risorse economiche. Il loro mondo è diventato molto più difficile: non posso comunicare facilmente e tanto meno operare facilmente, e questo è un grande successo.

H.MIR: Recentemente un corriere di al-Qaida è stato catturato e gli ufficiali dell’intelligence americana hanno rivelato che stava portando un messaggio da bin Laden ad al-Zarqawi in Iraq. Questo significa che bin Laden è ancora attivo ed operativo?

SECRETARY RICE: Siamo abbastanza certo che sia ancora attivo, in qualche maniera, ma non credo che nessuno di noi conosca il grado della sua attività. Che Zarqawi crei dei legami con al-Qaida e Osama bin Laden non è una sorpresa. I suoi legami risalgono a prima della Guerra in Iraq. Ma Zarqawi sta operando in ambiente diverso. La sua rete terroristica può provocare danni e perdite di vite con i loro attacchi suicidi. Ma non posso offrire un futuro per la gente irachena. Soltanto il processo politico che ha avuto un forte rilancio con le elezioni politiche di gennaio, possono offrire un futuro politico al paese e Zarqawi ha provato con ogni mezzo ad impedire il voto. Li ha minacciati. Ma la gente è andata a votare lo stesso, e lo hanno sconfitto.

H.MIR: Perché gli Stati Uniti non vendono il loro aerei F-16 al Pakistan?

SECRETARY RICE: La mia visita è anche per discutere i bisogni del vostro sistema di difesa. Questa è una nostra preoccupazione, e continueremo a tenere a cuore le vostre richieste, nel giusto equilibrio strategico della zona.

H.MIR: Quando il Presidente Bush visiterà il Pakistan e l’India?

SECRETARY RICE: Questa è una buona domanda. So che vuole venire. Spero che non ci voglia troppo tempo da ora.

H.MIR: Un’ultima domanda, gli Stati Uniti stanno avendo una forte crisi d’immagine nel mondo arabo, cosa si sta facendo per superare questa crisi?

SECRETARY RICE: Abbiamo compreso che dobbiamo spiegare meglio i motive e I bisogni che ci spingono ad operare in una determinata maniera. Voglio spiegare alcuni punti: prima di tutto gli Stati Uniti hanno usato spesso ultimamente la forza proprio per aiutare I musulmani in difficoltà. Questo è successo in Kuwait, dove abbiamo liberato una nazione occupata da Saddam Hussein, nei Balcani e in Bosnia-Herzegovina e in Kosovo, dove la popolazione musulmana è stata massacrata dai Serbi e da altri. In Afghanistan abbiamo liberato la popolazione da uno dei peggiori regimi del ventesimo secolo: I talebani che opprimevano la gente e soprattutto le donne. In Iraq, sono stati gli Stati Uniti e la coalizione a dare l’opportunità di votare alla gente. Proprio nel cuore del mondo arabo, e può essere uno stimolo anche per le alter nazioni. E naturalmente abbiamo un grandissimo rispetto la religione musulmana. Abbiamo rispetto per la cultura musulmana. Posso mettere l’accento sul fatto che uno dei gruppi che sta crescendo maggiormente in America è quello dei musulmani, dove lavorano liberamente, hanno le loro tradizioni ed educano i loro figli secondo i loro principi. E il più grande rispetto che possiamo avere per i musulmani è credere che come tutte le persone loro desiderano la libertà e aspirano alla dignità umana che giunge con la libertà. Non sottoscriviamo l’idea che la fede musulmana non possa convivere con la democrazia nello stesso copro. Naturalmente possono. Credo quindi che bisogna spiegare molti di più quello che gli Stati Uniti hanno fatto e intendo fare per i musulmani nel mondo.

H.MIR: La ringrazio.

SECRETARY RICE: Grazie a Lei.

H.MIR: Penso che lei non creda nello scontro di civiltà?

SECRETARY RICE: Non ci credo assolutamente, c’è solo una cilviltà, quella umana che aspira alla libertà.

Traduzione concordata con l’autore di Sergio Nazzaro.
__________________
Ringrazio Hamid Mir per avermi dato l’intervista (rs)

4 COMMENTS

  1. “C’è una sola civiltà, quella umana, che aspira alla libertà”, così ha concluso l’intervista Condoleeza Rice.
    Detto questo, magari, un po’ di autocritica e ripensamento non farebbe male né a lei, né alla squadra della quale fa parte.
    Comunque, oltre alla libertà, forse, e con più forza, la civiltà umana anela alla dignità, la quale sott’intende giustizia e “libertà”, quella vera, e non false parole, quella che finisce dove inizia la libertà delle altre persone.
    Non sembrano molto sincere le parole della Rice, sventolate continuamente da politici, economisti, pseudofilosofi, media e mistificatori vari.
    Viviamo in un mondo nel quale circa 500 entità (individui, dinastie o altro) controllano oltre il 90% delle risorse del globo e ancora non contente cercano di avere ancora di più, pur sapendo che quello che rimane è meno del 10%.
    Sarebbe troppo chiedere di lasciare agli altri 6 miliardi di persone, per lo meno, un’esistenza dignitosa? Sarebbe troppo chiedere a queste entità di spendere le loro energie cerebrali per dare delle risposte alle sfide che la civiltà umana sta per trovarsi di fronte, e che rischiano di annientarla (sperando poi queste entità ne facciano parte)?
    Ritengo idiota sprecare intelligenze per promuovere rapine che vanno sotto il nome di signoraggio, controllo delle risorse, controllo dei servizi e creazione di bisogni inutili.
    Ora, soprattutto noi, la così detta civiltà occidentale, stiamo rubando la possibilità di vita futura ai nostri figli e ai nostri nipoti in una paranoica rincorsa al nulla, a un vuoto di valori e intelligenza che produce solo disperazione e terrorismo (del quale le varie guerre che si susseguono sono il pilone portante).
    A quando un minimo di intelligenza?
    Con un po’ di intelligenza, non ci sarà più la necessità di menzogne vestite da intervista, cara Condoleeza.

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