La Restaurazione a Torino
Un’iniziativa di Nazione Indiana
Editori, scrittori, critici e librai a confronto
Coordina Benedetta Centovalli
Intervengono: Carla Benedetti, Italo Cossavella, Sergio Fanucci, Loredana Lipperini, Antonio Moresco, Antonio Scurati
Saranno presenti: Silvia Ballestra, Gianni Biondillo, Mauro Covacich, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Massimiliano Parente, Tiziano Scarpa e altri indiani
Torino, Fiera del Libro
Sala Rossa
Lunedì 9 maggio ore 16.30
La Restaurazione a Torino è un incontro che pone al centro della discussione la denuncia di un’epoca, la nostra, segnata da un forte e inequivocabile ritorno all’ordine, un “regime” vero e proprio che attraversa tutti i campi dell’esistenza.
Intende evidenziare e analizzare la deriva del mondo culturale attraverso contributi e proposte di chi già cerca di operare controcorrente.
Intende promuovere il dibattito sulla circolazione della cultura e sull’editoria di oggi, tenendo presente anche il punto di vista di Editoria senza editori di André Schiffrin e dell’essenziale contributo militante di Alfredo Salsano.
Anche in Italia il doppio binario del mercato e del progetto è saltato per ridursi a una monorotaia, al senso unico del best seller. Carla Benedetti ne ha scritto sull’”Espresso” del 7 gennaio 2005 e su Nazione Indiana, parlando di “industria del genocidio culturale”. Qualche mese prima sulle pagine del “Messaggero” Benedetta Centovalli aveva cominciato a porre alcuni termini della questione suscitando risposte dal mondo editoriale (Stefano Mauri e Elido Fazi, con una replica di Giancarlo Ferretti).
Alla riflessione di Carla Benedetti ha fatto seguito un dibattito acceso che si è svolto tra la rete (v. Loredana Lipperini e il suo blog “Lipperatura”), alcuni dei principali quotidiani, come il ”Corriere della Sera”, con interventi da Vassalli a Ferroni, da Sanguineti a Fanucci, e ripreso più volte da Fahrenheit su Radiotre.
Poi un pezzo di Antonio Moresco dal provocario titolo La Restaurazione – pubblicato per presentare questa iniziativa su Nazione Indiana – ha dato avvio a un rovente confronto in rete.
La Restaurazione a Torino è una discussione nata per contrastare lo stato delle cose e progettare un futuro possibile. È stata organizzata con una prima serie di interventi veloci di editori, scrittori, critici e librai, per passare poi il testimone al maggior numero di voci, soprattutto scrittori, che come in un’assemblea testimonino la temperatura del momento. A lunedì.
Non dimentichiamo, tuttavia, che, accanto al fenomeno della RESTAURAZIONE imposto o meno da un consesso di GRANDI E MALVAGI VECCHI unicamente rispettosi della legge della domanda e dell’offerta) c’è anche il fenomeno contrario: CHIUNQUE, oggi, può aprire centinaia di blog genuinamente letterari o desolantemente pseudoletterari (ilpostodiquesto, il postodiquell’altro…), e non solo, ma con la stessa facilità e senza il possesso di alcun requisito specifico, fondare anche una piccola casa editrice attraverso la quale sfornare un paio di merdate senza eco per il solo gusto di fregiarsi del titolo di editore.
La lingua batte dove il dente del giudizio duole, lo sanno tutti.
Nessun dolore, credi. La volpe è un animale splendido.
Perché c’è questa moria?
Dopo il flop torinese, fan tutti finta di niente :)
Mi sarebbe piaciuto assistere al dibattito torinese. Ma di lunedì è difficile per chiunque…
L’incontro di Torino è stato un fallimento.
1) Si sono sentite cose già dette troppe volte. Nessuno ha modificato le sue posizioni.
2) Perché avete invitato quel drogato di Fanucci? Non si capiva il motivo della sua presenza.
3) Abbiamo avuto poco tempo, ma resta il fatto che quello che ci è stato concesso lo abbiamo veramente sprecato.
4) Un interprete per Moresco? (che stimo oltre misura quando si esprime in prosa).
Forse ci avrebbe salvato Scarpa.
Parente mi ha divertito molto. E questo è triste.