Faits Divers/ Bernard Noël
immagine di Roland Topor
Sonetti della morte
(Moriturus)
di
Bernard Noël
Traduzione : Paola De Luca
dell’acqua del fuoco
fanno cuocere la testa
raschiano la carne col coltello
e è un fermacarte
un cranio crudo boccia da birillo
abbiamo collo decollato
quelli che pam pam
si buscano un buco in
interiorità
noi facciamo un lavoro pulito
e loro sputano
per i polsi al soffitto
un peso ai piedi
allacciano un filo
sulla lingua
se gridano imbottire la bocca
una rasoiata
riassumerà le ammissioni
pezzi di cervello
attorno alle teste
l’occhio è un calamaio
speditamente svuotato
la pelle la trattiamo con la pinza
gran serata
una pallottola
spappola il viso
embé
gli si prende solo la vita
niente di più
invece noi
sconvolgere il dolore
segrete della legge
si sviscera dell’uomo
un chiodo nel sesso
per spazzare l’uretra
succhia un po’ sta roba
altri perdono gli occhi in un lampo
strozzati per vedere la smorfia
ridendo del loro stesso ridere
tranciano la pelle sulla fronte
e tirano
ora sbucciamo dicono
perchè far paura è
atto morale
ragionevole contro il terrore
corda al collo
impastoiato come un porco
che urla di rabbia e paura
lo trattano colla frusta
con troppa vita ancora
gonfie le gambe zampe enormi
ci spengono sopra le sigarette
tutti i boia fanno festa
colpendo infilzando incidendo
una carogna dicono
stretta al suo marciume
presto finitelo
impalatemi questo figlio di troia
lo rimanderemo
dritto dritto nella figa di sua madre
e sotto la lana d’acciaio
tutta la crudezza del corpo
li alesiamo dicono
aprendo col coltello bocche
nuove e rantoli rossi
sale grosso a mo’ di denti
e le piaghe che ridono
il corpo deve vomitare nomi
perciò uccidetegli il taciuto
appena si mette la testa sotto pressa
si vede trasudare il segreto
un po’ di bava e di sangue
il moccio del pensiero
alla fine deflagra la follia
e consuma la gola d’un tratto
solo orina e merda e sputi
mangia dicono gettandogli la faccia
a terra e il piede sopra
lui vorrebbe finire di morire
solo viene un sospiro
gettano un secchio d’acqua
e allacciano l’elettrodo sul sesso
contorcimenti grida cuore che spiantano
risate e mettetecela tutta
gli strizzano i testicoli
é divorato vivo
bastardo perchè non lo ammazziamo
a pugni a calci
finisce in una tinozza di piscio
e a garganella
Parigi, aprile 2004
Comments are closed.
Sublime, bellissima, vitale…
e adesso vado un po’ a vomitare.
Ps
La inserirei nell’antologia Poesia e Biochetasi.
sembra una canzone di Vinicio Capossela, la bellissima Decervellamento che, non a caso, è ispirata alla Chanson du decervelage, cantata in Ubu Re di Alfred Jarry
geo
La classica poesia di Natale.
cos’è la Biochetasi?
Geo, un farmaco contro la nausea…
:-)
Ciao effeffe. Di noel ricordo un bel libro uscito per lo specchio mondadori. penso si chiamasse “estratti del corpo”.
biochetasi credo serva a non vomitare, ma qui ci vorrebbe un puem farmacologico del furlan.
http://www.torrinomedica.it/studio/SchedeFarmaci/BIOCHETASI.htm
a grande richiesta
Puem L’est biù ke tasi
@ Tramutoli
Oh l’est qu’el gastrulo l’est à dentro
ainsi parait selon les medecins l’acide
ke nun l’est mik question de ce que lego
ma sulement de causa à supportare vertad
et si ‘l tramutolo le vene un tic – lo vego
seria question de panse et de sinzera
patologie qui fait ke todo ischerzo aqui
devient le synthomo de verso patetique
effeffe
ps
Bernard Noel è uno dei più grandi poeti francesi, ahimè non troppo conosciuti in italia, grazie Adriano per la nota.
“Estratti del corpo”
Titolo perfetto. A volte scrivere versi è davvero come andar di corpo.
@effeffe
troppo, troppo arzigogolato. In più detesto i versi in dialetto.
E ognuno ha i suoi grandi poeti preferiti. Quando non leggo roba simile, sto benissimo, grazie. Mi vado a risciacquare la bocca e le orecchie con Beppe Salvia, per es.
Buon Natale :-)
@ Giancarlo Tramutoli
(poeta dialettale)
già Beppe Salvia …. splendido
Tramutoli mi sono posta una domanda nel mo blog (NON nell’ultimo post che lì mi sono posta una domanda kattiva e terribilmente provocatoria, ma nel terz’ultimo): Ma cosa è avvenuto negli ultimi anni, diciamo venti trenta anni, in lucania?
Come mai la maggior parte dei grandi scrittori e poeti sta venendo da lì?
Un motivo ci deve essere, ma quale?
uffa effeffe uffa
che humour di muffa
dialettale sarai tu
e i tuoi maccheronici scotti
quando la poesia da buffa
diventa una mortifera truffa.
Una prece.
non lo so, Geo.
L’ultimo lucano emerso è Andrea Di Consoli (ieri esaltato da Cordelli sul Corsera), poi c’è Cappelli, Riviello, Salvia, Nigro. Siamo un po’ come gli indiani. Riservati. E’ un sud dove nevica e siamo in tutta la regione soli 600.00. Ho volutamente tralasciato il dialettale Pierro. Cosa vuoi di più dalla vita letteraria?
@Giancarlo Tramutoli
i maccheronici scotti
mi sono piaciuti
:-)
il resto (post precedenti)
no
:-(
effeffe
ps
pacienza!
L’ironia a tutti i costi può diventare più pesante di un mattonazzo tragico.
nevvero?
effeffe
ps
l’unico rammarico è che segua a una poesia come questa
ma
tiremme innanzi
A me questa poesia ricorda i pezzi postati di recente su N.I. e tratti da “Guerra” di Buffoni.
Vi si parla di tortura, mi pare.
Cose poco “gradevoli”, in effetti.
perchè far paura è
atto morale
ragionevole contro il terrore
questi versi, anche solo questi versi
effeffe
tirEmma innanzi, tirEmma…
io
che ogni giorno mi scavo sotto la pelle
non ho sete
né di verità né di felicità né di gloria
ma della sorgente di questa sete
non porto a spasso un mio piccolo demone fin troppo civile
ne ho diecimila che mi rodono
e io sorrido loro
non come una Gioconda
non come un buddha soddisfatto del suo distacco
non come uno yoghi con i muscoli dell’anima ben esercitati
ma come un uomo
per cui non tutte le strade sono buone
e
mano a mano che lo spazio cavo là sotto si ingrandisce
strane macchine appaiono nel mio corpo
e prima di tutto quest’occhio che è spuntato alla radice del naso e
mi fa dubitare del valore dei miei occhi
condensazione dello sguardo
triangolo all’interno del cranio
triangolo senza base simile a un imbuto in cui si avventano
le grida provenienti dal midollo spinale e dal ventre
(ventre dove cresce un enorme fascio di radici flessi-
bili e dure come aghi d’acciaio)
triangolo le cui pareti incandescenti tracciano nel cervello
un’ustione drenante
un’ustione che è la presenza stessa
la presenza delle cose che entrano in me come una scarica
una scarica che spezza le scaglie
spezza la paglia e la trave
spezza il filtro e i denti…
(Da Bernard Noël: “Estratti del corpo” – Lo Specchio Mondadori – 2001)
Può piacere o meno. Ma si consideri la data della pubblicazione in Francia: 1958.
Si consideri poi il “peso” del corpo nella poesia attuale, quella di oggi, 14 dicembre 2005.
“tirEmma innanzi, tirEmma…”
TRAMutoli
“Cosa vuoi di più dalla vita letteraria? ”
:-)))))))
dovrei rispondere …. un LUCANO?
di consoli ho, appunto, appena finito di leggerlo e proprio lui mi ha suscitato la domanda.
L’ossimoro della neve/sud è affascinante, ma come risposta non basta.
geo
@Emma
ci sono delle cose che vorrei aggiungere – intanto ti ringrazio per il post- e mi vengono in mente come quadri di vissuto, ricordi, strette di mano furtive in una Napoli di quasi inverno un paio d’anni fa e la figura sottile – il pensiero- e agile- il corpo- del vecchio poeta – si proprio Bernard Noel- che ci diceva grazie per che mi si ricordi, e come Paola, rifugiata in Francia da una vita si interrogasse a lungo sulla frase, da tradurre e discuterla ancora con lui per schermi interposti. Insomma. dietro ogni poesia ci sono mondi e modi di non travestirsi.
effeffe
ps
mi scuso per non argomentare, costruire frasi, articolare discorsi, pronunciare fede, apparire comico, respingere l’uno, e fare dell’altro nulla- e non mi dispiacevano nemmeno le sue pitture quattro on line- e passo.Però Emma vorrei che mi dicessi del corpo
Tir e tram.. siamo così autistici.
@Geo
ci penso su. Non riesco a entrare nel tuo blog e splinder non mi fa mai postare. A me, che sono pur sempre un uomo di lettere…
a franzisko, ma la poesia di perfetto terrore natalizio – come è giusto che sia – che hai postato appartiene ad una raccolta edita in Francia?
miccidai i riferimenti?
(certo che tra il tuo noel, e il novarina di raos, finiamo presto ai matti; prossima volta posto la vispa teresa l’ho presa l’ho presa!)
@Francesco Forlani
Francesco, io so assai poco di Noël.
Ho però “Estratti del corpo”.
In qualche modo NI (ed è ciò che mi piace di NI) mi “costringe” a cercare, ad associare, a ripescare, a riprendere in mano libri e cose che magari a volte ho, ma non ho letto, o ho letto superficialmente, o ho letto in modo diverso.
La questione del “corpo” mi è tornata in mente pensando a certa poesia contemporanea (soprattutto femminile, ma non solo – penso per es. a Magrelli, visto che qui di lui si è parlato di recente).
Mi pare che l’argomento “corpo” sia stato trattato ripetutamente dal blog di Marco Giovenale. Mi pare che Roma Poesia abbia sottolineato la forte presenza del “corpo” nella poesia delle ultime generazioni, un tipo di “corpo” tuttavia non dissimile (per quanto capisco) da quello di Noël (“Corpo, gelo, tempo, oggetti”).
Non sono in grado di fare discorsi teoretici (che pure ho idea siano necessari).
Mi colpisce, questo sì, la data di pubblicazione di “Estratti del corpo”.
Poi, facendo un po’ di conti, vedo che Noël – quando ha pubblicato “Estratti del corpo” – aveva 28 anni.
Ora ne ha 75.
Suppongo che in questi ultimi quasi 50 anni Noël ne abbia fatte di cose, anche cose diverse da “Estratti del corpo”.
Mi sembra che in Italia se ne sappia poco.
Leggo in rete – su http://millennium.xnet.it/autori/c_noel.html – che Noël “nel 1969 ha pubblicato con uno pseudonimo il romanzo LE CHATEAU DE CÈNE, requisitoria contro la violenza della guerra, ambientata in Algeria ed espressa attraverso l’allegoria della violenza erotica”. Questo romanzo “gli valse, dopo quelli di Flaubert e di Baudelaire, un memorabile processo per oltraggio alla morale.”
Dunque un “corpo” differente da quello – un po’ algido – di “Estratti del corpo”?
Sempre sul sito citato, di Noël c’è questo pezzo:
http://millennium.xnet.it/autori/noel.html
Ombre : trilogia / Alain Volut ; testi Bernard Noel, Arturo Carlo Quintavalle. – Napoli : Electa Napoli, [2000]. – 127 p. : ill. ; 27 cm.
Questo è un libro bellissimo o caro andrea o cara emma
La poesia in questione me l’ha data per Sud ma credo che sonetti della morte sia il titolo (insomma à controller)
effeffe
Questo è lo specchio mondadori. Un libro buono lo pubblicano ogni tanto. Ma deve essere uscito da almeno 40 anni. Oppure vi beccate i neri, benedetti, bevilacqui, cucchi e dal bianchi. O addirittura zavolate.(per corettezza c’è da dire che ogni tanto appaiono, senili, i zanzotti e i risi……..)