A Gamba Tesa/ Nero Luci

Majakovskij fotografato da Rodcenko

A mali estremi
di Nero Luci

La commedia è tale perché finisce bene.
Ma il lieto fine sforzi divini e sforzi si fanno per equilibrio
V’è eccesso d’inferno nella società, eccesso d’empio, d’illegittimo potere, di bisogni indotti a distrarre volontà. Necessita surrealtà di Tartaro, purgatoriale critica, visioni celestiali; se n’è necessita l’eccesso, a onore del vissuto e del vivente.
Questa è lettera preraffaellita alla generazione nata durante il genocidio che battezzò la grande crisi cosmica; affinché ci si prenda responsabilità, domando tigri.
Nel romanzo più fondamentale del secondo dopoguerra italiano – Petrolio – nella nota 2 dell’appunto 74a, si denuncia la scomparsa delle iniziazioni, della sola onestà del ciclo del grano; non è il caso d’esser troppo pessimisti (ottimismo della volontà!), ma sono indubbie l’abissale povertà di coscienza, i giuramenti non rispettati, la degradazione culturale etnica e politica in questo paese.
Ho rabbia no global per patria mia indegna di sua lingua storia geografia che mi appartengono,che ci appartengono. Purtroppo o per fortuna (per poco calvinismo) è qui che il neocapitalismo,lo spettacolo liberaldemocratico, il dogma religioso sembrano mostrare la loro versione più volgare, meschina e criminale.
Il nemico è più sincero, e ciò dimostra il nostro primato e l’elezione divina della nazione.
Il tecnofascismo infatti – come scritto dal corsaro veggente – si dichiara antifascista; si elegge un nulla ideologico mafioso centrodestro e centrosinistro, e chi lo vota o non lo vota non pare tanto meglio,e solo gli estremi toccano questioni reali.
Coltura e cultura sono soffocate, umiliate dalle leggi del mercato (causa ossessione falso oro, e l’oro solo uno dei semi dei tarocchi) producono poco di sano, molta nocività.
In latitanza i lavoratori d’intelletto (d’amore!), è il giornalismo è salariato pensiero unificante e viene meno ai suoi doveri, e viene sostituito da comici e dalla satira sacra e chirurgica, (è Grillo che informa, nel silenzio dei giornali, salotti e tv).
Dunque noi artisti, scrittori,poeti, che fare? Che poetare?
È questione di sensibilità intercettare ciò che schiavizza la razza umana (e i padroni cosidetti ne sono i più schiavi); occorre sentire – come i grandi poeti – che lo scontro finale è imminente.
Occorre nuova poesia civile, anche se bucolica. E raccogliere eredità del nostro passato ed esser degni della poesia e dell’economia politica di Dante, di Leopardi, della trinità Carducci –Pascoli –D’Annunzio, dell’ermetismo onesto,di Pasolini lasciato solo allora ed ora.
Ancora insistere sulla riconquista della parola, caduta dal sacro alla pubblicità, e parla il primo ministro di falsa percezione di povertà d’Italia e così si smaschera ancora.
E religione della bellezza e culto della bellezza (il brutto – diagnosi- non le è antitetico, anzi; purgatorio come sintesi), che ricordi all’umanità e all’Italia ciò che vale la pena di fare.
E criticare ferocemente, quanto ferocemente s’impone, questo modello di sviluppo (la rotta no-tav, ad esempio, è strategica), e bloccare sì la televisione finché non sia controllata da un Minculpop saggio ed incorrotto di un partito principe papato dell’intelletto generale.
E di fronte allo spettacolo dell’usura conclamata del mondo finanziario non basta sapere che finirà all’inferno e anzi c’è già, ma è fondamentale battersi per la ridistribuzione delle ricchezze, e per il loro uso per l’arte.
Vanno studiate le teorie economiche di Pound sul credito sociale, và diffusa l’idea del reddito di cittadinanza, come piattaforma minima di lotta politica sociale; perché sia dato ad ogni uomo e donna (ad ogni stella, come dice il Profeta) il proprio piatto d’oro, di grano.
Per vincere l’imperante alienazione produttiva e del consumo con l’amore, e la falsa coscienza con la vera volontà.

Nero Luci

2 COMMENTS

  1. per chi fosse interessato.
    Nero Luci e San Petronio presenteranno il loro destino, lunedì sera, 30 gennaio, in piazza maggiore a Bologna, caffé, La Linea, 21.30.
    Assistenza di Stefano Enea Virgilio Raspini.

  2. Questa foto del gigante è bellissima. Nero Luci non è bellissimo, l’ho visto l’altro giorno, ma è più bello di raspini. La trinità carducci-pascoli-d’annunzio m’impaurisce. Esteticamente parlando.

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017