Dal Manifesto Comunismo Dandy

di
Francesco Forlani
cave_canem_web.jpg

Art.87 del Manifesto,detto anche degli animali domestici

“Ne se mettre à genou que pour cueillir une fleur”
Jacques Brel

Il cane del comunista dandy

Il cane del comunista dandy non dice bau bau, ma warf warf perché la sua matrice è anglosassone. A differenza del pit-bull detto anche o’ cane assassine, il ccd non fa paura anzi, ispira tenerezza e certi suoi sguardi sono di un’umanità che tanto bene farebbe ai nostri politici. Il cane del comunista dandy a differenza degli altri quando si accoppia in strada, e lo fa spesso, non assume pose ridicole e non fa espressioni che vorrebbero essere di indifferenza. La sua proverbiale socialità fa di lui più che un animale di compagnia un compagno dì animalità, quella che condivide con il proprio complice. Essendo ateo e comunista, Ni dieu, ni maître, rifiuterà ogni espressione che comporti il termine padrone,tipo; tale il cane tale il padrone, o peggio ancora il termine padroncino.
Per espletare i bisogni di tipo fisiologico sceglierà macchine particolarmente potenti o male parcheggiate per ristabilire un ordine che il corpo vigile del comando urbano sarebbe difficilmente in grado di far rispettare.
Bastardo – gli dicono e lui si volta e dando il culo pare che fischietti un’aria come dell’internazionale.
Per approfondimenti sul caso si legga la mirabile opera di Hans Tuzzi, Gli occhi di Rubino pubblicata da Edizioni Silvestre Bonnard.

Il gatto del comunista dandy.

Generalmente il comunista dandy comincia con un minimo di uno – il che gli assicura lo status di gattista a un massimo di quattro. Pur ignorando l’ispirazione che portò uno dei più brillanti compositori italiani a scrivere la canzone quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, egli sa bene che quei due, per il loro trovarsi fuori dai ranghi, sono proprio gatti comunisti dandy. Al wiskas, di vago sentore alcolico, e al kit kat meccanicamente post fordista, il GCD preferisce Sheba che fa esotico e avventuriero allo stesso tempo. Pur detestando la compagnia di altri gatti che non siano quelli della propria tribù manifesta non di meno una certa curiosità che può in taluni casi trasformarsi in vera storia d’amore. L’entrata in calore del GCD coincide con la sua uscita di casa essendo all’interno della modesta abitazione, lo spazio ridotto e il bisogno di calma decisamente necessario alla creazione di un’opera come il manifesto. Le poltrone preferite dai GDC restano comunque quelle acquistate da Ikea, essendo portatrici di vago e ondivago tono socialdemocratico nonché dotate di spigoli assai potenti come ben sa chiunque voglia cambiare la seduta (il suo tessuto) con una nuova.

Il pappagallo del comunista dandy

Un solo caso è registrato al momento ed è quello di Gianni Mainardi, comunista dandy residente a Parigi, all’Enoteca o sul Monte Ventoso, e che si narra ne avesse posseduto uno la cui frase refrain era “Avanti popolo” seguita da “Riscuotetevi”

Lo scarafo (blatte) del comunista dandy

Più generalmente chiamato Gregor seguirà il CD ovunque al punto che quest’ultimo si trattiene talvolta nei pressi ad osservarlo per essere sicuro che si tratti dello stesso. E così gli pare. Innanzitutto per il fatto che pur messo nella condizione di non vederlo essendo lo specimen pancia attaccata al muro e non potendo voltare il capo, questi si fermi quando l’occhio mette a fuoco la creatura. E così per la varietà dei luoghi assolutamente impeccabili dal punto di vista dell’igiene e della pulizia etnica in cui accada l’apparizione. L’ingrato compagno potrà infatti trovarsi nella doccia di un albergo a tre stelle a Bolzano o nella chambre de bonne in una soffitta haussmaniana. Il CD non sa se a metterlo a disagio sia la velocità con cui si muove, o il vorticoso agitarsi delle zampette. E quando in un moto di rabbia, capita anche ai CD, lo spinga grazie a una complessa tattica militare, nel flusso d’acqua di un rubinetto potente, al primo senso di colpa seguirà la consapevolezza, lenitiva di tale dolore, di ritrovarselo a distanza di qualche giorno in un’altra parte del mondo o in un frigorifero accogliente e quasi sempre vuoto.

24 COMMENTS

  1. C’è anche un caso particolare, che è quello del cane di mia madre, che, profondamente comunista dandy, preferisce mangiare cibo per gatti sheba, pur di non offendere il suo credo.

  2. Permettimi maître effeffe una domanda: ma quali sono i nomi per gli animali domestici di un CD che si rispetti? e poi una curiosità: un CD si può avventurare ad avere in casa animali domestici come criceti o conigli?

  3. carissima et adoratissima allieva,
    sul punto primo, ti dirò che il comunista dandy chiamerà cani e gatti,
    al masculo:
    Iggy (pop)
    Ziggy
    Zimmermann (se non è un cane lupo)
    Carmelo (se non è un cane siculo)
    Walter
    Vladimiro (vlady)
    Diegp (se non è un dogo argentino)
    Spartacus
    Oscar
    Ernest
    Marx- Engels tutto attaccato
    Ettore (da solo)
    gilles felix tutto attaccato
    etc etc

    al fimino:

    Rosa o Lussemburga
    Marina
    Luna
    Iguana
    Mara
    Isidora
    Otero
    Patsy
    Tina (che viene bene in fotografia)
    Miccia
    Libera
    Mina (come la cantante)
    Chryssie

    2: per quanto riguarda la possibilità di altri animali domestici, ti risponderò bien Sur, infatti i comunisti dandy uomo e donna, intrattengono relazioni strettissime con i rispettivi animali domestici marito (per la donna cd) e moglie (per l’uomo cd)
    effeffe

  4. exzellent, effeffe.
    ho sentito che ieri al seminario sei andato alla grande.
    un ponte di abbracci da b. a lì,
    essezeta

  5. Non so, a me lo Sheba fa molto wannabe classe dirigente, e lo trovo più da parvenu che da dandy.
    I gatti comunisti dandy che conosco al paté preferiscon le crocchette, ed esprimono il loro elitarismo proletario aborrendo le marche note e prediligendo certi primo prezzo, purché al pesce e non riconducibili a grossi gruppi multinazionali.

    E’ anche vero che i gatti comunisti dandy che conosco son dandy della sobrietà più che dandy sartoriali e frufrù à la Brummell.

  6. carissimo Luca, mi dispiace, ma le crocchette sono un’invenzione troppo capitalista per essere apprezzata dai GDC. Un’apologia del rumore che sovrasta la sostanza e infatti, contrariamente a quanto accade allorchè si offra, generosamente, al proprio GDC del polmone, con le crocchette svanisce del tutto il ronronnement della creatura.
    effeffe
    ronronnement è la traduzione quasi moto elttrica futurista del nostro “fare le fusa”

  7. Caro compagno FF,

    il momento storico richiede unità d’intenti, e quindi lungi da me l’idea di aprire polemiche che indeboliscano il fronte rivoluzionario, già vittima in passato di diatribe e scissioni alquanto deleterie, e soprattutto sottoposto all’azione erosiva di quel molliccio malvezzo del socialfelinismo italico, con annesse e connesse strizzatine d’occhio al Vaticane, noto come gatto-comunismo (che è ben altra cosa, e lo dico per i meno avvezzi al dibattito, rispetto al gattodandycomunismo).
    Perciò, accetto di buon grado il tuo veto ideologico sulle crocchette come cibo non conforme all’ortodossia gattodandycomunista, e mi guardo bene dal contestare il tuo settarismo ronronniste che, non includendo i frottements nella fenomenologia della gioia felina, potrebbe essere interpretato come un’aperta provocazione a noialtri dell’ala tribologica del partito.
    Al tempo stesso, ti chiedo però di fare autocritica sullo Sheba: le ‘Creazioni con Tenera Oca alle Erbe Aromatiche’, le ‘Fettine in Gelatina con Prosciutto Prezzemolato’ e gli ‘Straccetti di pesce e frutti di mare al naturale’ sono, con tutta evidenza, forze al servizio della reazione.

    Con immutanda stima.

  8. Il Piriorama del CD, quello dalle zampe baffoglottide, pur essendo ateo come il cane CD, appena apre il monocolo frontale, di mattina presto, sbarbuta cosi: “kristoramaya kkukkukkuramaya”, ecc. Ecco. Lo dico per amore di completezza.

  9. effe effe, ho una gatta un pò puttanella… mangia spesso in giro, dagli altri… e non solo!

    ma credo che lo faccia con spirito libertario: si accettano gli anarchici dai cd?

    ciao

  10. hùùùùù matonnamia hùùùù eccheggioia che sarei tornata cui da voi che mi piacesse, tanto, io la scuso tanto signor mastro fìfì se la disturberei che lei loso che e un commista, denti, ma ciavrei che volessi partecipare al suo cuiz ance io, che mi piacesse assaiassai che ve la farei vedere subbito, a tutti, ma mi senti che io habbiamo in casa un animato cioe un serbente a sonaglio che adesso non so ancora se e mascile o feminile. cuindi ance mia filia ce che lo volesse vedere è sapere che nella mia famiglia si amo tutti commisti, denti, allora se mi dicerebbe come lo dovrebbimo chiamare che a i denti ance il serbente. che poi hossignore io la scuso ancora se mi permetterei ma volio chiedere assai cose come mi con porterei con tutti li occetti che ciabbiamo, che gli e lo spieco subbito. eco se io apro, il fricorifico vabbene perche lui e mascile ma se loapre, mio marito, a lora cosa diventa fricorifica? e mi facessi solo propio un altro esembio, che metti amo che miomarito esci con la borsa e vabbene che e femminile, ma propio se io la volessi portare a fare la spesa, la scuso se mi permettesi ma a lora io dovrebbe uscire con il borso? la saluto da tutti guanti i commisti i denti, di famiglia che cisono e ance il serbente che la vuole cosi, bene che la vediamo sembre in tele visione indiretta, la scuso se mi o per messa di fare tutti cuesti cuiz se mi vorrebbe, rispondere che lei cia propio un bel nome fìfì ma che carino ma che bel nome che ciavete tutti ance il sua amico cuello straniero che scive i racconti il signor casceco lo saluto tanto.

  11. Amalia cara bentornata, Missyou dell’universo, dirolle:

    il boa, il boa,
    per una serata rivoluzionaria
    e la boa, la boa,
    per una nuotata in alto mare,
    anzi altissimo
    (dove non si tocca)
    effeffe

  12. hùùùùù sanfrancescodiassistimmio hùùùù che gioia che mi a risposta mastro fìfì, che la scuso tanto ma gli è lo dovessi propio dire che lei mi piacerrebbe assaiassai caro ma che bel nome che cia. sisi che il nome del boia e della boia mi piace propio morto e anche il signor artissimo dove mi tocca, ho che cari che siete tutti guanti. adesso vado subbito ha prostare un poster sulla bacchetta di gennaro, cuella che tu gli è lo tocci è esce il numero che lai vinto, tutto l’abisso cosi cosi e anche il paratiso, hùcchebbello cui in cuesto cuiz ma che cari che, siete tutti anche se la s’ignora madga e la s’ignora temperata sene andasse, hùùùùùù

  13. ieri pomeriggio, in piena via campo marzio, volevo darmi fuoco per protestare contro i saldi.
    chiedo al timoniere ff se quello si sarebbe potuto considerare un gesto CD.
    oppure no.
    (forse no)

  14. La mia gatta usa il linguaggio con parsimonia, malgrado abbia il suo cesto continua a dormire dove gli pare così come quando gli pare entra ed esce da casa e dove gli pare si fa le unghie. Neve l’ho chiamata e mangia crocchette di pesce di marche non pubblicizzate, pesce fresco quando lo mangio io quindi di rado. Ha un occhio diverso dall’altro ed è bianca di pelo. Non ho ancora capito se fa quello che gli pare perchè è una comunista dandy e quindi è allergica ai padroni oppure perchè frequentemente i gatti bianchi come lei sono geneticamente sordi e può non sentire quando la sgrido.

  15. Essendo il Maoismo una pratica felina molto attiva, e che prevede una imminente rivoluzione culturale, non dubiti carissima lady Lazarus che la sua gatta si risveglierà dal sonno, essendo per quel tipo di attività politica, cosa fondamentale, il movimento.

    @ Sitting Target
    Amalia de lana esiste e protegge dai colpi di freddo.
    Naturalmente solo una donna pote…

    @Pat Garrett, come disse Billy the Kid, passi prima in una banca e prelevi quanto sia facilmente trasportabile nella fuga. Con quello salderà il suoo bisogno di un nuovo guardaroba. E anche il nostro speriamo
    effeffe

  16. forlani, ma la maglia di lana è da dandy? è una curiosità, un brivido mi corre lungo la schiena…

  17. hùùù mioddio ho gesuggiuseppemmaria che la scuso signor sette targhe ma gli e lodevo propio dire sà che amalia, e denti a capito seno, gli e lofaccio venire, io il brivito lungo la schiera miaccapito, pero che bel nome che ciavete ance lei settetarghe che sicuramente e straniero di milano come, il signor casceco che e bravo che affatto la scuola di frittura che ora si facesse chiamare porto il carretto che lui, volesse essere itagliano che si sciveresse i suoi libbri e ance i suoi raccondi. e poi la scuso se mi permetterei ma, cuel suo amico polacco che si a dato fuoco che lavrei scaldato io che, solo che gli e lafacessi vedere mi accapito, la scuso assai se o stata un poco in pussiva che lei cueste cose non le dovesse scivere al signor commista che ce a posta la bacchetta di gennaro mi accapito, pero che bello cui che, cari che sarebbe tutti guanti cari, seno ci mettono cualche moterazzione e ci fanno anche il poster

  18. @forlani
    capisco.
    come ho potuto commettere un errore così banale?
    come ho potuto farmi toccare così a fondo dallo spettacolo del consumismo in atto?
    essere sempre fuori dalle regole.
    sempre oltre.
    sempre fuori.
    (però del kid non se ne poteva più: devo ricordarlo io che il governatore Wallace che mi pagò per ucciderlo aveva scritto Ben Hur?)

  19. Magari, signor Targets, magari! Sarebbe un motivo valido, per me, per liberarmi definitivamente di quella povera imbecille. Ma purtroppo non è così. Quindi, riponga la tanica. Noi, cioè io e mia figlia Salvatrice, faremo di tutto per metterla in condizioni di non nuocere e di non venire più a disturbare i vostri pregevoli scambi culturali. Chiedo scusa a lei, al signor Effe Effe e al signor Garrett, ma anche noi stiamo passando i nostri bei guai. L’unica è farla internare, anche perché sta letteralmente dilapidando le poche risorse di famiglia. Pensate che si è messa in testa di diventare una scrittrice e di postare degli articoli su NI; per realizzare questo folle progetto, ha praticamente regalato undicimila euro a un sedicente maestro di scrittura creativa che l’ha plagiata e le spilla soldi in continuazione, promettendole la pubblicazione di un libro a breve scadenza. Il risultato, oltretutto, è deprimente. Praticamente, scriveva meglio quando era in grado di apporre unicamente la sua firma. Chiedo quindi, in particolare alla Spettabile Redazione di Nazione Indiana, di non darle spazio e, soprattutto, di convincerla che questo blog non è una trasmissione televisiva a quiz.

    Grazie.

  20. ripongo la tanica, esperandio.
    ma non chiami questi pregevoli scambi. gi ultimi pregevoli scambi che ricordo risalgono a qualche anno fa. le figurine panini dei calciatori.

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017