da “Bianca come neve”
di Michele Zaffarano
un principe
1
non fate i lupi
non fate i serpenti
non piangete per le cipolle
siate coccolati dalla nebbia
dai molti monti
dagli scorpioni
fate il bagno nelle vostre stesse lacrime
viaggiate in nave
fate piccole passeggiate
disegnate le giraffe
nuotate a rana
sdraiatevi nudi sui prati nei boschi
correndo nudi sui prati
giocate quando vi coccolano
siate sporchi
cantate
arrampicatevi sui prati sulla verdura
inseguite gli scoiattoli
i leoni le tigri di ceramica
2
fate la doccia calda
datevi tanti baci sulla bocca
andate sugli alberi
andate in sardegna
tagliate la torta
mangiate la torta con la panna
non preferite la menta
non fate morire la natura che muore
il sabato e la domenica
sporcate casa vostra
abbiate un letto caldo
scherzate con i fiori
con la morte che sa di brutto
prevedete il cattivo tempo
sentitevi presi in giro
andate a letto presto
andate in barca
mangiate gli spinaci danno ferro
giocate da soli
non buttate le lattine stanno buttate per terra
spostatevi in aereo
strappate l’erba le violette dasce
strappatevi i problemi dalla psiche
prendete la barca
salite sul pianeta saturno
3
statevene seduti sulle vostre parole
guardate il mare
guardate morire le piante
frequentate la piscina
statevene nel vostro letto
sudate che vi fa bene
fatene una più del diavolo
mangiate le banane non le lische del pesce
fermate l’inquinamento
ripiantate gli alberi abbattuti
giocate con le bambole
osservate il sole la luna
poi prendete le mele cotte le carote cotte
ascoltate la musica di benedetto marcello
poi ascoltate anche le eliche
andate al mare per vedere il panorama
fatevi fare regali dagli amici o dagli amici morti
comprate i dischi dei tyrannosaurus rex
state attenti ai lombrichi agli uccelli
fate marcire i fiori
non buttate niente del maiale
non sporcate la neve e quelle cose sporche
non giocate agli assassini
4.1
guardate gli alberi le farfalle l’erba spina i fiori gialli
gustatevi la cioccolata fate gli scivoli state male
procuratevi la guerra la crema da notte il cielo
armatevi gonfiate i palloni la natura è in rovina
andate allo zoo al museo andate all’aeroporto
viaggiate in treno lavorate poco state sotto vento
fatevi un giro in moto non passate per l’autostrada spi-
rate più tardi che potete sciogliete i cani i mostri le streghe
sciupatevi l’inverno il gatto da solo nuotate
salite su colline alte scendete con la slitta
passate attraverso il fuoco la campagna
il cinguettio degli uccelli gli alberi in fiore
4.2
litigate spartitevi tutto il formaggio che avete
guardatevi lo sci le stelle il bagno i ciliegi in fiore
siate tristi fatevi dare delle botte mangiate la verdura
viaggiate con le bambole con le gonne girate in bicicletta
tutti gli animali che avete le avventure che avete
fate le facce di serpente gli squali pinna bianca
fate i pesci mattone prendete il pesce gatto
la televisione è accesa i ladri sono in casa
fate tutto il chiasso che volete sentite la primavera
fate come le scimmie tagliate il pesce con le forbici
fatevi buchi bucate gommoni e altre robe fate le talpe
urlate in italiano sciate statevene tutto il giorno per casa
¤
una mela rossa
1
avere un cavallo
tornare piccolo
che fosse sempre estate
che la vita fosse più gentile
che tutti gli animali del mondo
essere un sasso
andare avanti e indietro nel tempo per vedere gli uomini primitivi
avere una casa fatta di ulivi
andare a cavallo
per dormire su un letto in abete
andarmene al mare
andarmene via
andare a vivere in america
a giocare a mosca cieca
che i meteoriti non cadessero sulla terra
che la vita fosse fatta solo di letti
essere amico di tutte le sue amiche
abitare in una enorme casa con la piscina
starmene sempre su un galeone
essere un pesco
una volpe
volare
imparare tutte le lingue
essere uno scoiattolo
un cavallo
salire sopra il sole
2
essere un’aquila
non andare a lavorare
guardare le montagne da lontano
fare la guida turistica
guardare i castelli
guardare le casette di essere milionario
guardate nel mio castello
essere il fantasma senza testa che esce dalla tomba
essere il fantasma senza testa che esce per spaventare
una stella da essere
avere una bacchetta magica e fare magie di ogni specie
andare nello spazio
sapere il tedesco
avere un coccodrillo per casa
vedere gli uomini che oggetti usavano per mangiare
vedere gli uomini gli oggetti che usavano per tagliare
vedere gli oggetti
per essere un saltatore
un aereo
per abitare fuori con i fiori
e vivere sui fondali profondi
vivere a los angeles ma anche a san francisco
3
vedere tarzan nudo
scemo
tornare alle sette
le cascate
un’avventura
che fosse sempre primavera
stare a casa
che i bambini non facessero male agli altri bambini
che la natura non fosse inquinata
buttarmi da una cascata
un cavallo magico
andare in messico
andare sempre in giro con i miei amici per tutta la notte
cavalcare un cane
andare sull’arcobaleno
avere un giardino pieno di fiori
una tigre dai denti a sciabola
essere un serpente nella giungla
e saper raccontare delle storie
essere un archeologo
una mummia
nuotare con i delfini
giocare con le bambole
che i libri fossero fatti soltanto di figure
abitare in una casetta nel bosco
se non fosse bionda con gli occhi azzurri
oppure se avesse i capelli verdi e gli occhi rossi
avere un cane
andare sul tgv
essere rapito dai pirati
avere come casa la sfinge
andare nella macchina del tempo e vado nel giurassico
e porto alcuni dinosauri che fanno tanta paura
4
buttarmi dal ponte
essere un re
abitare in una fattoria
avere una tarantola oppure mezzo scorpione
avere mezzo scorpione e mezza tarantola
avere uno stallo
buttarmi giù da un castello
guadagnare cinque milioni l’anno
essere un uccello
andare a fare una crociera
cane cavallo fata sole
topolino scoiattolo
gatto un pesce
la mamma orsetto
a letto
in spiaggia
un pesce
io te e il sole
giocare al dottore
essere un missile
che fosse sempre estate
stare con il mio gatto
che la primavera restasse per tutta la vita
essere uno del circo
e che ci fossero ancora i dinosauri
aiutare gli animali
avere un telescopio
andare in egitto
andare da mia sorella a monaco
stare nella giungla
salire sopra gli alberi senza farmi male
che tutta la gente fosse viva
un letto di cedro
5
andare in cina
farsi chiamare mohammad
eroe
pilotare un aeroplano
una barca
un mappamondo del seicento
un gelato
lavorare al meglio
tornare piccolo
essere piccolo
essere ancora più piccolo
insomma…tirate fuori un pò…di fantasia, immaginazione, quella che vi siete dimenticati nelle culle! Belle, ogni tanto fa bene ricordare quello che quotidianamente perdiamo!
Ciao
Marco
Une filastrocca è venuta a trovarmi; la mia giornata è diventata leggiadra, colorata, piena.
La lingua gioca alla vita immaginaria: una coccinella resta sul palmo; non se ne va.
Il bambino parla e crea il mundo allo stesso tempo.
Dice: “posso raggiungere le stelle e la testa delle giraffe.” E lo crede.
Dice ” il sole” e vede il sole benché piova.
E’ un giardiniere che fa il mundo irreale più vivo.
Leggo questi poemi come se gustassi una liquirizia squisita.
Ho visto aquiloni, ciottoli luccicanti, arcobaleni e atalene.
Mi piace questa limpidezza: mi ha fatto bene.
Bravo Michele; mi aveva colpito già la tua lettura alla Camera Verde, ma anche qui in lettura le parole vanno e rimangono.
Era dopo il pranzo
quel momento d’incrocio negli occhi,
mare di dispersione e cuore.
Eravamo noi dietro il tempo
sopra le albe e i tramonti opachi,
poi lunghe distese di niente.
Dove conduce la tua mano?
Giocano questi giorni di finzione
sul tempo che non è tempo, lamento,
introspezione dimenticata.
Fuori la porta ancora noi
e per le scale l’acqua salata,
mare, mare inquieto di forti voleri,
onda perfetta distrutta allo scoglio.
Sotto l’acqua, abisso, è deserto umido,
queste notti indelebili di te, io fingo:
è nascondere il cuore all’ombra del tentativo,
la prova del donarsi ancora, fallita
al capolinea di questo certo ricordare.
È ancora quel tempo di pomeriggi tenui,
passeggiate di laghi e promesse, sogni e disperazione
dove foglie d’autunni tristi ti baciavano la bocca.
***
Ho preteso
da questo breve tempo
i tuoi occhi a me rivolti,
ma come faccio nella preghiera
a soffocare questo canto di fuoco?
Tu illudimi nella sorpresa
ed io so già dove mangiare
privata ancora del pane:
tutte le sere erano mattini
dove i sogni m’incatenavano
alla spalliera del letto d’amore.
Quanto mi hai resa triste e inutile
dopo quel sole e quel credere invano.
***
Odio i miei soliti tramonti in cui
le notti ti preannunciano, ed io
sola come il mare a largo ti chiamo,
così forte che anche Dio mi compiange.
Sembro povera e affamata di nulla:
così poco è lo spazio tra me e te, sottile
quella terra di mezzo che ci delimita.
Mi hai abbandonata nella tristezza del cielo
che si lascia adorare dal mio dolore cieco.
Tutto bene folks! Ma vi prego, non leggete in modo letterale quanto scrive il Nostro. O meglio, leggete in modo letterale, ma tenetevi le trippe dal ridere. O no?!
Un po’ di ironia, un po’ di giocoso, molta intelligenza.
Complimenti!
enricocerquiglini
c’è la libido di una stanza chiusa da noi stessi, in cui non abbiamo più messo naso, di cui abbiamo dimenticato il piacere boccale che ci provocavano i suoi giocattoli all’interno.
c’è la dentizione più onirica e più completa che ci tenne il pennarello tra le mani.
un’ampolla in cui si è un po’ genio un po’ aladino un po’ monello
un po’ più dei tre desideri canonici più che una poesia è quella bicicletta o quel tandem (ora appiedati) che sappiamo aver inforcato almeno una volta o soli o in compagnia
non è una confessione: è un’incustodita baracca di caramelle
per dei nuovi finalmente incustoditi adulti di quel luogo rifiutato e da ri-farsi che è più prossimo di quanto tutti crediamo. e la prossimità, se riconosciuta, potrebbe essere un’oncia di salvezza
un saluto
paola
Ciao Michele, scusa se commento in modo molto poco critico, mi viene solo da dire che queste poesie secondo me sono davvero bellissime. Complimenti.
chiedendo scusa a Inglese e a Zaffarano,
utilizzo questo spazio espropriato per inserire una delle mie ultime poesie
Siccome m’è davvero tanto difficile riuscire a farmi postare da redattori eccetera…, inoltre aggiungo che (ovviamente solo in fase successiva e su richiesta): sono disposto a dare piccole Spiegazioni “ai” versi, che sono un po’ diversi dai miei di sempre – diciamo:
SALUTI AL MIO FUNERALE
la lunga stanza che corre
nella strada
è vuota
di prefiche e anziani
di prefiche e anziani
di penitenti
non segna traccia
e la breccia
al segnale affiancata
conficca le assenze
a questo mesto funerale
degli ultimi
dell’ultima donna
a questo mesto funerale
sola e assorta
nella ragione di voler il figlio
questa donna passa
e passa di nuovo
senza prefiche
e lontana dai vecchi e
da me
b!
Nunzio Festa
un bel giorno, speriamo non troppo lontano, ci farai sapere che cazzo vuol dire quel b!
cos’è, un bip abortito?
sta per baci. che è il mio modo di salutare in maniera Affettuosa
b!
Nunzio Festa
ok. scusa.
a!
(abbracci, preferisco…)
Mi ha divertito…sì.
Saluto g
A me Michele Zaffarano era piaciuto molto quella sera alla palazzina liberty. E mi piace ancora molto qui.
Per me sono parole nette. Lucide, colorate, e fisiche.
La neve pulita le tira fuori le parole.