Contrappunti – La pedofilia. E il masochismo italiano
Mia figlia Francesca ha 4 anni. Ieri, mentre pensavo all’eventualità di dedicare il Contrappunti odierno alle ultime notizie sulla lotta alla pedofilia in rete mi è venuto in mente di estrarre il cellulare e scattarle questa foto. Dateci una occhiata: mi serve come premessa (e come difesa) a quanto sto per scrivere.
Nei giorni scorsi Epolis, giornale gratuito distribuito in molte città italiane ha organizzato una imponente raccolta di firme per censurare un sito web tedesco nel quale si inneggia al partito dei pedofili. Non ne scriverò qui il nome (che del resto tutti conoscono) per le ragioni che capirete fra poco. L’appello accorato è stato firmato da moltissimi cittadini italiani, capeggiati da noti politici quali Walter Veltroni e Sergio Cofferati, Giancarlo Galan e Roberto Formigoni (come si vede una vera campagna bipartisan), ministri come Paolo Gentiloni e Giuseppe Fioroni, autorevoli storici come Franco Cardini, scrittori per adolescenti inquieti come Federico Moccia.
50.000 italiani, da Renzo Ulivieri a Marina Salomon, da Enzo La Russa a Fiorello Cortiana, da Marcello Veneziani a Giulietto Chiesa, passando per Rosy Bindi ed Antonio Di Pietro, hanno chiesto a gran voce che il sito dei pedofili olandesi fosse allontanato dallo sguardo degli abitanti della penisola al grido di “Fermiamo gli orchi”.
Ed il Ministro Gentiloni infine, nella giornata di venerdì, annunciava alle agenzie l’avvenuto miracolo: il sito dell’orgoglio pedofilo era stato finalmente oscurato, utilizzano la tecnica della blacklist dei DNS già messa in pratica in passato per i siti web di scommesse e per i siti web stranieri a contenuto pedopornografico.
Ora, mi spiace per i 50.000 italiani che ci hanno creduto, mi spiace per il Ministro Gentiloni che continua a misconoscere la natura della rete Internet ma tutta la vicenda si presta ad essere interpretata in maniera assai differente da quella suggerita da Epolis, entusiasta della rapidità con cui il Ministro delle Comunicazioni ha risposto al proprio appello.
- Il sito web in questione (non ne faremo il nome) con ogni probabilità (non lo abbiamo visitato in effetti, abbiamo solo letto le descrizioni del suo contenuto) non conteneva alcuna immagine a contenuto pedopornografico e nel caso in cui violasse leggi dello Stato Italiano tale ipotetico crimine, l’apologia della pedofilia, dovrebbe essere probabilmente considerato nella selva spinosa dei reati di opinione. Eppure in questo paese (nel quale per esempio abbondano siti web a contenuto neofascista) non esiste per esempio il reato di apologia del cannibalismo: chiunque di voi domani avesse la bella idea di aprire una pagina su Internet nella quale narra le meraviglie della “suocera in stufato” non correrebbe alcun rischio legale. Almeno fino al giorno in cui una corposa legione di politici e personalità note non decidesse che tutto questo è una vergogna. Se le cose stanno in questi termini il Ministro delle Comunicazioni ha censurato in modo arbitrario alla visione degli italiani (o almeno ha tentato di farlo) un sito web assai riprovevole da un punto di vista dei contenuti e delle opinioni contenute ma non più illegale di tanti altri. E perfettamente legale in tutti gli altri paesi europei.
- Il passaparola è l’anima della rete. Internet vive di questo e in questi giorni i soggetti che hanno stimolato i cittadini italiani a dire NO al sito web olandese del partito dei pedofili (non ne scriveremo il nome) possono essere divisi in due tipi. Quelli come Don Fortunato di Noto o il Moige che, lottando contro la pedofilia in rete, con iniziative del genere fanno utile propaganda a se stessi e tutti gli altri che, spesso senza averne cognizione, hanno suonato la grancassa ad un sito web che, se non fosse stato per la campagna di Epolis e l’attivismo del Ministro Gentiloni e dei suoi colleghi (Il Ministro Bindi ha scritto una lettera al Ministro Amato ed al Ministro Mastella al proposito), nessuno avrebbe visitato per una semplice ragione: non se ne sarebbe saputo nulla e il sito in questione sarebbe rimasto perso accanto a milioni di altre pagine web idiote.
- Ovviamente le misure prese dal Ministro, come sempre avviene in questi casi, sono risultate salde come un budino al cioccolato. Il sito web (non vi diremo come si chiama), nonostante i provvedimenti presi di concerto con gli ISP continua ad essere tranquillamente visitabile dall’Italia (o direttamente o attraverso alcuni banali espedienti tecnici) cosi come da tutti gli altri paesi europei (nei quali nessuno si sogna di creare un inutile can-can mediatico istituzionale come quello al quale abbiamo assistito da noi in questi giorni e dove infatti l’intera grave vicenda è passata del tutto sotto silenzio) ed il risultato finale di tutto questo sproporzionato impegno moraleggiante è complessivamente negativo e potrebbe essere così riassunto; 50000 italiani hanno fatto da testimonial pubblicitari ad un sito web olandese nel quale si fa l’apologia della pedofilia.
Ma le cose sono anche peggio di così. Questa storia ci insegna come non esista oggi in Italia una comprensione minima delle dinamiche di libertà che riguardano la rete. Racconta di come in questo paese si sia tutti sui blocchi di partenza in attesa di proclamare la prossima “fatwa” contro il Salman Rushdie di turno. Rushdie è l’esempio perfetto della tragica variabilità di opinione nel mondo: la regina d’Inghilterra giusto in questi giorni lo ha nominato “sir”, gli islamici integralisti per anni hanno tentato di ucciderlo per il contenuto espresso in suo libro di vent’anni fa.
Tornando a noi, l’ipotesi iniziale, quella di monitorare tutta la rete bannando di volta in volta ogni sito che si ritenga inadatto alle nostre menti è talmente sciocca ed impraticabile da non poter essere nemmeno considerata. Eppure questo è ciò che il Ministro delle Comunicazioni, evidentemente assai malconsigliato (o in alternativa interessato più ai ritorni mediatici delle sue scelte che non a tutto il resto) sta facendo. Fatti salvi i reati commessi sul territorio nazionale il resto di questa attività di protezione ed ecumenica pretesa di controllo delle comunicazioni del pianeta che unisce la lotta contro la pedofilia e il punto di vista molti italiani che chiedono a gran voce la chiusura di questo o quel sito web, temo debba essere archiviata senza troppi scrupoli alla voce “censura di Stato”.
Ma assai prima di tutto questo il risultato evidente è quello di mostrare a se stessi e al mondo quanto poco si sia capito Internet, quanto poco si sia capaci di trasferire al singolo individuo la responsabilità etica di scegliere cosa sia e cosa non sia adatto per sé e per i propri figli, e questo proprio nel momento in cui esiste uno strumento che apre potenzialità enormi fino a ieri inimmaginabili. Quanto poco si sia, in definitiva in grado di navigare in autonomia fra le miserie umane e le loro molteplici manifestazioni. A ciò si aggiunge, da parte dello Stato, un deficit di fiducia nella autonomia dei propri sudditi (se così li vogliamo chiamare) sul quale i sudditi sembrano non avere troppo da obiettare.
Poco importa se gli agitatori di simili spettri siano sacerdoti antipedofilia, politici ultracattolici e riformisti o intellettuali che si fanno stampare le mail dalla segretaria: il risultato finale di simili teatrini è quello di rendere noto a tutti quanto poco i primi dieci anni di Internet abbiano inciso nelle nostre vite, quanto poco abbiano saputo aprire nuovi spiragli di comprensione e differenti percorsi di conoscenza, agitando invece timori e mostri nei confronti dei quali una antica abitudine ci consiglia di demandare ad altri decisioni che dovrebbero invece essere nostre.
C’e’ un prezzo da pagare per migliorare la qualità delle nostre vite, un prezzo di responsabilità individuale e di curiosità, ed in questo paese continuiamo a scegliere di non pagarlo.
Nello stesso tempo la Santa Inquisizione degli illetterati digitali ammorba l’Italia e promette prossimi ulteriore sfracelli. Occorre farsene una ragione e capire che da queste parti una rete Internet nella quale ognuno sceglie per sé è una pia illusione. Ed una rete Internet nella quale non sia possibile scegliere ognuno per sé è un po’ come dire nessuna rete Internet.
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[Testo soggetto a Licenza Creative Commons BY-NC-SA
Pubblicato in prima stesura su Manteblog e in versione finale su Punto Informatico il 18/6/2007]
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Sono un collaboratore di Epolis. Ricevetti l’invito da parte della redazione di fare parte del primo giro di firmatari. Risposi loro così (censurato il nome del sito):
“XXXXXXXX, per me che ho due bambine, è una cosa che mi fa ributtare. Ma sono anche dell’idea che dare loro spazio con un appello è dare loro una visibilità che non si meritano. Che sprofondino nel loro fango.”
Non ho firmato.
Lo penso come Gianni Biondillo. Quando tu leggi “ferita di guerra” di Giulia Fazzi, tu provi le conseguenze di lo stupro infletto a una ragazza; allora quando si tratta di un bambino o di una bambina, tu immagini l’annientamento nel corpo e nella testa: lo schifo per sempre, a meno di incontrare poi un uomo o una donna che curi la ferita: molto amore e comprensione: sono l’amore e l’amicizia che “riparano” la ferita, ma una persona ferita nell’ infanzia guarda la sua ferita sempre, deve imparare a vivere con lei.
Il dibatto su il net è difficile a capire per me, ma sono contro tutti che approfittano del net per fare un mercato della fragilità.
E’ un’analisi interessante, però che cosa si dovrebbe concludere, che non si può fare nulla?
I politici possono avere sbagliato, forse occorrerebbe agire più a monte, tutti, non solo i politici, ma COME?
La domanda resta.
Senza dubbio la responsabilità individuale è il fulcro di tutta la faccenda, assieme alla coscienza di un utente della rete rispetto al mezzo di cui dispone: queste in Italia è senz’altro ancora molto deficitarie, non ne sono un mistero le cause essendo la rete in larga pare uno specchio fedele della società reale che abbraccia
allacia
lega
stritola?
Massimo, sono d’accordo sulla sovraesposizione mediatica che il sito in questione ha avuto per la ‘voglia’, mai repressa, dei nostri politici e collegati di mettersi sempre e comunque in mostra.
Molto più lineare e semplice sarebbe stato chiudere l’accesso senza suonare la grancassa. E chiudere l’accesso a qualcosa, in internet, è molto complesso; come ben sanno tutti quelli che con internet lavorano: semplicemente hanno allocato il sito in Lichtenstein e fatica inutile (ora sono rincorsi dalla Polizia Svizzera, ché il Lichtenstein per queste cose dipende dalla Svizzera).
Personalmente la censura nei confronti di chi propugna idee inneggianti alla pedofilia non mi spaventa; si tratta di capire come e se un simile atteggiamento (censura alla pedofilia) possa essere utilizzato come viatico ad altre censure. Un tema da affrontare bilanciando correttamente, come in qualunque stato democratico, il ruolo di controllato e controllore.
Una nota personale: non ho capito perché hai pubblicato la fotografia di tua figlia. Io non pubblicherei mai foto dei miei figli in internet.
Blackjack
[OT]
Scusate i refusi del mio precedente post… L’ho scritto di corsa e non ho potuto controllare
>queste in Italia è senz’altro ancora molto deficitarie
queste in Italia *sono* senz’altro ancora molto deficitarie
>essendo la rete in larga pare uno specchio
essendo la rete in larga *parte* uno specchio
Preciso che ho pubblicato il testo di Massimo Mantellini senza il suo coinvolgimento diretto, semplicemente in base a quanto consentito dalla licenza Creative Commons.
Se Blackjack vuole domandargli direttamente, c’è anche questo post:
http://www.mantellini.it/2007_06_01_archivio.htm#885730223596796144
l’anti-pedofilia mette tutti d’accordo, destra e sinistra.
la demonizzazione del pedofilo soddisfa la sora nena come il filosofo.
ma sempre di demonizzazione si tratta, cioè di un procedimento opposto a quello di conoscenza, anzi di segno opposto.
eppure non si tratta di “orchi”, ma di umani come tutti noi.
è gente che incontriamo per strada, con la quale magari lavoriamo, tra loro può esserci qualcuno che reputiamo un amico.
è vero che minacciano i nostri figli, ma non per questo ci dobbiamo sentire tutti autorizzati a considerarli mostri a priori.
la ragione è tale proprio perché è capace di opporsi all’emozione, di controllarla.
l’emozione, da sola, è infallibilmente di destra.
opposto, opposto: scusate.
Tashtego,
Non voglio polimicare ma non capisco “l’emozione è infallibilmente di destra.” Una vittima non puo parlare di “ragione”, è marcata nel corpo e nella mente. Ma forse ho frainteso la tua analisi. Invece sono d’accordo: i pedofili assomigliano a gente ordinaria, ma sono mostri nell’atto, sono orci che divorano.
Mi chiedo sempre se Melville ci fa o ci è.
Credo che Tash voglia farci presente che trasferire il mostruoso sull’altro da sé, in fondo, giustifica la mostrusità insita in ognuno di noi, che deve essere continuamente governata. La gogna mediatica sugli altri, spesso è altrettanto mostruosa.
E’ chiaro che il mio cervello rettile sbranerebbe il mostro, l’orco, il pedofilo, ma la mia compassione deve relazionarsi con lui e la mia ragione infliggergli, là dove il crimine esiste, la giusta pena. Ma che non sia più ignobile del crimine stesso.
La pedofilofobia di questi giorni sa sempre più di impazzimento generale. L’orco è da un’altra parte, mai in casa mia. E sappiamo tutti che non è vero.
E, tra altro, questo osservare di continuo l’altro come mostro, mi fa sentire socialmente mostruoso quando faccio gesti – accarezzare la testa di un bambino – che dovrebbero essere naturali. Attenzione a cosa stiamo perdendo, con la scusa di proteggere i nostri figli.
Non ho capito. Internet è Disneyland o un porto franco della realtà dove l’immondizia cessa di essere tale perchè non olet e quindi non va rimossa?
Se è così il signor Mantellini alimenta la peggiore delle mitologie: quella secondo cui il pensiero e la parola smettono di appartenere alla vita corrente e fondano una dimensione a sè stante, irresponsabile per principio.
Un sito Internet non è solo espressione di gusti personali: è anche seduzione, persuasione, pedagogia, ma soprattutto è comunicazione pubblica.
Capisco l’imbarazzo di chi riduce identifica la società al contratto interindividuale e al mercato di opinioni e rimuove l’idea di un ethos fondativo e normativo, ma, che dire, questo dovrebbe dimostrare l’insufficienza di tali posizioni ultraliberali, non spingere al loro rilancio.
Il reato di opinione serviva proprio a censurare l’atto piuttosto che demonizzare il soggetto in quanto tale. Certo che il pedofilo è un essere umano come noi: ma ci sono atti disumani che compiuti o propagandati meritano la censura dell’umano consorzio.
Dimenticavo: ho firmato.
Gianni,
Capisco e condivido la tua analisi: ” La dove il crimine esiste, la giusta pena.” “La gogna mediatica sugli altri,spesso è altrettanto mostruosa.” Sola la vittima puo parlare. La sua parola è molto importante.
Invece, un gesto tenero non puo essere ambiguo, ciascuno lo sa. Mi piace vedere un papà giocare con la sua figlia, ridere con lei, la carezzare.
Non c’è dubbio nella tenerezza.
Nel tuo libro “Pourquoi tuons-nous?”, tu spieghi molto bene la psicologia del pedofilo, vittima di un abuso nell’infanzia. Invice è una idea facile di credere che tutto bambino abusato o violentato diventi violento più tardi: e’ sbagliato. Molti sono teneri con i figli, i bambini per offrire a loro un’ infanzia felice e sana, forse perché hanno incontrato l’amore o l’amicizia.
responsabilità individuale, si, questo è fondamentale!
il nemico è ovunque.
ma i bambini sono la nostra innocenza.
Tash, il pedofilo è tale poiché esercita il suo essere pedofilo. Non con i nostri figli? con figli altrui? con orfani? ciò non toglie l’esercizio, queste persone degne di comprensione esercitano e rovinano bambini, anche se sono il nostro socio in affari, il nostro vicino, un conoscente… smettono forse di rovinanre bambini se fanno parte della nostra cerchia? hanno diritto di comprensione? loro esercitano per primi comprensioni verso le loro vittime? o dobbiamo anche smettere di chiamarle vittime? è più corretto chiamare il bambino abusato “piccolo compagno di giochi” Tash? qui si ragiona con la testa dell’adulto e l’adulto è abituato a considerare l’essere reo uno stato transitorio dell’esperienza umana. Il bambino abusato ha una visione molto più deterministica, la vita per lui si divide in “prima di” e in “dopo di”, nulla di transitorio, di eludibile, di relativo. Considerare le ragioni del carnefice, e mai quelle del bambino, dimostra il dislivello dei diritti, e il tracotante bisogno di una superiorità, guadagnata sulla pelle altrui, di annullare la voce del più debole. Suvvia, perchè chiamarli mostri? perchè lo sono Tash, è ora che tu te ne faccia una ragione.
il bambino non è la nostra innocenza, ma un essere fragile (fisicamente e psicologicamente) e quindi va difeso da tutta la comunità.
Il pedofilo è un essere umano e non un orco, spesso è un malato, e spesso è in mezzo a noi in incognito, se un pedofilo accarezzasse la testa di mio figlio non ne proverei certo ribrezzo, ma è poco ma sicuro che solo con lui a comprare le caramelle non ce lo manderei MAI.
Insomma prevenire senza se e senza ma, ma senza tanti moralismi schizzinosi.
Questo l’atteggiamento giusto da tenere, almeno fino ad oggi.
Internet però ha sconvolto ogni nostro atteggiamento.
Probabilmente è vero che la rete vada difesa e che nessuna censura gli vada applicata. Ma è anche vero che la rete ha immesso nella nostra vita una ulteriore violenza: il tentativo di eliminare un salutare tabù (come anche l’omicidio e l’incesto) che è alla base di una società sana di umani:
I bambini vanno protetti ad ogni costo. Mio dio, mi sembra il minimo. Vanno protetti senza isterismi o caccia alle streghe, ma vanno protetti.
La pedofilia è un REATO e non può essere vista che sotto questo aspetto. Ha voglia tash a fare il cinico e il “moderno”, sarà sempre in errore. In ogni società civile (e anche religosa) è sempre stata una delle cose su cui nessuno ha mai discusso. Certo nella notte dei tempi i bambini erano meno di nulla e venivano sacrificati agli dei, ma è proprio dalla fine di quei sacrifici che nasce la civiltà.
Persino la civiltà greca omosessuale (che tash ama tirare in ballo come esempio di civiltà pedofila) rispettava i bambini (e ci sarebbe mancato altro), erano infatti giovinetti, allievi del ginnasio, quelli di cui si innamoravano socrate e platone non certo bambini, e in un periodo in cui si viveva 30 40 anni avere 13 anni voleva dire essere adulti e non indifesi. Oggi un 13enne è poco più di un bambino e lo è, se dio vuole anche per la legge.
Non va perseguitato il pedofilo (che al massimo sarà isolato) va perseguita la pedofilia come cultura invasiva e la pedopornografia. E i siti pedofili che propagandano un reato e lottano per il loro riconoscimento nella società e vogliono abbassare l’età sessuale legale, non sono dei cittadini, ma dei criminali che stanno facendo miliardi con prostituzione minorile e materiale pornografico pedofilo (foto racconti film e prostituzione ecc.) io non so se i loro siti vadano chiusi (io penso di sì anche se non firmerei alcuna petizione), ma certo vanno fortemente sanzionati quelli che sono dietro il monitor, in carne ed ossa, a gestire tali siti con immagini e film in cui vengono usati bambini in carne ed ossa, schiavizzati per le depravazioni di una società che non è più capace di capire fino a che punto la libertà sia tale, legittima e difendibile e quando invece diventi, o rischi di diventare, crimine contro l’umanità più debole.
Poi io sanzionerei anche i guardoni che da tutto il mondo entrano in quei siti. perchè assistere ad un reato, da che mondo è mondo, è anch’esso un reato.
Poi sono d’accrodo con BJ (non lo sono quasi mai) anch’io non metterei mai una foto di mia figlia in rete dentro un articolo che parla di pedofilia.
Ma, ho visto che anche Mantellini se ne è convinto (o forse è intervenuta la mamma) perche dal suo sito la foto è scomparsa ;-)
geo
P.S
E’ idiota vere un atteggiamento isterico su questo argomento, ma è altrettanto idiota minimizzare e fare l’uomo di “mondo boja” come tash.
errore
Non va perseguitato il pedofilo (che al massimo sarà isolato) va perseguita la pedofilia come cultura invasiva e la pedopornografia.
naturalmente perseguitata e non perseguita
il bambino è anche la nostra innocenza!
cara Georgia.
pensaci.
Georgia, Blackjack scrive: “Io non pubblicherei mai foto dei miei figli in internet.” E’ questo l’eccesso, secondo me. Non tanto averla pubblicata all’interno di un pezzo che parla di pedofilia, ma addirittura nell’intero web: Il luogo dei mostri, quindi, e non più un posto dove scambiare le foto delle vacanze, della prima comunione, del matrimonio, della festa con gli amici. E’ la mostrizzazione del web, è la caccia alle streghe.
Poi, figurati, su tutto il resto sono d’accordissimo con te, anche se ho la sensazione che di Tashtego se ne faccia troppo una macchietta. Ha modi rudi di interagire ma mi sembrano di certo meno idioti di come vengono poi interpretati.
chapuce penso tu stia facendo dell’ironia :-)
Il bambino NON è la nostra innocenza è la nostra fragilità e incompiutezza. la nostra impossibilità di decidere e discernere, la nostra passata fiducia cieca negli altri, la nostra debolezza, ma non l’innocenza.
Io quando ero bambina non ero per niente innocente e adoro The lord of the flies di golding perchè da l’idea di quanto non sia innocente l’infanzia.
Proprio per questa mancanza d’innocenza i bambini vanno difesi da alcuni esseri umani che sono così malati da credere che la mancanza di innocenza dei deboli permetta loro ogni abuso e ogni barbarie. Questo concetto lo applicherei anche alla politica, alle guerre, alle occupazioni ecc. Il debole va sempre difeso dal pervertito, dal violento, dal forte, dall’invasore, dall’occupante, dallo sfruttatore.
geo
Biondillo, internet non è IL luogo dei mostri, ma ANCHE dei mostri. Io non pubblicherei mai le fotografie dei miei figli su internet, specialmente se corredate da nome e cognome reale, quindi IN TUTTO E PER TUTTO IDENTIFICABILI, per un motivo semplicissimo: i bimbi non dovrebbero essere esposti in alcun modo e noi non possiamo, anche se adulti, arrogarci il diritto di ‘usare’ la loro immagine a nostro piacimento. Non è paragonabile, la pubblicazione su internet delle fotografie dei bimbi, a uno scambio privato di fotografie delle vacanze durante una cena con amici. Prova a pensarci.
Qualunque persona che frequenta questo blog, o solo lo legge, o ci capita per caso, potrebbe, in cinque minuti, rintracciare dove vive Massimo Mantellini e la figlia.
Da grandi i bambini, ritrovandosi le loro fotografie in giro per internet, e indipendentemente dall’uso che potrebbe essere stato fatto delle stesse, potrebbero anche incazzarsi; a ragione.
Da maggiorenni liberi di fare quello che vogliono.
E ognuno di noi, per fortuna, è libero di interpretare queste ‘sfumature’ come vuole.
L’intervento di Tash non lo commento e non provo a dare interpretazioni: semplicemente non mi piace.
Con Georgia (che si ostina nel continuare ad abbreviarmi BJ e se insiste d’ora in poi la chiamerò Giorgia) dissento (o forse non ho capito) quando scrive che “Non va perseguitato il pedofilo (che al massimo sarà isolato) va perseguitata la pedofilia come cultura invasiva e la pedopornografia.” e la successiva “Poi io sanzionerei anche i guardoni che da tutto il mondo entrano in quei siti. perchè assistere ad un reato, da che mondo è mondo, è anch’esso un reato.”
Sono d’accordo sulla seconda, ma non riesco a collocare la prima frase. Prelude forse a una distinzione fra pedofilo ‘buono’ e pedofilo ‘cattivo’?
Sinceramente e pur con tutta la mia buona volontà, non riesco a vedere alcuna differenza e non sono disposto a comprendere la differenza: penso ai miei figli, ai bambini e tutti i sofismi scompaiono.
Blackjack
Non c’entrano i buoni o i cattivi, però ci sono dei pedofili, che non torcerebbero mai un capello ad un bambino, e non praticherebbero mai la loro perversione non vorrai mica perseguitarli o incarcerarli vero? al massimo scriveranno poesie.
Il reato è azione non indole.
Mentre va, secondo me, perseguitata la cultura pedofila invasiva di oggi che mette in televisione e ovunque i bambini in atteggiamenti erotici, o per lo meno con immagini border line, la cultura che offre e pratica il turismo sessuale e va alla ricerca per il mondo di bambini da usare, ma che ormai li trova sempre più vicino a casa, va perseguitato chi (anche genitori) fa e distribusice foto e film porno di bambini e, naturalmente, secondo me anche chi li compra o li cerca in rete. Insomma va ostacolata anche la cultura liberista pedofila che tende a far passare come cosa di ordinaria amministrazione, e senza lacci e lacciuoli, usare un bambino per foto, film ecc per il mercato pedofilo. E questo è un problema grande della rete che va affrontato … non basta dire la rete è e deve restare libera.
Certo libera ma dovremo prima o poi porci anche il problema “etico”dell’uso della rete con tanto di tavola dei piccoli comandamenti … o no? Dobbiamo per forza diventare gli yahoo di swift?
Possiamo davvero aprire un blog dove parlare di cannibalismo e scambiarci le ricette? In inghilterra dicevano di si, ma da dopo che un tranquillo ragazzo che parlava poco e scriveva nel suo blog sempre della bambina vicina di casa grassottella e che alla fine se l’è davvero mangiata, qualche problemino se lo sono posto anche loro ;-).
geo
Biondillo, perdonami, per amor di chiarimento, tu pensi che io abbia interpretato in modo idiota il rude modo di interagire di Tash?
@Geo:
io non faccio ironia su questi argomenti.
se vuoi riflettere, fallo, se no, non farlo.
io la penso così.
il bambino che è in noi è innocente perchè fa parte del nostro intimo che il mondo ancora non ha contaminato.
sta a noi la sua salvaguardia.
solo, esclusivamente, alla nostra coscienza.
saluti.
Chapuce
Io toglierei anche da qui (ossia da NI) la foto della bambina.
Ringrazio tutti per i commenti. Aggiungo solo due cose che mi colpiscono. La prima e’ che in molti commenti fra le centinaia letti oggi questa percezione della rete come di un luogo separato delle nostre vite continua ad essere molto presente. Non lo e’ e se lo e’ non lo dovrebbe essere. E lo stesso dovrebbe avvenire per la percezione e la perseguibilita’ dei reati. Invece il governo legge Internet come una anomalia e le dedica normative ad hoc accomunate nella maggioranza dei casi da una sorta di vizio formale: quello del pensare alla rete come a qualcosa di lontano da noi. La questione della foto di mia figlia mi pare utile in questo senso. Le foto delle mie figlie sono su flickr, cosi come quelle della mia famiglia, dei nostri viaggi ecc. A me sembra normale che siano li’ perche’ e’ normale. Eppure mi e’ capitato spesso di leggere commenti sulla inopportunita’ di simili “esposizioni” come quelli letti qui oggi. Francamente non ne comprendo il senso a meno che non si immagini la rete come qualcosa di molto diverso da noi che invece abitiamo in un quartiere di una citta’ portiamo i figli all’asilo o a scuola, li affidiamo ad istruttori parenti ed educatori vari. Occorre forse ricordare che il 90% delle violenze sui minori avvengono in tali ambiti? E ci preoccupiamo delle nostre foto in rete? Piuttosto dovremmo smettere di mandare i figli a scuola, no?
Io la sostituirei con una di Francesca nuda.
NB scommetto che taglierete il commento, proprio sotto un post che invita a lasciare tutto, figlia compresa!
ma non so se è vero quello che dici. io non percepisco la rete come luogo separato, lo percepisco semmai su due livelli: uno separato dalla mia vita e uno facente parte della mia vita, dipende da me e da come come voglio pormi ;-) è questo è il bello.
La rete è un gioco e una cosa sommamente seria e anche utile.
Però ci si fraintende sempre :-)
Ad esempio, io NON ho mai parlato di inopportunità, ho solo detto che io la foto di mia figlia in un commento sulla pedofilia non l’avrei mai messa, ma sinceramente non ho nulla in contrario che tu ce l’abbia messa e non mi sembra neppure inopportuno:-).
Però buffo che tu metta sullo stesso piano la presenza di foto di viaggi in flickr e la foto in un commento sulla pedofilia.
Non è che la rete, se non si sta all’erta, rischia di livellare tutte le cose senza fare più alcuna differenza?
geo
ad esempio perchè carlo (che pure frequenta NI) è sicuro che gli taglieranno il commento?
Un commento così stupidello da bar … perchè mai tagliarlo?
ma lui forse si sente così …. MOLTO trasgressivo e …
G.R.U.L.L.O.T.T.O :-)
Ok, farò il serio: un listino-prezzi di bambini in rete rientra nell’esecrando reato d’opinione? In fin dei conti son parole (e numeri)…
E l’articolo della Terragni (sul Foglio, in polemica con Repubblica ?!), che zizagando tra cose finto-sensate-intelligenti conclude scavandosi la fossa: “Sto parlando di me, degli innumerevoli palpeggiatori, preti ecc., dalle cui mani mi è toccato passare, come a quasi tutti quelli e quelle che conosco. Uno mi fece particolarmente paura, e lo dissi a mio padre. Il quale scosse la testa: ‘Oh, Signùr! Mario’, e senza dire altro mi levò Mario di torno. Fu una delle prime volte in cui vidi la compassione in azione”… Un bel classico discorso di destra! (Di sinistra, sarebbe stato: “Uno mi fece particolarmente paura, e lo dissi a mio padre. Il quale scosse la testa: ‘Oh, Signùr! Carlo’, e senza dire altro mi mollò un ceffone. Fu una delle prime volte in cui vidi il conformismo in azione”.)
http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11159200_2.pdf
La banalità filosofica o pseudo-sociologica di Martellini sarebbe quasi un buon passatempo accademico, se non fosse che riguarda i bambini.
Sono d’accordo con Blackjack e anzi rincaro la dose: se vuole difendere le sue idee, che lo faccia mettendo il suo viso, non quello della figliola.
E trovo anche insultante quanto detto a proposito di Don Fortunato Di Noto.
Internet è quella che è: c’è bel buono e c’è del marcio, è come nella vita fuori dalla rete. Stupido e -appunto- banale quindi discuterne..sarebbe da novellini, cose trite e ritrite. Non banale ma acido, invece, discuterne sull’esempio dei siti pedofili, specie se usando questa tolleranza e questi distinguo da salotto borghese.
A me questi intellettualismi fanno rabbrividire. C’è solo una soluzione, contro pedofili e stupratori: quella finale.
“C’è solo una soluzione, contro pedofili e stupratori: quella finale.”
ecco dove rapidamente si arriva.
e questo, se permettete, è fascismo allo stato puro, sorgivo.
c’è pure l’invettiva contro gli “intellettualismi”.
provo un leggero senso di nausea.
@georgia
“è altrettanto idiota minimizzare e fare l’uomo di “mondo boja” come tash”.
non userei se fossi in te la parola idiota, che potrebbe rivoltartisi contro.
ho semplicemente fatto appello all’umano, non ho minimizzato.
se il mio commento l’hai capito male, come fai sempre con i commenti di tutti qui, poco importa.
però astieniti dagli insulti, por favor.
Mi dispiace Tash della tua nausea. Pensa a quella dei bambini schiavizzati, se leggessero quello che vi state scrivendo qui dentro.
Dimmi tu chi sarebbe il fascita.
Ma anche fossi io la fascista e fosse solo per questo argomento, ne andrei fiera e la prego, si accomodi.
Io ho solo l’arrogante colpa di dire le cose molto francamente.
Tu fluttui tra le parole e tante volte non si capisce niente, non sei mai diretto.
Mantellini, leggo la tua risposta e quello che posso dire è: liberissimo di fare quello che vuoi. Io non voglio vietare a nessuno di fare ciò che vuole, se non è reato; ci mancherebbe. Sono la persona meno adatta a svolgere un simile ruolo anzi, sono il primo a dire che uno come me è meglio evitarlo: giocatore d’azzardo (quasi convertito), non mi preoccupa menare le mani se necessario, non mi faccio scrupoli se devo usare la testa per guadagnarmi una notte con una donna, o combinare un tavolo per spennare qualcuno, o lasciare qualche insoluto per strada. Non ho nulla e nessuno può pretendere nulla di materiale da me.
Però, appunto perché internet è come la vita reale mi spieghi perché non si trova mai nessuno per strada che regala, a passanti sconosciuti, le fotografie di famiglia con la moglie, la figlia, la zia , il nonno, etc…?
Sai, non so perché, ma non ti ci vedo in Piazza Duomo, a Milano, oppure a Venezia, o a Roma in Via Veneto, a distribuire le fotografie di tua figlia fatte col cellulare.
Qualche dubbio ti verrebbe, assieme al timore di essere preso per pazzo. O sbaglio?
Appunto perché internet E’ come la realtà non dobbiamo dimenticare che, in internet, sono valide le stesse regole della banale, stupida e sorpassata realtà. E fra le regole una è sacrosanta: non esporre i bambini alle NOSTRE manie – nel tuo caso – e non mi viene nessun altro termine per definire la tua ‘passione’ per la pubblicazione, su Flickr e in internet delle tue fotografie e, sopra tutto, delle fotografie di tua figlia.
Blackjack
Tash; aiutami a capire cosa vuoi dire. Non ci riesco; evidenti limiti i miei.
Scrivi:
“l’anti-pedofilia mette tutti d’accordo, destra e sinistra.” [Non dovrebbe? O dovrebbe esistere un’anti-pedofilia ‘non umana’ di destra e una di sinistra?]
“la demonizzazione del pedofilo soddisfa la sora nena come il filosofo.
ma sempre di demonizzazione si tratta, cioè di un procedimento opposto a quello di conoscenza, anzi di segno opposto.” [ Cosa intendi per demonizzazione del pedofilo? Forse il fatto che, finalmente e dopo anni di dita tagliate senza parole, se ne parli e si provi, sbagliando anche, a far capire che la pedofilia esiste?]
“eppure non si tratta di “orchi”, ma di umani come tutti noi.
è gente che incontriamo per strada, con la quale magari lavoriamo, tra loro può esserci qualcuno che reputiamo un amico.” [D’accordissimo, e come non potrei? Però mi spieghi perché, quando un bambino/a è violentato in casa si continua a parlare di abusi e solo quando subisce la stessa sorte fuori dalle mura di casa si parla di pedofilia?]
“è vero che minacciano i nostri figli, ma non per questo ci dobbiamo sentire tutti autorizzati a considerarli mostri a priori.
la ragione è tale proprio perché è capace di opporsi all’emozione, di controllarla.” [Qui veramente, con tutto il mio impegno, faccio fatica a seguirti. Per me il pedofilo è colui/colei che approfitta fisicamente o psicologicamente di un bambino/a. Chi ci pensa, ma non passa ai fatti, è sicuramente qualcuno che ha bisogno di cure; non chiedermi quali perché non lo so. In ogni caso, scusami, ma mi riesce faticoso pensare a uno/una che pensa sessualmente ai bambini/e come a una persona normale. Cosa vuol dire mostri a priori? O meglio mostri a posteriori?]
“l’emozione, da sola, è infallibilmente di destra.” [Qui toppi pesantemente a mio parere, e probabilmente, mentre scrivevi, stavi rotolando sulle tue parole. Narcisismo letterario e succede. Succede anche ai giocatori d’azzardo professionisti, a volte, di rotolare sul gioco, seguire l’emozione e perdere anche l’anima; la loro e di chi li circonda. Ti posso garantire, per esperienza diretta più che ventennale, che l’emozione non fa distinzione alcuna: né di censo, né di sesso, né di fede politica. Basta un mazzo di carte. E comunque non ho capito perché l’emozione è infallibilmente di destra; hai qualche metafora che chiarisca? Va bene anche un banale esempio.]
Blackjack
L’emozione da sola è di destra?
Un giudizio di valore che non si nutre di un emozione è disumano, o semplicemente non esiste: non è valore, è calcolo.
I primitivi o presunti tali non si facevano ritrarre: temevano che gli si rubasse l’anima. Erano di destra? Non so, ma erano sani se non filosofi.
Sapevano che l’immagina suscita desideri, repulsioni, invidia, odio.
Ti rende in qualche modo disponibile alla brama altrui.
Un furto d’anima? Non saprei.
Ma Girard o non Girard, la traduzione dell’esistenza in esibizione spettacolare è l’origine dell’inferno mimetico.
Scrivo dal Canada (scusate per l’italiano), mi è molto piaciuto l’articolo e vorrei aggiungere qualche elemento alla discussione.
a) I diritti umani come la libertà di espressione sono l’espressione di un pensiero filosofico che supera le nostre soggettività, per cui dobbiamo riconoscere modestamente che è parziale la nostra percezione della realtà: come dice Chomsky lo stesso Stalin, lo stesso Hitler favorivano la libertà di espressione per le idee che non si opponevano alle loro. Simile discorso si può fare sul diritto alla vita. Tutti possiamo dire: veramente la pena di morte è un orrore ma invece gli ebrei sono scarafaggi, mentre un altro dirà che a lui invece non gli piacciono i visigoti etc. In quanto principî, prendono tutto il loro senso quando vanno contro le nostre spontanee idee o “emozioni”.
b) Esattamente come si racconta solo cavolate a proposito di internet poiché a capirci qualcosa c’è soltanto una minoranza degli italiani, così sulla pedofilia la stampa è piena di contraddizioni perché non sa di cosa parla. Internet ci offre l’opportunità di avvicinare persone come loro, ma anche quelli che per la società fungono di mostri insieme a loro: gli integristi religiosi, i suprematisti della razza bianca, gli stalinisti, i membri delle sette etc. Su tutte queste categorie si creano dei miti molto lontani della realtà. Sono d’accordo con tashtego: essere di sinistra significa sapere che l’umanità è una: quanto si avvicina tutti è molto più forte di quanto ci divide.
c) Precisamente alcune confusioni mi colpiscono leggendo la stampa italiana in questi giorni dopo aver letto con interesse testimonianze sui siti americani boychat.org o “girl chat” (annabelleigh.net/): ad esempio
1- come alcuni qua l’hanno notato, essere pedofilo non significa agire: per i crimini la parola “pedofilia” è davvero un “abuso”! Dante e Lewis Carroll erano pedofili ma hanno sublimato il loro amore e il loro desiderio in opere geniali.
2- pedofilia = attrazioni verso i bambini prima della pubertà; invece con l’influenza americana viene esteso generalmente ai children sotto l’ “age of consent”, 18 anni in alcuni stati americani.
3- quelli che commettono abusi per lo più non sono “pedofili”. Dutroux era un psicopata.
4- gli abusi sono per lo più il fatto dei parenti; il predatore isolato è un mito di destra, securitario e liberticidio.
5- anche se risultano per lo più traumatici per i bambini quando crescono (per cui sono necessarie le soglie legali), sappiamo tutti che l’amore non ha regole, e che può capitare fra tutti, e quando capita, ci guida e ci supera quanto ci superano le nostre libertà umane.
dante pedofilo?
o questa?
Che è una novità della filologia canadese?
Tra l’altro la logica del commento e il riferimento ai visigoti mi ricorda qualcuno :-) ma non direi che quel qualcuno scriva dal canadà, anche se, per quel che ne so, al momento potrebbe trovarsi in canadà ;-)
geo
Mi sembra che vi siano due elementi distinti che si intersecano e si confondono:
1) la non opportunità di usare forme di censura perché, come sempre, si attira l’attenzione sul sito da censurare, quindi si fa il suo gioco;
2) è disdicevole utilizzare la censura perché non possiamo stabilire con certezza e leggerezza dove finisce l’uomo e inizia il mostro ecc.
Sul punto 1 sono d’accordo.
Sul punto 2 racconto un nanetto: ero ad Amsterdam, e fui avvicinato da un tipo pallido come uno zombi con un paio di occhiali scuri enormi che mi porse un volantino: c’erano delle foto di adulti e bambini sorridenti in luoghi edificanti tipo prati, boschi, laghi; si diceva che la pedofilia è bella perché è amore, che l’adulto ama il bambino, il quale ricambia, perché è perfettamente in grado di intendere e di volere. Su questo punto, cioè affermare l’autodeterminazione del bambino ad avere rapporti anche sessuali con adulti, secondo me si configura un reato, e diffondere questa opinione può essere incitamento a reiterare questo reato.
P.E.R.F.E.T.T.A.M.E.N.T.E D’A.C.C.O.R.D.O C.O.N B.A.L.D.R.U.S.
In italia sono ancora legati all’immaginario del vecchio pedofilo e quando parlano pensano a Lewis o a qualche poeta, e non a quello che si sta organizzando (grazie anche alla rete) per rendere legittimo quello che NON può essere considerato altro che un reato e un salutare tabù.
Il pedofilo non è un mostro, ma ‘sti militanti un po’ zombi se non sono mostri certo gli somigliano molto.
Tra l’altro interessante anche la tua descrizione. Il vecchio pedofilo era un pochetto abbronzato perchè girava nei giardini, all’aria aperta oggi per lo più è pallido come un baco perchè sta sempre nella penombra dietro ad un monitor :-)
geo
O una cosa è illegale o non lo è. Oscurare un sito per motivi ideologici che non hanno a che fare con le leggi approvate democraticamente(insomma a parte in questi ultimi 20 anni) è una cosa da Cina, o da America( che almeno si limita a mettere traduzioni false), e vanno evitate sul nascere.
Questi politici stanno tentando di salvarsi il culo e saranno disposti a fare un sacco di leggi sensate ma anche altre più semplicemente sensazionalistiche pur di far vedere che si impegnano per riacquistare credibilità.
Bisogna rompergli le palle a accattare mentre sono lì a fare quello che vogliamo.