L’apparente riposo
di Guido Ballo
agli amici che verranno
Ecco, sono in stato di quiete, è il mio traguardo: contemplare
così, fuori del tempo. Eppure questa pace (l’orizzonte attorno
a emisfero) è come il punto tranquillo in mezzo al moto
degli uragani
(c’è sempre un punto sospeso) equilibrio delle forze
dove la calma si distende.
Perché è questo il fatto: la Terra
sulla quale riposo sembra ferma, un sostegno sicuro, ed ha
almeno due
moti, gira nel giorno e nell’anno
altri sistemi
di soli, satelliti pianeti girano con altri centri altri eclissi. Ma
anche questo involucro che trattiene la forma del
mio corpo, qui
si apre in altri sistemi: gli atomi di questo
composto provvisorio (pelle sangue ossa nervi) mentre me ne
sto fermo
girano
con altri soli e pianeti, l’infinito si apre verso il grande
si divide e moltiplica nel piccolo
i giganti non destano stupore
più di una molecola, lo spazio è sempre tempo l’energia
questo moto continuo spinge
onde invisibili passano i corpi
ne sento i viaggi, verso il piccolo il grande. Per questo sono
antichissimo
l’uomo delle origini (apparente riposo
della contemplazione) materia-plasma nel giro di tutto
l’universo.
1965
tratto da Posta per gli amici [1958-1965], in mâd, Parma, Guanda, 1970.
nell’apparente riposo
visualizzo una tigre….
un grande poeta, altro grande dimenticato dei decenni passati – il suo “Altre arie lombarde” fu il picccolo capolavoro di un siciliano innamorato del nord, come fu per l’opera di Cattafi
Una poesia che dà dolcezza, tranquillità: una visione appagata.
E’ uno sguardo che trascorre l’intero universo di bellezza infinita.
Mi piace quest’anima universale, un po’ nel futuro orizzonte.
Amo anche molto la tua raccolta, ma non oso insistare “Gli api migratori”.
Faccio il vincolo, ma tu proponi una visione inquieta, confronta alla solitudine, solitudine e cuore dell’universo, una raccolta che valica il confine tra poesia, filosofia, SF.
Mi ha fatto pensare a Blaise Pascal. ma forse mi sbaglio.
a Véronique: grazie mille, ma non è questo il luogo per parlare del mio libro, per favore. Grazie, a presto,
Andrea
Andrea,
Lo so. Ho parlato anche del brano che hai postato, mi sembra, no?
E’ una poesia della piena mare, dell’ alto cielo. Mi piace l’incontro tra l’infinito corpo ( si intende eternità fisica, sebbene transitoria) e l’infinito universale, una poesia che diventa planeta, con una disposizione che fa pensare a onde che nascono all’infinito.
Mi ha fatto pensare anche al grembo di una donne gravida o alla possibilità di ogni donna a dare presenza di vita futura, planeta di acqua e di cielo, nel buoi assoluto.
Dunque è una poesia che dà calma per me. Lettura è interpretazione…