da “canti ostili”
di Italo Testa
strangeways, here we come arriviamo su vie strane, amici e non c’è un veliero ad attenderci, arriviamo a forza di braccia, arriviamo e scivoliamo, respirando oltre, stendendoci sulle assi del ponte; allarme, ad ogni ora il mare si gonfia abbassa una benda alla bocca; ogni istante animali urlano: teniamo un cofanetto tra le mani per conservare i resti, la traccia, il setto vitale, la minaccia delle falangi che cadono. variamente il cielo esplode, sulle date di costruzione, sull’espressione di una caduta: apriamo un ombrello per resistere, neghiamo il senso, vegliamo per garantirci una vera fine, per non cedere ai topazi del cielo, ai topi pazzi di un’altra vita; inforchiamo paraocchi, stringiamo, chiudiamo il campo all’orizzonte; guardiamo a fianco, per una volta il sangue non manca di lato; prendiamo stracci, strofiniamo consumandoci le braccia, neri di vergogna. continuiamo. *** sarajevo tapes VII [per mostar: h. 16] mi dicono che i tuoi occhi sono vuoti mi dicono che i tuoi occhi sono stupefatti segui lo sventolio dei drappi il rosso, il bianco, il blu distesi tra le rocce, sulle case in costruzione a fianco della strada mi dicono che i tuoi occhi non vedono prati mi dicono che i tuoi occhi s’incantano conta, ad uno ad uno, i parallelepipedi bianchi le bianche distese, da ogni lato l’abbraccio del paesaggio fitto di cippi, giallo di luce mi dicono che i tuoi occhi si dissipano mi dicono che i tuoi occhi, i tuoi occhi a seguire le cave di sabbia sul fiume dopo mostar, i mucchi di sabbia e di terra scavati, nella luce, senza ombra, per ogni gruppo di case una distesa di pietre bianche, erette, immobili X [sarajevo, ulica zmaja od bosnie: h. 17] sul viale d’immissione si pensa al percorso vita i grandi palazzi sui due lati i cecchini annidati sui piani più alti scendi dall’autobus e cammina conta tre, quattro passi segui la linea, pensa alla rima: XI [19 luglio, sarajevo, miljacka: h. 10] ausstellung prendi un’arancia, prendine un’altra allinea 365 arance su di un parapetto 365 macchie sul bordo del fiume: prendi un’arancia, sbucciala a morsi scoprine il bianco sotto la pelle macchia di sangue la linea dei denti prendi un’arancia, apriti un varco posa la testa sulla pietra del muro: 365 arance dense di luce XVI [21 luglio, sarajevo, holiday inn: h. 20] germina piombo, germina dal fondo d’asfalto, sul manto a grappoli gronda germina in forma di rosa, dissemina le piazze, il mercato, ogni cosa germina piombo, germina sul display la rosa di genova, sfonda le aiuole il piombo sul cuore di dove non sei XVII [sarajevo, dom policije: h. 22] la tua testa è piena di vita come un uovo è pieno di cibo e la tua testa è stata sbattuta come un guscio d’uovo *** dogma # 1 hanno ragione loro, hanno ragione dovresti arrenderti e stare al gioco fottere e farti fottere, piegarti alla voce del padrone: hanno ragione, accadrà ancora la scudisciata in fronte, l’odore rancido del potere che divora: hanno ragione, che questa è l’ora per darsi in pasto piegarsi al giogo, offrirsi al maglio che tritura: # 2 abbecedario per il nuovo mondo dimostralo, la stoffa non ti manca, hanno ragione è un gioco elementare: aizzare contro un uomo un cane prenderlo a calci e a morsi, lasciarlo agonizzare nelle sue stesse feci; tenerlo al guinzaglio come un animale, nell’aria che trema di calore sgozzarlo come un maiale, lasciarlo marcire tra i rifiuti come una puttana di colore hanno ragione loro, che basta poco hanno ragione, chiunque lo può fare: # 3 (animus hostilis) hanno ragione loro, questo da sempre, a nulla vale il cuore puro, la parola scudo della morte: hanno ragione, firma la resa lascia che cresca il pelo osceno, alza la testa a tanto caro prezzo venditi, dimostra che tu non sei da meno *** disarmati ostili, sì, alla vita sbandiamo sulla traccia illuminata a giorno intorno si dirada il folto della macchia sull'altopiano arioso ad altro è inteso il chiodo puntato sulla tempia nell'ora che si sfalda e rapinoso un volto rimanda svelto un cenno che al mondo ci disarma
(da canti ostili, Lietocolle, Como, 2007)
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Italo Testa (1972) è autore del poemetto “Gli aspri inganni” (Lietocolle, Como, 2004), della raccolta “Biometrie” (Manni, Lecce, 2005, premio Poesia In/Civile, San Giuliano Terme) e del concept canti ostili (Lietocolle, Como, 2007). Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie italiane e straniere.
bravo italo testa. belle poesie.
g.p.
Caro Italo,
è stato un piacere leggere i tuoi versi … intensi e caldi, tristi eppur cosi’ ricolmi di speranza…
Buon lavoro e a presto.
Mari D a nome dell’équipe di Brussellando, la Tela Sonora, Radio Alma, Bruxelles
Che bell’andamento liquido e lirico, nei tuoi versi, sembra di navigare davvero fra narrazioni di sconforto.. ma il tono il morale c’è, guarda in alto, c’è solidità a cui reggersi.
C’è pensiero e vita che si tensono strette, fa piacere non si odano preghiere biascicate e nichiliste.. ma al contrario.
E la pronuncia vola via, sicura.Bravo!
Maria Pia Quintavalla.
grazie a voi per l’ascolto, mi fa piacere che il tratto affermativo di questi canti risuoni
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