RADIOBAHIA: racconti per canzoni [001]

di Marco Ciriello

Radio News February 1929

RADIOBAHIA: suona

“Creep” dei Radiohead

1.
Il cielo piega sul campo, uno straccio. Il ragazzo cammina lungo la strada vuota, uno sputo. Il sole alle sue spalle, davanti: l’Alaska. Allena il corpo, coltiva il sogno. Legge London e Tolstoj come in chiesa il vangelo, non vede l’ora di essere sommerso dall’ombra lunga delle cose, dal bianco della neve. Vuole dormire con la paura degli orsi, vivere di poco, sicuro di essere al riparo dall’ipocrisia delle città e di chi le governa. I suoi coetanei sognano auto e titoli, nenie, lui solo di starsene in montagna, nel freddo, a provarsi. La sua capacità di resistere a fame e sete è pari alla voglia di bellezza, si è lanciato in canoa lungo un fiume, ha attraversato un confine per esistere, la sua vita è un verso, uno solo, gridato a squarciagola dal tetto di un bus.

[ Marco Ciriello, scrittore e giornalista, dice: “Anche se so bene che l’ispirazione non esiste, da tre anni ogni giovedì metto su un disco e scrivo una storia per il mio giornale, non ho paura del foglio bianco né del numero di righe da tenere, io ho solo paura della morte, sempre. Per questo scrivo: per non morire.” – e fra gli sfiorati – i commossi – i perdenti – gli arrabbiati – gli idealisti – i rinunciatari – i ritagli di donna di questi short cut – che prendono lettere da note – sta questa scrittura bella ed essenziale – poetica e visionaria – ma non una riga di più o di meno ]

Radiobahia suona ogni venerdi all’alba sul quotidiano IL MATTINO

[ da Radiohead, Pablo Honey, 1993, EMI, track 2. ]

[ immagine da: http://www.antiqueradio.org/art/rn29021.jpg
©1995-2008 Philip I. Nelson, all rights reserved ]

6 COMMENTS

  1. “……… cosa diavolo sto facendo qui?
    io non appartengo a questo posto…… ”
    Lascia tutto per misurarsi con la natura selvaggia dell’Alaska.
    Poi un vecchio bus abbandonato nella neve, lo stesso dove Chris aveva vissuto gli ultimi giorni con accanto gli amati libri, ricchi di annotazioni e con interi passaggi evidenziati come questo, tratto da La felicità familiare di Tolstoj: «Volevo il movimento, non un’esistenza quieta. Volevo l’emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla».

  2. che bella questa canzone, la canzone che è il simbolo dei Radiohead ma che i Radiohead sono arrivati ad odiare, a tal punto da non farla più dal vivo… la canzone che dava voce alla sociopatia di Thom Yorke (escluso e preso in giro dai ragazzi della sua età per via del suo occhio mezzo chiuso) e finì per acuirla.
    Quando i Radiohead aprivano i concerti del tour americano dei R.E.M., Thom sul palco stava male al pensiero di affrontare quelle folle oceaniche.
    Allora chiudeva gli occhi e pensava al consiglio che gli aveva dato Michael Stipe: How to disappear completely…..

Comments are closed.

articoli correlati

da “La stagione della strega” di JAMES LEO HERLIHY

Belle Woods, Michigan _______ Nel mio letto, 2 settembre 1969 A volte credo che mia madre ci azzecchi proprio quando mi definisce...

cinéDIMANCHE #30 JOSEPH LOSEY Mr Klein [1976]

IL BILICO DELL'IDENTITA' Divagazioni da “Mr Klein” di Joseph Losey di ⇨ Anna Tellini Abbiamo un sacco di debiti nei confronti di...

U.S. [ Ultimi Sospiri ] MILANO 1943-1945


di Orsola Puecher

Sono storie fra due guerre, di uomini, padri e figli, di donne: nonne, madri, sorelle, zie e nipoti, numeri di tombola estratti nella sequenza di un viaggio ideale attraverso una città, fra tracce e strade di un percorso cifrato.

AMOS OZ [1939-2018] “Un disastro nucleare.”

"Fra la stuoia, le gambe dei mobili e lo spazio sotto il letto, scoprivo a volte non soltanto isole senza nome, ma anche nuove stelle, ignoti sistemi solari, galassie intere. Se mi avessero rinchiuso in prigione, certo mi sarebbero mancate la libertà e svariate altre cose, ma non avrei patito la noia, sempre che mi avessero lasciato tenere, nella mia cella, una confezione di domino o un mazzo di carte, due scatole di fiammiferi, una dozzina di monete o un pugno di bottoni: avrei trascorso la mia giornata seduto a sistemarli."

Cosa ne dirà la gente? Festa di Nazione Indiana 2018

Vi aspettiamo alla Festa di NazioneIndiana 2018! Quest'anno si terrà sabato 27 ottobre dalle 16.30 e domenica 28 ottobre dalle 10 alle 12 ed è stata organizzata in collaborazione con l'Associazione C.A.R.M.E.

LO SGOMBRO E’ IL PESCE DEL FUTURO Cronache da altrove


di Anna Tellini

Non ci potrei giurare, ma l'ho capito quel giorno, direi, di essere davvero tornata a casa. Che poi sarebbe il giorno di due soste a modo loro memorabili, in due località che per l'occasione ho diligentemente annotato, intanto perchè non capita sempre – di tornare a casa, intendo; e poi perchè a nessuno, scommetto, verrebbe in mente altro che scordarle al più presto.
orsola puecher
orsola puecherhttps://www.nazioneindiana.com/author/orsola-puecher/
,\\' Nasce. [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] [ puecher@nazioneindiana.com ]