Colonna d’Haicanto

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di Federico Scaramuccia

 

Il solito prodotto di un’avanguardia deteriore. Non vi sento vibrare la vera poesia, quella passata al vaglio dell’esistenza. Basta con questi poetuncoli accademici, così cerebrali. Con questa scrittura priva di passione, che non comunica.

Giuseppe Luigi Fanozzi, Postrilli

Colonna

 

 

accorpa i moti
correndo insieme al cuore
il basso ipnotico

il dio dell’audio
l’alto parlante assalto
ore all’orecchio

 

inchiusa in disco
la foga su di giri
si fa eco droga

batte grancassa
la musica che accasa
tutti concussi

 

motto confetto
che di fretta ridetta
già detto frottola

son note mute i
ghirigori sonori
tra gote e glutei

 

 

d’Haicanto

Danzare in catene

di Francesco Muzzioli

«Danzare in catene» (Nietzsche). Allegorizzando sulla superficie stessa del testo, in forma di costrizioni metriche convenzionali, i “metri” che trattengono, muovono e misurano la nostra presunta libertà. Sicché l’incanto, infine mostra la corda e consente di intravedere la catastrofe del reale.

Colonna d’Haicanto fa parte del libro Incanto in uscita per la casa editrice Onyx di Roma.

7 COMMENTS

  1. Colonna d’Haicanto, sonoro muro portante costruito a mattoni in croce su una catena di sei haikorigami (che rimandano ad Haicanto, altra mezza dozzina apparsa ne “il verri” n. 36, Politica degli autori, Monogramma, 2008), a mo’ di stele-cassa vibrante, è il nucleo [de]generatore di Incanto, che l’autore Federico Scaramuccia, insieme ai “Duale” Sara Davidovics e Lorenzo Durante, hanno performato il 19 aprile scorso al “Metateatro” di Roma, anteprima vocale del libretto ora in corso di stampa per Onyx, a inaugurare la nuova collana di poesia “Supernova” diretta da Aldo Mastropasqua.

  2. bello il verbo “perfomare”.
    transitivo.
    si performa qualcosa, metti una poesia.
    non è che uno la legge.
    oppure la dice.
    oppure (meglio di no) la recita.
    una poesia si performa, voce del verbo performare:

    io performo
    tu performi
    egli performa
    noi performiamo, eccetera.

    oggi odiare i poeti è necessario.
    per il loro bene.

  3. Il muro di parole in stretto senso metrico, freddo e ottuso, ci separa dall’altra parte, del gioco linguistico, ovvero la crisi catastrofica.

    La nostra lotta, fatta a parole, non può che stare tra due facce del muro, a cavalcioni, da un lato si ha lo scialo di una discoteca, dall’altro la monnezza partenopea. E siamo, ovunque si guardi e si stia, “tutti concussi”.

    La poesia, questo il mio parere, è palestra, si suda come in battaglia, preparandoci alla lotta. Ne ha la stessa dignità. Ma diverso effetto.

  4. la poesia di scaramuccia ci giunge in dosi già tagliate, portatili, pronte per essere sniffate o assunte per bocca, occhi e orecchie.

    Dopo questa colonna ci si aspetta solo di vedere l’eretteo.

    kiss

  5. ahi, questi haikai imbandierati a una asta, forse piuttosto un “pole”, quello dell’omonima “dance”… o forse ghirlanda di haikai quali orifiamme, stendardi, gonfaloni sbrindellati sbertucciati versicolati penta/eptasillabi durantizzati… SMSs (Short Metric Messages)… miniature intraverbali da scolpire su chicco di riso cingalese? da tatuare su pasticca cantonese? da incidere su pataca macanese?

  6. In questa colonna “stroboscopica” i mattoni, le terzine di suoni, cadono sugli oggetti e le persone (o meglio i frammenti di persona che si scorgono brevemente) proprio come la luce rifratta nelle discoteche.

    Ringrazio Orsola Puecher per l’aiuto fondamentale nella disposizione grafica sulla pagina web!

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francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Curo laboratori di poesia e fiabe per varie fasce d’età, insegno storia delle religioni e della magia presso alcune università americane di Firenze, conduco laboratori intuitivi sui tarocchi. Ho pubblicato questi libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno Italiano di Poesia (Marcos y Marcos 2010), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Appunti dal parco (Vydia, 2012); Nel sonno. Una caduta, un processo, un viaggio per mare (Zona, 2014); Acquabuia (Aragno 2014). Dal sito Fiabe sono nati questi due progetti da me curati: Di là dal bosco (Le voci della luna, 2012) e ‘Sorgenti che sanno’. Acque, specchi, incantesimi (La Biblioteca dei Libri Perduti, 2016), libri ispirati al fiabesco con contributi di vari autori. Sono presente nell’antologia di poesia-terapia: Scacciapensieri (Millegru, 2015) e in Ninniamo ((Millegru 2017). Ho all’attivo pubblicazioni accademiche tra cui il libro Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014). Tutti gli altri (Tunué 2014) è il mio primo romanzo. Insieme ad Azzurra D’Agostino ho curato l’antologia Un ponte gettato sul mare. Un’esperienza di poesia nei centri psichiatrici, nata da un lavoro svolto nell’oristanese fra il dicembre 2015 e il settembre 2016. Abito in un borgo delle colline pistoiesi.