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Opere italiane # 2 – pilates in England

di Danilo Pinto

In Inghilterra ginnastica alla fermata
del bus, per mantenersi in forma
e volantini illustrano esercizi
ispirati alla tecnica del metodo pilates
«adatti a tutte le età». E’ la fine
del gioco, del vero e sincero.
Muoversi coi mezzi snellisce
il traffico e le cotiche.
Every stop helps, così dice
lo slogan. La Fonda aerofaceva
il make-up sulla corda. Ora nel bus
coinvolge for the moment
solo la linea – every breathe you take
BLACKBURN-MANCHESTER.

****

(Intermezzo redazionale. E’ assolutamente obbligatoria la lettura.)

Alle fermate, scrive la stampa britannica, sono state appesi volantini che spiegano come svolgere alcuni esercizi per mantenersi in forma, per lo più ispirati alla tecnica tonificante del metodo pilates. «Abbiamo scelto questa tratta – ha dichiarato la fisioterapista Lynne Gaskell – basandoci sull’età media dei passeggeri. Non ci sono esercizi particolarmente complicati per cui tutti li possono svolgere».
Lo scopo è quello di convincere la gente a svolgere attività fisica in quel lasso di tempo trascorso alla fermata in attesa dell’autobus. Molti pendolari infatti tra impegni di lavoro e lunghe distanze percorse quotidianamente, non trovano il tempo per dedicarsi alla palestra. Non tutti però hanno interpretato in maniera positiva questa campagna: secondo il conservatore Philip Davies si tratta di «uno spreco di denaro». Ma buona parte dei passeggeri ha accolto con entusiasmo l’iniziativa, che presto verrà estesa ad altre linee.

[Dal Corriere della Sera Online]

****

Così è bene recruitare la gente, Cossu
insegna a martelli spinti, a foto spurghe
divine di marziali malloreddus. Come l’amica
cara che cucina per venti, la madre vestita
di nero, barbagianni. Operazione Sangennaro,
così è l’Italia ancora. Altro che Pilates.
Ogni volta che una ministra parla, un’altra
i tubolari di governo sgromma. Ma non è meglio
la comica romana, figlia del politico de droite
dalla barba rossa, che fa le “osterie”
cadendo lei stessa nel ridicolo!
Se questa è la sinistra, voglio centralmente
morire come votante, per rinascere
come ginnasta. Altro che le Olimpiadi!
(E in Cina, pure – come se non bastasse).
Quello che fanno tra Blackburn
e la Manchester dei miei sogni antichi
-quando dettava legge George Best-
è l’unica soluzione. Il pilates
per tutti, all’autobus, sulle scale
mobili, in sedia a rotelle, nel letto
di contenzione, negli aeroporti
e in coda in autostrada, sui laghi
e ai monti e ai mari, e in camera
operatoria e alla macchina della
verità, in camerino e nella camera
oscura, nel cesso del texmex
e con una Smith & Wesson
alla tempia di gelo. A pecoroni davanti
a Marcellus Wallace, dietro
un reduce del Vietnam fatto
di anfetamine, prima di una
sfìlata Cavalli di venti anoressiche
fatte di ecstasy. Con la moglie
di un altro, con la fidanzata
di Benicio Del Toro, e con
il coiffeur delle attrici, con
Michel. E col pelo superfluo
di quest’ Europa molossa
e reumatoide.

(Nella foto: Danilo Pinto. La prima delle due Opere italiane qui)

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