Terra! Angelo Petrella

Note per il romanzo di Angelo Petrella, Una città perfetta
di
Francesco Forlani

Uno.Scrivi come se dovessi essere letto dai tuoi nemici.

“L’esperienza mi ha insegnato che è impossibile non scrivere per i propri nemici, e innanzitutto per loro, perché sono sempre loro a gettarsi per primi su quello che scrivete. Sembra che non abbiano altro da fare. Chiamo nemico il vigilante, il sorvegliante, lo sbirro ideologico, tutto il pretume burocratico che si fa carico della morale del tempo, il tutto negando che lo sia, visto che ci tengono a far passare come naturale ciò che è un ordine, un potere, il terrore. Farei fatica a considerare come semplici avversari e non nemici, gente il cui unico sforzo consiste nel rendersi invisibile in tanto che ordine virtuoso e a sancire così il loro dominio.”
Philippe Muray

Sorpreso. Quando ho trovato tra gli entusiasti recensori de “ la città perfetta” , un redattore de “ la destra”, sì proprio dell’organo d’informazione di Storace e compagnia sono rimasto sorpreso. Un brivido mi è corso lungo la schiena. E mi sono detto: “Vuoi vedere che quelli mi stanno diventando intelligenti? “

Ma allora per chi scrive Angelo Petrella, a quale nemico ha pensato quando ha dato alle stampe la sua città perfetta?

Prima di tentare una risposta vorrei proporre la cartografia che mi sono composto come lettore appassionato, coinvolto, incazzato, sedotto di un libro che è tutto tranne che facile,nonostante si legga tutto d’un fiato, di una narrazione che sicuramente ha il merito di essere visionaria e “ sperimentale, ” insomma il tipo di libro che piace a me.

2. Il titolo

Ospitalario – Di’, come è fatta questa città? e come si governa?

Tommaso Campanella, la città del Sole

Gli scrittori del Sud sono sempre stati affascinati e per certi versi ossessionati dall’idea stessa di città. Basti pensare a narratori come Maurizio Braucci , Giuseppe Montesano, Erri de Luca, Peppe Lanzetta, in cui la città domina la stessa “fabula” che vi è raccontata, come solo accade nella letteratura di genere, la Parigi di Maigret, tanto per capirci. Non c’è globalizzazione che funzioni in questi narratori, non c’è terra che non sia una terra, la sola terra che valga la pena abitare, per quanto essa sia difficile, terribile, come quando cambia nome, si declina e diventa “territorio”. La terra, la città, si governa, il territorio si controlla.

Ecco perché LA città perfetta, si apre dalla copertina in poi sulla cartina che descrive la terra, una cartina bruciacchiata, annerita sui bordi, e che fa pensare a terra arsa che si frastaglia come frontiera, confine, limite. Pendino, Vomero, Arenella, Scampia, Porto, Mercato, Zona industriale, che segnalano il territorio sembrano quasi i nomi dei personaggi, un indice visivo ad uso del lettore.
Perché in fondo Sanguetta, Chimicone, L’Americano, i tre personaggi attorno a cui ruota tutta la complessa “macchina narrativa” potevano chiamarsi esattamente come i quartieri che talvolta dominano ma da cui sono ineffabilmente dominati.
E la storia, il dispositivo, si fonda sulla constatazione che non è possibile “controllare” il territorio, il proprio orizzonte, né tanto meno proteggere le ossessioni dei suoi protagonisti – qualcuno lo chiama destino- dall’utopia del rivoluzionario Chimicone, piegata alla ragione del partito, ai torti dell’irrazionale ideologia lottarmatista, al futuro di Sanguetta precipitato nel continuo presente del salvare la pelle e nel ciclico rinnovo dei quadri dirigenti della camorra, o all’ambizione dell’Americano, sbirro cocainomane e corrotto ed allo stesso tempo fedele alla sua missione, traditore di ogni principio, manipolato dai servizi .

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3. Breaking Novel

Il servizio Breaking News 24 è un servizio pensato per un’utenza “Top” che permette di ricevere quotidianamente in tempo reale un flusso di ultime notizie opportunamente battute e classificate.
Agenzia Il Sole 24 ore

Le informazioni fanno da “rumore di fondo” a tutto il romanzo. Lo attraversano anche se non sempre in forma di notizie, talvolta come canzoni, versi, dispacci d’agenzia. E sono sempre ultime quelle informazioni, definitive. Il futuro qui ci viene dato dal passato. E il passato non ci annuncia nulla di buono. Il romanzo comincia il 1 maggio del 1988 e finisce il 20 dicembre del ’93. Il futuro è dal 93 a oggi. Adesso capite perché non c’è futuro? Eppure i dati – le date – che sembrano definire un fatto preciso , il movimento della Pantera, la guerra di camorra nei quartieri, Napoli campione d’Italia, invece di definire le zone in cui si muovono i personaggi innescano uno strano dispositivo, una machinerie, che moltiplica quegli stessi eventi all’infinito. Il movimento della Pantera, per esempio, – Angelo Petrella ha avuto senz’altro il merito di essere stato tra i primi a raccontare un movimento, forse l’ultimo vero movimento studentesco di così grande portata- a un certo punto diventa il movimento del 77, e te ne rendi conto attraverso non solo la decisione di far vivere ai personaggi una deriva terroristica che non ci fu mai, ma anche grazie ad un numero impressionante di segni che Petrella dissemina lungo la sua narrazione, dove la lingua, il ritmo, la parola che la racconta, ricorda le più belle pagine del Nanni Balestrini de Gli Invisibili o dei Furiosi.
“Secondo me state leggendo troppi di quei libri del cazzo degli anni settanta” fa Meg.
Si legge a metà romanzo…

#

4. Black box

Qualche tempo fa in un incontro vicino a Varese insieme agli occasionali e gloriosi compagni di squadra della nazionale scrittori avevo ripreso un’idea su cui a più riprese sono tornato anche in questa sede. Ovvero l’esistenza in letteratura di una “scatola nera”, per la poesia un verso e per la narrativa un semplice paragrafo da cui fosse possibile, in caso di distruzione dell’opera , ricostruirla almeno nel programma del suo autore. E’ un esercizio che tutti possono fare, magari con i classici ma che funziona anche con gli scrittori contemporanei. La black box – trattandosi di un noir mai nome fu così appropriato- di La città perfetta è a pagina 431 Si parla dei topi della città.

“Stiamo facendo la stessa fine loro, vedi da quanto tempo ce lo stanno dicendo e noi manco per il cazzo…”
Rido però Messico c’ha ragione. In questa città si tira su pure la merda. Cambia la forma, ma la puzza è sempre la stessa. E’ la città perfetta per i bastardi.

#
5.Intreccio

Lo Scoubidou, chiamato anche Scooby-Doo come l’omonimo cartone animato, è l’arte e il passatempo di intrecciare alcuni fili colorati, per ottenerne dei piccoli oggetti, solitamente usati come portachiavi, braccialetti, collane o altri ornamenti.

Da Wikipedia

Angelo Petrella dispone i tre fili della trama, sull’unico telaio di cui dispongano i poeti, le mani e tesse l’intreccio senza guardarsi le dita, sans complaisance. La forma romanzo cede spesso il passo ad altre soluzioni narrative, dal fumetto al videoclip, come quando sottrae al crimine ogni sentimento, stato d’animo, dolore. Si muore senza un rantolo, senza sputare sangue, senza sporcare. Il tutto in una successione incalzante, al ritmo di sonorità, una colonna sonora, da lui stesso suggerita in un apposito “contenuto speciale” in coda al volume.

Si comincia con Assalti frontali e si finisce con Speaker Cenzou. In nessuno dei passaggi di filo, il narratore cede alla facile tentazione dell’ideologia, del vestito. I fili – i colori- non si confondono ma si toccano, si sovrappongono, attraverso desideri condivisi, storie d’amore, di amicizia, in un susseguirsi di codici che va dal rispetto della parola data, al coraggio della posizione che si vuole mantenere quale che sia la trincea da cui si combatte.

In questo stile va cercata forse la risposta alla domanda che c’eravamo fatti all’inizio. Rispetto, lealtà, generosità, ma vuoi vedere che sono valori di destra? E noi ne siamo veramente sicuri? Chi sono i nostri nemici?
Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat,
— Hypocrite lecteur, — mon semblable, — mon frère!
direbbe Baudelaire.

nota
Giovedì 18 settembre alle ore 18.00 presso La Feltrinelli di Napoli (via Santa Caterina a Chiaia, angolo piazza dei Martiri) verrà presentato il romanzo di Angelo Petrella La città perfetta, edito da Garzanti. Accanto all’autore, prenderanno parte all’incontro i critici Silvio Perrella e Generoso Picone, e lo scrittore Maurizio de Giovanni.

6 COMMENTS

  1. Una bella nota di lettura.
    La città è personaggio, mostro o angelo sognato.
    Napoli nutrisce passione per storia affondata nel corpo della città.
    Città dal ventro scuro ( come nei romanzi di Montesano), città celeste (Anna Maria Ortese, Erri de Lucca), città del regno marino.
    Dà nascita a una scrittura lirica, inammorata. Il territorio della scrittura non si controlla, è una vegetazione tropicale, luminosa, barroca.

    L’idea di scrivere per i nemici, non mi è mai venuta alla mente.
    Preferisco pensare che si scrive per gli amici e gli angeli.

    Le scoubidou est un porte-bonheur. I love scoubidou.

  2. Cara, dolce Véronique, hai commesso un lieve, insignificante errore. Il nome esatto è Harry Allucca! Poi effeffe ti dirà cosa significa “alluccare”.

  3. Ciao Giorgio,

    E’ grazia a te, che ho approfondito la mia scoperta di Anna Maria Ortese e a Saldan, che ho conosciuto il meraviglioso Montesano in una lingua di magnifica generosità; generosità che ho provata nel dono di Saldan che mi ha regalato dei libri di Montesano, cosi sono entrata nella città immaginaria degli scrittori napolitani…

    Per Erri di Lucca o Harry allucca, non capisco. Aspetto una spiegazione…

  4. “Alluccare” dovrebbe significare “urlare” in dialetto…
    Ho preso in mano oggi il libro di Petrella in libreria e credo che sia una lettura davvero interessante, un ‘altra immagine di Napoli. Mi sono ripromessa perciò di acquistarlo e con lui di leggere anche i libri di Balestrini, in particolar modo quelli in cui si parla degli anni 70, è una grave carenza nella biblioteca di una come me che ha il pallino di capire quel periodo non avendolo, ahimè, vissuto…

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017