Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato 15

di Andrea Inglese

[18 immagini + lettere invernali per l’autunno; 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14]

Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato

se io e te lo volessimo,
pur con le nostre forze, da soli, ma assieme,
veramente assieme
potremmo aprire:

– dico sul serio –

sai bene cosa ci stia attorno
che riguarda me, in modo persecutorio,
quasi ogni giorno, ma anche te,
la tua sottomissione, certo dipinta
da prudenza istituzionale, da coerenza,
magari con dottrina.

E invece basterebbe poco, anche contando
sulle nostre sole forze, un luogo adatto
lo si troverebbe facilmente (soffitto alto,
muri da ridipingere) e anche,
se servissero, le apparecchiature,
apriremo a tutti, ma in modo imprevisto,
saltando le presentazioni, gli annunci,
la raccolta preliminare dei fedeli, e dei fondi,
anche perché

senza alcuna dottrina

potremmo avere tutti i fondi

quasi senza forze, così soli, così assieme

potremmo avere margini di manovra talmente ampi

ma senza l’ostinazione, quella nostalgia,
o la faccia triste nella nuvola dei dettagli

A meno ancora una volta
di voler seguire il piano, di stare tu
aggrappata al documento, al rigo,
incapace di far altro
che annuire, e seguire come al cinema
le cose come vanno
nell’identica direzione
(tutta chiusa, tu, e tutti gli altri,
in quel treno d’immagini).

6 COMMENTS

  1. questa poesia mi ha fatto venire la congiuntivite… :-(
    -commossa- tra tutte le lettere la mia preferita.
    complimenti

  2. “E invece basterebbe poco, anche contando
    sulle nostre sole forze….
    apriremo a tutti, ma in modo imprevisto,
    saltando le presentazioni”

    questa 15 mi piace davvero,
    complimenti

  3. ok. nei giorni scorsi mi sono messo in pari e adesso le sto seguendo. e capisco anche che il tutto si inscrive nel tuo ennesimo piano per la conquista del mondo. ma cosa stai facendo, esattamente, però me lo devi spiegare…

    io intanto me le godo sedotto/allibito ;-)

  4. Aspettavo qualcuno che mi desse un’idea.
    Grazie Bortolotti.
    L’unica cosa che non condivido è chiederlo a lui,
    cosa sta facendo e come lo fa. Non lo dirà mai.

    E’ un incantatore di serpenti!

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.