Gradazioni di Viola

(doxa)
di
Viola Amarelli

Affogammo, tra cumuli di
plastica, allumini, tubi già innocenti
incuranti metastasi di merci
ingoiammo fossili refoli di vento, l’eccedenza di stock, i filamenti
brillavano inesausti prendi prendi
intossicammo la mielina coi midolli,incapsulati, polistirolo espanso
colorando di nero seppie ataviche,
pillole e polveri per tirare avanti.
Bruciammo terra, i polmoni, le radici
continuando a ripeterci bugie,
sopraffatti, sconfitti, aspettando ci regalassero
gli avanzi, mentre ci chiedevano insistenti
su cavi, satelliti, diapason impazziti
se fossimo – e perché no – felici.

28 COMMENTS

  1. Magnifica le sfumature del colore viola, mi fa pensare al fiore ( malva, violetta). E’ un colore profondo, in armonia con l’anima.

    La poesia di Viola
    è l’ultimo grido
    del mondo.
    Il lento
    seppellimento
    delle scorie
    nessuno respiro
    sola una violetta
    non puo sostenere
    la lotta.

  2. – e perché no –
    bellissimi doppi sensi dell’innocenza colpevole e della colpa innocente, dati in ‘pasto’ di ta l’eccedenza di stock e il neroseppia chiaroscuroveggente: anche le merci così posson diventare grazie:
    merci bien

  3. a proposito di viola:

    “Dalla Terra c’era una signorina che stava alla finestra e, con gli occhi del binocolo puntati verso la Luna, sventolava un fazzolettino viola.
    L’uomo, dalla Luna, pensò che quello era un viola che non faceva pandant con il viola della sua bandiera della pace.
    Si guardò le spalle convinto che il saluto con fazzoletto colorito fosse rivolto a qualcun altro.
    E invece era proprio per lui.”

    scusate, potrebbe essere spamm.

    il fatto è che il web è come una grande matrioska dentro cui sta una matrioska più piccola e più piccola e più piccola………

  4. La vera chicca, e non solo contenutistica, è la chiusa, con quella quasi-rima che apre, con la leggerezza dell’ironia e con il “perché no” dove io metterei il punto interrogativo, alla joie de vivre, malgrado tutto, di noi mutanti in via di assuefazione alle “metastasi di merci”.

  5. vero, è li la forza! anche se mi è piaciuta e mi ha colpita proprio perchè mancava il punto interrogativo.
    forse è proprio lì la forza, appunto, malgrado tutto.

  6. cara viola mi associo ai complimenti
    e sono felice che tanta intensità sia made in irpinia.
    spero di vederti a uno dei prossimi incontri della comunità provvisoria.
    armin

  7. se fossimo … felici.
    un’ipotetica che termina in tronco, la risposta è nel frastuono che il lettore digerisce nello scandito ed incalzante ritmo delle cose accumulate, ammassate in necessari-inutili prossimi rifiuti.
    bella.

  8. Arrivo in ritardo, Viola, ma non potevo non dirti quanto è bella. La tua musicalità, come sempre, e il saper andare al dunque e in fondo.
    un caro saluto
    Abele

  9. ” Per le cantate che si svolgevano nell’aria io rimavo ” – così Viola –
    ” ancora pienamente ” – così come: Amelia.
    Nell’atto che fu: agìto e concluso
    [ Affogammo/ingoiammo/intossicammo/Bruciammo ]
    rimane – tappeto di note – la luce di colore continua
    [ brillavano/colorando/continuando ].

    Rimane un unico ” chiedere ” doppio: ” se fossimo” e ” se fossimo felici “.

    Grazie Viola e Grazie Francesco per i gradi che sono: gradazioni di una scala di sensi.

    Chiara

  10. a me non piace.
    il passato remoto me la fa suonare un po’ retorica e certe immagini le trovo troppo criptiche.
    però trovo assolutamente spiazzante la chiusura, quel “perchè no” senza punto di domanda.
    s.

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017