Gradazioni di Viola

(luxembourghiana)
bugger-purple

di
Viola Amarelli

Una rosa nel parco, l’allodola segnata
l’ala rotta come scontata la prevista fine,
la limpida fiducia nell’umano
la libertà danzata a passo zoppo, con quel cervello
oh, sì veloce e aperto e tutti quei capelli e il sorriso
di chi sapeva l’essenza del respiro
persino nelle notti da galera,
con la lealtà amorosa nell’errore che si rivela esatto
alla distanza – meglio morire che far morire gli altri,
segna l’affetto
oh, sì ci amava tutti, la piccina
tra i libri, gli scioperi e i comizi,
l’aquila ora ofelia nella sprea,
oh la piccina, grande
rosa polacca.

11 COMMENTS

  1. hai tracciato in versi un’esistenza, se ne vede la figura zoppicante per la malattia e grintosa per ideali e grande umanità.
    Una splendida Rosa Luxemburg “vestita di Viola”.

    ciao, natàlia

  2. Cara Viola, della Luxembourg mi ha sempre colpito ciò che tu chiami la limpida fiducia nell’umano. Quella fiducia che la portò alla morte e che è ben riassunta dall’epitaffio di Brecht sulla sua tomba: Siccome ai poveri ha detto la verita’ / i ricchi l’hanno spedita nell’aldilà.
    un abbraccio, Abele

  3. “l’allodola segnata
    l’ala rotta come scontata la prevista fine,
    la limpida fiducia nell’umano”

    un omaggio alla Luxembourg intenso. Versi limpidi.
    Grazie Viola

  4. E’ la mia preferita,
    questa rosa polacca
    la vedo nel centro raggiante
    della poesia
    come goccia di limpidità
    solo in un mattino d’inverno
    si puo vedere questa rosa
    di umanità e d’amore;

    Grazie per questa magnifica poesia.

  5. “La libertà solo per i partigiani del governo, solo per i membri di un partito, per quanto numeroso, non è libertà. La libertà è sempre ed esclusivamente libertà per chi la pensa diversamente”. Rosa Luxemburg (1870-1919).
    Grazie a voi tutti ma soprattutto grazie a Rosa, V.

  6. Donna, il 1916
    ti vide, ciarliero,
    rinchiusa in un carcere
    perché rivoltavi
    il bello ed il brutto
    delle menti tedesche.
    Contro la guerra urlavi
    il tuo desiderio di pace.
    Contro i signori gridavi
    il tuo amore per i poveri.
    Allarme nei salotti
    della borghesia teutonica:
    il partito dei lavoratori
    cresce sempre più!
    Invecchiavi mestamente
    chiusa in una piccola cella
    conservando il magico
    equilibrio di quando
    fanciulla vagavi
    con le amiche nei prati.
    Appena uscita,
    fierezza e determinazione
    furon le tue compagne.
    Non più apatici secondini
    ad ascoltare i tuoi piani,
    non più clandestini volantini
    svolazzanti dalle sbarre.
    Sembrava l’ora buona.
    Ma non c’era ancora posto
    per i sogni di Spartaco
    in questa terra desolata.
    La rivolta, scoppiata
    a mezz’aria, fu vinta.
    Tempi duri, e grigi,
    per i poveri in Germania.

    Tu, anima,
    Rosa rossa,
    infiammatrice
    di pensieri ed azioni
    rivoluzionarie,
    fosti subito catturata
    con l’amico Karl,
    gentiluomo comunista,
    dai guardiani del terrore.
    Entravate ed uscivate
    dai comandi di polizia
    di tutta quanta Berlino.

    Su di una gradinata
    dopo l’ultima tortura
    un calcio di fucile
    calato con stupida violenza
    sulla tua nuca velata
    ti spezzò in testa
    gli ultimi pensieri.
    Poi la corsa,
    su di una carrozza.
    Velocemente sale
    un sordido ufficiale,
    la sua pistola
    ti è già alla tempia.
    “Vi prego, non sparate”
    sussurrasti riversa.
    Piombo sordo
    colorò di rosso
    la tua morbida guancia.
    Si fermò la carrozza
    sopra l’ultimo ponte.
    Soldati, soltanto soldati
    ti presero il corpo.
    Lo accolsero inquiete
    le acque dello Sprea.
    Ritorni il tuo spirito
    a rincorrere ancora
    con tutti gli oppressi
    benedetti dalla terra
    pace e libertà,
    pace e libertà diverse.

    07.09.1991

  7. e sempre Viola in-Canta.

    [ rOsA/pArcO, rEspIrO/pErsInO, EsAttO/AffEttO,… ]

    parole come punti: “note” del pensiero. Spartiti che sono. In-tesi [ il suono per senhal ]

    E grazie

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017