SIGUR ROS Glósóli
Sigur Ros
Glósóli
Nú vaknar þú
Allt virðist vera breytt
Eg gægist út
En er svo ekki neitt
Ur-skóna finn svo
A náttfötum hún
I draumi fann svo
Eg hékk á koðnun?
Með sólinni er hún
Og er hún, inni hér
En hvar ert þú….
Legg upp í göngu
Og tölti götuna
Sé ekk(ert) út
Og nota stjörnurnar
Sit(ur) endalaust hún
Og klifrar svo út.
Glósóli-leg hún
Komdu út
Mig vaknar draum-haf
Mitt hjartað, slá
Ufið hár.
Sturlun við fjar-óð
Sem skyldu-skrá.
Og hér ert þú…
Fannst mér…..
Og hér ert þú
Glósóli…..
Og hér ert þú
Glósóli…..
Og hér ert þú
Glósóli…..
Og hér ert þú
Raggio di Sole
Ora che sono sveglio
tutto sembra diverso.
Guardo intorno
ma non vedo nulla di strano.
Mi infilo le scarpe e scopro che
lei è ancora in quel pigiama
trovato in sogno.
Sono nell’antitesi dell’estasi.
Lei è con il sole
ed è qui fuori da qualche parte…
Dove sei?
Viaggio
e vagabondo
senza trovare la via…
… allora mi oriento con le stelle.
Lei è seduta dall’inizio dei tempi
e ora si alza.
Lei è il sole che brilla
ed esce.
Mi sveglio da un incubo.
Il mio cuore batte
fuori controllo…
Mi sono cosi abituato a questa follia
che ora non ne posso fare a meno
Eccoti…
Sento…
Eccoti…
Raggio di sole…
Eccoti…
Raggio di sole…
Eccoti…
Raggio di sole…
Un saluto, sempre ottimi i Sigur Ros.
Ghiaccio caldo o Soli Islandesi?
Mah.
delicato, una magia.
(grazie) e: Ágætis byrjun
[ oh prego ] e:
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Hoppípolla
Brosandi
Hendumst í hringi
Höldumst í hendur
Allur heimurinn óskýr
Nema þú stendur
Rennblautur
Allur rennvotur
Engin gúmmístígvél
Hlaupandi inn í okkur
Vill springa út úr skel
Vindurinn
Og útilykt af hárinu þínu
Eg lamdi eins fast og ég get
Með nefinu mínu
Hoppípolla
I engum stígvélum
Allur rennvotur (rennblautur)
I engum stígvélum
Og ég fæ blóðnasir
En ég stend alltaf upp
(Hopelandic)
Og ég fæ blóðnasir
Og ég stend alltaf upp
Saltando Le Pozzanghere
Sorridente
girando in cerchio
tenendo le mani
l’intero mondo è confusione
ma tu resti in piedi
Zuppo
completamente fradicio
senza stivali di gomma
sentendoci vivi dentro di noi
voglio uscire dal guscio
Il vento entra
con l’odore dei tuoi capelli all’aperto
lo raggiungo il più velocemente possibile
con il mio naso
Saltando dentro le pozzanghere
completamente fradicio
zuppo
senza gli stivali addosso
E inizio a sanguinare dal naso
ma mi alzo sempre
mi dispiace essere contro, ma ritengo i sugur ros la più grande bufala degli ultimi anni. ottimo il lavoro puecheresco, ma questi infingardi islandesi andrebbero messi a pane e acqua per tutto l’inverno (loro.)
[ altra versione di Hoppípolla – presa dal DVD Heima – dal vivo – l’emozione riflessa negli occhi del pubblico – il luogo – la ripresa dall’alto – luminosa semplicità primaria ]
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sarà… ma a me comunicano pace e gioia, sarà anche poco e poco “intellettuale”, ma ce n’è un gran bisogno a volte.
Bravi i Sigur Ros.
Ma la semplicità – luminosa o no – può non essere primaria?
Franz non ha tutti i torti. Bufala è a mio avviso l’intero ultimo disco e la gran parte del penultimo, Takk, da cui i due estratti. Ma il primo Lp, Ágætis byrjun, 1999, il successivo ( ), li trovo assai importanti, oltre che splendidi.
*Bufala è a mio avviso l’intero ultimo disco*. E perché? Perché più pop? (è l’unico innesto che mi pare di riconoscere rispetto i primi dischi). A me anche solo il primo brano, che fu anche il primo singolo, pare ritmicamente geniale, sorta di minimalismo pop.
(e il primo lp non è Ágætis byrjun)
Certo, c’è Von – (molto notevole per altro): pardon. Non lo so, Isak, l’ultimo lavoro mi è sembrato uno di quei ”finti” rinnovamenti, con poche reali idee sotto. Insomma: un disco non necessario. Naturalmente espongo in questo caso pura idiosincrasia personale, e un inservibile ”de gustibus”: ascolto molta musica ma non sono un musicista; sono esposto a topiche, insomma.
Premesso che questo video è meraviglioso, sta tra Peter Pan ed un tamburino magico senza però aspetti demoniaci, solo quella totale capacità di immedesimazione che si ha da bambini, la sete di sogno e libertà che si trasforma dopo in nostalgia acuta, e che Glosoli insieme a Saeglopur è per me la canzone più bella di Takk, certo è che i Sigur Ròs sebbene possano non piacere non sono una bufala, come non lo sono i Mogwai o i Cocteau Twins (che però non mi piacciono altrettanto), e tutti quei gruppi tra post-rock e dream-pop, con cui sono più o meno imparentati. Per non dire dei Radiohead, con cui hanno più di un legame. Si tratta sempre di riconoscersi o meno in un certo lavoro: la musica dei Sigur è assolutamente emotiva, intrisa del paesaggio dove nasce e di un paesaggio più remoto per alcuni che è quello dell’infanzia con la sua solitudine, il suo essere fatata – senza abbellimenti -, irreale, presente e irraggiungibile proprio come lo sono certi ‘luoghi’ nei quali siamo immersi, ma che ci sembra mai di non afferrare fino in fondo e che vorremmo perpetuare per ancora qualche momento, qualche ora. Del resto i Sigur cantano in Vonlenska, la lingua della speranza, una lingua inventata dove il suono è più importante del senso e la parola tende alla musica, alla lingua degli elfi, dei segreti, dell’acqua o della foglia. Fabio, l’ultimo album vale la pena anche solo per Ara Bàtur (che ho ascoltato quasi ossessivamente l’anno scorso nella tundra norvegese, sulla riva di un lago)e Fljòtavik. Mentre è molto bello il doppio Hvarf/Heim, dove c’è la mia versione preferita di Von, canzone omonima del primo album – se non lo hai sentito recuperalo, merita molto. Anche se di sicuro la cosa migliore dei Sigur è il doppio dvd Heima, dove musica e paesaggio naturale e umano si fondono completamente.
E’ vero, Francesca – Heima è il loro capolavoro. E non credo affatto che i Sigur siano una bufala (e men che meno i Radiohead – cui però non riesco ad accostarli – o i Mogwai). Credo però che anche nelle ”carriere” migliori possano esserci dei lavori con poca motivazione, o blanda riuscita: e per me due casi esemplari gli stessi In rainbows (Radiohead) e The Hawk Is Howling (Mogwai). Vero è anche: non si può sfornare sempre capolavori. E: considerata l’area, conosci i canadesi Godspeed you! black emperor ? Io li trovo – de gustibus, sempre e comunque – inarrivabili.
…sapevo di far cosa gradita a Francesca…
[ la semplicità può essere frutto di meccanismi creativi molto complessi nell’arte – nella musica – nella letteratura – anche – di percorsi secondari e di complicate sottrazioni – e non sempre è luminosa – ovviamente – come in questo caso – e primaria – come in questo caso ]
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Ho sentito molte persone dire di In rainbows che è un album mezzo riuscito, o addirittura riuscito per niente. Non riesco a capire. L’album è buonissimo, secondo me, non tanto perché rappresenta un perfetto punto di equilibrio tra i tentativi elettronici, inaugurati con Kid A, e il rock “aperto” che li contraddistingue dall’inizio. L’album è buonissimo perché, oltre a suonare di per sé, fa suonare chiaramente il lavoro che lo ha formato. Un lavoro di lima, di sottrazione. Così abbiamo un’opera essenziale, dove i pochi tasselli valgono come piattaforme intere. La forma canzone si coniuga perfettamente con le complessità di composizione e esecuzione. Ne risulta un album semplice, densissimo, tutto “in verticale”, dove la profondità non è prolissa (come in Hail to the thief, o in Kid A), ma contratta, complicata.
è roba incostistente che si spaccia per profonda. questo intendo per bufala. ci sono pezzi di piacevole ascolto, certo – ma allora ascoltiamoci un pop onesto senza sentenze… no, credetemi, questo furbi islandesi vendono fuffa; nessuna emozione vera, spatolate di suoni che avrebbe potuto concepire anche un bambino delle elementari.
questi furbi
inconsistente
http://www.youtube.com/v/NecFN-cfwlk
penosissimo…
[ per la guerra dei bottoni in rete non ho tempra – temperie – e neppure temperanza – né men che meno tempo – trovo la ricerca musicale dei SR molto interessante – e basta là ]
Il primo e l’ultimo video qui presentati mi fanno pensare a certe atmosfere musicali dei Popul Vuh dei primi anni Settanta. I Popul Vuh collaborarono anche alle musiche del Nosferatu di Werner Herzog (quello con Klaus Kinski , remake di quello di Murnau). Comunque, per chi ne avesse voglia, rimando tutti ai Popul Vuh primi anni settanta.
Ho fatto partire il video, poi a un certo punto, circa a metá, mi sono detto: “ma quando comincia il pezzo?”
;-)
nessuna guerra dei bottoni. come ha scritto d’angelo, il richiamo ai tedeschi popol vuh è netto. ma questo è un complimento, più o meno (supersopravvalutati i popol vuh rispetto a formazioni tedesche coeve, come i neu! – che vi invito ad ascoltare-). non voglio polemizzare, puo’ darsi che io non abbia capito nulla e che questi folletti siano dei geni. continuo a non pensarlo, soprattutto perchè questo tipo di musica – con le opportune variazioni – è stata fatta 40 anni fa. poi è bello pensare agli elfi, ai folletti, all’islanda, alle magie, ma questi secondo me rimangono dei ciurlandari (o bufalari) di prima categoria. penso non sia questione di gusto, ma di attenzione vera all’ascolto. ma, ripeto, lungi da me la voglia di “guerra dei bottoni”, puecher tu sai che semmai sono per le cannonate…
Franz è sincero e va apprezzato per questo, anche se la sua irruenza può sembrare disprezzo per l’altrui opinione, ma non è così, secondo me.
Confesso che non conoscevo affatto questi islandesi e, se debbo dirla tutta, mentre li ascoltavo, mi sono venuti a mente i Popui Vuh, come dire , per il ritmo rarefatto e andante, non certo per la consistenza; quanto agli altri pezzi, è venuto anche a me di pensare a ciò che ha affermato Biondillo. Però, come dire, pop per pop, ma sì, si possono ascoltare..tuttavia non è che mi entusiasmino molto; il guaio è che ho un “difetto di origine”: ho avuto la sventura” di nascere” alla cultura musicale negli anni 1965-1977, (palando di pop, rock e sperimentale) e vi assicuro, per chi è più giovane, che quel che dice Franz (questa musica è stata fatta 40 anni fa) è vero : magari si tratta di una “citazione” o “rilettura” in chiave pop di quella musica…ma allora, beh, meglio ascoltare l’originale ( sapeste certi polacchi dell’epoca, che so Jan Kazmarek*i orchiestra ozmiego dnia e simili, tanto per citare musicisti tuttora ignoti in occidente). Ma per carità! non mi si fraintenda, non sono un passatista o un “fissato” deli anni settanta, lo giuro..infatti non conosco i neu citati da franz.
* per la verità Kazmarek nei primi cinque anni del duemila ha vinto l’oscar per le musiche al film sullo scrittore inglese autore di Peter Pan, ma fino ad allora non lo conosceva nessuno, eppure ha scritto e intepretato musiche sublimi, quanto ad “atmosfere”.
Ad ogni modo, grazie a Orsola Puecher per averci dato l’opportunità di conoscere anche i Sigur Ròs.
grazie salvatore, sei una persona squisita. tuttavia gli amici di NI mi conoscono bene e sanno che non c’è disprezzo, ma solo irruenza e passione, anche al negativo.
un grazie a orsola puecher per il suo lavoro di arricchimento (anche se dei sigur ros:-)))
La matrice
circumnavigabile
da perforare
è
Radiohead.
Il Krautrock
è
da cazzari
in andropausa.
Rileggere Sterne.
@Franz. Prova con questo:
http://www.youtube.com/watch?v=WJo6k3gOdD4&feature=related
Adoro i Sigur Ròs, li ho visti a Firenze lo scorso anno e quel concerto resta uno dei miei ricordi più magici.
Complimenti, bellissimo blog, l’ho scoperto solo oggi, certamente continuerò a leggervi con attenzione.
A presto,
Demetrio