due passi ( fare )
Francesca & Franz
I
Siamo nella nevrosi abbandonati
a noi stessi, stelle sverse, già perse
senza più luce noi due disgraziati.
II
Abbandonati a nevrosi perverse
sole nero tu, luna senza luce
io, adombrata da terre emerse.
III
Io, a metà della notte che cuce
secondi, le ore maltolte al giorno
le speranze che la veglia riduce
IV
in distanze, per andata e ritorno
di luce e ombra, di chiaro e di scuro
da cui io fuggo e per sempre ritorno
V
al destino, che a volte è il pane duro
di una mensa di grigio quotidiano
che a volte si è imbandita al sole puro.
VI
Sole puro, demone meridiano
della mia cecità il colpevole
dei miei occhi lo specchio e il guardiano.
VII
E così sia, per sempre mutevole,
la vita che ci guarda, gatto fedele,
ci avverte con ghigno consapevole.
VIII
Chiamo luce, accendo due candele
a propiziarti la tua buona stella
in spirito dell’aria, dolce Ariele.
IX
E chiamo il vento, che curi la bella
pelle di ieri per oggi e in futuro
e acqua, che a un corso nuovo sia sella
X
di ippocampo, e chiedo per te amore,
fuoco, di nuovo luce, padre, sole
che scaldi ossa e allevi dal dolore.
molto vero, eppure nei stessi versi. E bello
“Abbandonati a nevrosi perverse
sole nero tu, luna senza luce
io, ”
molto bello
bello e soprattutto senza calchi (involontari o mascherati). Complimenti sinceri
Si, proprio un bel pezzo!
Bellissimo!
Nella danza
le anime sono in unione,
fratellanza
con canto d’amore
dono assoluto
per rialzare il cuore
e ammaliare la nevrosa.
MAGNIFICO
“Ariele: Alè, padrone mio grande, […] son qua, pronto, ai tuoi ordini. C’è da volare? Da nuotare? Da buttarsi a capofitto nel fuoco? O da cavalcare sulle ricciute nuvole? Ai tuoi potentissimi ordini è Ariele con tutte le sue prodezze.” (W.S.)
sono molto contenta dl lavoro che abbiamo fatto io e Franz: noi non abbiamo fatto due passi uno accanto all’altra, noi abbiamo danzato per mano come in una Carola del Medioevo; non abbiamo scritto due poesie, una a testa, ma una poesia a due teste, e questo sì che significa far ballare la poesia.
due teste, un cuore, due cuori due teste, un cuore e una testa, due cuori uno a testa, cambiano i passi la musica resta, questo è il ballo della poesia , il passo, n’est ce pas?
effeffe
…mais oui effeffe.
Franz e io siamo una specie di giano bifronte, anzi un groviglio alla laocoonte, un borborigmo di paolo conte, siam siamesi noi siam, separati alla nascita, con mezzo cuore a testa e un cuore unico per ciascuno, che unzazazza unzazazza unzazazza
due cose anch’io. sono stato felice di scrivere in tandem con francesca, una donna che ammiro per il suo lavoro poetico e di organizzazione di eventi poetici (è una che ci crede davvero) e a cui voglio bene da anni, per cui la considero un’amica vera. devo dire che la regista dell’operazione è stata solo lei: lei ha deciso la forma, lei ha corretto qua e là qualche mio svarione, non essendo io un poeta patentato ma un romanziere che talvolta scrive poesie. baci.
Un inchino a questo “paso doble”, che raddoppiando i passi riduce le distanze, BRAVI!
comunque sia grandissimi momenti!
effeffe
ormai grandi momenti è la parola magica!!!!
un saluto e complimentissimi
c.
Complimenti sinceri.
Vi abbraccio:-)
Direi a metà fra il Gran Padre e una tardo-scapigliatura. Io tanto di poesia ne capisco pochissimo, ho detto una fesseria?