Previous article
Next article

Grave

di Alberto Cellotto

Ecco, pensiamo, per un attimo, che le parole che compongono i versi di questa raccolta poetica siano dei sassi; sassi che, ab origine, furono massi, crolli di cime a seguito di frane o erosioni; pietrame che l’acqua trascina e modella nel corso tortuoso dei torrenti, dei fiumi, e che poi, nelle anse di questi letti, o perché in quei tratti il corso si fa asciutto, scompare sotterraneo, forma greti, le grave appunto, ampie distese di ciottoli. (…)I versi di Alberto Cellotto hanno la forma semplice, pura e levigata dei ciottoli, ne hanno la durezza e, pur essendo scaglie di un qualcosa di maestoso, ne conservano la loro compattezza, creano concentrici aloni di senso, nel foglio, come lo è l’acqua trafitta dal loro peso. (Dalla prefazione di Fabio Franzin)

LA SERA DELL’ESCURSIONE

In ricordo di Eugenio Turri

La zanzara non la sento se
schiaccio un orecchio contro
il cuscino e l’altro è coperto dal lenzuolo.
Mentre è questo,
gli occhi chiusi, vedo
le creste, le cenge delle montagne.
Oggi, la piccola guida in mano,
dicevi che un tempo lontano qui
era tutto coperto da un mare tropicale.
Con la mano guido il respiro in pancia.
La zanzara si sarà appoggiata al muro.
Apro gli occhi: un viso
cerco perché non siano ancora
pietre, erba e cime.
Un viso qualsiasi perché
siamo soli, con un mare
da immaginare
milioni di anni fa.

CERD. CENTRO RACCOLTA DIFFERENZIATA*

Umido, ingombranti, oli esausti,
ramaglie, cartoni, imballaggi in plastica.
Vecchi elettrodomestici come non basti
sopportare già tutta la fatica
e il peso di questi scarti
di case, di giardini, di stagioni di una vita: unica
fuga è pensare la soffitta divisa in parti
che questi posti sanno farti immaginare
senza sosta. Rifiuto è ormai ogni cosa
che ci passa tra le mani, da questi centri
ha un odore nuovo la nostra ruota
di aspettative e desideri.
Vorrei passeggiare tra i container,
osservarli con qualcuno, fare delle foto. Ridere.
Capirei cosa mi attrae
di questi posti, perché ci torno volentieri.
Dividere tutti questi rifiuti, nella realtà,
nella testa, nella storia di tutti.
Questo spazio teniamolo buono.
Quando un sacco pesante lo gettiamo
in un vuoto container allora
calmi ascoltiamo il tonfo nel silenzio.

* In provincia di Treviso, così come in altre province, sono sorti in molti comuni i centri autorizzati e attrezzati per la raccolta differenziata dei rifiuti. Oltre alla parallela raccolta porta a porta, questi centri fungono da punto di riferimento stabile per la raccolta dei rifiuti di quasi ogni tipo. Sono collocati in zone industriali o periferiche e sono spesso dotati di container posizionati ai lati di un lungo dosso artificiale percorribile con auto o camioncini.

SENZA INDICAZIONE DI TEMPO

Poco interessano gli orologi
quando sanno di essere guardati.
Ho una collezione di cartine per orientare
gli sguardi e per contare
le prime montagne senza neve
a gennaio.
Lo spazio su tutto, sopra
tutto e sotto. Perché le carte
non mostrano cosa la terra nasconde
sotto, né tesori, né bombe,
né ossa di uomini
e animali e non indicano quello
che un fiume asciutto forse ancora
muove. E così
gli spazi sono queste mappe
inservibili, clessidre che andrebbero
capovolte di tanto in tanto
per ancorare tra loro le stelle
e la terra, i sassi agli occhi.

da: SIMITERI COME GRAVE.** POEMETTO IN DIALETTO

AMBIENTE

Chi varda e tombe. Chi no.
N’importa gnente.
Che tuti vémo morti: òmeni,
fémene. Tosatèi. Ma qua
se xe par sercar i vivi
sepeìi soto na fórbise
de storie.

SCÓNDAR

Vissin de mi
xente co ociài
da sol. L’é importante
riparar i oci, qua
come in procesion.
Vien fòra cussì na s-cianta
de pì e raìse che te
pianta sul posto
fis ‘fa un bacheto.

** CIMITERI COME GHIAIA DI UN FIUME

Posto. Chi guarda le tombe. Chi no. / Non importa. / Tanto tutti abbiamo
morti: mariti, / mogli. Bambini. Ma qui / si è per cercare i vivi / seppelliti sotto
una forbice / di storie.

Nascondere. Vicino a me / persone con occhiali / da sole. È importante /
riparare gli occhi, qui / come nei cortei. / Emergono così un po’ / di più le
radici che ti / piantano sul posto / ritto come un bastone.

POESIE TRATTE DA: Grave (Editrice Zona, 2008)

Immagine: scultura di Alfredo Gioventù

8 COMMENTS

  1. “Quando un sacco pesante lo gettiamo
    in un vuoto container allora
    calmi ascoltiamo il tonfo nel silenzio”.
    Stavo cercando qualche “poesia” che si occupasse di “rifiuto”…in tutti i sensi. Questa mi fornirà nuovi stimoli.

  2. Mi è piaciuto il ritmo il suono
    ed anche il colore di questi versi,
    ed in particolare l’attenzione ai reliquati,
    agli avanzi di questa nostra “civiltà”.

    Per quelle scritte in veneto, asciutte e belle molto, per me,
    e che ho capito bene, gradirei sentirle recitare, davvero.

    MarioB.

  3. ringrazio Francesca Matteoni per aver postato Alberto Cellotto, un poeta serio, bravo, e un caro amico. Fabio F.

  4. sono molto belle. In bocca al lupo per questo esordio. Anche a me colpiscono quelle in veneto. Complimenti al’autore che non conosco e a Fabi Fanzin per la nota.

  5. Grazie a tutti dell’attenzione.
    Volevo solamente dire che sono un pessimo lettore, delle mie cose e di quelle di altri poeti.
    Un caro saluto,
    Alberto

Comments are closed.

articoli correlati

Maestri e Amici

di Franco Buffoni Dante e i suoi maestri Nel canto XV dell’Inferno due parrebbero essere i punti fermi relativamente al rapporto...

Edizioni volatili: Selected Love di Andrea Franzoni

  Nell'estate del 2019 le Favole dal secondo diluvio hanno inaugurato quella che sarebbe diventata una collana di scritture poetiche curata...

Ruben Stefano Boari: il disegno non dà tregua alla pagina

  Ruben Stefano Boari è nato nel 2009 a San Severino. Attualmente abita a Macerata, ma ha vissuto anche a...

Sergio Rotino: si inizia a bruciare la memoria

  Anselm Kiefer  I che dire la casa brucia deve bruciare perché piena di libri simile a un uovo piena fino a scoppiare...

Nei giorni ultimi negli ultimi tempi. Matteo Meschiari: Finisterre

  Per la Nino Aragno Editore, nella collana I domani (curata da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa e Laura Pugno), è uscito recentemente Finisterre,...

Soundscapes, di Vincenzo Bagnoli

(Di Soundscapes mi colpisce il controllo di un codice che ha campionato insieme il verso più classico della metrica...
francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Curo laboratori di poesia e fiabe per varie fasce d’età, insegno storia delle religioni e della magia presso alcune università americane di Firenze, conduco laboratori intuitivi sui tarocchi. Ho pubblicato questi libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno Italiano di Poesia (Marcos y Marcos 2010), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Appunti dal parco (Vydia, 2012); Nel sonno. Una caduta, un processo, un viaggio per mare (Zona, 2014); Acquabuia (Aragno 2014). Dal sito Fiabe sono nati questi due progetti da me curati: Di là dal bosco (Le voci della luna, 2012) e ‘Sorgenti che sanno’. Acque, specchi, incantesimi (La Biblioteca dei Libri Perduti, 2016), libri ispirati al fiabesco con contributi di vari autori. Sono presente nell’antologia di poesia-terapia: Scacciapensieri (Millegru, 2015) e in Ninniamo ((Millegru 2017). Ho all’attivo pubblicazioni accademiche tra cui il libro Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014). Tutti gli altri (Tunué 2014) è il mio primo romanzo. Insieme ad Azzurra D’Agostino ho curato l’antologia Un ponte gettato sul mare. Un’esperienza di poesia nei centri psichiatrici, nata da un lavoro svolto nell’oristanese fra il dicembre 2015 e il settembre 2016. Abito in un borgo delle colline pistoiesi.