ANIMAzioni#06: “Labyrinth” [1963] di Jan Lenica
un antidoto alla bufera delle bruttezze di questi giorni – alla mancanza di ironia – di fantasia – di tutti i tempi e i regimi
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Jan Lenica (4 Gennaio 1928, Poznań, Polonia – 5 Ottobre 2001, Berlino) – mancato architetto – grande disegnatore e animatore polacco – leggerezza con spine – insomma arte – con i rapaci e certi pipistrellati sempre pronti a mangiarsela – l’arte – a spiumare e a spolpare – Labyrinth è l’avventura – fra collage e découpage – di un omino con la bombetta – Icaro volante tra Magritte e Max Ernst di Une semaine de bonté – approdato chissà da dove – forse da una specie di iperuranio nuvoloso – inseguito da uno squelette di dinosauro uscito dalle teche del Museo di Storia Naturale – in caccia fra le architetture boulevardier di una città quasi deserta – se non fosse per strane creature in metamorfosi – per un tricheco con il cilindro – uomini libellula o uccello e una fanciulla graziosa ma assai neghittosa e molto amica di un uomo coccodrillo – certe altre mademoiselles vampiriche – un circo metafisico – falene – un edificio cattedrale di scale – antro di uno scienziato quattrocchi – robot volante e con diversi tubi di scappamento – che l’omino cerca di lobotomizzarlo – di impiantargli gabbie a sbarre nel cervello – un simpatico corvo liberatore lo salverà – ma non c’e scampo – anche rimettendosi ali – allo stormo nero – ahimé – e speranza di alcun esule pensiero
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orsola sempre belli i tuoi inserti escerti lacerti. struggenti come solo i manierismi possono esserlo. e questo.
chi
Una grazia ailée,
un miracolo di poesia,
un mondo insolito
con la bellezza di un quadro,
in movimento.
Un aria che fa bene.
Grazie, grazie
véronique
Mia figlia Sara, 5 anni, l’ha guardato attentissima. Ho pure il sospetto che l’abbia davvero capito.