Libero di scrivere balle

di Marco Rovelli

Philip Roth, in un’intervista a Paola Zanuttini per il Venerdì di Repubblica, ha scoperto che Libero aveva pubblicato un’intervista in cui lui stesso, sì, proprio lui, criticava pesantemente Obama. Ma lui quelle cose non le aveva mai dette, né quell’intervista aveva rilasciato. Vale la pena di rileggere il brano dell’intervista in cui Roth manifesta la sua stupefazione e scopre la bufala.

“Per caso, è insoddisfatto anche da Barack Obama? Da un’intervista a un quotidiano italiano, Libero, risulta che lo trova persino antipatico, oltre che inconcludente e assopito nei meccanismi del potere.”  “Ma io non ho mai detto una cosa del genere. E’ grottesco. Scandaloso. E’ tutto il contrario di quello che penso. Considero Obama fantastico. E trovo che l’attacco che gli stanno sferrando i repubblicani è molto simile a quello subito da Roosevelt al suo primo mandato. E’ la destra più stupida mobilitata da Sarah Palin. Agitano la bufala dell’atto di nascita che dimostrerebbe che è nato in Kenya. E trovano ascolto. Sotto c’è il problema della razza, della pelle. Sono molto seccato per queste dichiarazioni che mi vengono attribuite: non ho mai parlato con questo Libero. Smentisca tutto. Ora chiamo il mio agente.” Chiama il suo agente, che gli filtra tutti i contatti: nell’agenda delle interviste passate e future non risulta nè Libero nè il nome dell’intervistatore. Roth attacca e poi chiede cosa vuol dire Libero in inglese. Traduco. “Vuol dire che questi sono liberi di fare tutto quelli che gli pare?”

Vale la pena di notare anche che Pierluigi Battista si era come suo solito accodato scondinzolante, esattamente come avrebbe fatto poi accettando supinamente l’impostazione balenga che Libero stesso aveva dato della querelle nata qui su nazione Indiana. Anche lui, evidentemente, nella sua tenace battaglia per rivendicare il non conformismo degli intellettuali, rivendica la libertà di dire balle. (Il suo pezzetto, per chi volesse sfiancarsi, si trova qui)

Le balle ormai fanno scuola, segnano una stagione del giornalismo italiano. E’ di ieri la mega-balla del Tg1, che vende la prescrizione del reato di Mills come assoluzione. E prima la reprimenda a Maria Luisa Busi, la conduttrice del Tg1 rea di aver ammesso, in mezzo alle macerie aquilane, che sì, la verità non era stata raccontata. Non siamo più in presenza solo di una manipolazione, fatta di mezze verità, a costruire falsità. Qui la falsità diventa elemento atomico con cui lavorare ai fianchi un esprit public sempre più immemore e immerso nelle tenebre.

Di seguito, l’intervista originale di Tommaso Debenedetti, che Libero ha fatto scomparire dalla rete ma che esiste ancora, grazie al dio-cache (e grazie a Alberto Cane che ha scovato la cache, qui). A futura memoria, a imperitura testimonianza della creatività della menzogna. Del resto, lo si è detto allo sfinimento, da queste parti: è tutta una questione di stile.

«Obama? Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico». Philip Roth, forse il più illustre dei narratori americani d’oggi, autore di capolavori quali Lamento di Portnoy, Pastorale americana, Zuckerman scatenato e, da poco uscito in Italia, Indignazione, esprime con forza, per la prima volta, il suo giudizio fortemente negativo sull’attuale Presidente Usa. Ci tiene a farlo subito, nella nostra conversazione telefonica. Quando lo si ascolta parlare, con quella sua voce bassa e appena rauca, in cui le parole escono a ritmo ora velocissimo ora esitante, con quel tono malinconico, inquieto, ma capace d’improvvise, fulminanti, accensioni d’ironia, sembra davvero di essere dentro una delle pagine dei suoi romanzi. È come se quella, proprio quella fosse la voce di tanti personaggi di Philip Roth. «Arrivato a settantasette anni – spiega – mi piace parlare della realtà che ho attorno, una realtà che mi fa arrabbiare ma che mi interessa ogni giorno di più». E premette che non dirà molto sulla letteratura: «La letteratura mi è indispensabile, è la mia vita, ma non so cosa dirne, ogni discorso sui libri mi sembra superficiale, stupido, e molto noioso». Parliamo subito di Obama, allora. Perché tanta delusione? «Perché non ha fatto nulla, in questo primo anno, nulla di rilevante, nulla di diverso da quello che la banale quotidianità del potere lo portava a fare. Si dirà: la riforma sanitaria. Ebbene, quella è un’ottima novità per l’America, ma non basta. Sembra una bandiera sventolata per mascherare il nulla, perché i risultati di questa presidenza per ora sono il nulla». Lei è stato un acceso sostenitore dell’elezione di questo Presidente… «Sì, perché nella sua campagna elettorale c’era davvero qualcosa di nuovo, di straordinario. Con quelle sue espressioni “hope” e “change”, ripetute con un’efficacia mai vista, a metà fra il moderno slogan pubblicitario e la cantilena d’uno sciamano, Obama era riuscito a svegliare l’America dal torpore della sua frustrazione, da quel grande senso di impotenza, di ansia, di sfiducia che nell’ultimo decennio ha dominato il Paese. Era stato capace di dare vitalità e slancio a chi lo ascoltava. Non nascondo di essere rimasto quasi incantato a seguire i suoi discorsi, io che non sono certo facile ad entusiasmarmi per le parole… Allora ho creduto, e con me tantissimi americani, che fosse arrivato davvero un tempo nuovo per la politica, un tempo dove creatività e intelligenza si unissero alla capacità di ascoltare la voce di un Paese e di sapervi rispondere». E invece? «Invece, niente. Appena eletto, fin dai primi giorni del suo lavoro alla Casa Bianca, Obama si è come fermato, addormentato. Lui, che aveva scosso l’America, si è assopito nei meccanismi del potere. Ha continuato a ripetere le sue frasi più belle della campagna elettorale, ma non ha aggiunto nulla di nuovo, e soprattutto, non ha fatto seguire le azioni. Forse ha cominciato a pesare la sua inesperienza, forse è restato prigioniero di una eccessiva valutazione che la gente aveva di lui. Di fatto, i suoi discorsi hanno preso a girare a vuoto, sempre uguali, accompagnati da gesti, sguardi e sorrisi ormai ripetuti ossessivamente, che prima lo hanno reso simpatico e ora lo rendono fastidioso, quasi antipatico. E i risultati si vedono». Quali risultati? «L’America è confusa, frustrata. Quel diffuso senso di paura dell’ignoto, di ansia, di impotenza che l’11 settembre ha contribuito in modo decisivo a scatenare, lacerando le certezze, devastando insieme alle torri di New York anche la percezione che il Paese aveva di sé e della propria forza, è rimasto. Anzi, la crisi economica, figlia in qualche modo di quell’insicurezza, di quella sfiducia che regnano nelle persone, ha addirittura peggiorato le cose». Obama ha deluso anche in politica estera? «Sì. Con Bush vigeva la logica dell’intervento militare, della lotta contro il terrorismo fatta con le invasioni militari. Una logica a mio avviso sbagliata, e che si è dimostrata perdente. Ma almeno, chiara. Quale è la strategia di Obama? Nessuno ancora lo sa. Parla di dialogo, e va benissimo. Ma di fatto Al Qaeda è sempre più forte e organizzata, un regime pericoloso e delirante come quello iraniano sta attrezzandosi con l’arma nucleare e si attrezza per colpire Israele, e lui, il presidente, sembra eludere il problema. Con l’Iran un giorno sembra voler aprire una trattativa (ma non si può aprire una trattativa con chi è, in tante cose, l’erede dei nazisti!), e il giorno dopo riafferma la necessità della fermezza. Cosa vuole fare in Afghanistan? Nuove truppe o disimpegno? Approva e sostiene il governo israeliano o sta dando ragione ai palestinesi? Impossibile rispondere. Ma un dato di fatto è certo, e Obama mostra di non tenerne conto». Cioè? «Cioè che, come l’11 settembre ha dimostrato, oggi il nemico vero, paragonabile al nazismo degli anni Trenta, è l’estremismo religioso e sanguinario, il terrorismo soprattutto di matrice islamica. A mio avviso, il dialogo non serve. E con chi si dialogherebbe, del resto? Ma nemmeno serve, come faceva l’amministrazione Bush, invadere Stati, intervenire militarmente. Serve, piuttosto, un sostegno effettivo a quelle forze che, all’interno dei Paesi dove il fondamentalismo è più forte o dove è addirittura regime al potere, si battono per contrastarlo. E, insieme, dare più forza, poteri e credibilità all’Onu, riformandolo completamente. Quello che è meno utile, è questa confusione, questa assenza di una linea chiara nella politica estera americana: questo fa contenti gli oltranzisti e i terroristi, indebolisce chi vi si oppone, e, a livello interno, fa sentire l’America sempre più sbandata, sempre più cupa». Come vede l’Europa? «Politicamente, mi sembra che l’Europa non ci sia, non decida nulla, non conti nulla. L’Europa è la sua cultura, la sua storia. E di questa cultura, di questa storia, dovrebbe essere più fiera, mantenendo una sua peculiarità, una sua autenticità, senza diventare, chissà poi perché, seguace di mode e modelli che vengono da fuori. A me, come americano, l’Europa piace e incanta se è sé stessa, non una mal riuscita imitazione dell’America». Capisco la sua volontà di non parlare di letteratura. Ma non resisto. Posso chiederle chi sono, oggi, i suoi autori preferiti? «Sto rileggendo Singer, e lo trovo sempre più grande. Splendido e tristissimo. Ma non mi chieda di più». Chi riconosce come suo maestro? «Ecco, mi aspettavo la domanda. Il problema è che, quando scrivo, la scrittura nasce da un’esigenza di raccontare, troppo forte per essere frenata anche se a volte mi capita di fermarmi, di non riuscire ad andare avanti, di sentire che tutto è finito, che l’angoscia che ho dentro non lascia più posto alle storie, che le storie possibili sono state tutte uccise, costrette a non esistere, a non nascere. Quando attraverso quei momenti, e negli anni sono diventati più frequenti, a volte basta la frase di un romanzo che mi torna alla mente, la battuta di un personaggio in un libro, per tirarmi fuori dal buio, per ridarmi la possibilità e la capacità di scrivere. Ecco: l’autore di quella frase, di quella battuta, è in quel momento il mio indispensabile maestro. Un momento può essere Cechov, un altro Saul Bellow, un altro ancora, appunto, Singer. Posso risponderle solo così». E Bernard Malamud? «Riconosco di dovergli molto. È un autore che talvolta, a leggerlo, lascia senza fiato. Cosa gli devo e perché, lo lascio dire ai critici. Loro scoprono cose straordinarie, di cui noi autori neppure ci accorgiamo…». Lei è da anni candidato al Nobel. Ma il premio non è mai arrivato. Come giudica questa ripetuta esclusione? «Non ritengo che il mio pessimismo, la mia indignazione, la mia rabbia siano da Nobel, gli accademici svedesi hanno altri gusti, altri parametri… Ognuno fa le scelte che vuole, e non sono certo io a giudicarle giuste o sbagliate. Se cambieranno idea, andrò a Stoccolma e sarò contento di ricevere il premio. Però mi creda: non ci penso mai, anzi, questo diluvio di ipotesi che ogni anno mi arriva addosso con i primi freddi dell’autunno mi disturba non poco, non sopporto questo gioco delle candidature. Diano il Nobel a chi vogliono e basta così».

79 COMMENTS

  1. Pazzesco! Proprio stamattina, facendo colazione, leggevo l’articolo di Repubblica in cui, appunto, Philipp Roth smentiva la presunta intervista fatta a Libero.
    Un unico commento: manipolare le frasi altrui è vergognoso, inventarle del tutto lo è ancora di più. Senza parole.

  2. favoloso bravissimo paolo zanuttini (e marco che ce lo segnala).
    per me i giornalisti sono bravi quando scoprono le bufale (menzogne volute o beote sviste che siano).
    Ok libero non è attendibile e si sa … ma quel coglione di battista che cade su ogni cosa che gli somigli e che gli piacerebbe avessero detto è formidabile. Ok già è grave quando succede in rete nei blogghini, ma addirittura sul corriere della sera c’è da ricoprirsi di vergogna.
    Mica si conosce la reazione di pigi? Il corriere ha smentito o ha fatto finta che nulla fosse successo?
    geo
    geo

  3. L’intervistatore dice di avere cassette registrate ma …non le trova più… ah ah ah ah ah ah ah ah ….

    dal Giornale
    sabato 27 febbraio 2010, 07:00
    «Libero», Obama e l’intervista fantasma al grande vecchio della letteratura Usa
    di Redazione
    Scoppia un piccolo giallo Philip Roth. Intervistato dal «Venerdì di Repubblica» si sente chiedere ragione delle sue opinioni negative su Barack Obama. Opinioni espresse in un’intervista a «Libero». Il grande vecchio della letteratura americana cade dalle nuvole: «Ma io non ho mai parlato con questo “Libero”». Chi ha ragione? Un collaboratore del quotidiano sostiene di avere dei nastri registrati della chiacchierata, ma non li trova… O qualcuno ha problemi di memoria o qualcuno ha venduto una sòla a «Libero».

  4. Il dramma e’ che diversi lettori di Libero crederanno alla storia dei nastri smarriti! Scusate, ma quelli di Libero usano ancora i registratori a bobina? E quando sarebbe stata fatta questa fantomatica intervista a Philip Roth? E dove?

    :-))))))))))))))))))))))))))))))))

  5. Malvino dice che esiste un’altra intervista DUBBIA (naturalmente critica verso obama) fatta dallo stesso debenedetti a John Grisham e pubblicata sul giorno
    Da malvino:
    Aspettando che Libero trovi modo di darci la sua versione dei fatti, io mi permetterei di suggerire a chi ne ha i mezzi di mettersi in contatto con John Grisham, per sapere se conferma quanto avrebbe affermato – a questo punto il condizionale è d’obbligo – in un’intervista concessa allo stesso Debenedetti (Il Giorno, 21.1.2010).
    L’intervista a Grisham (1) sembra una copia di quella a Roth (2). C’è un burlone che da qualche tempo sta pigliando per il culo Debenedetti? O è Debenedetti che da qualche tempo sta pigliando per il culo i suoi lettori?

  6. “C’è un burlone che da qualche tempo sta pigliando per il culo Debenedetti? O è Debenedetti che da qualche tempo sta pigliando per il culo i suoi lettori?”

    Sara’ un complotto della sinistra!

  7. Non capisco una cosa: perché il pezzo di Battista è datato 23 novembre 2009? L’intervista di Libero (che è stata tolta dal sito) in che giorno è stata pubblicata?

  8. In realtà dal momento che la Repubblica è faziosa come Libero (così leggo dalle parti di Padova) nemmeno loro hanno intervistato Philip Roth, anzi Philip Roth non esiste.

  9. Ci si chiedeva come mai non arrivava nessun fan di Libero per difendere l’onorabilità delle sue ‘dinamiche’ pagine culturali. Ecco che ne arriva uno e, tipicamente, si infila un piede in bocca. Non sapendo nemmeno chi sia Philip Roth è convinto che nessuno lo sappia e ignora che su Repubblica Roth è pompato niente male, persino troppo, e che ve l’hanno intervistato spesso. Plus ca change…

  10. Questa di Libero è una porcata senza se e senza ma. Non solo per la palla, ma per aver usato le “neutre” (che neutre del tutto non sono mai) pagine culturali per veicolare un messaggio politico. E a ruota va “l’autorevole” Corriere, purtroppo.

  11. Ah, ecco, grazie Georgia. Avevo visto l’intervista qui e non quella in copia cache. Credevo che fosse accaduto tutto in questi giorni. Invece, ben tre mesi fa…

  12. @ Sascha: si riferisce a me riguardo a fan di Libero? Perché prima di me non ne leggo, e in me tanto meno. Si spieghi

  13. Complimenti, Marco, per questo pezzo. Vorrei aggiungere, per chi non avesse avuto la fortuna di leggerlo, che l’editoriale di ieri del direttore di Libero andava nella stessa identica direzione del Tg1. Feltri sostiene, a proposito del processo Mills/Berlusconi per corruzione che, dato che si è prescritto il reato di Mills e si prescriverà – dice lui – quello di Berlusconi, allora “il processo non doveva iniziare”, e via di questo passo. Con buona pace della verità, e delle più elementari norme per l’iscrizione all’ordine dei giornalisti.

  14. OT

    Mi scuso, ma scopro oggi che qui:
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2010/02/26/
    ambasciator-non-porta-pena/comment-
    page-1/#comment-140451

    una certa Gertrude offende Biondillo: non sono io.

    *

    Messaggio per il/la viscido/a (che, leggendomi qua, va a scrivere e a offendere su Lipperatura a mia insaputa…): sei talmente vile che non hai nemmeno il coraggio di offendere qualcuno – in caso – con il TUO nick. Hai bisogno di usare il mio. Ah, ma forse capisco: volevi colpire due persone in una volta sola, eh?

  15. Gertrude,
    conosco il tuo stile e le tue posizioni, qui su NI, e quindi ero certo non fossi tu. ;-)

  16. l’ennesimo esempio di totale disprezzo per la deontologia professionale da parte dei sedicenti giornalisti di libero. non passa giorno. reazioni dal candido Nori?

  17. @ gaetano
    la morte del giornaismo non avviene oggi.
    non so se ricordi… Scalfari con Montanelli furono firmatari del “manifesto della razza” ma quando i l vento è cambiato hanno fatto il salto della quaglia.
    scalfari per primo…
    altro che finta intervista!!!

  18. la cosa veramente drammatica è che, per il fatto che queste menzogne restino “impunite” (= nessuno sui quotidiani se ne scandalizza, nessuno ridicolizza, nessuno insorge), è appunto tutta la stampa che viene tirata verso il basso, che ne va di mezzo, che si infanga; vale a dire tutti noi; resta quindi la sensazione di impotenza, l’allibimento;
    g.

  19. Bh almeno cerchiamo d smonare le menzogne più vicine, chi è ‘sto marco qui sopra in pieno delirio? Scalfari e montanelli avrebbero firmato le leggi razziali? A parte il fatto che scalfari aveva, nel 1938, 14 anni, sarebbe molto interessante sapere da quale fogna marco abbia preso tale informazione e perchè la faccia circolare impunemente in un contenitore di sinistra ;-)

  20. Beh, è molto tipico dello ‘stile di destra’ nell’Italia d’oggi.
    Intervengono due a difendere l’onorabilità di Libero e non trovano altro modo che cercare di infangare il ‘nemico’, fra l’altro inventando castronerie facilmente smontabili (tipo che Repubblica ignori Roth o che Scalfari abbia firmato il Manifesto sulla Razza): l’unico principio è il creare rumore di fondo e fare confusione. Gente rognosa che si protegge con il dogma che ‘il più pulito c’ha la rogna’ e se non c’è una rogna sottomano la s’inventa.
    Anche il governo ha questa strategia: ogni decisione controversa è giustificata dal fatto che ‘gli altri’ l’hanno fatta prima. Per dire, si giustificò la partecipazione all’occupazione dell’Irak con la guerra in Kossovo, come dire ‘se loro hanno fatto un c*****a allora noi possiamo farne una più grossa’ e senza nemmeno darsi la briga di un argomento razionale.

  21. Ma l’ordine dei giornalisti esiste ancora in Italia o era un complotto dei giudici? E se non lo era, ha qualcosa da dire in proposito?

    Altra domanda: Ma Debenedetti esiste davvero, è uno pseudonimo, o è il Botul della situazione/

    Tante domande, poche risposte.

  22. La balla di Libero è in realtà tale solo in parte. Se è vero, a quanto pare, che Roth non ha detto quelle cose, è anche vero che le cose riportate da Libero sono vere, o per lo meno è vero che le pensa una parte dell’elettorato di Obama, deluso dai suoi atti. Libero ha operato la deformazione per scopi non certo nobili. Mi chiedo però quando ci indigneremo allo stesso modo di Repubblica che accetta per buone le veline della questura (vedi scontri in Valle di Susa e arresti degli “anarchici”) o le balle di Obama sull’Iran …

    PS: Scalfari è stato fascista, lo ha detto lui stesso. Nel 1942 è caporedattore del fogliaccio Roma fascista. Lo stesso Scalfari ha espresso, in un’intervista, le lodi di Bottai, estensore del Manifesto della razza … Come si può verificare facilmente, anche in ciò che dice qui sopra Marco un po’ di verità c’è …

    sp

  23. boh durante il fascismo (a parte rarissime eccezioni) erano quasi tutti fascisti, soprattutto chi aveva studiato in periodo fascista (non era conosciuta altra realtà). Nel 38 scalfari quattordicenne non poteva certo firmare le leggi ;-), la cosa che mi terrorizza in molti di voi è che per voi verità, reality e verosimile sono la stessa cosa. Che differenza c’è tra voi e libero in questo modo di pensare? Scusa sp ma è mostruoso il tuo ragionamento: l’intervista a roth non è falsa perchè interpreta il pensiero dell’elettorato di obama. Che ne sai tu del pensiero dell’elettorato di obama? e l’intervista era a roth e NON ad un non meglio specificato elettorato. Il problema vero è che voi vi trovate in una posizione identica al fascismo siete tutti immersi in una palude e in uno stagno senza sospettare che esista altra realtà. Però siete più colpevoli, perchè voi, se lo voleste, un saltino fuori dalla foglia di ninfea televisiva e dal vostro tinello personale lo potreste anche fare. Durante il fascismo rischiavi di poter vedere e toccare la realtà con mano solo se inviato al confino o scappato in esislio.

  24. @marco
    Marco, a costo di ripetere ovvietà, vorrei dirti che sfugge un elemento essenziale. Persone come Scalfari e Bocca sono cresciute in una società dittatoriale in cui le sole voci che si potessero ascoltare erano quelle del fascismo, per cui era pressoché impossibile non essere fascisti. Solo quando quel guscio oppressivo si è incrinato è stato possibile ascoltare altre voci e fare liberamente delle scelte. Non si tratta di voltafaccia quindi, ma del fatto che non si può rendere un suddito di una dittatura responsabile delle sue scelte, dal momento che gli mancano la libertà e la facoltà di scegliere. Se invece consideriamo certo giornalismo alla Libero, dico che nessuno obbliga Tommaso Debenedetti a inventarsi interviste a Philip Roth né tantomeno lo stesso Debenedetti vive in una società nella quale l’unica scelta possibile sia inventarsi interviste a Philip Roth.

    Mauro

  25. OT

    @ Gertrude

    Visto che c’è, provi per cortesia a ripassare su Lipperatura e a chiarire che lei non è Francesco Marotta. Si dà il caso che stamattina il suo nick è comparso collegato al mio blog su un altro sito (www.malvestite.net).

    L’ultima volta che ho commentato su questo blog è stato ai primi del 2009. La prossima che mi vedo tirato in ballo, per qualsiasi ragione, passo la palla alla polizia postale. Ne ho le palle piene, sono finanche stato accusato di “aver offeso”, qui, delle commentatrici – e il tutto sarebbe avvenuto – pensa un po’! – il giorno in cui ero in sala operatoria in un ospedale milanese…

    Basta con queste pagliacciate, per cortesia. NI ha la mia mail e il mio IP, che sono “unicamente” quelli che sto utilizzando in questo momento.

    Saluti.

    fm

  26. Ciao GEo, pour l’affaire Botul ti invito a dare un’occhiata a questo sito dove sono raccolti tutti gli scivoloni sul filosofo.

    http://www.morbleu.com/apres-et-surtout-avant-bhl-dautres-victimes-de-jean-baptiste-botul/

    la cosa interessante è che nel 2007 Gian Cristiano Desiderio, in Hegel in redazione (istruzioni per l’uso e l’abuso della filosofia) pubblicato da Rubbettino cita per un paio di pagine il filosofo francese ( -cito dal testo- la cosa è il sesso: è evidente dice Botul . Non possiamo conoscere la cosa in sé, ci avverte Kant. Non ne siamo capaci ma soprattutto non ne siamo autorizzati. effeffe

  27. tra l’altro tommaso benedetti è molto più pericoloso di un semplice giornalista di libero, lui infatti scrive per la gazzetta di parma e per il Giorno (su cui sono uscite moltissime interviste a scrittori stranieri, probabilmente inventate pure quelle vassapè) e anche altri giornali. Diciamo che libero è stato l’unico così beotamente beota da pubblicargli simile ciofeca inventata ;-)

  28. grazie effeffe, immagino siano stati tanti (come tanti sono stati quelli che hanno preferito la ciofeca della morante al testo originale) ma BHL è il più famoso, e soprattutto famoso per scorrettezze informative di ogni genere a cui molti cretini credono e hanno creduto ;-).
    Molti cadono in errore (per insipienza, superficialità, ingenuità o cialtroneria), è umano, io ricordo una articolo di baldacci che parlava (da presente) entusiasta di un convegno (e degli interventi) a cui non era mai stato, anche perchè il convegno per motivi metereologici non c’era stato.
    Però BHL usa spesso (e da il sostegno della sua immeritata fama) la menzogna pressapochista a fini politici e propagandisti e questo è insopportabile e imperdonabile, quindi giusto che venga sputtanato per la sua presuntuosa supponenza rivelando che è un coglione sesquipedalico (come in realtà è);-).
    L’uso in politica della menzogna è una delle cose più detestabili. In fondo se quel bischero di debenedetti non avesse usato l’intervista falsa per attaccare così platelamente Obama (in linea con il berlusconi pensiero del momento) forse la falsa intervista non sarebbe stata così scandalosa indegna e imperdonabile. Al massimo avrebbe scandalizzaro i rothiani.
    Ma l’uso della letteratura per fini politici è cosa veramente indegna.
    geo

  29. OT

    Gentile Francesco Marotta,
    smentirò certamente, dove mi sarà possibile e dove lei oggi mi indica che questa “Gertrude” affermerebbe di essere lei (oltre che me).

    Mi dispiace per quanto le accade, come ho detto a Biondillo (al quale – di nuovo dispiaciuta – ho tenuto subito a precisare, visto che lo si offendeva, diciamo così, a nome mio) e qui pubblicamente, che una cosa è certa: si tratta di un/a viscido/a.

    Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni, mio indirizzo e.mail e altro che le possa servire.

    Cordialmente

  30. Sì, però c’è una differenza tra inventare un’intervista e rimanere vittime di un’invenzione. A Lévy è successa la seconda cosa (e le differenze di opinione che vengono evocate per sovrappiù mi chiedo se rilevino, se non – forse – per il tradire la soddisfazione di averlo visto colto in fallo). E se non fosse stato per il caso fortuito dell’intervista a Roth che ha così avuto la possibilità di smentire, chissà quanti altri sarebbe capitato di bersi le sue “opinioni” su Obama. Anche a me e a voi (anzi a me no, perché Libero non lo leggo :).

    Questo perché la propaganda non c’entra nulla con la differenza di opinioni. La propaganda (o meglio la disinformazione) è architettata a freddo, in maniera deliberata, giooca sull’intrinseca impossibilità di sapere tutto, per quanto noi vogliamo cercare di documentarci. Lévy appunto è stato colto impreparato.

  31. si ma levy ne ha inventate tante … poi certò dirà di essere rimasto sempre vittima, ma il fatto è che non controlla mai, e spesso lo fa volontariamente e infingardamente. Riguardo a botul bastava un giretto in google :-) prima di sfornarci una delle sue tante cazzate (cazzata tra l’altro detta, dall’alto, in una università) . La soddisfazione di vederlo ridicolizzato è legittima direi visto che la maggior parte delle persone che incorrono nelle sue menzogne non hanno il potere dell’observateure e di liberation;-). Incorrere in errori è umano e non c’è da infierire … ma quando viene scoperto uno che usa il suo potere e la sua visibilità (e non una volta, ma scientificamente da anni) per disinformare … si è una grande soddisfazione, inutile negarlo.

  32. @ Georgia
    impara a leggere quello che scrivono gli altri e, soprattutto, a non dare giudizi su chi non conosci. Mettiamola così: 1) stando allo stesso Roth, non è vero che abbia detto quelle cose a Libero; Libero compie una scorrettezza enorme, tra l’altro non nuova tra le sue pagine. Sacrosanto indignarsi. 2) Le cose che Libero mette in bocca a Roth sono però le cose che pensa una parte dell’elettorato che diede consenso a Obama. Se non credi a questa seconda verità, pazienza; se conosci l’inglese, fatti un giro nei siti dei pacifisti americani, poi mi dici. Tutto ciò solo per dire che la verità è contradditoria. Sempre.

    Assolvere chiunque perché durante il fascismo era fascista perché non si poteva che essere fascisti è una cretinata. Scalfari scrive nel settembre 1942 su Roma Fascista: “Gli imperi moderni quali siamo noi sono basati sul cardine ‘razza’, escludendo pertanto l’estensione della cittadinanza da parte dell ostato alle altre genti”. Se uno è fascista contro-voglia, o perché i tempi lo esigono, sceglie il silenzio; quando partecipa all’esaltazione del regime, anche se ha solo 18 anni, è uno stronzo. Anche questa è verità, cara Georgia, e non parte di un reality dove vedi i buoni da una parte e i cattivi dall’altra.

    sp

  33. tra l’altro levy credo sia al momento tra gli azionisti e respnsabili di liberation, e per l’appunto Liberation aveva già scritto varie volte su Frederic Pages e Botul ;-), che fa levy legge solo se stesso e poco più?
    geo

  34. Io sono come arreso all’idea che degli INBECILLI non sappiano fare distinzione alcuna fra Libero e Repubblica. Buona continuazione.

  35. intanto obama non è stato eletto solo dai soli frequentatori dei siti pacifisti americani ;-) quindi è un po azzardato dire, buttandola là, che l’intervista rispecchia una parte dell’elettorato di obama, ma questo c’entra poco perché, SOPRATTUTTO una cosa falsa e inventata NON rispecchia mai un bel nulla rimanda solo a se stessa e non è un bel vedere, al massimo la puoi chiamare propaganda infingarda.
    Riguardo al periodo fascista (che, lo ricordo, è durato 20 anni, una intera generazione, e non poche settimane) scrivere e lavorare su riviste fasciste (c’erano solo quelle), fare parte dei guf, partecipare ai littoriali ecc. non assolve certo, ma neppure condanna. L’importante è cosa hai fatto dopo. E a scalfari, bocca, fo,ecc. mi sembra che dobbiamo essere loro grati. Le assoluzioni e condanne riguardano altri settori. Io oggi giudico sull’oggi e stop. Se dovessi andare a fare le pulci su certe frasi dette da sedicenni e diciottenni negli anni settanta (da ambedue le parti) ci sarebbe da sentirsi peggio di quelli che per solo piacere durante la rivoluzione francese andavano a vedere, magari sferruzzando o mangiandosi un panino, il decervellamento delle vittime all’ingrosso.
    Se vai a fare le pulci in questa maniera avulsa dal contesto, dalla storia ecc. (che è sempre una cosa delicatissima da affrontare con grande serietà) non solo non salverai nessuno, ma legittimerai chi oggi è da fermare ;-). Credi forse che simili cose su scalfari, bocca, fo, e chi più ne ha più ne metta, circolino a caso? per amore della verità storica? Io al tuo posto non mi farei portavoce in maniera così cialtronesca di berlusconi … poi fai quello che vuoi naturalmente, la rete è formidabile ma è anche una fogna.
    c’è una bellissima scena di Jarry ripresa da capossela per una sua canzone che rende bene l’idea del piacere di veder decervellare durante la festa ;-)
    http://www.youtube.com/watch?v=dWKniRvyLP4.

  36. Passo e chiudo, chiedendo ancora scusa per l’OT.

    Gertrude, lei non deve assolutamente niente a nessuno, tanto meno a me – né indirizzi mail né altro. La mettevo solo sull’avviso, perché l’appropriazione indebita di identità altrui, fosse anche quella virtuale di un nick (è già successo ad altri commentatori di militanza più vecchia della sua in questo blog) è un fenomeno che va combattutto – anche per le ragioni di cui ho detto poc’anzi su Lipperatura.

    E continui pure a commentare, se e quanto crede. Per me è sempre un piacere leggerla ogni volta che capito da queste parti.

    Cordialmente.

    fm

  37. TRE COSE OCCORRONO PER ESSERE FELICI: ESSERE IMBECILLI, ESSERE EGOISTI, AVERE UNA BUONA SALUTE. MA SE VI MANCA LA PRIMA E’ TUTTO FINITO (GUSTAVE FLAUBERT)
    e speriamo sia di flaubert e non la solita bufala :-)

  38. Scusate, ne approfitto per segnalare che su facebook è nato un gruppo – proprio a seguito della falsa notizia del Tg1 di Minzolini e dell’editoriale di Libero – che si chiama “La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini” che, in poche ore, ha superato i 9mila iscritti. Si promulgherà richiesta scritta e collettiva di dimissioni e radiazione dall’ordine per il direttore del Tg1.

  39. Mi sfugge il filo di qualche ragionamento.
    Libero ha pubblicato un’intervista farlocca, smentita dall’intervistato sia nella forma che nel contenuto. Un noto commentatore l’ha ripresa il giorno dopo, senza fare alcuna verifica (qui ho riassunto alcune perplessità elementari che avrebbe dovuto suscitare l’intervista).
    Fine della notizia: da qui in poi si dovrebbe commentare.
    Per la cronaca: un mese prima della presunta intervista a Libero, Roth ribadiva il suo sostegno ad Obama qui (notizia trovata dal blogger che si firma Sascha).
    Però c’è chi dice: anche se non è vero, qualcun altro (poniamo Johnny Doe, fabbroferraio di Seattle?) ha cambiato idea su Obama, quindi la notizia non è del tutto falsa.
    Oppure: sì, ma anche Scalfari, nel 1942, era fascista.
    Cosa ne seguirebbe? Che un giornale può inventarsi oggi una notizia falsa, perché nel 1942 Scalfari era fascista? Che può inventarsi una balla su Roth e poi dire che non è del tutto falsa, perché Roth non ha cambiato idea, ma J. Doe si? Ma chi ha insegnato a ragionare a questi qui, verrebbe da dire?
    Però, nel frattempo, la discussione sbanda, invece che di Roth e Debenedetti si parla di Scalfari, degli ecologisti americani, di BHL e Botul: e si genera l’impressione che in fondo sono tutti un po’ cialtroni, in Italia, in Francia, in America, e quindi, poveri Borgonovo e Battista…
    Armi di distrazione di massa: che ormai, nella disattenzione, si innescano da sole.

  40. Però c’è da dire che se Lévy fosse stato più attento… Intendo, un altro, una persona normale certe cose non può mica permettersele. Mi dispiace per lui, che certo essendo famoso provoca controversie e si attira anche invidie, e magari oggi qualcuno (molti) ridono sotto i baffi. Chiunque può cadere in una bufala, ovvio. Però se pubblico un libro *devo stare attento alle fonti*. Altrimenti ho poco da prendermela. Al massimo posso ridere pure io di me stesso.

    Su “Le Nouvel Observateur” con molta ironia fanno notare che un platano così, senza air bag, ancora non lo aveva centrato nessuno :))

  41. Che superficialità dare a Scalfari del fascista.

    Il fatto che abbia pubblicato, ai suoi esordi di scrittore/giornalista, per un giornale di regime non significa che fosse fascista, sennò dovremmo dare del fascista a gran parte degli scrittori che scrivevano su quei giornali, anche solo saltuariamente o per brevi periodi di tempo: non se ne salverebbe quasi nessuno di quelli (delle generazioni interessate) che hanno fatto la storia della letteratura italiana. E questo sarebbe assurdo: non perché non se ne salverebbe quasi nessuno, ma perché non erano fascisti.

    Nel suo ultimo libro, racconta di come il suo amico Calvino lo canzonasse per il suo gesto di pubblicare per “Roma fascista”.

  42. ps

    Nel suo ultimo libro, racconta di come il suo amico Calvino lo canzonasse per il suo gesto di pubblicare per “Roma fascista”.

    un po’ come Cortellessa, con Nori, insomma ;-)

  43. Non mi sembra che la discussione sbandi :-). E’ la situazione che è sbandata. E’ il giornalismo che è allo sbando. E’ il lavoro in generale che è allo sbando :-).
    caro girolamo non vorrei darti una delusione ma, nella situazione attuale, sono davvero tutti un po’ cialtroni. O perlomeno lo sono, se prendiamo in considerazione, e come referente principale, il solo contenitore e basta. Nessun contenitore, di per sé, ti garantisce nulla oggi.
    Naturalmene non sono tutti cialtroni, ci sono tanti grandi giornalisti, o anche piccoli, affidabili e rigorosi, in molti giornali, ma direi che l’importante (e l’ho detto mille volte anche nella polemica su nori) prima di tutto sia il contenuto e lo scrittore (chi scrive l’articolo) la sua affidabilità, la sua responsabilità, la sua accuratezza, ecc. Se invece prendiamo come garanzia il solo contenitore o magari l’idea politica che sembra veicolare … è dura caro girolamo, molto dura oggi e potremmo proprio finire col dire che sono tutti cialtroni.
    Se non sbaglio anche repubblica (il Venerdi per la precisione) cascò su interviste false a firma di un certo Jordi Valle, ad esempio ricordo una sua intervista a Garcia Marquez ed altre ad uomini politici del sud america, interviste mai realmente avvenute… almeno così fu accusato da vari blog e dal Manifesto non so poi come sia finita, ma mi sembra fosse vero.
    Ora non dirmi che voglio difendere libero, dio me ne scampi e liberi (faccio fatica a identificare un solo giornalista degno di tale nome all’interno di quel contenitore che da tempo si distingue per falsità e bufale delle quali sono responsabili sia chi le scrive che chi giele impone), però io preferisco vedere la responsabilità (e naturalmente il merito quando c’è), in prima persona di chi scrive, se scrive bene ed è affidabile per me può scrivere dove vuole. Però dovunque scriva (fosse pure il bollettino parrocchiale) deve farlo seriamente in base ai suoi principi e non deve farsi influenzare dal contenitore e dalla propaganda … altrimenti è una velina- scrivano e non un giornalista o scrittore.
    A me cosa importa se Bernard Henry Levy scrive su Liberation?, cialtrone è e cialtrone rimane e così molti altri. E che mi importa dove scriva Robert Fisk? sempre grande giornalista rimarrà e la cosa vale anche per Scalfari e Bocca … Fo è un grande quasi in tutto, che cavolo me ne frega se da bambini e da ragazzi erano fascisti, anzi non mi importerebbe neppure se lo fossero oggi (ma non è un caso se NON lo sono), perché le cose che dicono e scrivono io le condivido e le apprezzo (naturalmente è tutto un altro discorso quando si parla di politica, quella vera, anche se sta scomparendo ). Solo su quello mi baso quando leggo.
    Inoltre oggi c’è il problema dei giornalisti esterni come appunto Debenedetti e molti altri, veri e propri capitani di ventura del giornalismo, persone che scrivono indifferentemente per un giornale o l’altro, e a quello adattano il loro linguaggio e argomento, quindi con tasso molto basso di affidabilità. Ecco perché tutta la discussione su nori è stata sbagliata. Ormai non ci sono quasi più (o per lo meno stanno diminuendo drasticamente) truppe “nazionali” (assunte dal giornale), ma solo mercenari del giornalismo, ecco perché la storia del contagio è stato un argomento solo virtuale. Ma questo è un cambiamento globale che riguarda purtroppo tutta la società e non sarà individualmente (o colpevolizzando individui) che potremo combatterlo.

  44. Ha ragione Girolamo. E io per primo mi scuso della deriva, in parte dovuta anche a un mio commento. Forse abbiamo dentro una grande ansia di partecipazione, forse ci mancano le sedi per dirle, e allora approffitiamo di questo luogo, certe volte riuscendo a stare nel tema, altre deragliando. I mali del giornalismo sono i nostri mali. Certo, è anche il mezzo che ci porta alla deriva: come ho già detto in altra discussione, la digressione è insita nel mezzo stesso, è peculiarità del gioco divertente e avvilente del commentarium … Vista la mole dei commenti, poi, spesso neanche rileggiamo quanto scritto poche ore prima, entrando in contraddizione con noi stessi. La cosa non è un male in sé; è male se poi si comincia a rovesciare sugli altri giudizi, insulti, etc., accusandoli di non aver letto bene o non capito, quando – ripeto – eravamo noi ad avere scritto quello che neghiamo. Anche qui dovremmo agire la responsabilità di cui si parla tanto, perché qui, all’interno di questo spazio di parola, tutti noi siamo AUTORI.

    Non è tanto che commento in rete. Mi sono accorto che il mezzo mi prende la mano, mi trascina in scambi dialettici forzati, che de visu – ne sono sicurissimo! – avrebbero un altro svolgimento. Ma tant’è: questo è il mezzo, imparerò a usarlo e comincerò a uscire dalla maschera che mi sono inventato. Anche su ciò, mi sono accorto che la maschera crea un’alibi, una sorta di auto-assoluzione, e soprattutto una minore attenzione all’esito delle parole. Dopo questo commento, la firma “SP” sparirà e, dopo un periodo di disintossicazione, e solo su argomenti che conosco, dirò ciò che penso col mio vero nome.

    sp

    PS: (a Galbiati e Georgia et ultra)
    non capisco il senso di negare una cosa che neanche Scalfari nega: era fascista, iscritto al partito e militante a tempo pieno, per come può esserlo un ragazzo di anni 18. Al momento della sua espulsione, lui se ne rammarica ed entra in crisi personale, e non perché comincia a capire che il fascismo era il male, ma perché ci teneva a stare lì dentro. Scalfari era, a quel tempo, un fascista. E scrisse cose terribili sulla supremazia della razza. Questa è storia, piaccia o non piaccia. Certo che poi è cambiato. La cosa che proprio mi lascia perplesso e che si consideri Scalfari positivamente, e non già per il suo passato, ma per il ruolo che ha avuto in questi anni nello sfascio delle idee di sinistra, a cominciare dal sostegno al maggioritario per arrivare alle bordare contro il sindacato e la sinistra esterna al PD e al suo sostegno esplicito al veltronismo. No, proprio non capisco come possa, a uno di sinistra, piacere uno così …

    [non mi rispondete, vi prego!, sto sparendo, anzi sono già polvere]

  45. con riferimento a georgia
    Pubblicato 28 Febbraio 2010 alle 23:53 | Permalink

    certo che ricordi bene le false interviste pubblicate dal Venerdì di Repubblica. Solo che siccome tutto il mondo è paese, il direttore di Repubblica se n’è ben guardato da chiedere scusa ai lettori…. cosi fan tutte…

    Il grande Direttore Democratico e Pluralista Ezio Mauro è bravo a pretendere le risposte da Berlusconi, ma se una donna, tra l’altro di sinistra, come Annalisa Melandri gli chiede spiegazioni sui falsi scoop, manco la degna di due righe. Che poi la domanda l’ha posta lei ma riguardava tutti i lettori Repubblica…..

    se vuoi aggiornamenti sulla querelle leggiti questo blog
    http://www.annalisamelandri.it/dblog/articolo.asp?articolo=613

    è molto istruttivo

  46. il responsabile di venerdì non è ezio mauro ma semmai il caporedattore attilio giordano, colpevole in prima persona per aver fatto fare articoli ad un personaggio dubbio come Jordi Valle … (che tra l’altro nelle sue false interviste non ha fatto dire infamie inventate ma ha costruito con materiale precedente, il che certo non lo assolve, ma lo rende responsabile soprattutto nei confronti del giornale a cui ha fornito un lavoro falso e plagiato, più che nei confronti dell’intervistato, a differenza dell’intervista abominelvole di Libero che strumentalizza roth per bassi fini di politica vendicativa del capo. Tra l’altro se non ci fosse stato il passaggio contro Obama probabilmente Debenedetti non sarebbe riuscito a rifilare con tale facilità la bufala a Libero).
    Io però non capisco cosa c’entri berlusconi e le dieci domande visto che le risposte andavano date da berlusconi (e siamo ancora in attesa) a tutti gli italiani compreso i suoi elettori e non ad Ezio Mauro, se fosse un problema tra Mauro e berlusconi a me non fregherebbe più di tanto.
    Le domande di Mauro erano doverose da parte di un giornalista che giustamente si ritiene tale.
    La cosa mi sembra chiaramente ben più grave anche se ormai vedo che si paragona disinvoltamente il governo di un paese ad un giornale o ad una tv e questo la dice lunga sul tasso di democrazia individuale della maggioranza degli italiani in primis di arthur.
    Ad esempio io le scuse a Trevi per la falsa intervista, e a Roth per le infamie che gli hanno fatto dire contro Obama, le pretenderei da Borgonovo e da Tedoldi e non da berlusconi ;-) … però forse hai ragione, riguardo a Libero, entra in ballo lo stesso berlusconi e le sue veline di tutti i tipi, questo è il male alla radice;-).
    Poi arthur ti ringrazio di cuore per l’aggiornamento :-), anche se è del 2008, e che naturalmente conoscevo bene. Dopo ci fu una smentita di giordano che portò come testimonianza l’ambasciatore della colombia … smentita forse non molto credibile visto che tale personaggio è finito inquisito per corruzione … ad ogni modo valle dopo la fguraccia mi sembra non abbia mai più scritto su venerdi … errare è umano basta poi buttare fuori chi fornisce materiale falso o manipolato, chi lo fa circolare è solo ingenuo, cialtrone e incompetente e basterebbe correggersi e denunciare la manipolazione.
    A proposito in molti siti importanti la manipolazione del testo di elsa morante continua ad essere presente … anche questo è un atteggiamento molto scorretto anche perchè alcuni d questi siti sono curati da giornalisti.
    Sul corriere di oggi Battista chiede scusa con queste parole: “Mi scuso con i lettori (e con l’immenso Philip Roth) per aver dato credito a un giornale che si inventa le interviste”. Certo anche lui se non ci fosse stato il passaggio su Obama sarebbe stato più accorto … vassapè.
    geo

  47. La vicenda della falsa intervista rilasciata dallo scrittore americano Philip Roth al giornalista Tommaso Debenedetti di Libero e svelata da una vera intervista fatta dalla giornalista del Venerdì di Repubblica Paola Zanuttini sempre allo stesso Roth, ripropone il caso delle cosiddette bufale giornalistiche che periodicamente ritornano alla ribalta. I casi nel mondo si sprecano a cominciare da quello più famoso del New York Times dove Jayson Blair falsificò e plagiò 39 articoli. In precendenza ci fu Stephen Glass che addirittura inventò di sana pianta 27 storie quando lavorava al New Republic, a lui è andata meglio di tutti perchè poi riuscì a inventare un libro di successo “Il favolista” da cui poi fu tratto un film. E visto che gli italiani preferiscono sempre prendere il peggio di quello che viene dall’estero, prima di Debenedetti c’è stato il caso del giornalista Jordi Valle che proprio sul Venerdì di Repubblica realizzò alcune importanti interviste a capi di Stato e guerriglieri Sudamericani, il caso venne scoperto da Il Manifesto. Dal 2008 non si sa più nulla di questo Valle. Ragazzi, La guerra dei mondi e Orson Welles ci fanno un baffo.

  48. Alcune risposte a: georgia
    Pubblicato 1 Marzo 2010 alle 14:56 | Permalink

    1)
    so bene che Ezio Mauro non è il direttore, ma Annalisa Melandri ha scritto una lettera aperta ad Ezio Mauro per chiedere comunque spiegazioni ad Ezio Mauro e questi non s’è degnato di rispondere.
    2)
    nessuno qua si preoccupa del danno procurato agli intervistati da Jordi Valle, ma del fatto che l’Editore di Repubblica (mettiamola così) ha pubblicato delle interviste che puzzavano di falso lontano un chilometro. Ma c’è di peggio: è probabile (eufemismo) che sapessero benissimo che erano false. Se fossero stati convinti della loro autenticità le avrebbero sparate in prima pagina invece di relegarle nelle pagine interne. Non solo, ma scoops così clamorosi li avrebbero pubblicati sul quotidiano non sul Venerdì ….
    Per quanto riguarda la smentita dell’ambasciatore colombiano è inutile fare commenti, salvo che non smentisce nulla. E’ solo un imbarazzato esercizio di tartufismo frutto di qualche telefonata. Credo che la versione pubblicata direttamente sul sito del governo colombiano valga ben di più delle ciance dell’ambasciatore….
    3)
    Ovvio che non c’entra nulla Berlusconi (del quale per inciso non mi frega nulla), il mio parallelo volava solo evidenziare la pretesa di trasparenza di un direttore di giornale solo quando gli fa comodo. Per dirla tutta, visto che tocchi l’argomento, questa storia delle 10 domande è una pantomina tutta italiana: Ezio Mauro fa bene il suo lavoro quando pone le sue 10 (perché non 20?) domande. Ciò non toglie che Berlusconi non è affatto tenuto a rispondere ad un bel niente, se mai è obbligato (dovrebbe) a rispondere ai preposti soggetti istituzionali (….) Se poi il suo atteggiamento nei confronti di Repubblica gli fa fare una (pressoché certa) brutta figura con i cittadini, sono fatti suoi. Ne pagherà le conseguenze al prossimo turno elettorale.
    4)
    La tua considerazione sul mio tasso di democrazia e su quello della maggioranza degli italiani è talmente azzardata da risultare persino comica nella sua presunzione. Io non me la sento proprio di dare giudizi così “tranchant” su un argomento simile, non mi sogno di ergermi a giudice dei sentimenti democratici dei miei connazionali, si vede che tu ritiene di possedere questa capacità. Mi auguro che nei tuoi programmi non ci sia la carriera in magistratura ……le persone che hanno le certezze assolute mi inquietano sempre…
    Nello specifico poi, dove tu abbia visto il mio “paragonare il governo di un paese ad un giornale o ad una tv” sfugge ad ogni mia comprensione, ci vogliono capacità divinatorie non comuni per dare questa interpretazione al mio post. Comunque, per tua tranquillità, ti informo che non posseggo la TV, l’ho donata anni fa ad una casa di riposo per anziani …..
    5) Per il mio aggiornamento al blog della Meandri lo so bene che l’avvenimento è del 2008, ma se tu ti prendi la pazienza di leggerlo, scoprirai che le (presunte) vittime scrivono ancora oggi le loro considerazioni sulla vicenda, a questo mi riferivo per aggiornamento.
    In chiusura: il mio intervento voleva solo essere un commento alla “statura” dei giornali, tutti i giornali. Questa passione della sinistra italiana per Repubblica, quale paladina dell’informazione democratica, mi ha sempre fatto ridere. Ogni giornale attacca il cavallo al carro del padrone, se voglio informarmi su una pirlata (una delle tante) fatte da Berlusconi non posso comprare Il Giornale di Feltri. Ma se devo informarmi su una pirlata di De Benedetti, non posso comprare Repubblica. Così va il mondo, tutto il resto sono solo vuote parole prodotte a tonnellate in un paese di faziosi, diviso a metà tra chi venera Berlusconi e che lo odia definendolo un dittatore. Credo che nel suo insieme sia lo spettacolo più assurdo che si sia mai visto in questa m**** di paese.
    Stai bene

  49. Ciò non toglie che Berlusconi non è affatto tenuto a rispondere ad un bel niente(

    Vuoi dire che non è obbligato per legge? verissimo, ma in ogni paese democratico il presidente del consiglio è obbligato moralmente e civicamente a rispondere ai cittadini attraverso le domande dei giornalisti, soprattutto dopo episodi del genere che gettano ombre su una carica così alta.
    Sempre che siamo ancora in democrazia naturalmente, altrimenti, hai ragione, non è obbligato a nulla (anzi obbliga) e siccome … noi siamo nella repubblica delle banane si trattano i giornalisti come merde, sempre, anche quando fanno bene il loro lavoro.
    A proposito avete sentito della storia romanzesca dell’articolo critico verso il pdl di galli della loggia scomparso misteriosamente dal corriere e poi riapparso per per eccesso di visibilità in europa?
    Ripeto caro artur (basandomi sulla frase che ho riportato) che il tuo tasso di democrazia è molto basso. Sei forse ben informato, sei roboante, ma non mi sembri molto democratico … naturalmente a basarsi su pochi commenti si può sbagliare e quindi sarò pronta a ricredermi.

  50. Arthur è molto tipico del suo genere. Il marchio di fabbrica del ‘bravo militante’ del PdL quando scende in campo online per difendere l’onore del leader e dei suoi fidi:

    ‘(del quale per inciso non mi frega nulla)’

    Fra loro, nei forum di partito e simili, fanno a gara nell’esaltare la superiorità assoluta del Capo, uno dei più grandi uomini della Storia se non il più grande; quando si avventurano in partibus infidelium invece fingono distacco e obbiettività se non adirittura disprezzo per la loro parte politica limitandosi a sostenere che gli altri sono peggio. Fra di loro, la vita è l’Eterna Lotta del Bene e del Male e loro sono il Bene; con gli altri, il più pulito c’ha la rogna…

  51. a georgia
    Pubblicato 4 Marzo 2010 alle 08:05 | Permalink

    Con i casi come il tuo anche un non-maschilista di lungo corso come me deve fare appello a tutta la propria storia personale per non essere tentato dallo scadere nei soliti stereotipati commenti sulla mentalità femminile.

    L’unica giustificazione alla tua totale incomprensione di quello che scrivo può essere quella della tua probabile giovane età.
    Non so dove si noti nel mio post lo stile roboante (?!?) mentre la tua sicumera si vede benissimo. Non paga delle sciocchezze scritte in precedenza ti ostini ad affibbiare patenti di democraticità ! però vedo che ho ancora delle possibilità, può darsi anche che tu ti possa ricredere! Cosa devo fare? Sostenere un esame di democrazia sotto la tua supervisione? Va bene se mi presento anche da privatista?
    Il bello è che non ti accorgi nemmeno della contraddizione : metti giustamente su un piedistallo un concetto nobile ed alto come la democrazia e poi la banalizzi pensando di poter giudicare il tasso di democrazia di una persona che non conosci da un semplice post che manco hai capito!
    Tu poi con questa comica delle domande di Rep. sei proprio recidiva. In Democrazia esistono le REGOLE che vanno rispettate da tutti i cittadini, compresi e soprattutto i politici. Gli obblighi morali non stanno scritti da nessuna parte, tranne che nella coscienza di ogni essere umano. Se capisci quello che scrivo, ho spiegato che Berlusconi fa una pessima figura a non rispondere alle famose domande. Il mio pensiero mi sembra chiaro, ma la cosa si ferma qua. NON esiste nessun obbligo per nessun politico di rispondere alle domande dei giornali, e non c’entra nulla la democrazia, c’entra il fair-play (o meno) dell’interessato. Con tutte le conseguenze positive o negative sulla sua reputazione (come ho già scritto).

    Riguardo a Berlusconi rispondo anche all’altro Solone che si firma Sascha e che in una gara a chi non ha capito nulla di quello scrivo ti batte di 20 lunghezze con il sovrappiù che elabora banalità fatte con il copia-incolla dagli scritti dei soliti noti.

    Il ‘bravo militante’ del PdL, che dovrei essere io, non ha mai scritto in un forum di partito e non ha mai militato da nessuna parte (nemmeno all’oratorio). Il sottoscritto ha sempre pensato una cosa semplice : una persona con i vastissimi interessi economici come Berlusconi NON dovrebbe fare il presidente del consiglio e questo anche in assenza di una legge sul conflitto di interessi ! Dovrebbe avere lui la sensibilità di capire che non può assumere una carica del genere. Chiarito questo concetto elementare, non si può dimenticare che Berlusconi sta lì perchè la legge glielo permette e perchè, ci piaccia o meno, ha vinto regolari elezioni. Questo sistema di dire che sì ha vinto le elezioni ma perchè il 50% degli italiani è composto da minus-habens è un esempio del TUO tasso di democrazia non del mio. In ogni corpo elettorale, di destra e di sinistra, esiste una gamma di tutte le sfumature umane che compongono una società: ci sono le persone colte e quelle ignoranti, quelle credenti e quelle atee, le persone di buon senso e quelle fanatiche, gli intelligenti e gli stupidi, i ricchi ed i poveri e via analizzando. Ma queste stratificazioni sono presenti in entrambi i corpi elettorali, anche se ovviamente non con la stessa distribuzione percentuale come ci spiegano gli studiosi dei flussi elettorali. Una delle poche cose sensate che ho sentito dire in vita mia da Casini è che se si continuerà con queste scemenze sulla legittimità di Berlusconi, ce lo dovremo tenere al governo fin quando Iddio lo conserverà in salute…
    Un governo va giudicato per quello che fa (o meglio non fa) e in conseguenza di questo incalzato in ogni modo. Alla maggioranza degli italiani i fatti della spitinfia di Casoria non fregano nulla. Fregano solo a quelli che per “senso di appartenenza” cercano pretesti per darla all’untore. Fate la figura dello sciocco che guarda il dito quando questi indica la luna.
    Poi permettimi di chiederti una cosa: non idolatrare i giornali! Sono il primo a sperare che Iddio ci conservi sempre la possibilità di avere una stampa libera e pluralista, ma detto questo non essere ingenua a mettere sul piedistallo i giornali. Perché i giornali fanno bene a rovistare negli armadi dei politici, ma se qualcuno dovesse rovistare negli armadi dei giornali (tutti) sai quante domande ne verrebbero fuori?
    Un’ultima nota per Sascha: in questo paese ogni partibus è infedelium, perché da noi ad ognuno si deve attaccare un’etichetta. Non esiste il comune buon senso, da noi esiste la discriminante “ma quello come la pensa?” perché la gente va sempre collocata, non ha diritto di cittadinanza chi ragiona oggettivamente con la propria testa, chi non replica gli slogan ufficiali con il copia e incolla. E questo da ambo le parti, destra e sinistra.

  52. @ Arthur

    Se dovessi prendere per buone le tue professioni di ‘buon senso’ dovrei anche concludere che non hai mai frequentato un forum o blog di ‘destra’, altrimenti non parleresti con tanta leggerezza di equivalenza fra le due parti. Insomma, non saresti un ‘bravo militante’ ma un ‘moderato a senso unico’ alla Battista o Ricolfi – cioè uno che invita tutti alla moderazione e al ‘buon senso’ ma rivolgendosi sempre e solo alla parte minoritaria (dato che in democrazia la maggioranza ha ragione sempre)…

  53. #Sascha

    Devo dire che tanto io sono prolisso quanto tu sei sintetico, al punto che non è propriamente facile comprendere il tuo pensiero.

    Prima di tutto io non mi faccio nessun problema che qualcuno “prenda per buono” quello che affermo. Io mi limito ad esprimere le mie modeste opinioni dando per scontato che altri possano essere in disaccordo con me e mi muovano le loro obiezioni. Questo atteggiamento quasi di sospetto per cui secondo te io affermerei delle cose che non penso, oltre che un po’ paranoico sa un po’ dello stile dell’altra illustre commentatrice che pretende di misurare il tasso di democrazia altrui con parametri tutti suoi.
    Invece di confutare in modo semplice e netto le mie affermazioni, ti ingegni di capire “cosa c’è dietro”, ma cosa ci dovrebbe essere ? l’agente segreto 007? Ma che avete in questo forum? Se la regola è che possano scrivere solo quelli che la pensano allo stesso modo e dicono le stesse cose, mettete un avviso che tolgo subito il disturbo. Anche se a questo punto non capirei a che servirebbe un forum di discussione dove non si possa discutere…

    Tornando a noi e riguardo alla leggerezza nel confronto, io non la vedo proprio, ci sono blog demenziali, volgari e persino violenti sia di destra che di sinistra (non mi riferisco ovviamente a questo). Ricordo un blog, in occasione della morte della Fallaci, con post che facevano vomitare.

    Quella su Battisti e su Ricolfi proprio non l’ho capita. Che vuol dire rivolgersi solo ad una parte minoritaria invitando alla moderazione? Se uno scrive cose moderate e di buon senso (almeno secondo lui) è evidente che saranno indirizzate a chi (sempre secondo lui) moderato e di buon senso non è. Se questa parte di non moderati è minoritaria francamente non lo so, non ho statistiche al riguardo. Essendo io una persona che preferisce il buon senso alla rissa od anche solo alla faziosità, mi auguro che questa categoria sia minoritaria. Ma che significa a senso unico? Confesso di non aver il tempo per leggere sempre gli articoli di Battista e Ricolfi, ma questo senso unico non ce lo vedo proprio. E poi non capisco questa cosa della maggioranza che in democrazia ha sempre ragione. A parte che io non direi “ha sempre ragione”, mi suona meglio dire che la maggioranza vince e governa, secondo le regole del sistema. Ma a parte questa distinzione semantica, sembra quasi che ti rammarichi del concetto, cioè che la maggioranza governi. Sbaglio?

    E se sbaglio quale sarebbe la tua idea alternativa?
    Buona serata a tutti

  54. “Tornando a noi e riguardo alla leggerezza nel confronto, io non la vedo proprio, ci sono blog demenziali, volgari e persino violenti sia di destra che di sinistra (non mi riferisco ovviamente a questo). Ricordo un blog, in occasione della morte della Fallaci, con post che facevano vomitare.”

    Ecco un esempio perfetto di ‘moderato a senso unico’. Ci sono blog demenziali, volgari e violenti, sia di destra che di sinistra ma l’unico esempio che riesci a fare è uno di ‘sinistra’. I motivi possono essere due: uno, che semplicemente non conosci blog di destra, non li frequenti, non sai nemmeno che esistono; due, che se leggi una frase come, per esempio, quella diffusa online alla notizia della morte di Calipari, ‘un eroe morto per salvare una puttana’, ti sembra perfettamente sensata e non capisci cosa ci sia da scandalizzarsi….

    A me i berlusconiani ‘moderati’ fanno venire in mente Louis Fernand Celine: amo i suoi romanzi e sono disposto a passare sopra, a mettere fra parentesi, il suo antisemitismo. Quello che mi fa imbestialire sono i suoi fan impegnati a negare che sia mai stato antisemita. Così con i cosiddetti ‘moderati a senso unico’…

  55. la prima causa di morte in europa sono
    i lettori del foglio. morte cerebrale intendo.

  56. “Ricordo un blog, in occasione della morte della Fallaci, con post che facevano vomitare”.

    ottima annata, quella.

  57. ref. Sascha Pubblicato 7 Marzo 2010 alle 21:47

    Tu a volte parti lancia in resta e finisci per non accorgerti di alcune contraddizioni.

    Che c’entra il senso unico? Per forza che ti faccio solo un esempio di blog di sinistra, sto rispondendo alla tua accusa di leggerezza nel mettere sullo stesso piano le due parti, che devo farti ? esempi di blog nefasti di destra quando ne sei già ampiamente consapevole? (io pure)

    Questa polemica sta diventando puerile. La tue tesi alternative non stanno in piedi entrambe: certo che conosco blog di destra, non ci vuole molto a conoscerli. Per quanto riguardo la frase su Calipari la tua insinuazione non sarebbe nemmeno degna di risposta, ma visto che poi ci ricami le tue teorie ti faccio io una domanda: come puoi pensare che una persona normale giudichi sensata una frase simile?

    Per quanto riguarda il resto non è il caso che scomodi Celine, io sono geneticamente refrattario a qualsivoglia “intruppamento”, non ho mai avuto tessere di partiti o di qualsiasi organismo, mi darebbe fastidio essere arruolato anche solo in una bocciofila. Non mi ha mai interessato il calcio forse proprio perché non sono mai stato capace di “tenere” ad una squadra, come si usa da sempre dire con brutto linguaggio. L’unica tessera che posseggo è quella del supermercato perché mi sembra stupido non approfittare degli sconti. Non sono mai stato fan di nessuno, ho sempre considerato un atto di piaggeria anche il solo chiedere un autografo ad un personaggio famoso. Quando vedo poveri cristi che vivono con 800 euri al mese che fanno anticamera fuori da un albergo di lusso, aspettando che esca un calciatore, magari ventenne ma sicuramente miliardario, per supplicarlo di non lasciare la propria squadra, l’unica immagine che mi viene in mente è la prostituzione.
    Io guardo e giudico in base ai miei limiti, ma sempre senza chiudermi in steccati ideologici. Tutti possono fare una cosa giusta e cento sbagliate, ma non per questo sono fazioso da negare l’evidenza di quell’unica cosa giusta. E questo vale per chiunque. dx, sx, centro.
    Per evitarti cmq di continuare a congetturare invano sulle mie idee, sarà meglio che ti spiego come e perché sono arrivato in questo blog e che significava quindi la frase “di Berl. per inciso non mi frega nulla”. Adesso però non ne ho il tempo, lo farò appena possibile. Anticipo solo che si tratta di “fatto personale” nei confronti del giornale già citato.

    Buon pomeriggio

  58. REF. made in caina Pubblicato 8 Marzo 2010 alle 04:15
    ….per quanto riguarda la morte cerebrale causata da giornali come il Foglio non so che dirti, non ho soluzioni al riguardo.

    Diciamo che data la gravità della cosa, visto che secondo te investe l’intera Europa (ignoravo che in Europa ci fossero così tanti appassionati del Foglio!), l’unica cosa che mi viene in mente, così a mente fredda, è quella di suggerirti di prendere il Foglio e magari altri giornali che ritieni altrettanto perniciosi, e farne un bel falò in piazza.

    Ci sono precedente illustri nell’uso di questo metodo, tra i numerosi ricordo il Savonarola nella Firenze dei Medici ed il partito nazionalsocialista nella Germania degli anni trenta. E’ pur vero che entrambi hanno poi fatto una brutta fine, ma non è detto che debba andar male anche a te. Se mai vedi di farti dare una mano, di veri democratici in giro se ne trovano ancora, sono rari ma si trovano, usa come consulente la figliola che ha scritto più sopra, mi sembra esperta nel fiutare i democratici “a naso”….
    in bocca al lupo

  59. non era mia intenzione appicciare nessun falò. non capisco da cosa tu lo abbia dedotto. fino a prova contraria gli idioti che vanno in giro con le candele e le fiaccole accese a fare baccano sotto gli ospedali e a disturbarne la quiete sono sempre i soliti.

  60. per quanto possa servire, non essendo un simpatizzante della pratica d’accanimento terapeutico, penso che sia l’unica soluzione possibile per dar un compassionevole aiuto alla morte cerebrale.

  61. ……… mmmmmhh, non ho detto che hai intenzione di appiccare falò, era un mio suggerimento ironico. Dire che i lettori di un giornale sono causa di morte cerebrale è come dire che quel giornale è pericoloso (in senso culturale ovviamente). E sappiamo purtroppo che nella storia dell’uomo quando qualcuno comincia a mettere all’indice libri e giornali si finisce come già scritto sopra. Anche questo mio sillogismo è ironico, non ti attribuisco certo il potere ne l’intenzione di mettere al rogo alcunchè. se poi ho frainteso il tuo post, ritiro la mia ironia, ma vorrei capire in questo caso che volevi dire.
    Per le manifestazioni con le candele, scusa ma non capisco cosa c’entrino con il mio specifico riferimento storico.

  62. l’isotopia era il fuoco, dei falò nazisti e delle fiaccole seminaziste, nelle processioni quaresimali e cameratesche, dei ceri accesi durante quella macabra rappresentazione del delirio che seguirono i giorni di qualche anno fa e che per pudore e serietà non dico.

  63. Dovevo una risposta a Sascha

    Ti spiego come sono arrivato a questo blog del quale ignoravo fino a poco tempo fa l’esistenza

    Sono amico di alcune vittime (vere non presunte) di quel tale che ha venduto patacche per interviste, al Venerdì di Repubblica.

    Da quell’episodio, avvenuto nel 2008, ho preso l’abitudine di monitorare l’attività internet di questo personaggio, grazie ai formidabili strumenti che la rete mette a disposizione. E’ stato così che alcune settimane fa una mail mi ha avvisato che qualcuno aveva scritto qualcosa su questa persona, a questo indirizzo.

    Non sto a ripetere la diatriba precedente perché sarei noioso, dico solo che il concetto “di B. non mi frega nulla” stava a significare che la mia polemica era (ed è) tutta diretta verso quel quotidiano. Io evito di fare commenti personali su quel giornale, li ha già fatti in modo esauriente ed anche molto incisivo sul suo blog la gentile sig.ra Annalisa Melandri, la quale, tra parentesi, non credo si possa propriamente definire berlusconiana.

    La vis polemica é scaturita dalla lettura dei commenti della fanciulla scandalizzata per le non risposte di B. a La Rep. Pur confermando quanto già scritto in proposito, la cosa che non sopporto è principalmente una:

    se a te fanno imbufalire i fan di Celine, io non sopporto quelli che si ergono a difensori della libertà stampa additando casi come quello di Rep.

    A parte il fatto che queste persone si preoccupano della libertà di stampa solo quando la stampa scrive cose conformi alle proprie opinioni, e già questo mi suona male, ma quello che stride è questa patina di coraggiosa integrità data ai quotidiani. Si rendono conto di quali rilevanti interessi economici stanno alla spalle di TUTTI i grandi giornali? Pensano che i potentati che posseggono i giornali lancino campagne contro il politico di turno per delle grandi idealità? E visto che la fanciulla più sopra si stracciava le vesti per Rep., pensa davvero che l’acrimonia (eufemismo) del fondatore miliardario di quel giornale nei confronti di mister B., derivi da virginali sussulti di libertà e giustizia o forse invece da rancori per vecchi problemi di vile business?

    Pensa che le campagne aggressive di quel quotidiano siano tutte protese alla difesa della democrazia?

    Mai sentito parlare del caso Europrogramme? mi piacerebbe capire ancor oggi il perchè di quella campagna. Perchè Santoro non ci fa un apuntata? Prova a chiedere cosa ne pensano ai risparmiatori che hanno perso i soldi. Documentati anche su quello che si potrebbe definire un caso di conflitto d’interessi ante litteram tra l’editore e l’allora ministro delle finanze. Sono casi interessanti per capire i giornali.

    Ma questo è solo un esempio, se ne potrebbero fare tanti, da il Giornale che difende gli interessi delle aziende del suo padrone, dalla Stampa che ha sempre un occhio di riguardo per mamma fiat e così via.

    Lo stesso vale per i giornalisti, la nostra Giorgia si lamentava per i giornalisti trattati delle merde da mister B., ma con che criterio bisogna lamentarsi di ciò? voglio dire: quali giornalisti non sono degni di essere trattati delle merde? quelli che stanno adesso nei giornali “giusti”? e Paolo Guzzanti? una delle firme “corsare” storiche di Rep., visto che giravolte ha fatto dopo l’uscita da Rep.? con lui cosa si deve pensare ? che non doveva essere trattato una merda prima, mentre adesso si può? e Gianpaolo Pansa? idem come sopra?

    tu pensala come vuoi, ma io continuo a preferire i giornalisti moderati. Generalmente chi urla non ha argomenti o ciurla nel manico. e quando dico moderati intendo quelli che ragionano con buon senso, che siano di destra o di sinistra, perchè, ça va sans dire, ognuno ha giustamente le proprie idee.

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marco rovelli
marco rovelli
Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.