Metà orso
di Giovanna Marmo
Quando tutto era vivo,
non c’erano montagne
né vicino né lontano
e la neve caduta
diventava fuoco.
Quando tutto era vivo,
il mondo cadde
da uno spazio vuoto
e si spezzò.
*
Teste mute
Il mondo è spezzato:
l’acqua
a lampi
riflette
frammenti
inalterati scorrono
senza toccarsi
sulla superficie.
Dalla palude nera
nascono teste
mute,
senza corpo
umani
guardano il mondo.
Tutto è
finalmente per sempre:
la bambola
metà orso
e metà bambina
avvolta
da un leggero fuori
fuoco parla:
*
Metà orso
La lingua
feroce afferra
il cielo vuoto
di esseri
acquatici
entrano ed escono
evaporando
in trasparenza.
La canoa taglia l’aria
e separa il tempo.
Deforma la superficie
come la lingua liquida
della bambina
metà orso.
*
La canoa
Cadi.
È il cielo che è nero
e pieno di uccelli
muti.
I sentieri dormono.
La roccia taglia la luna.
E le grandi foglie sono bianche.
E il lago è profondo,
sotto le foglie
immobili.
E i fiumi sono lunghi,
toccano i sentieri
lenti scorrono
tra la tundra e la taiga.
Il fondo del lago si solleva.
La canoa affonda tra le alghe.
*
Lunghe piogge
Che il mare intorno
gonfi pure
cieco
le sue onde
e ingoi d’argento il lago
e le collane di ghiaccio:
due dita
incrociano l’aria,
posseduta
dal cerchio.
Nel tempo
delle lunghe piogge
ogni ramo è ragno,
le voci
sono estranee.
E il pesce gatto
cerca rifugio
nelle acque profonde.
Ogni ramo è ragno:
al mio fianco,
cacciatore
ancora vivo,
l’orso
respira ferro
nascosto
nell’odore
del suo cane.
Nel tempo
delle lunghe piogge
viviamo in questo mondo
in virtù di un altro mondo
ed entriamo
nel silenzio.
*
La maschera del corvo
Il cielo è rigido,
la terra è piatta.
La lama del faro
taglia
il grande arcipelago
di ghiaccio.
I cani circondano le mura:
la notte
divorano i lupi.
I nomadi in cerchio
sorvegliano la torre
con la macchina
da presa.
Nella piega di un lungo
piano sequenza,
le foche si trascinano
in agonia.
La maschera del corvo
indica il percorso.
Ma a est,
al limite del mare
artico,
il palazzo imperiale
galleggia
sopra una balena,
coperta di cemento.
*
Il melograno
Il melograno è
albero non alto.
La corda:
i piedi toccano
la terra.
Di sera,
nuvole di corvi
cadono.
*
Spada a due tagli
Acqua e ghiaccio
muschio e roccia,
cancellano il cielo.
Lo schermo è buio,
l’ombra carnivora
prende vita.
Un albero cammina,
sulla superficie
che si allarga liquida.
Il corvo chiude le ali
tra i rami spogli:
la spada a due tagli
affiora
dal fondo del lago.
Adesso
voce di squame,
scariche,
rumore di vento
elettrostatico.
La telecamera stringe
sui resti dell’animale.
Riesci a sentirmi?
*
Opaco
Vento,
e non so se nuda o vestita
qualcosa.
Nebbia:
i capelli non si staccano.
Aspetto.
Il velluto che si gonfia.
*
Cane e orso
Ghiaccio:
verso sera, decido
di attraversare il lago.
Seguo le mani
viste in sogno.
Vuoto.
Cammino con il cane
e con l’orso.
Sulla diga:
a volte cammino io
davanti,
a volte l’orso.
Ora.
Il cane corre per raggiungere i lupi.
Immagine – Balene che salutano – e poesie da: Occhio da cui tutto ride (No Reply, 2009)
veramente suggestive, balsamiche. complimenti.
belle!!!
metà orso
l’altra metà
ha dato un morso.
http://www.facebook.com/pages/Occhio-da-cui-tutto-ride/97376089448
Lette e acquistate l’anno scorso a Cairano 7x 2009. Soprattutto ascoltate dalla viva voce di Giovanna Marmo, che le legge in modo personalissimo , innescando tutto il ritmo incalzante ( e straniante) di cui sono dotate. Sarà un piacere riascoltarla dal vivo di nuovo a Cairano 7x 2010. (Cairano, Avellino 20-29 giugno 2010).