Ustica, Viareggio, Marcello e le altre

di Antonio Sparzani

quali altre direte voi ma le altre sciagure del paese che quelle tre del titolo sono state scelte per sole ragioni di cronaca e le altre sono anche peggio le altre sbiagure volevo dire vedete come i refusi sempre in agguato tradiscono e deformano le parole però in ogni deformazione c’è forse qualche sottostante sorpresa starà alla fantasia enigmistica di ciascuno rintracciarla

è che un amico caro assai mi disse ieri ma come nazione indiana nulla dice di Ustica in questi giorni in cui tutti ne parlano persino il colle sì il colle per antonomasia che poi potrebbe essere il Palatino o perfino il Viminale che tutto sorveglia l’interno del paese e invece no è quel colle che dovrebbe garantire la costituzionalità di tutto quanto viene aggiunto sulle spalle del paese sempre nuove leggi e leggine a vantaggio degli uni o degli altri o sempre più a vantaggio degli uni dice la voce dei tanti altri sì persino lui il colle per antonomasia ha parlato di quella caduta di un DC9 nelle non limpide acque del Tirreno per dire che non ci vede chiaro in quelle acque ancora dopo anni trenta giusti giusti e allora nazione indiana perché no

mi viene subito da rispondere che nazione indiana non è un giornale quotidiano che ha come l’obbligo di ricordare a tutte le cittadine e a tutti i cittadini le scadenze e le ricorrenze tristi e le poche allegre del paese e del mondo staremmo freschi se ci sentissimo quest’obbligo ognuno di noi venti è una testa pensante direte poi voi se pensante bene o pensante male con una sana e completa autonomia e con i suoi gusti e propensioni come le tante e fieramente indipendenti tribù che popolavano quelle magnifiche pianure di boschi e di bisonti prima che dal di là del grande mare da dove sorge il sole arrivassero appunto tutte quelle altre sciagure ancora senza refuso allora e dunque ognuno di noi pubblica quello che le o gli urge di dentro e da dentro di più in quel momento lì come del resto sto facendo io

però siccome a ruota di questa scadenza di Ustica arriva subito quella di Viareggio era proprio un anno fa e arriva con una analoga certezza di responsabilità per il cosiddetto incidente il caso non esiste trascurare la manutenzione e i controlli è uguale a sabotare la responsabilità dicevo è identica per i potenti che non vogliono mai ri-conoscere cioè approfondire le cause di nulla e poi arriva la modifica in appello della sentenza così attesa contro il così sentenziato Marcello e direte voi cosa c’entra e io dico c’entra e mi verrebbe voglia di dire io so e ho le prove come già disse chi tutti sapete con ben altra autorità morale e umana che la miserrima mia io so e ho le prove che tutte queste sciagure o se volete sbiagure sono figlie dello stesso papà che per l’appunto ha giurato sulla testa dei suoi figli e anche delle sue figlie si vede perché ecco che queste sue figlie metaforiche per carità guardate che orrore

che poi loro stan lì a distinguere bene e a concludere con poderose équipes di esperti che il tristemente famoso velivolo è caduto per una bomba e non certo per missili tirati da qualche cattivo o sbadato e un po’ incapace giocherellone e quindi siamo tutti tranquilli dato che una bomba è una bomba è un affare interno dell’aereo e nessuno dicesi nessuno che dica va bene ma se siete sicuri di avere accertato che bomba fu allora non è che si potrebbe dare un’occhiata a chi una sittale bomba potrebbe avere collocato e perché è come se vigesse una nuova acquiescenza alle bombe il male minore nevvero

ma non è questo ricercare i figli di chi che è importante anche se naturalmente le responsabilità penali ove accertate sono sacrosantamente da punire ancora più importante è forse rendersi conto che i papà e le mamme di tutte queste figlie sono sempre gli stessi io so e ho le prove che i genitori di piazza Fontana e di Portella della Ginestra e dell’assassinio di Giacomo Matteotti e di quello di Sergej Mironovič Kostrikov (in arte bolscevica Kirov) e del tribuno Tiberio Gracco e via e via sono sempre gli stessi e sono quei pochi cittadini e cittadine ma occorre gioiosamente riconoscer loro che le cittadine sono state assai meno numerose in questa poco eletta schiera che cercano e costruiscono e rinforzano oggi come in passato il loro potere sui tanti quelli che si chiamavano etimologicamente gli oligarchi pochi comandanti che forse all’inizio non credono di essere particolarmente meglio dei tanti altri ma un po’ alla volta se ne convincono essi stessi il potere logora il cervello e la sera quando vanno a dormire non provano alcuna vergogna sin verguenza sono anzi fieri della loro capacità di tenere i tanti altri sotto il tallone che tutti quei tanti altri loro non sarebbero capaci di reggere il timone come i pochi e dunque è giusto che i pochi comandino

dice che però nei secoli la situazione è migliorata le monarchie assolute sono diventate costituzionali stavo per dire relative deformazione professionale si sono addirittura create le repubbliche qualcuna si tiene la sua regina o il suo re che fa bello con tutti i lustrini e i sostanziosi appannaggi mica vorrete dire stipendi per i reali no no sono gli appannaggi forse detti così per appannare vagamente la vista di chi volesse guardare più da vicino nelle vite di queste bizzarre genìe che talvolta davvero degenìano se si potesse così dire guardate il giovine nostrano e anche il suo babbo non scherza a vero dire quando poi manca un sovrano o una sovrana di opportuno lignaggio c’è sempre sbualcuno che aspirerebbe al ruolo e che finché gli lasciano fare ci fa senza neanche bisogno di tenere corte ufficialmente basta circondarsi di dignitari sufficientemente fedeli ed efficienti e lingua non troppo ruvida anzi si può per star sicuri imitare il babbo del rampollo di cui sopra anche per quanto riguarda il prodigo e plurimo atteggiamento nei confronti della miglior metà del genere umano

naturalmente può capitare che qualche dignitario particolarmente importante per gli inizi del consolidamento del potere abbia un tantino esagerato e abbia quindi dei guai con quella che pure esiste in buona misura e che viene detta giustizia amministrata da uomini e donne beninteso che sono troppo numerosi per essere tutti al servizio dei pochi e quindi tocca tollerare qualche sbavatura guarda tu gli scherzi della grafia quando la sbavatura è eccessiva ci sono molti modi per ricucire e nascondere uno di questi è antico come il mondo o forse non come il mondo ma come questo mondo che si sono inventati gli oligarchi e cioè far sparire discretamente qualche altro essere umano di quelli troppo scomodi ma forse scomodi non è la parola giusta fa pensare a una sedia no quelli non erano scomodi quelli non stavano dalla parte degli oligarchi e avevano la pretesa di limitarne il potere e ciò è assolutamente intollerabile e così anche molti di quelli che avevano visto i tracciati radar dei cieli di Ustica del 27 giugno 1980 intorno alle 21 sono spariti anche loro come i tracciati radar suicidi forse per dispiaceri d’amore si sa avranno visto col radar chi frequentavano i/le loro partners e sono invece rimasti vivi e vegeti quelli che hanno visto sì e che però stanno dalla parte giusta come tutti i militari di grado abbastanza alto agli altri non stiamo a raccontare questi dettagli e del resto si può poi star sicuri che i militari francesi e statunitensi ma pensate che sbadatoni quelli della Saratoga in rada a Napoli che stavano ancora giocando a whist e così si erano dimenticati quella sera di accendere il radar i militari dicevo non vorranno far dispetti a quelli italiani tra loro la solidarietà della divisa anche se forse in questo caso è meglio dire dell’uniforme è certo assai maggiore di quella della verità parola e anche concetto obsoleti e comunque infetti

questa propensione degli etimologici oligarchi a far comunella tra loro qualche volta li tradisce come per esempio nel caso di questo Marcello da giovane così bravo che organizzava le squadre di calcio come la Bacigalupo e che procacciava stallieri e ogni sorta di altro bendiddio e che poi forse solo per far più in fretta a raggiungere i suoi tanti scopi dicono i giudici di secondo grado ma certo si spera sempre nell’ultimo grado quello finalmente definitivo e che per definizione sforna l’insidiosa verità di cui sopra che abbia fatto comunella con le persone sbagliate ma no che non erano sbagliate perché anche loro stavano dalla parte degli olìgoi e non dei pollòi e questo era il loro merito fondamentale però meno male che ora i giudici sempre questi provvisori della seconda fase di giudizio c’è sempre il tremito dell’attesa del terzo hanno detto che dal 1992 in poi Marcello ha fatto il bravo e ha trovato tutte delle nuove comunelle molto più sane che certo non vanno confuse malgrado la fuorviante comune etimologia con le comunisterie che invece stavano dalla parte dei pollòi e non degli olìgoi e anzi queste nuove comunelle nacquero apposta per combattere le comunisterie guardate un po’ le stranezze dell’étimo!

6 COMMENTS

  1. visto, grazie Salvatore. Emily, potresti mettere questo commento nel thread che gli compete e non qui, dove non ha alcun senso? Grazie.

  2. Non ho capito un ca..zzo di quello che c’è scritto.Forse parla di Dell’utri ,Lippi non si capisce.

    Ho perso due cugini diretti e mai visti nel 80 a Ustica.

    Marcello (non uno degli alter eghi di sparzani,di certo)
    Bellavia

  3. questo scritto che con perizia ci invita a non perdere la memoria, mi fa venire in mente ciò che mi diceva tempo fa un amico medievalista “prova a leggere le cronache del I secolo dopo Cristo. cambia i nomi e ti sembrerà di leggere le cronache della politica di oggi”. A queste parole mi assalì una sorta di tristezza perché da allora continuo a chiedermi se mai, il nostro genere umano, potrà cambiare. quanti anni e quante anime ci vorranno?
    comunque grazie sparz!

Comments are closed.

articoli correlati

Giornalismo e politica nel Ventennio – Quando Corrado Alvaro ritrasse in punta di penna e con qualche problema Luigi Albertini, direttore del Corriere della...

di Domenico Talia    È un libricino di sole cinquantasei pagine stampato in 32°; dimensioni praticamente uguali a quelle di un...
antonio sparzani
antonio sparzani
Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato anche due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia, pubblicato presso Mimesis. Ha curato anche il carteggio tra W. Pauli e Carl Gustav Jung, pubblicato da Moretti & Vitali nel 2016. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.