In lungo e al largo

di
Anna Maria Papi
29 luglio 2010 0re 23

I lungomari. Mi piacciono i lungomari. I viali a mare.”Vada sul lungomare, poi volti a destra. Sul viale a mare forse ce lo trova”. Mi piacciono un casino i lungomari . Sia che guardino su un mare piccolo che su un mare grande. Sia che siano su un mare di destra o su un mare di sinistra. Alcuni sono a ovest. Cioè a ponente. ‘Vada a ponente che trova il lungomare.’ No, questo non lo dice più nessuno. Oppure,guardi a levante c’è un lungomare bellissimo. Neanche questo. Vada ad ovest lo dicono solo gli americani. Nei libri. Che poi chissà perchè, gli americani nei libri vanno sempre o verso ovest o verso sud. Da noi non si dice è andato verso sud sarà mezz’ora. Da noi si dice ha preso a sinistra, a destra. Generalmente da noi si dice così. Oppure da noi non si sa dove è andato. Non ce ne frega nulla dove è andato.

Da noi. Quando siamo su un lungomare, nessuno pensa: questo lungomare guarda a est. Questo lungomare sta verso levante. Già, nessuno se la fa coi punti cardinali. ‘Vai a ponente e lo trovi.’oppure :’Gira verso nord nord est poi dopo cento metri prendi a sud sud ovest. Ed è subito li, sull’angolo, dopo l’edicola, a 37° dopo l’edicola, non puoi sbagliare’. Non si dice così. Peccato. Si arriva su un lungomare e si guarda il mare. Che mare è non interessa. Dai lungomari il mare sembra sempre lo stesso. Di misura. Stessa misura. Non è che da un lungomare sull’atlantico si veda di più mare, molto di più, che da un lungomare sull’adriatico. Il mare visto dai lungomari è sempre grande uguale. L’orizzonte è lontano uguale in tutti i lungomari. Dai lungomari su un golfo, il mare non è più stretto dei lungomari su costa piatta. Pare lo stesso mare del mare che c’è sui lungomari che stanno su i golfi larghi o quelli stretti. Il lungomare sul golfo di Taranto ha lo stesso mare del golfo della Spezia. Le stesse palme. Le palmette ci sono su tutti i lungomari. Le balaustrine. Le panchine. A volte i canocchiali 50 lire. Con i canocchiali si guarda il mare. Si guarda il mare dai canocchiali del lungomare. Il mare diventa vicino. L’orizzonte diventa vicino. Poi esci dal canocchiale ed è lontano come prima. I lungomari delle cittadine sono corti. Quelli delle grandi città sono lunghissimi. I pali della luce bianchi coi riflettori. Le aiuole con le sterilizie. Gli oleandrini rotondi,le panchine,le balaustrine, i canocchiali, il ghiaino per le aiuole, le striscie gialle per la pista delle biciclette. I palazzi bianchi che ci sono su tutti i lungomari. Anche se non sono bianchi sembrano bianchi per il riflesso del mare i palazzi sui lungomari. Beati loro che stanno sul lungomare. ( Premiata Ditta Lungomari & Affini. Mi dia un tre metri di lungomare… mezzo miglio di lungomare quanto viene? I lungomari a taglio… mezz’etto, ma di quello speciale….)
Ahi se potessi comprarmi cento metri di lungomare!….
Mi piacciono un casino i lungomari. Se poi ci arrivi all’alba, se ci arrivi all’alba per caso, e non c’è nessuno ed è tutto fermo, mare, palme, palazzi, panchine, balaustrine. Mi piacciono un casino i lungomari all’alba. Ci arrivi d’improvviso all’alba e non c’è nessuno ed è tutto fermo. C’è la fermata dell’autobus con la tettoia di plastica e il cartello con gli orari. Una fermata ferma,vuota, non passa ancora. Ci sono i pali della luce fasciati dai poster. Ci sono i cassonetti, bei cassonetti bianchi da lungomare. Ci sono i semafori che parlano da soli. Rosso rosso rosso ALT! Giallo giallo giallo. VIA! Verde verde verde…verde verde verde… arbolè arbolè verde que te quiero verde …. Parlano da soli, i semafori dei lungomari all’alba. E’ tutto fermo,non c’è nessuno, la nave bianca che era davanti se ne è andata. I lampioni sono ancora accesi. L’edicola a forma di pagoda è chiusa. Ora all’alba la luce dei lampioni è verdina. Si guarda davanti, si guarda verso il mare, all’alba. Può darsi che al di là del mare ci sia la Sardegna. O che ci sia Riccione. O che ci sia Ajaccio o la Sicilia. Chi può sapere se ci sono le Baleari o Madeira. Chi lo sa cosa c’è oltre il mare? Può darsi che di fronte ci sia Tunisi o l’isola di Hiyeres. Che ci sia l’America: ‘sempre dritto verso Ovest non può sbagliare‘. O la Spagna a West West Nord o a Sud Est Patrasso e a Sud est est Costantinopoli ed a Sud Ovest le Flalkland. Scusi per favore mi dice che latitudine è ? Mi dispiace non ho la bussola. Se ne fregano dei punti cardinali. Peccato. Guardiamo l’orizzonte e pensiamo a tutti quei lungomari che non vediamo : sono tutti uguali al nostro lungomare fermo nelle luci dell’alba. Con le palme, le balaustrine, le fermate dell’autobus vuota e l’edicola chiusa a forma di pagoda. I semafori. Le panchine. Con il mare e con l’orizzonte.Tantissimi lungomari. Che ci guardano.
Mi piacciono un casino i lungomari. Col mare che è sempre uguale, in tutti, né più largo né più lungo né più piccolo né più grande. Il mare.

Post Scriptum:
Da un documento trovato in una bottiglia di Coca Cola.
Era un uomo da lungomare…….. un uomo dagli spazi lontani….oltre l’orizzonte….”

6 COMMENTS

  1. Davvero, ha colpito anche me l’indicazione geografica declinata attraverso i punti cardinali presente nei romanzi (nord)americani. In Austen e Roth se ne trovano a sfare.
    I lungomari? Bellissimi, ma solo fino al tramonto.

  2. Robbè mi mandi anche una tua chronica per questa nuova serie estiva ;”in lungo al largo?”
    effeffe

  3. La visuale che occhi di corvi e cani randagi hanno dei lungomare non è sovrapponibile a quella descritta sopra. Loro hanno latitudine e longitudine saldata all’istinto, lo stesso che rilascia lunghe scie di bava, schiumosa quanto la fame, mentre aspetta che un’onda le consegni qualcosa da mangiare, importa poco se pulsa vita o è già morte, perché alla vita la morte non schifa, quando c’è da guadagnarci un altro po’ di vita. L’oceano è diverso, lì non esiste il lungoceano, la sua vastità ne negherebbe la maneggevolezza, ma corvi e cani non ci fanno caso e aspettano con la stessa, rancorosa, pazienza.

  4. Dalla mia finestra vedevo il lungomare. Se mi svegliavo presto vedevo anche la nave bianca che arrivava da Genova.

    Poi quella nave bianca l’ho presa. Me ne sono andato. Di sera.

    E pensare che avevo sempre detto che non avrei potuto abitare una città senza (lungo) mare.
    Sono finito a Firenze, ma i lungarni – dal punto di vista di un ex abitatore di lungomari – sono misera cosa.

    Ora, sono stati proprio due cari amici: Annamaria e Effeffe, a rendere acuta la nostalgia che mi prende ogni anno, di questi tempi.
    Io normalmente la curo con un temporaneo ritorno, d’agosto.
    Ma quest’anno non posso.

    Anche l’amicizia può provocare dolori.

  5. Ma ai tuoi tempi Soldato Blu l’Arno era navigabile? Se ci sei arrivato con la nave bianca……..
    ???????????????
    Ma invece si!
    Faceva servizio ,da pescaia a pescaia,un vaporino con orchestrina, piccole piante rotonde di bosso, e tea service, bianco, dalla Pescaia di Santa Rosa a quella di Amerigo Vespucci.
    Il capitano era F.S. Fitzgerald e le belle col bocchino avevano cappelli di paglia di Firenze e ballavano…
    In un punto imprecisato tra gli anni 30 – 40

  6. A Soldato Blu,

    Il rammarico del mare, è un sentimento condiviso, per quelli hanno vissuto con il blu davanti agli occhi e il fantasma nave, con il ricordo di una musica jazz. Ma non si puo mai rubare il mare, quando possiedo
    il ricordo. Firenze nel labirinto delle terre non sembra avere con il mare, e il suo fiume è il povero fratello dell’acqua, ma se tu cammini nelle colline- cosa strana- il vento ti parla del mare, nell’orizzonte di nebbia grigio verde- in cocente mattina- il miraggio si realizza-
    Per chi ama il mare da l’infanzia, la vita non si puo togliere, gli occhi hanno la sagezza di inventare il mare dove manca.

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017