Incendi occidentali
di Viola Amarelli
I
Rovescia. Ogni canto, e spigolo
ad angolo. Urlando, da pazzo
l’isterico – in fiamme-
il vinto – a disagio
tra i sogni sgranati puliti
i sogni degli altri
II
Taglia. La corda, la rete
anche il refe. Lo spoiler spoletta
lo getta in faccia a se stesso
la sente la sete, la morte
la fame. Uscire
di gabbia.
III
Accascia. Al divano, col tonno
avanzato – la nonna alle poste
speriamo che regga – stanotte si
spara
un videogiochi, stanotte, stravecchio,
criceto ingrassato.
IV
Ricuce lo slabbro con l’amo
da pesca rovente, il filo
s’affonda alla pelle, un tatuaggio
si fissa nel vetro nel video nel vano
nel vecchio comò l’ipnosi
a tacere, nel led l’elegia, sconfitta odorosa.
V
– ombrelli, cerotti, lo vuoi un accendino?
– no, grazie, da un pezzo non fumo
– che c’entra, io neanche, ma un fuoco è importante,
accende la rabbia e brucia il marciume
– dai, grazie sai, ma lascia perdere
– ehi , bianco, fratello!! sei tu che ti perdi, non dargliela vinta
almeno un cerino
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Sono felicemente stupito dalla poliedricità di Viola, dall’uso delle diverse forme e registri espressivi. Qui ritmo e parole sono elegantemente scoppiettanti, come quei piccoli tracchi di fine d’anno che s’aprono a grappoli in un prillìo leggero e sfavillante,piacevoli all’occhio e all’udito. Altro da NOTIZIE DALLA PIZIA. E’ un nuovo libro?. Complimenti, comunque.
fredda e crudele… quanto basta. complimenti,
f.t.
[…] ehi , bianco, fratello!! sei tu che ti perdi, non dargliela vinta almeno un cerino Via Nazione Indiana This entry was posted on venerdì, 29 ottobre 2010 at 1:54 pm and tagged with incendi and posted […]
Viola sa comandare la sua lingua, ormai.
E’ una cosa che ammiro molto.
Francesco t.
Viola Amarelli ha scritto gridi, visioni di fuoco,
il vinto non è chiuso nella sua gabbia,
la poesia è fame, sete, pulsione, animale di rivolta.
Senza distanza porta il mundo com’è il mundo.
Complimenti, questa poesia mi ha sorpresa,
scossa.
Potente la poesia “sgranata” di Viola. Ti abbraccio.
PVita
il lavoro di Viola prosegue
crescendo superando distanze frontiere confini
forte e profondo
da vera poetessa
brava
un caro saluto
e al prossimo incontro
c.
Te ne stai lì, “rovesciato”, “tagliato”, “accasciato”, a volte – molto provvisoriamente, e per molto poco – “ricucito”, e arriva l’amico, ti guarda in faccia, proprio in faccia, negli occhi, i suoi molto grandi, e ti fa: “-ombrelli, cerotti, lo vuoi un accendino?”, e allora tu lo guardi, e quasi subito capisci che qualcosa non va, qualcosa non quadra – in te stesso.
E’ molto bella questa breve fuga.
Un abbraccio
ar
ritmo… non saprei proprio: se ci fermiamo all’uso della punteggiatura, può darsi: se andiamo oltre, magari no. ritmo e musicalità vanno a braccetto, qui mi pare di sentire il telegrafo. e poi, il titolo, “incendi occidentasli”, boh, può darsi: ma non son proprio convinto. personalmente salvo il paragrafo IV, il resto mi pare… boh.
belle le sequenze cinematografiche con la mescolanza e l’alternanza di voci, piaciute
“nel led l’elegia” è a alto livello, come si diceva nei bar qualche anno fa… LB