Il Sole 24ore, i poeti e la poesia

Pubblico molto volentieri questo post di Azzurra D’Agostino ed il link ad una sua lettera sulla poesia indirizzata al caporedattore del Sole 24ore. Ho chiesto ad Azzurra se potevo dare visibilità a questo su gesto su Nazione Indiana, e lei ha acconsentito, per questo la ringrazio. Del suo discorso condivido tutto, e le riconosco una pacatezza e ragionevolezza dei toni necessarie, ma che, io, ad esempio, non sarei riuscita ad avere. (f.m.)

di Azzurra D’Agostino

Il 3 ottobre scorso, dopo aver letto l’inserto domenicale del Sole 24ore, scrissi al caporedattore una lettera di protesta/richiesta. Il mio disappunto verteva sul fatto che lo spazio dedicato alla poesia, su tutti i giornali sempre molto ridotto e spesso all’acqua di rose, fosse da qualche tempo occupato dagli interventi di Davide Rondoni. Ora, la mia lettera non voleva essere un semplice attacco alla persona di Rondoni, che non conosco personalmente e che nulla mi ha fatto, bensì una riflessione che a partire da questo ampliasse un po’ il suo raggio. La presenza di Rondoni anche sul 24ore mi è sembrata insomma qualcosa su cui riflettere. Non perché Rondoni non sia degno di comparire sul più rilevante inserto culturale italiano: egli è figura controversa che non va censurata. Però avendo lui moltissimi altri spazi (tra cui la televisione), ed esprimendo spesso opinioni che comunque hanno un che di allineato a dettami di certo ortodossi (sia verso la Chiesa che verso il Governo) mi è sembrato il caso di segnalare che ci sono in Italia moltissimi altri bravi poeti di certo degni di fare riflessioni e proposte di lettura magari diverse, con altri orizzonti, e che di spazi per far sentire la loro voce ne hanno molti molti meno. Ora, le poche battute che a Rondoni sono affidate non sono in sé quello che fa la differenza, non è solo questo. Dargli o meno spazio non è infatti una questione solo di equilibrio ma proprio di concezione della cultura e della politica culturale. Dare spazio alla poesia ma soprattutto al modo di parlarne, ai temi che apre, alle questioni che solleva, è qualcosa che ha una certa rilevanza e non basta “marcare il cartellino” come se fosse indifferente il libro o i libri che si considerano, e chi li recensisce.
La mia lettera è stata di certo molto appassionata e dai toni accesi, che possono essere letti anche come offensivi, sebbene non fosse questo ciò che desideravo esprimere.
Cosa di cui mi sono scusata personalmente con lui, a cui ho chiesto che la lettera venisse recapitata e che so essere stata da lui letta – in un qualche modo infatti mi ha risposto, tranne sull’unica domanda che gli ho posto: ma Bondi come “poeta”, le piace?

Ora, penso che più che una sconosciuta come me, sarebbe doveroso ascoltare la voce e l’opinione dei poeti chiamati in causa e naturalmente anche di tutti gli altri non citati. Magari per essere smentita, per sapere se e dove sbaglio e cercare di andare più a fondo nell’analisi (mi è stato detto di essere semplicemente ideologica e banalmente anticlericale – vorrei mi si spiegasse di più, se davvero è così). Penso che quando ci sembra che qualcosa non vada sia il caso di iniziare a dirlo, e non fare finta di nulla perché tanto non è importante e niente può essere mutato e poveri noi eccetera. In questo momento mi sembra invece che tutto sia molto importante. Soprattutto sbilanciarsi.
Dunque chiederei a chi voglia farlo, di esporsi e dire se non sia il caso di pretendere che il tiro sia un po’ più alto, che il dibattito intellettuale sia più esigente e accolto nella sua complessità, complessità che non è solo un bianco e nero in cui basta dar voce una volta a un cattolico e un’altra a un comunista per aver fatto dei passi avanti arricchenti. Penso occorra molto di più e molto più andare a fondo ed entrare molto di più in crisi. Ripeto: non è Rondoni la questione, ma quello che scegliere lui o chi per lui significa.
Ringrazio per l’attenzione.

La lettera in questione può essere letta QUI.

78 COMMENTS

  1. c’è un modo per leggere la lettera per chi non è iscritto a facebook?

    (concordo, del resto, con quanto qui scritto. è una questione di “concezione”, come appunto è detto, e molto probabilmente anche di “ignoranza”: chi gestisce tali spazi, ha poi una qualche idea di quali siano le voci poetiche italiane più sostanziose, importanti?)

    un saluto,

    f.t.

  2. Sottoscrivo la richiesta di Fabio Teti.
    Il post è molto interessante e pone domande che investono una problematica cruciale. Mi pare il minimo che la lettera da cui scaturisce questa riflessione sia leggibile anche per coloro (il sottoscritto incluso) che non possiedono una pagina in facebook.
    Grazie.

  3. ecco la lettera, bellissima
    Io non sapevo manco chi fosse rondoni, mai letto nulla se dio vuole, ma che abbia prefato Bondi ed esaltato una poesia alla mamma di papi la dice lunga ;-)
    georgia

    una lettera al caporedattore dell’inserto culturale del Sole 24ore- perché siete contro la poesia?
    pubblicata da Azzurra D’agostino il giorno mercoledì 6 ottobre 2010 alle ore 21.06

    Gentile caporedattore,

    non so se è a lei che devo rivolgermi per una considerazione in merito alla sezione letteraria dell’inserto domenicale del quotidiano il sole 24 ore.

    Un tempo seguivo appassionatamente il vostro domenicale, fiduciosa che si trattasse di un prestigioso e valido strumento di approfondimento culturale italiano. Appassionata di poesia, ho sempre letto con interesse e, mi si passi il sentimentalismo, fino con gioia gli interventi e i suggerimenti di lettura proposti sull’argomento dai vostri collaboratori, a partire da Franco Loi, poeta di indubbia levatura.Negli ultimi tempi, lo spazio dedicato alla poesia continua a essere ridotto, cosa a cui siamo abituati da tutti i mezzi di comunicazione per cui non ci si fa caso, ma c’è un’aggravante. Ci sono gli interventi di Davide Rondoni. Ora, io non ho nulla da dire verso la persona, che non conosco e che ovviamente sul piano individuale non mi ha fatto nulla. Ma il suo profilo pubblico ha dei trascorsi e delle esternazioni indecenti. Non mi riferisco puramente al bieco cattolicesimo bigotto su cui lo si sente di tanto in tanto pontificare, non avrei nulla contro chi esponga riflessioni su Dio (se le sue fossero riflessioni su Dio o sui Vangeli, invece che portavoce della più squallida propaganda), figuriamoci, lo stesso Loi da me appena citato positivamente ha aspetti quasi “mistici” in merito. Credo però che cose come, non facciamo finta di non saperlo, l’aver prefatto l’orribile raccolta di disarticolate parole che ha scritto Sandro Bondi, che molto è – o non è – fuorché poeta, bastino a screditare da sé qualunque ulteriore segno critico o pseudo-critico di Rondoni. O lo ha fatto per acquisire potere – e questo un poeta approfittando della poesia non deve farlo – oppure davvero pensa che valgano qualcosa – e in questo caso non vedo come possa un redattore considerarlo un critico di poesia.Ci sono davvero dei grandi poeti tra le fila degli italiani pubblicati e poco letti, poeti che con onestà intellettuale continuano a leggere altri poeti, poeti giovani e meno giovani, aprendo con intelligenza a questioni pregnanti e a suggerimenti di lettura degni di nota. Non sto parlando quindi per puro gusto personale, non avrebbe senso: se semplicemente Rondoni “non mi piacesse” eviterei di leggere i suoi interventi e morta lì. Ma è la sua presenza sulle vostre pagine ad essere un brutto segno, di decadenza, abbruttimento e inserimento in certe dinamiche che con la poesia non c’entrano nulla, anzi: sono contro la poesia.Chiedete di scrivere a Pusterla, Villalta, Buffoni, Cappello, Mazzoni, Gualtieri, Insana, Anedda, Santagostini, Inglese, Bendetti, Fiori, Bertoni, Ferrari, Scabia, chiedetelo a tanti degli altri bravi poeti che ci sono, chiedetelo a un poeta diverso a settimana, a un critico diverso a settimana, qualcosa sulla poesia verrà fuori, qualcosa si dirà davvero che non l’arrivismo banalotto o certe riflessioni da oratorio prive di spessore che ci è toccato di leggere ultimamente dalle vostre pagine. Fare il gioco di chi non vuole altro che potere è il gioco del potere, e la poesia con questo non ha nulla a che fare.

    Dispiaciuta se i miei toni sembrano aspri, non è un attacco personale, ma stimando il vostro lavoro degno di ogni rispetto è con rispetto che vi scrivo chiedendovi di rispettare i lettori di poesia e i potenziali tali. Saranno pochi, ma ci sono. Se riterrà opportuno inoltrare questa lettera a Rondoni stesso, per me va bene, vorrei proprio che mi spiegasse cosa ha visto in testi come il blasfemo “Madre di Dio” dedicato a Rosa Bossi Berlusconi.Grazie per l’attenzione

    Azzurra D’Agostino

  4. Rondoni – con le sue opinioni allineate a Chiesa e Governo – non è in contrasto con la linea editoriale del Sole 24 Ore. È forse più “rozzo” nell’esprimerle, ma certamente non distante dal curriculum filo-dio (con eleganza, certo) del direttore Riotta (ma nessuno ricorda il suo TG1?).

    La cosa che però più mi infastidisce è l’attenzione riposta a questa testata filo-padronale, apertamente schierata con Marchionne (e Confindustria) e col suo brutale attacco ai diritti dei lavoratori. Ma davvero nessuno coglie la contraddizione tra chiedere al Sole 24 Ore l’apertura di “spazi per fare sentire la voce di altri orizzonti” e la chiusura netta degli spazi sociali che la stessa testata porta avanti?

    Vi chiedo:

    * Che tipo di spazi può aprire un quotidiano diretto da un “giornalista” che giustifica, magari tacendolo, il massacro di Gaza?
    * Che tipo di spazi – o di “civiltà intellettuale”, per tornare a una precedente discussione – può aprire una testata il cui fondo culturale è la volontà di controllo dispotico sul lavoro?
    *A quale società è organico il Sole 24 Ore?

    Prendiamone atto: viviamo ancora nella preistoria. E il Sole 24 Ore è il giornale che replica – assecondandolo con belle parole – questo tempo di clave e vampiri.Rondoni non è un corpo estraneo.

    [A scanso di equivoci, e prevenendo l’accusa di disfattismo, faccio presente che: 1) Socialmente disfattista è la Fiat e la sua politica industriale. 2) Culturalmente disfattista è la Fiat e la sua politica culturale. Prosit]

    NeGa

  5. Georgia, ti ringrazio.

    è impossibile non sottoscrivere la lettera di D’Agostino; una cosa che andava scritta, ed è bene che si sia fatto su toni nient’affatto ideologici o esasperati – se la replica s’è appuntata sull’ideologia, è perché, a tutti gli effetti, non c’è possibilità di replica a queste (educatissime, e giuste) parole.

  6. non avevo letto l’intervento di Gambula. Ovviamente, uscendo dalla fattispecie della lettera di D’Agostino, i problemi e le contraddizioni a monte sono proprio quelli che cita (ed ecco perché è difficile sorprendersi degli spazi concessi a Rondoni).

  7. Cari tutti, scusate, torno ora. La lettera dovrebbe essere visibile a tutti… (ma forse io e Azzurra non siamo molto pratiche). Ringrazio tanto Georgia per averla riportata nei commenti poi torno a dire la mia.

  8. Grazie Francesca e ancor più grazie ad Azzurra.

    La questione più generale, che va ben al di là del caso Rondoni – certo esemplare – è questa: nel campo della narrativa, si può almeno dire: si parla di questo autore perché vende. Il criterio “commerciale” non è certo il più affidabile, ma almeno poggia su qualcosa di impersonale. La poesia invece è trattata, nei limitati spazi culturali che ancora possiede, come faccenda di totale arbitrio. Lo si è detto spesso. Ma ripetiamolo. I criteri di scelta, che determinano una qualche visibilità, per i poeti sono assolutamente imprevedibili, privatissimi, capricciosi. Forse mi sbaglio, ma allmeno la legge del mercato obbliga la narrativa a riconoscersi in un campo relativamente omogeneo. In poesia, tolti una rosa di poeti sui sessant’anni che godono di un generale consenso, si apre un arcipelago, un mondo di localismi e insularità tremendo. Anche se, va pur riconosciuto, che esistono anche realtà aggreganti: certi blog, certi festival, ecc.

  9. Caro NG – tutto quello che dici è per me condivisible e capisco la contraddizione – però ne vedo anche un’altra che mi fa ritenere una presa di posizione ANCHE partendo dal Sole24ore necessaria almeno come primo passo. Parlando con varie persone che magari della poesia non sanno nulla (che leggono narrativa, o ascoltano musica indie o sono forti cinefili e che semplicemente sono curiose), parlando insomma con la gente e chiedendo cosa pensa di questo giornale la risposta è sempre la solita. L’inserto domenicale lo leggono anche se la loro posizione politica e sociale è differente, questo giornale ha un impatto, un pubblico pure variegato, una diffusione.
    Personalmente: non credo che questo tipo di giornale (ma quale tipo di giornale?) possa aprire gli spazi richiesti. Non credo nemmeno che questo tipo di giornale possa rispondere decentemente alle richieste che appoggio in pieno di Azzurra. E infine non credo che una lettera del genere abbia come scopo quello di far cambiare la linea editoriale del Sole (sarebbe splendido, ma il paese di Utopia è lontano) – però ha la dignità di dire un pensiero condiviso, di sollevare una questione importante di chiedere uno schieramento – necessario ai tanti che non apprezzano certe scelte, certi modi di agire, ma tacciono o per l’appunto si rifugiano nel sotto-sotto circolo culturale, facendo anche magari qualcosa di bellissimo, ma che non riesce ad arrivare. Il punto insomma per me ora, come siamo messi, non è cambiare le cose (figurati la stampa….), ma DIRE. Io non avrei mai saputo dire quello che ha detto Azzurra perchè mi ribolle il sangue e credo invece nella necessità della ragionevolezza, per cui la ringrazio, ancora.

  10. come spesso gli succede, stando almeno a quanto leggo in questo spazio, ng si rivela una delle poche menti ancora pensanti in circolazione

  11. E infine non credo che una lettera del genere abbia come scopo quello di far cambiare la linea editoriale del Sole (sarebbe splendido, ma il paese di Utopia è lontano)

    maria
    ma la linea editoriale del sole non la può cambiare nessuno essendo il giornale di Confindustria

  12. sì, Maria, su questo non ci piove, mi sembra. e dunque facciamo come se non avesse importanza?

    riporto quello che scrive Andrea

    “In poesia, tolti una rosa di poeti sui sessant’anni che godono di un generale consenso, si apre un arcipelago, un mondo di localismi e insularità tremendo.”

    Che è qualcosa su cui pensare, molto.

  13. anch’io leggo sempre con attenzione @ng, spesso condivido, ma le stesse cose che dice del Sole si potrebbero dire della Stampa, che appartiene direttamente alla Fiat, anche se pare se ne voglia liberare, del Corriere, di Repubblica, sono tutti giornali di proprietà di gruppi finanziari, se non direttamente industriali, sono giornali del capitale.

    Il Sole24ore non è filo-padronale, è padronale tout-court.

    O si ha la forza, culturale ed economica, di fondare un giornale libero o non la si ha. Esclusi i giornali palesemente indecenti, gli spazi cartacei che offrono visibilità – nicchie a parte, che di solito non la offrono – e che sono letti trasversalmente, sono questi.
    Poi certo, ci sono le catacombe.
    E poi, scusate, io credo che quando apriamo un giornale e leggiamo la sua pagina culturale, sappiamo sempre quale giornale abbiamo in mano, se non altro perché nessuno di questi giornali è a diffusione veramente popolare. Soprattutto oggi.

  14. Mi sembra un bell’ esempio di cultura del piagnisteo. Frigna oggi, frigna domani, qualcosa ne uscirà.

    A quando una bella protesta per rimuovere l’ inamovibile Massarenti che da decenni occupa le pagine di “scienza e filosofia” imbevendole del suo impudico “materialismo scientista”? Proprio lui, ancora lui, onnipresente. Chi si offre per un chiassoso capriccetto via mail? Ma che sia pieno di punti e virgola!

    A dire il vero nello sfogo più che la preoccupazione di un poeta vedo la solita politichetta che per dimenticare le proprie miserie si traveste da cultura (il terrificante Augias è dietro l’ angolo). Peccato ci si sia serviti nella sartoria dell’ Imperatore. Vabbè, anche per oggi siamo saliti per un quarto d’ ora in montagna e abbiamo fatto la nostra cripto-resistenza contro Chiesa&Regime. Ora torniamo piuttosto alle nostre pastasciutte.

  15. Non posso che quotare sia Teti che Inglese.
    E sottoscrivere la lettera di Azzurra D’Agostino.
    Forse sarebbe giusto riappropriarci di certi spazi, come quelli dei quotidiani, e essere più attivi sul piano di una ‘militanza poetica’.

  16. A parte la linea del Sole 24ore sulla cultura, che non so se sia univoca (e non credo in fondo, visto che non lo è nemmeno quella dei bollettini propagandistici e di ricatto della destra), il problema riguarda anche le cosiddette testate della sinistra, perché l’imperativo comune è: chiamiamo chi è famoso, chi ha un nome, e non ce ne frega niente degli sperimentatori e ricercatori. Da Fazio per esempiio appena Veltroni scrive la lista della spesa eccolo superospite, insieme a Bocelli, Baglioni, i vincitori dello Strega, tutta gente così. Ve li scordate i poeti, i narratori che riflettono sul romanzo o lo stile o chessoio.

  17. francesca,

    importanza ha importanza, e bene ha fatto azzurra a scrivere la sua lettera e tu a riportarla, però ecco trovo un po’ bizzarro tutte le volte andare a ricercare cosa sia o non sia dei padroni, viviamo in un regime capitalistico e tutto ci riporta al capitale comunque declinato.

    Recensire Bondi è cosa indegna e ci fa però comprendere che non esiste inserto talmente ben fatto dal punto di vista culturale che non debba pagare pegno prima o poi. E il prestigioso domenicale non fa eccezione.

    Quindi ognuno scriva dove vuole, faccia le sue scelte, senza bisogno di giustificare nulla o fare graduatorie di qualità sulla liceità di queste scelte, Libero no, Il domenicale sì, tanto per riferirsi a temi che nazione indiana ha affrontato negli ultimi tempi.

    maria

  18. Da Fazio c’è andato Sanguineti (fu una cosa tragica, sembrava il cane giocattolo che si mette in auto, con la testa a molla che dice “si si”)

  19. Ma lo spazio di Fazio per sua natura rende tutti abbastanza insulsi e probabilmente in studio si saranno chiesti chi era quel signore dal grande naso al di là delle sue parole

  20. La lettera di Azzurra la sottoscrivo, come anche fatto altrove, appieno, e così quanto segnala Andrea Inglese.

    Effettivamente a parlare di un dato poeta -a meno che non sia morto o che non sia vivente ma pubblicato da una Major- sono pochissimi e con spazi esigui, esiguità che richiederebbe comunque obbiettività e non clientelismo o nepotismo.
    Ma se interrogate il 90% dei critici letterari, questi risponderanno che non affrontano la poesia (o più spesso non ne leggono affatto)

    La critica letteraria fatta dalla maggioranza dei critici, non affronta la poesia perchè non ha alcuna arma per farlo: fronteggiano un linguaggio che non capiscono, quindi si autoesonerano (anche se qualche eccezione c’è, tipo Massimo Raffaeli, capace e attento)
    Resta quindi che siano i poeti a parlare dei poeti e qui si torna a bomba all’argomento della lettera di Azzurra.

    Che dire del blog di Poesia di Ottavio Rossani sul Corriere della Sera?
    Rossani scrive poesia e ne legge parecchia.
    Potrebbe fare un lavoro egregio e su una piattaforma che seppur web è di pregio (è pur sempre una testata nazionale). Il risultato è (molto spesso) mediocre, per forma e contenuto.
    Il parallelo con l’operato di Rondoni sull’inserto domenicale del Sole24ore è immediato.

    La testata (in questo caso giornale) ha uno spazio da riempire e lo affida a Mr. X
    Lo spazio è riempito.
    Il punto di vista della Testata è che lo spazio da riempire è riempito e con puntualità.
    Il direttore di testata altresì, dubito MOLTOseriamente che abbia conoscenza del mondo della poesia. E cosi accade che affidi lo spazio da riempire a qualcuno che consoce (?) o che gli viene consigliato/suggerito. Nel bene o nel male.

    Auspico un cambio di rotta, sia del Sole24ore con -non dico più spazi- ma almeno una più alta qualità (come c’è per altri articoli) che in Rondoni.
    Se questi è capace di responsabilizzarsi per scrivere seriamente bene, che prosegua in quanto è la rubrica in essere.
    (Vale anche per Rossani al Corsera blog)
    Altrimenti che venga sostituito.

    Non aspettatevi però che il Sole24ore valuti e legga invii fatti da Signori poeti sconosciuti perchè gli interventi/recensioni trovino spazio.
    Non credo abbiano tempi, mezzi e competenza (o anche solo voglia) per farlo.

  21. Possiamo separare le due questioni?

    Prima questione: la scarsità di spazi a disposizione della poesia. È una realtà evidente. Solo che a me – e sottolineo “a me” – non interessa tutta la poesia, ma solo una parte di essa, per altro già di suo, per la sua stessa qualità, limitata. Non mi interessa, insomma, un’idea di poesia astratta, e non tutte le poesie si equivalgono. Di riflesso, mi viene da chiedere: qualora si aprissero questi spazi, chi stabilisce qual è la poesia che ci entrerebbe di diritto? Perché Bertoni si – poniamo – e un altro poeta no? Tutto sarebbe demandato alla bontà – ai gusti, alle scelte, alle “marchette” – di chi, entrato in quegli spazi, ne va a gestisce l’apparizione. Siamo sempre nel campo della parzialità, pari, almeno in astratto, a quella di Rondoni. Insomma, siamo così sicuri che l’apertura di spazi equivale alla circuitazione di buona poesia?

    Seconda questione: la natura della testata. Io trovo normale – e sottolineo “io” – evitare ogni vicinanza con chi propone una civiltà avversa alla civiltà. Si chiamino Libero, Stampa o Sole 24 Ore. Circolazione di ideologia e circolazione di cultura non sono distinguibili. C’è identità sostanziale tra le forme della cultura dominante – sì, dominante – e la fabbricazione di idealità, soprattutto se condividono lo stesso medium. Non è un’identità che riguarda i singoli testi – articoli o poesie che siano – ma che riguarda l’ambiente: la testata ha la necessità di affermarsi in quanto “testata” dotata di una certa strategia comunicativa ed è disponibile ad accogliere, al suo interno, chiunque non ne mini l’essenza. I singoli testi sono quindi funzionali al “sistema”. E ciò al di là di ogni volontà individuale.

    Domanda di sintesi: poniamo il caso di un dirigente Fiom – o di un semplice militante comunista (sì, comunista) – che è anche poeta e critico letterario. Quale testata, tra quelle nominate, gli proporrebbe una collaborazione? Se in lui non c’è separatezza tra la militanza e la poesia*, nessuna (né lui andrebbe a chiederla). Se, invece, l’istinto alla trasformazione – al porsi al di là delle forme del dominio – non lo riguarda in quanto poeta o critico, allora le porte possono aprirsi. Un individuo scisso in se stesso è il testimonial migliore della macchina comunicativa contemporanea.

    No, le due questioni non sono separabili.

    [Attenzione: io – e sottolineo “io” – non collaborerei con quelle testate. Non giudico chi lo fa, né faccio propaganda per non farlo. Mi infastidisce però chi, facendolo, lancia appelli – da quelli che sono schermi ideologici precisi – alla libertà o alla civiltà o anche solo alla verità. Mi pare un giocare barando …]

    * Mi riferisco non a un generico contenutismo, ma alla militanza nei segni.

    Nevio Gàmbula

  22. Alborghetti non sei abbastanza cinico e -come agli altri intervenuti- ti sfugge il punto su Sole 24 Ore e dintorni “padronali”. Ti dico quello che mi ha riferito un noto giornalista che scrive di scienza & dintorni e si e’ fatto portavoce della poesia per maggiore considerazione sul suo medium. Gli hanno risposto papale papale che e’ roba moscia, morta, da minorati sociali e falliti di tutte le risme. Il giornalista si e’ indignato, ma gli ho fatto notare che la poesia ha un senso storico/sociale proprio in quell’accezione “minorata” che oggi la taglia fuori, assieme a tutti gli altri minorati del sistema turbocapitalistico nel quale viviamo (cioe’ essenzialmente quasi tutti).

  23. E aggiungo che condivido Gambula nell’approccio antagonista ai media “padronali”. Il punto e’ che da anni questo ed altri siti sono pienamente dentro un certo tipo di polemica (dentro/fuori il sistema corrente?) che ha sostanzialmente validato il sistema stesso: soprattutto i narratori ci sono dentro fino al collo, vista la ancora possibile vendibilita’ della prosa di genere. E molti poeti sono diventati quindi narratori o hanno annacquato la loro poesia al gusto lirico/narrativo che ha qualche chance di venire ripreso da quei media.

  24. concordo con le osservazioni di ng.

    aggiungo: ma perché le recensioni di poesia su il manifesto e su la repubblica sono meglio? tra quattro gatti e un cane non c’è molta differenza.

    nubar

  25. completamente in sintonia con il fu :) che quota nega che ringrazio di aver conosciuto grazie a questo sito pienamente dentro un certo tipo di polemica che ha sostanzialmente validato il sistema stesso :)
    credo che essenziale sia la domanda più che la risposta e le domande che si pone nega, per io, sono domande essenziali
    molti baci
    la fu

  26. @Teti, Fard, il Fu, La Fu, Nubar

    Bisognerebbe vi sforzaste di spiegare perché siete d’accordo con NG, con il quale ovviamente sono d’accordo pur’io che mi sono spiegato su questo altre volte. Ma sarebbe anche bello battere ulteriormente la pista di NG, approfondirla, spiegare che la banana, attraverso le pratiche culturali bunga bunga della confindustria, finisce sempre nello stesso bicchiere.

  27. per larry

    amò?! :)
    è possibile essere amati senza dover spiegare?
    è possibile fidarsi senza dover argomentare?
    è possibile ricominciare sempre da capo?
    sì è possibile ma io sono stremata :)

    in verità non ci credo
    baci
    la fu

  28. La rubrica di poesia del Sole24ore ha, molto semplicemente, un valore storico, un po’ come la posta del cuore di Natalia Aspesi sul venerdì di Repubblica.

    Questo post è una lettera aperta di una lettrice specifica (lettera firmata) a un giornale specifico. Io non mi addentrerei dentro interrogativi molto generali.

    Il caso vuole che a casa mia entri quotidianamente una copia del Sole 24 ore. Lo compra mio padre. Ci tengo a precisarlo. Come ci tengo a precisare che il signor Simonelli Senior non lo compra affatto per la rubrica di Rondoni. Rimarrei veramente stupito se egli sapesse chi è Davide Rondoni.

    Io associo inevitabilmente il nome Davide Rondoni ad alcune dichiarazioni polemiche che furono accolte dalla rivista Atelier circa dodici o tredici anni fa. Credo di averne ancora dei numeri in soffitta. Ricordo che si trattava di un suo parere sul giornalismo letterario. Ci furono un sacco di rettifiche sue, fu concesso ampio diritto di replica. Ma ogni volta che egli precisava il suo concetto mi sembrava scivolasse in una posizione sempre più imbarazzante.

    Alcune sue dichiarazioni pubbliche recenti in occasione di una presentazione pubblica non mi hanno affatto convinto: ho avuto la spiacevole impressione che non fosse una coerenza critica a muovere il suo operato, quanto una sorta di invasamento mistico/prosciuttesco che mi ha vagamente ricordato Lucia Ocone nel personaggio di Veronika.

    Come a dire: “Amica mia, quest’oggi ti voglio vendere poetò, dice: e che ci fai con poetò? Ce scrivo ‘e poèsie!”

    Ovviamente, ciò che per me è imbarazzante per qualcun altro invece può essere un vanto. Ci sono persone che amano praticare il naturismo e altre a cui non piace.

    In questo clima da codacons, io ammiro molto il gusto, il garbo e soprattutto la signorilità con cui Azzurra d’Agostino esprime pubblicamente le sue critiche al suddetto organo di informazione.

    Un redattore, in genere, riceve dai lettori lettere di protesta. Stile le “Lette al direttore” della Mosca su Gente. Ma è davvero raro che un lettore offra dei consigli pratici per migliorare, dal suo punto di vista, una modalità di approfondimento giornalistico.

  29. son d’accordo con marco. l’inserto del sole, giornale altrimenti per me/noi non interessante, è sempre stato molto serio e affidabile culturalmente, soprattutto per le recensioni. ragion per cui azzurra ha fatto benissimo a mandare quella lettera, che sottoscrivo pienamente. anzi, è stata fin troppo educata e possibilista. effettivamente la militanza poetica è, oggi più che mai, necessaria. è necessario prendere posizione, schierarsi nettamente, anche a causa della vastità dell’arcipelago di cui parla andrea inglese. proprio perché vasto e dai confini caoticamente slabbrati, sarebbe opportuno che si delineassero chiaramente linee di tendenza, senza il timore della lite, senza il volemose bene collettivo, che perlopiù porta ad un ipocrita appianamento: a tutti va bene la poesia di tutti – tanto siamo una piccola collettività di sfigati, almeno non facciamoci del male tra di noi… si pensa – e invece ci vorrebbe più coraggio, non solo nel difendere le proprie scelte stilistico-ideologiche ma nel confutare quelle altrui!

  30. c’è un equivoco di fondo
    la poesia è un genere o uno stile, uno stile di vita, intendo?
    chi è poeta?
    emili risponde così
    fu questo un poeta – colui che distilla un senso sorprendente da ordinari significati, essenze così immense da specie familiari morte alla nostra porta
    che stupore ci assale perchè non fummmo noi a fermarle per primi.
    rivelatore di immagini, è lui, il Poeta, a condannarci per contrasto ad una illimitata povertà. della sua parte ignaro, tanto che il furto non lo turberebbe, è per se stesso un tesoro inviolabile al tempo

    “specie familiari morte alla nostra porta” , la porta della nostra civiltà o della nostra umanità? e quindi delle civiltà passate, presenti e temo future?

    ma questa folgorazione può essere relegata in uno spazio tutto suo scisso dal reale o addirittura infilata a “margine” di un reale orribile quale in questo caso il pensiero che fa da sfondo, al sole 24 che usa parole morte, morte alla nostra porta?

    saremo sempre condannati a questa schizofrenia che relega la poesia in un genere e non si fa mai “Vita”
    non si può leggere un articolo, putacaso, di finanza e “comprenderlo” se non hai dentro questo “sentire”
    questo…”nessuno sa quanto si estenda la sua disperazione. come per una strada senza meta il viaggiatore avanza un solo miglio alla volta, senza saper la distanza, e non si accorge che il sole scende sul suo cammino,
    così non sa valutare il dolore chi ne è appena all’inizio.
    la sua ignoranza è l’angelo che gli fa da pilota.”

    non puoi cambiare la realtà se non l’hai prima sublimata
    ecco, io credo che la mortadella e la poesia debbano darsi la mano, si debbano fidare, e credo che solo in questo modo la bellezza potrà salvare il mondo, potrà salvarci

    ovviamente ci credo ma non ci spero
    io mi sono capita
    molti baci
    la fu

  31. Massino abbia pazienza: mi sono sforzato da vivo, anche su questo sito (anni e anni di commenti poi finiti in stupidaire). Ho realizzato che e’ tutta una gran commedia, che questi sono dei tir di marzapane e che altrove ci si picchia per davvero ma gira pure qualche soldino. Mi sono dunque trasferito. Saluti postumi a lei e alla sempre arzilla fu.

  32. però, @funambula, ci vorrebbe qualche passaggio in più per farci capire perché il sole24ore no e Cioran l’antisemita, il nazionalista simpatizzante di Codreanu e della Guardia di ferro sì.
    Forse potrebbe aiutare a capire non solo te a te stessa, ma te agli altri.

    Era giovane, quando ha aderito alla Guardia di ferro, d’accordo, e poi io preferisco capire il pensiero che condannarlo, ma c’è qualcosa che mi lascia perplessa in questi entusiasmi e in queste censure.

  33. che palle alcor! :)
    lui si è pentito, pentitoooooooooooooooooo, vergognatooooooooooooo
    fidati!
    “leggilo” se vuoi
    e ha fatto del suo pentimento un “capolavoro” che coincide con la sua vita
    cara alcor tu mi vuoi un po’ di bene?
    non mi pare perchè non ti sforzi minimamente di capirmi :)
    un bacio
    la fu

    ps io non sono entusiasta, io aborro il culto della personalità, io amo i tentativi di “onestà” :)

  34. perchè poi alcor queste obiezioni che fai a me non le fai ad autori sublimi della letteratura passata e presente?
    emili era una visonaria che si è confinata in una stanza a vita perchè lei ha osato “vivere”
    lei era di famiglia benestante, molto benestante e si è permessa il lusso di “entusiasmi” e “censure” sublimi, partoriti in una non vita, se per vita si intende la vita “attiva.”
    fosse stata povera l’avrebbero confinata in un manicomio
    fosse stata ricca ma improducente l’avrebbero “curata”
    vuoi farmi rinchiudere solo perchè non sono emili, ma però sono benestante? :)
    cosa dovrei spiegare? il mio sguardo e il mio sentire ti lasciano perplessa? e poi è da un bel po’ che ci “frequentiamo” ed io, non per vantarmi, ci ho il colpo d’occhio
    io cerco solo con divisione, se lo trovo sono “felice” se non lo trovo pace amen, cerco di abbracciarmi e baciarmi da sola :)
    tanti baci
    la fu

  35. un’ ultima cosa per il fu
    arzilla tua sorella :)
    bella manza è stato uno dei più bei “complimenti” che abbia mai ricevuto in vita mia :)
    bacio
    la fu

  36. se penso che su gazeta wyborcza una rubrica di poesia era tenuta da Wislawa Szymborska!
    brava ale ad aver incitato alla riscossa i Poeti
    molto meglio il Festa Reading Collettivo di Poesia a villa pallavicini di qualche ottobre fa
    buona poesia brave persone come te
    cose pure semplici come proprio la poesia
    un caro saluto
    c.

  37. Gent.mi
    è difficile discutere con chi innanzitutto ti accusa di avere posizioni “indecenti” come fa la Sig.ra D’Agostino. Indecenti ? E di cosa sta parlando ? Mi pare dunque che qualcosa di pregiudiziale ci sia, oltre al fatto che su quell’inserto di poesia scrivono in parecchi e con spazi ben più larghi spesso del mio, offerto dall’allora direttore Chiaberge (Loi, Boitani, e altri). Probabilmente non avendo letto quasi nulla di mio mi bolla come vicino ai “dettami” di Chiesa e Governo (se lei leggesse i miei articoli anche su Il sole quotidiano si accorgerà che vero non è, comprese le dure critiche rivolte al sig. Bondi, che, quando non era ministro mi chiese, come fanno in tanti, una nota di accompagnamento al suo tentativo di poesia, di cui scrissi -va letta quella prefazione prima di farne una mannaia ideologica- pregi e difetti). Ho fatto note di prefazione a gente di ogni genere, di ogni orientamento e di ogni partito. Cercando di valorizzare il valorizzabile, che c’è da ogni parte. Ma evidentemente è questa libertà che sgomenta gli schematici e gli ideologici di ogni razza sempre pronti. Mi dolgo di vederne qui sfogarsi alcuni, come se attaccare la mia rubricehtta di quindici righe dopo avermi apposto etichette comode per la loro recita fosse una grande battaglia. mentre è ben più arduo scrivere possibilmente bei libri, entrare in merito a problemi seri (nessuno ha visto i miei interventi e libri sulla letteratura a scuola editi da Il saggiatore?), usare con serietà gli spazi di divulgazione su gionali e tv, e non fermarsi alle etichette di comodo. Mi pareva doveroso precisare in modo che la discussione -se è tale- prosegua tenendo conto delle cose come stanno e non dei pregiudizi. Che sono il sale della censura e della banalità.
    Grazie, spero che Francesca così entusiasta della letterina della sig.ra dia spazio a questa piccola nota di risposta.

  38. gentilissimo davide rondoni, non credo che lei venga attaccato in base a pregiudizi politici ma in base a post-giudizi poetici.
    Il fatto che non le fa onore non è tanto l’aver prefato un governativo doc e prono, ma aver prefato le poesie di un non poeta :-). Ammetterà che la letterina della sig.ra Azzurra D’Agostino (amante della posesia) sia non solo legittima ma anche doverosa.
    Visto che (N.A.T.U.R.A.L.M.E.N.T.E) viene dato spazio qui alla sua piccola nota di risposta, spero che domani lei darà spazio sul Sole alla letterina della sig.ra Azzurra D’Agostino, altrimenti avremo tutti chiaro dove stia il sale della censura e della banalità
    geo

  39. Davide, davide, Davide…
    Fare la prefazione allo psudolibro di pseudo poesie di bondi è indecente. non c’è pregiudizio, ma giudizio in questa affermazione. Perché poi non ammettere, innanzitutto con se stessi, che certe cose si fanno per amore del potere e non della poesia? Altrimenti bisognerebbe ammettere di non capire che quella di Bondi è annoverabile fra le grandi quantità di spazzatura scritta che in Italia – paese dove son tutti poeti, com’è noto – viene quatidianamente pubblicata. Questo lo sappiamo tutti, tutti riceviamo questi quintali di spazzatura stampata. E non è vero che c’è del buono ovunque, non è vero. Scrivere è prendersi anche delle responsabilità stilistiche e prefare è anche prendersi delle responsabilità di giudizio. Io poi sono assollutamente a favore delle prese di posizione politiche quando si fa cultura, specialmente in Italia e specialmente in Italia oggi. Basta col dire c’è del buono ovunque e c’è spazio per tutti: non è giusto! Dovrbbe esserci spazio per il dibattito invece tu, molto allitaliana, sai solo controbattere accusando di essere vittima di pregiudizi. Azzurra D’Agiostino non ti ha mancato di rispetto affatto e il post di Francesca Matteoni ha solo inteso aprire un dibattito. Che poi purtroppo i dibattiti on line – compeso questo – prendano anche delle derive insulse, questo è in effetti un fastidioso limite del mezzo.

  40. Mi chiedo come mai il mio commento non sia apparso, lo rinvio

    gentilissimo davide rondoni, non credo che lei venga attaccato in base a pregiudizi politici ma in base a post-giudizi poetici.
    Il fatto che non le fa onore non è tanto l’aver prefato un governativo doc e prono, ma aver prefato le poesie di un non poeta :-). Ammetterà che la letterina della sig.ra Azzurra D’Agostino (amante della posesia) sia non solo legittima ma anche doverosa.
    Visto che (N.A.T.U.R.A.L.M.E.N.T.E) viene dato spazio qui alla sua piccola nota di risposta, spero che domani lei darà spazio sul Sole alla letterina della sig.ra Azzurra D’Agostino, altrimenti avremo tutti chiaro dove stia il sale della censura e della banalità
    Geo

  41. Grazie a Rosaria per aver sottolineato una cosa fondamentale: l’idea di libertà non coincide con quella di ecumenicità, assolutamente, o con il valorizzare il buono in tutti… un pensiero di moda, oggi, pare – mentre semplicemente ci sono cose che non possono essere valorizzate.

    Questo è un luogo aperto e democratico (e la possibilità del dissenso fa parte della democrazia almeno nei paesi civili, con un’idea di stato), per cui lo spazio c’è per la letterina di Azzurra D’Agostino, che non credo abbia trovato ospitalità sulle pagine del Sole, per dire, che per il commentino di Davide Rondoni.

    Riguardo al: qualcuno ha letto i miei libri etc. qui si sta parlando non di quello, ma appunto della “rubrichetta” su un quotidiano letto da una bella fetta di popolazione, che dubito prenda la rubrichetta come spot per i libri di Rondoni. Come se io, accusata di avere un’auto che inquina in modo pestilenziale, rispondessi: ehi, ma vuoi vedere il mio giardino inglese?

    Riguardo alla prefazione al libro di Bondi, io non avrei prefato nemmeno le poesie di Vendola, se è per questo, nemmeno per dirgli: Vendola le tue poesie fanno pena. (E Vendola politicamente è ciò che più si avvicina alla mia parte).

    Del resto su questo il dibattito era già stato aperto qui:

    http://www.absolutepoetry.org/RONDONI-ci-dica-QUALE-tradizione

    Sono in partenza e torno lunedì pomeriggio, quando spero di poter rispondere meglio a tutti.

  42. naturalmente parlo del mio commento fantasma scritto dopo quello di rondoni che (ahi ahi) non è ancora apparso qui sicuramente solo per disguido tecnico e che per ora ho postato nel mio blog …

  43. rosaria
    indichi, la prego, le derive insulse

    la corrente era troppo forte, mai il presente era stato un oceano solenne fuori da ogni tempo, eppur bisognava tentare di cercare l’uscita

    … e se “fallirono” avranno almeno avuto per consolazione lo slancio del desiderio@nega

    molti baci
    la fu

  44. se andassimo a vedere le ragioni per cui i prefatori di poesia prefanno i libri di poesia non credo che potremmo, in media, trovare motivi molto più nobili di quelli che qui si ascrivono al rondoni prefatore di bondi. per quanto siano vere e verosimili, io trovo che la decenza e l’intelligenza imporrebbero (o meglio consiglierebbero) di tenere privati i giudizi sulle intenzioni di altri esseri umani (sempre insondabili, essenzialmente), o almeno di esprimerle in modo più attenuato. lo stesso vale a mio avviso per il poeta bondi. per quanto il cuore e la mente ci possano dire che egli è “il peggior poetà dell’umanità”, sarebbe bene ricordare che in poesia non vige un criterio di qualità così tranchant come quello presupposto da un tale giudizio, e che pertanto anche questo tipo di giudizio andrebbe meglio tenuto per sé, o per il proprio privato.

    ciao,
    nubar

  45. Grazie ad Azzurra per la lettera e Francesca per la riproposizione. E a Simonelli per la visione del “Poetò”.

  46. Bisognerebbe, dal Bondolizer, tirar fuori un’intera raccolta e tentare persino di recensirla. Questa volta, almeno, sarebbe soltanto per gioco.

  47. A Rondoni, di cui ammiro l’olimpico intervento, posso solo ricordare che non si può avere il Bondi contento e il poeta convinto; egli può forse convincere Bondi che noi condanniamo la sua prefazione per pregiudizio politico, ma non può convincere noi che Bondi era un poeta, tra gli altri, da prefare.

    (Qualche svantaggino, lo stare a corte, dovrà pur darlo.)

  48. una cosa va detta :-): almeno libero non gli ha mai cambiato una virgola (cosa che nori ha sempre affermato), e dobbiamo ammetterlo NON E’ COSA DA POCO (forse sarà solo merito del responsabile culturale? vassapè)

  49. dovremmo mettere il bottone ‘like’ sotto i commenti, come su facebook. l’ultimo di inglese ho il sospetto che avrebbe già accumulato parecchi consensi :-D
    (lo quoto tutto, ovviamente)

  50. ora ci mancherebbe anche l’orribile pulsante di facebook :-), così il crampo della cragione arriverebbe allo spasimo insostenible :-)
    geo

  51. Nubar non giriamo attorno alla questione: Rondoni ha fatto la prefazione di Bondi solo perché ministro. Se avessi chiesto io a Rondoni di fare la prefazione al mio libro di certo mi avrebbe mandato a quel paese. Bondi è Bondi e noi non siamo un cazzo.

  52. meno spazio per la poesia… beh la poesia è rara, quindi ha bisogno di pochissimo spazio, pertanto io il problema proprio non lo vedo.
    L’Ippica è un’alternativa a occupare quegli spazi che altrimenti possono essere della poesia: sennò, manco a li cani.

  53. cassano, mi scrivi:

    “Nubar non giriamo attorno alla questione: Rondoni ha fatto la prefazione di Bondi solo perché ministro. Se avessi chiesto io a Rondoni di fare la prefazione al mio libro di certo mi avrebbe mandato a quel paese. Bondi è Bondi e noi non siamo un cazzo.”

    ma a volte girare intorno alla questione fa bene, per guadagnare un po’ di prospettiva, anche senza negare la validità della questione. rondoni dici fa la prefazione a bondi perché bondi è importante e non la fa a te perché non sei un cazzo. diciamo che è vero (anche se le intenzioni di rondoni ci rimangono imperscrutabili e stiamo solo ipotizzando). a quanti altri che non sono bondi e non sono ministri rondoni fa la prefazione? a quanti altri come te non la fa? e perché fa così? quanti altri poeti e critici come rondoni fanno la prefazione a X ma non a Y per motivi che esulano dal valore letterario (percepito)? semplicemente questo il mio rilievo. diciamo una osservazione marginale. e sulla stessa linea: sono molto più ricche pulite e ad ampio spettro le recensioni di poesia su la repubblica e su il manifesto e altre testate?

    nubar ach.

  54. La risposta della canzone

    Bondi ha scritto anche poesie
    I poeti che brutte creature
    Credo che la citazione renda
    anche se le rime non sono mie
    E comunque pare che venda

    Ardente innovatore
    Muto sorriso
    Valvola fotovoltaica
    Occhi di Minerva
    Gioioso cocomero
    apodittico incantatore
    voce tersa, luminosa
    la creatura è il creatore

  55. Caro/a Nubar, credimi, di solito sono meno risoluto e convinto di quel che dico e giro più e più volte attorno ad una questione. Ma quando leggo

    “A Bobo Calderoli”

    Desiderio mite
    veltro pugnace
    accordo dell’addio
    malinconica reliquia
    agnizione dei Beni Culturali
    esorcismo dell’addio
    nelle tue mani devozione di salvezza

    oppure

    “A Francesco Apicella in Berlusconi”

    Ingannevole castità
    solitudine del soccorso.
    Animo rinfoltito.
    Disvelato padre
    Monna Lisa d’arancio.
    Sul tuo grembo ingannevole pane
    abbandono vitale.

    e poi associo questa roba al ministro della cultura, mi convinco di essere nel giusto.

  56. Bondi a parte (eh), chi legge poesia con passione, così come chi la scrive con studio e dedizione, evita, o mal digerisce, il pezzo domenicale di Rondoni perché, io credo, 1) non gradisce troppa retorica sul senso della poesia, 2) non vi trova riflessioni critiche e intellettuali di un qualche respiro (o le trova compromesse col potere, come qui già ampiamente notato), 3) difficilmente vi scopre poeti e libri nuovi o poco noti.
    I lettori navigati e i poeti più talentuosi, mettiamoci anche gli aspiranti tali, sanno che il discorso vivo sulla poesia non si fa su quelle pagine, bensì, per esempio, su queste. È un dato di fatto. Forse questo è inevitabile, vista l’istituzione da cui s’emana l’inserto culturale in questione. E allora ben venga non essere lì ed essere qui. O là dove il dissenso, la creatività e la ricerca alimentano una poesia bella, originale, tosta, grande e vera che vale ben più della menzione soleventiquattrorina.

    È un altro dato di fatto che però esistono onorabili testate giornalistiche che parlano di poesia senza tante fumisterie critiche e con un taglio fresco e incisivo (penso al New York Times o a The Guardian). In Italia si potrebbe fare uno sforzo in più in questo senso, nevvero? Lo dico, ché qualcuno magari è in ascolto.

    Vorrei ricordare l’esperimento di Davide Nota, che sul Resto del Carlino di Ascoli cura una rubrica molto molto bella: ogni domenica una meditazione su (non solo una recensione di) un libro di poesia.
    Certo, non è il giornale “nazionale”, ma poi sul “nazionale” bisogna andare vestiti con la maglia della “nazionale” e avere un profilo “nazionale”. E invece, magari, uno vuole proprio dire “no”.
    Al contrario, altrove: janua patet, cor magis.
    Lo spazio pubblico della poesia va ricostituito, sono d’accordo, ma, io credo, senza scordarsi un sano dissentire (e fregarsene).

    Un saluto

    r

  57. Renata: Vorrei ricordare l’esperimento di Davide Nota, che sul Resto del Carlino di Ascoli cura una rubrica molto molto bella

    E’ il davide nota di Carta sporca?
    Dove è possibile leggere, in rete, le sue recensioni-meditazioni?
    Ricordo che era un blogger molto intelligente

  58. sì, è proprio lui – in rete la consultazione è a pagamento, ma sulla sua pagina FB trovi il ritaglio del giornale

  59. giorgia, non so come si fa, ma chiedi l’amicizia a me (sono il fumetto coi capelli rossi) ché poi lo trovi tra i miei amici

  60. non chiedo l’amicizia a nessuno ho una pagina fantasma che mi serve solo per leggere … Nota ha cose visibili solo per gli amici? allora non importa,se invece la bacheca è visibile basta che tu mi fornisca l’indirizzo della pagina, ad ogni modo ora vo a vedere se fra gli amici di uno dei nota trovo il fumetto con i capelli rosso … e allora vuol dire che sono nella pagina giusta :-). Grazie

  61. ringrazio per l’attenzione e i commenti sia pubblici che privati. mi sembra necessario dire che ho ricevuto una lunga telefonata dalla redazione del sole 24ore e che domenica uscirà un articolo sull’inserto.
    azzurra d’agostino.

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francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Curo laboratori di poesia e fiabe per varie fasce d’età, insegno storia delle religioni e della magia presso alcune università americane di Firenze, conduco laboratori intuitivi sui tarocchi. Ho pubblicato questi libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno Italiano di Poesia (Marcos y Marcos 2010), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Appunti dal parco (Vydia, 2012); Nel sonno. Una caduta, un processo, un viaggio per mare (Zona, 2014); Acquabuia (Aragno 2014). Dal sito Fiabe sono nati questi due progetti da me curati: Di là dal bosco (Le voci della luna, 2012) e ‘Sorgenti che sanno’. Acque, specchi, incantesimi (La Biblioteca dei Libri Perduti, 2016), libri ispirati al fiabesco con contributi di vari autori. Sono presente nell’antologia di poesia-terapia: Scacciapensieri (Millegru, 2015) e in Ninniamo ((Millegru 2017). Ho all’attivo pubblicazioni accademiche tra cui il libro Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014). Tutti gli altri (Tunué 2014) è il mio primo romanzo. Insieme ad Azzurra D’Agostino ho curato l’antologia Un ponte gettato sul mare. Un’esperienza di poesia nei centri psichiatrici, nata da un lavoro svolto nell’oristanese fra il dicembre 2015 e il settembre 2016. Abito in un borgo delle colline pistoiesi.