LA LOBBY VATICANA
di Franco Buffoni
Perché in Italia non si riesce a fare saltare il tappo dell’ipocrisia nei confronti dell’omosessualità? Perché l’Italia non può avvicinarsi legislativamente a Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna? Perché deve restare allineata a Cipro, Malta, Lituania e San Marino? Mi limito a ricordare la direttiva approvata dal parlamento europeo il 26 aprile 2007 che – riprendendo l’articolo 13 del trattato di Amsterdam, sempre disatteso dall’Italia – ribadisce l’invito agli stati membri “a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso”, e condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali”.
L’anomalia italiana è ormai luogo comune in Europa: chi ne frequenti le istituzioni sa bene quali sguardi e parole di accorata sympathy i rappresentanti italiani siano costretti a subire da parte dei colleghi: “… ma voi, in Italia…” è diventato un leitmotiv per chi si occupa di diritti civili e non solo. E non si capisce nemmeno più se l’interlocutore stia pensando a Berlusconi per arrivare a Ratzinger, o stia pensando a Ratzinger per arrivare a Berlusconi: per l’appunto Italy, Vatican State, come intitola il suo ultimo libro Michele Martelli (Fazi editore).
Quali fondamentali elementi apporta il Vaticano all’anomalia italiana? Anzitutto un elemento storico: perché è vero che con la presa di Roma nel 1870 l’Italia cancellò dall’Europa una delle più ottuse monarchie assolute dei tempi moderni, che motivava la sua intolleranza e il suo dominio sulle coscienze e sui corpi non solo con il richiamo ad un generico diritto divino, ma con la pretesa che il sovrano fosse il vicario del figlio del dio unico degli abramitici. Il governo italiano – che quel giorno avrebbe dovuto cancellare per sempre anche i privilegi della chiesa cattolica – diede però subito inizio, con la legge delle Guarentigie e “l’assegno di congrua”, alla lunga serie di concessioni economiche e legislative al Vaticano culminata in anni recenti nel vergognoso imbroglio dell’8 per mille. Occorre comunque distinguere alcune fasi: fino al 1929 – se non altro – i matrimoni dovettero, tutti e comunque, essere celebrati in comune. Poi chi voleva celebrava anche i propri riti religiosi. (Già questo, oggi, sarebbe un bel passo avanti sulla via dei Pacs). Coi patti lateranensi il fascismo per autolegittimarsi riportò in gioco i clericali (obbligo, per esempio, di crocifisso come “arredo” in ogni aula scolastica e di tribunale). Ancor più fece la Realpolitik togliattiana nel 1947 con l’art. 7 della Costituzione, che inglobò i patti lateranensi. Va tuttavia ricordato che – fino agli anni Cinquanta – il 70% dei cittadini italiani si recava compattamente a messa la domenica: oggi tale percentuale si è ridotta al 20%. Ma i nostri attuali politicanti si comportano legislativamente come se le percentuali fossero ancora quelle degli anni Cinquanta.
Una svolta parve giungere nel 1984, con la cancellazione del cattolicesimo come religione di stato. Ma tale raggiungimento fu pagato con la mela avvelenata dell’8 per mille. In sintesi, quindi, se il XX settembre portò a naturale conclusione il Risorgimento, aprì anche le porte dell’Italia tutta alle ingerenze vaticane. Perduto il potere temporale in un’area ristretta del paese, i clericali lo recuperarono di fatto e con ben maggiore efficacia in tutto il Paese, spacciandolo per potere spirituale, grazie all’ignavia e all’opportunismo dei governanti italiani. Simbolicamente quest’anno il comune di Roma e il governo italiano hanno delegato al Segretario di Stato vaticano cardinale Bertone la commemorazione dell’anniversario, inviando la Digos a Porta Pia a identificare e poi disperdere i laici che intendevano semplicemente rendere la propria testimonianza.
Impostata in questo modo la riflessione, non è difficile inquadrare numerosi episodi della recente cronaca politica italiana all’interno dello schema prima definito di “ricerca di autolegittimazione”. Dal micro al macro: ricordo per esempio l’espressione assorta di Francesco Rutelli con gli occhiali – biro in mano e quadernetto di appunti – mentre fantascientificamente smontava i quesiti relativi al referendum abrogativo sulla fecondazione medicalmente assistita e la ricerca scientifica sulle cellule staminali. E abbiamo tutti in mente quel notturno consiglio dei ministri da cui fuoriuscì il monstrum che avrebbe condannato a morte-in-vita sine die Eluana Englaro. Ma si pensi anche ai provvedimenti in favore della scuola privata (in grande maggioranza cattolica); al sistematico boicottaggio di ogni proposta legislativa nel campo dei diritti civili; alla progressiva sostituzione del welfare (a misura di singolo cittadino) con modelli vetero-familisti: una costruzione normativa spacciata per “naturale” e invece mirata a perpetuare violenza e oppressione sui soggetti ritenuti non-conformi, in primis sugli omosessuali.
Va ricordato che la lobby vaticana è sempre stata sessuofobica, perché traumatizzare le persone sul sesso è un modo molto efficace per tenerle legate, innescando il collaudato meccanismo peccato-confessione-assoluzione. Ma oggi che – con la sessuofobia, proprio non si va più da nessuna parte – la lobby si è specializzata in omofobia: un vero e proprio nervo scoperto per un’organizzazione sostanzialmente omosessuale, dominata da persone che nella loro formazione hanno incamerato quintalate di omofobia interiorizzata.
La ricerca di autolegittimazione presso il Vaticano da parte dei politicanti italiani ha la sua radice nella convinzione che senza l’appoggio (o almeno l’acquiescente neutralità: quella che venne meno al secondo governo Prodi quando fu presentato il disegno di legge sui Dico) di quella potente lobby, in Italia un governo non possa essere varato o comunque non possa durare. I privilegi così acquisiti portano sempre maggiore potere alla lobby stessa; e come il potere della lobby cresce, aumenta nei rutelli (intesi come categoria) il bisogno di autolegittimarsi.
Non si deve però pensare soltanto ai mastodontici privilegi dovuti ai meccanismi dell’otto per mille, o al regime di totale impunità e assenza di controlli in cui opera lo Ior – Istituto Opere di Religione, la banca centrale vaticana -, o all’abbuono dell’Ici sull’intero patrimonio immobiliare della lobby, stimato al 40 per cento del totale nella città di Roma e al 25 per cento nell’intera penisola. Si rifletta anche su più sottili e repellenti ingiustizie quali le forniture gratuite di acqua, luce e gas al Vaticano, o gli stipendi agli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di stato.
Ovvio che oggi occorrerebbe un grande atto di coraggio resistenziale e risorgimentale: nel nome della Repubblica Romana del ‘49 personalmente io sogno un leader giovane, sinceramente laico, in grado di impostare un serio programma di abolizione dei privilegi. Un leader capace di ricordare sempre che – quando si afferma che il Vaticano fa il suo mestiere difendendo la sua concezione della vita personale e sociale – questo diritto deve valere – con pari opportunità – anche per le altre confessioni e religioni, nonché per gli agnostici e gli atei. E che a nessuna lobby deve essere riconosciuta dall’ordinamento giuridico una posizione di privilegio che neghi agli altri di poter vivere secondo i propri valori e le proprie convinzioni. Un leader capace soprattutto di tenere presente che la funzione pubblica – esercitata in piena libertà da lobby religiose, ideologiche e morali – pertiene solo all’ambito della società civile: qui le varie lobby e associazioni possono – attraverso un dialogo alla pari – cercare di convincere i cittadini sulla bontà delle loro proposte. Ma così come non è ammissibile che un partito politico, per quanto maggioritario, possa imporre le proprie preferenze in materia di cure terminali o di scelte affettive e sessuali, negando ai cittadini diritti costituzionalmente sanciti, allo stesso modo questo principio deve valere per una lobby che non ha avuto dagli elettori alcun mandato di governo.
Invece, nell’ultimo decennio, si è formato in Italia un nuovo “partito vaticano” guidato dalla ricchissima (per i proventi dell’8 per mille) Cei, alacremente seguito da gruppi trasversali aggressivi e arroganti di politicanti e giornalisti teocon, teodem, atei devoti, postsecolari, islamofobi, che – sulle linee tracciate dall’autore del discorso di Ratisbona – spregiando le conquiste scientifiche e soprattutto il metodo della scienza (della prova e della verifica) estendono la loro avversione dall’Illuminismo al Relativismo, influenzando le frange più vulnerabili persino delle giovani generazioni.
Grazie al Vaticano e alla complicità di tali politicanti e giornalisti – pronti a svendere i princìpi del nostro essere “nazione” e del nostro essere “democrazia”, conquistati col sangue del Risorgimento e della Resistenza – l’Italia è oggi diventata un bizzarro laboratorio politico, osservato con cinico interesse dalle più oscene destre dell’Occidente: un laboratorio dove si ricerca come soffocare diritti civili e libertà di pensiero, di stampa e di ricerca, parlando sempre e solo al ventre dei ceti culturalmente più sprovveduti senza provare il minimo senso di vergogna.
Questo immondo connubio tra lobby vaticana e politicanti senza scrupoli – rafforzando l’anomalia italiana – soffoca e conculca basilari principi (in primis quelli di stato costituzionale di diritto e di laicità dello stato), trascinando nel fango il rispetto dei diritti umani, la libertà di coscienza e ovviamente la libera ricerca.
Cito due soli episodi altamente emblematici. L’invocazione al quorum nel 2005 da parte del cardinale Camillo Ruini, allora presidente della Cei, per boicottare il referendum su fecondazione assistita e cellule staminali. Andò a votare il 25% dei cittadini e oltre il 90% di costoro si dichiarò favorevole alla abrogazione di norme che – di fatto – tengono l’Italia al di fuori del consesso delle nazioni civili. Per il resto della popolazione fu evidente la saldatura tra clericalismo, menefreghismo e ignoranza. Il cardinale Ruini, il giorno dopo, raggiante, invece parlò di “maturità del popolo italiano” per il mancato raggiungimento del quorum. L’allora capo dei vescovi avvalorò poi il proprio atteggiamento antiscientifico affermando: “Il popolo italiano ama la vita e diffida di una scienza che pretende di manipolarla”. Così concludendo: “Il cattolicesimo popolare italiano ha dato ottima testimonianza di sé. Il mondo cattolico è stato quanto mai compatto, dimostrando di comprendere fino in fondo le ragioni per le quali bisognava seguire una certa linea. Questo risultato è l’espressione – pubblicamente più significativa e più rilevante – del Progetto culturale della Chiesa italiana”. Dopo cinque anni, un primo bilancio dell’iniziativa di Ruini&co parla di oltre cinquantamila coppie italiane (dunque centomila persone) costrette ad emigrare per poter procreare, pagando mediamente ottomila euro in Spagna, seimila in Grecia, ventimila in Russia e cinquemila in Ucraina.
Oppure irridetela, la ricerca. Come è avvenuto nel 2009 presso la sede del Cnr – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma. Quando, contro la volontà del suo presidente (un vero ricercatore), il vicepresidente Roberto de Mattei organizzò un convegno sul creazionismo dal titolo “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi”, invitando i più inverosimili ciarlatani in circolazione con i denari dei contribuenti italiani. (E’ disponibile il volume degli Atti). Designato alla carica di vicepresidente del Cnr nel 2004 dal presidente
del Consiglio Berlusconi su proposta dell’allora ministro dell’istruzione Moratti,
de Mattei non fu rimosso dall’incarico nei due anni del governo Prodi (evidentemente piace anche ai cattolici adulti). De Mattei – che recentemente ha dichiarato: “Adamo ed Eva sono
personaggi storici e sono i progenitori dell’umanità” – è professore associato di Storia del Cristianesimo in una università privata, direttore del mensile
fondamentalista “Radici cristiane” e dirigente di “Alleanza Cattolica”.
Distruggete le centrali elettriche e avrete il buio subito; distruggete scuola laica e ricerca, e il buio totale delle coscienze e delle intelligenze lo avrete dopo qualche anno.
In effetti, in mancanza o quasi di valori civili condivisi, il Vaticano in Italia opera come una specie di banca dei valori assoluti, senza la quale gli italiani, per quel poco che gliene importa, probabilmente si sentirebbero più soli.
L’etica vaticana è predeterminata, assoluta, rivelata, autoritaria. Dunque è deresponsabilizzante.
Per questo piace tanto a un popolo arretrato e superstizioso, cattolico, cialtrone e mafioso, con Padre Pio nel portafoglio e il gratta e vinci in mano.
Esistono società meritocratiche (in genere quelle anglosassoni), società socialdemocratiche (con lo stato in funzione di nume tutelare dalla culla alla tomba: in genere quelle nord-europee) e società familistiche come quella italiana, per la quale il primato dei valori è nell’ambito famigliare.
E il Vaticano – questo stato nello stato – presidia tale primato con assoluta determinazione, gestendo praticamente in toto il variegato e redditizio mondo della solidarietà e dell’assistenza sociale.
Nei passaggi fondamentali, nei momenti di inizio e fine vita, il Vaticano incombe: negli ospedali e nelle scuole, negli ospizi e negli asili. In cambio chiede solo proselitismo, potere e denaro.
E lo stato italiano glieli concede, a palate, in quantità industriale.
Articolo pubblicato su Alfabeta2, numero 3, novembre 2010
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Mercoledì sera Saviano ha spiegato in diretta su rai 3 il mito di fondazione delle mafie italiane. Personalmente mi colpisce il fatto che colui che entra nel “club” ancora oggi debba giurare su Santa Elisabetta e l’Arcangelo Gabriele. Sono io prevenuto oppure c’è veramente una connessione?
Vedo una grande lotta tra primato della persona e primato del danaro: il Vaticano sta con la persona (e con la vita), e mette voglia di stare dalla sua parte. Dispiace doverlo osservare, ma le lotte per i diritti civili nascondono un parteggiare per il potere del denaro e del liberismo economico, che è il suo totem, a volte meno tollerabile di certi oscurantismi cattolici. Dietro il potere del denaro si nascondono, del resto, le massonerie, che come tutti sanno sono in guerra con il Vaticano. Non a caso le massonerie ultimamente si caratterizzano particolarmente per le battaglie per il controllo delle nascite, per l’eutanasia, per l’aborto, per i diritti degli omosessuali ecc, tutte cose che rimandano al contenimento demografico, una vera ossessione per i capi massoni: il principe Filippo, capo della massoneria più potente del mondo, pare abbia dichiarato che vorrebbe rinascere virus per eliminare la sovrappopolazione… La questione è complessa, ma per fortuna la società italiana non è così bigotta, né così omofoba: piano piano si riuscirà a far passare anche il principio dei diritti alle coppie omosessuali, contro i quali, mi pare evidente, il Vaticano non ha proprio nulla… Solo che ci sono davvero tante chiese in Italia… molte molte di più di quanti siano i templi massonici… e anche tanti italiani mediani, indifferentemente cattolici o massoni, poco poco ipocriti e furbetti, i quali sanno bene che l’allargamento della base degli aventi diritti comporta un restringimento dei loro privilegi…
@Larry Massimo: porto rispetto per le Sue opinioni, di cui non condivido nulla. Ma Le chiedo di portarmi un solo esempio anche microscopico che possa suffragare la Sua seguente affermazione: “il principio dei diritti alle coppie omosessuali, contro i quali, mi pare evidente, il Vaticano non ha proprio nulla.” Solo così posso pensare che quel “mi pare evidente” che Lei mette in parententica non sia una gigantesca, insopportabile presa per i fondelli. Cordialmente, BetteDavis.
Larry, stammi a sentire molto bbene…
Il vaticAno sta combattendo una battaglia ferocissima contro il riconoscimento dei diritti civili agli omosessuali. E gratta gratta per le stesse ragioni per cui furono sterminati i Catari, tanto per dire.
Anche io sono per il controllo delle nascite. Ma non vedo in che modo la legalizzazione dell’omosessualita’ posso attuarlo.
possa
@BetteDavis
mi dispiace lo trovi insopportabile, ma è un po’ come dice lei, anche se la mia intenzione era più quella di sdrammatizzare la questione che offendere il vaticano, del quale non ignorerà certo l’umorismo a senso unico a sfondo omosessuale. Mi risulta che si alluda spesso anche all’affezione particolare dell’attuale papa per il suo segretario. La ringrazio per il rispetto, a volte nemmeno io mi condivido.
@Ama
non credo che il vaticano possa far altro che testimonianza di bigottismo religioso, come fece con l’aborto e il divorzio, non appena il prossimo governo neoliberista userà la carota diritti civili per picchiare sempre più forte con la clava della riduzione dei diritti dei lavoratori. Insomma, Ama, la società ha già sdoganato le coppie omosessuali, anche in Italia, dove sarà un po’ più difficile che altrove tradurre in leggi eque ciò che già è stato eticamente assorbito nella società, ma sarà! Mi spiace tu abbia capito il contrario, ma io volevo solo dire che tra neoliberismo antiumanista e clericalismo umanista quasi quasi viene voglia di stare dalla parte dei secondi. Era evidentemente una provocazione: non sto né coi primi né coi secondi. Sto con dei terzi, o dei quarti, o dei quinti… come sempre… L’esempio Catari, la cui eresia sta del resto all’origine della massoneria, non tiene conto della forza espressa oggi dalle massonerie stesse, sotto le cui ali l’omosessualità e i suoi diritti troveranno sempre meno ostacoli.
@ama
ops, dimenticavo l’ultimo quesito: gli omosessuali, almeno quelli maschi, non fanno figli, anche se, secondo me, dovrebbero avere il diritto di adottare e avere bambini in affidamento.
Paola Concia alla Leopolda ha incentrato tutto il suo intervento sul fatto che i diritti civili debbano essere considerati dalla sinistra, o di quello che ne rimane, aggiungo io, sullo stesso piano di quelli sociali, anzi precedenti a questi se non ricordo male.
Ma non è la sola, molti a sinistra, al di là della loro sessualità, mostrano di non capire che i diritti sociali inglobano necessariamente quelli civili e non viceversa. Non a caso , in italia, esiste una forza politica storicamente molto attiva sui diritti civili e del tutto indifferente o quasi ,a quelli sociali, e mi riferisco al partito radicale . Estremizzando si potrebbe dire che un cittadino che avesse tutti i diritti civili di questo mondo potrebbe condurre una vita ben grama in assenza dei diritti sociali che renderebbero attivi tutti gli altri.
Io credo poi che il vaticano per quanto potente come istituzione, non sia in grado di opporsi alla secolarizzazione della società, di fatto è già minoranza nei comportamenti concreti di milioni di italiani che organizzano la loro vita sessuale, affettiva e morale come meglio credono anche al di là di leggi nuove e abolizione di vecchie norme che pure sono necessarie e che Franco Buffoni ha descritto molto bene.
Guarda che gli uomini single o in coppia omosessuale non solo dovrebbero avere – anche in Italia – il diritto di adottare o avere bambini in affido, ma anche di donare legalmente il loro seme a donne single o in coppia, qualunque sia il contratto stipulato fra le parti.
Certo, che gli omosessuali possono fare figli. E crescerli anche meglio degli altri.
E poi io da sempre mi condisero in un certo senso un Cataro. Come potrei anche solo lontanemente simpatizzare per quella che considero un’associazione a delinquere!
@ maria
Per quanto mi riguarda, dopo Rutelli e Capezzone, i Radicali possono anche andare a farsi fottere. Certo, la sinistra italiana, poErina, l’e’ tanto limitata, ma solo perche’ condivide queste sue lacune con la destra.
Comunque un grande saluto al GRANDE Larry Massimo, uomo libero, neh!
@Larry: non ho avuto comunque risposta alla mia domanda (era peraltro quasi impossible averla, data la manifesta ostilità della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali praticanti). Riguardo allo “sdrammatizzare”, beh è facile sdrammatizzare i problemi degli altri. Provi a essere un adolescente omosessuale che cresce e si forma in Italia tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta (che poi è il mio caso): non auguro a nessuno quei tormenti e quei dubbi che vanno ben oltre qualche comune Angst adolescenziale. Io ho avuto la fortuna di avere genitori in cui l’amore e l’intelligenza facevano a gara, ma dubito che questo sia il caso di tutti. Quindi non “sdrammatizziamo”, ma discutiamo. Suo, BD.
@ama
penso che l’educazione dei figli sia una sorta di scommessa legata a questioni che a volte rimangono sconosciute, per cui non penso che gli omosessuali per principio possano fare meglio degli altri, anche se il loro desiderio genitoriale essendo più meditato e meno legato alla casualità , forse può aiutarli, forse…..
Su capezzone poi non ci sono parole possibili, a volte fa quasi pena
@bette davis
hai ragione quando sostieni che sdrammatizzare i problemi altrui è facile, c’è un detto di anonimo toscano del Quattrocento che recita: A bon consolator non dole i’ capo:-)
Secondo me dovremmo pensare a un nuovo Risorgimento per quanto riguarda questione morale e diritti civili, e a un nuovo Romanticismo per quanto riguarda la letteratura. Con nuovo Romanticismo non intendo naturalmente la semplice, anacronistica imitazione delle forme e dei motivi dell’Ottocento, bensì una letteratura che ritrovi la sua componente ribelle, antagonista, critica e capace di scelte appassionate anziché di cinico calcolo, come spesso avviene.
Sono al 100% d’accordo con la salardi e, ça va sans dire, con l’impostazione di franco buffoni . Infine, non s’ha diritto sociale senza diritto civile, e viceversa. Lo diceva già il grande Diderot più di due secoli fa. Dopo le salutari “mazzate” ricevute dalla sinistra, in tutte le sue varianti, nella dialettica storica dello scontro di classe e di forze dinamiche – di struttura e sovrastruttura , sarebbe ora che “quel che rimane” della sinistra ne prendesse atto e si attrezzasse di conseguenza. Magari proprio con il piglio proposto dalla salardi. E lo dice un vecchio, inguaribile, romantico “comunista liberale”!
@bette davis e maria
c’è anche quel detto romanesco forse del Belli: ” fare il frocio con il … degli altri ” ma è una pratica che non mi appartiene. Dico solo che non mi pare che la chiesa ce l’abbia in modo particolare con l’omosessualità, visto che in tanti casi non riesce nemmeno a spretare (non dico scomunicare…) i preti còlti sul fatto in atti di pedofilia, anzi, quasi sempre li lascia a condurre le loro diocesi. Si dice e si sa che in america yankee la chiesa cattolica ha pagato, e ancora di più pagherà, miliardi (miliardi) di dollari per appianare le questioni legali; si dice che avvocati famelici abbiano addirittura l’intenzione di pignorare le proprietà del vaticano, visto che l’attuale papa sarebbe coinvolto nella copertura di certi casi di pedofilia acclamata. Che dire, la chiesa si sa, ce l’ha coi piaceri: non gni garbano ‘n nessuna maniera! Ma non si può dire che ce l’ha in modo particolare con gli omosessuali, tanto da far arrivare il papa a giustificare addirittura l’uso del preservativo per la prostituzione [MASCHILE!]: chiama prostituzione qualunque atto sessuale non a fini di procreazione…
Ai fini storico gurturali non scordatevi che tanta della storia vaticana passa da accuse di sodomia, a partire dall’abolizione dell’ordine dei templari [ci sarebbe anche la gustosa storia dell’antipapa giovanni XXIII, costretto a deporre lo scettro e condannato nel 1415 durante un assai problematico concilio di Costanza, per sodomia, scandalo e scisma. A parte che il papa ” buono ” universalista Roncalli prese lo stesso nome… di gustoso c’è che questo antipapa è sepolto nel battistero ottagonale dico ottagonale di firenze]. Non a caso il simbolo più evidente dell’anticlericalismo è il Bafometto, che vi suggerisco di studiare, anche via pierre klossowski.
Spero di essere stato abbastanza dialogico e poco sdrammatizzanze. Buonissima giornata a tutti quanti.
@Larry: Lei continua a evadere la domanda originaria che Le ricordo fosse questa (àLe chiedo di portarmi un solo esempio anche microscopico che possa suffragare la Sua seguente affermazione: “il principio dei diritti alle coppie omosessuali, contro i quali, mi pare evidente, il Vaticano non ha proprio nulla.'”) e salta dagli ottagoni ai papa Roncalli, etc. Quando sostenevao esami all’università questa era la via maesra alla bocciatura dell’esame e quando mi trovavo in tribunale era la cosa che faceva infuriare di più il Presidente della corte. Ma, a scanso di equivoci, è intervenuto il Pontefice ipse, che in quese ore ha ribadito che l’omosessualità non è mai “moralmente giustificabile”, il che è curioso in termini anzitutto giuridici perché la giustificabilità è concepibile per gli “atti” o le “condotte” e non per le “condizioni”. Come vede, Larry, non ci siamo. Se ne faccia una ragione: la Chiesa cattolica ò, nei suoi vertici, manifestamente ostile alle persone omosessuali. Suo, BD.
Ciao,
hemm.. non sono stato attento alla questione del preservativo: cosa ha detto esattamente il papa, che si puo’ usare ?
Oddio Lerry Max non mi dica che ha affermato che la chiesa non è ostile agli omosessuali?; non ci posso credere.. no.. non può averlo detto..
Io penso che la chiesa è per sua natura contro il piacere in sé come mi pare sostenesse larry, e non ha tutti i torti, la chiesa considera l’atto sessuale finalizzato alla procreazione , se poi ci mettiamo l’altra idea della famiglia come istituzione naturale e non storica il risultato è questo.
Io penso però che in una società secolarizzata ma laica le idee della chiesa in fatto di omosessualità sarebbero meno dirompenti. Voglio dire che scontiamo il fatto di avere in territorio italiano la parte temporale della religione e cioè il Vaticano.
in ogni modo credo che ‘avversione all’omosessualità che in alcuni casi diventa vera e propria fobia abbia radici che non sono soltanto religiose dal momento che molti omofobi sono sono per nulla religiosi. Certo mi si potrebbe rispondere che la tradizione secolare della religione li ha in un certo senso plasmati ma non mi pare sufficiente.
piccolo refuso, volevo scrivere:
non sono per nulla religiosi
@Bette Davis
la chiesa ce l’ha con la secolarizzazione, perché sa che in una società veramente laica conterebbe quanto le altre confessioni, e meno dei santoni estemporanei anche laici che si esprimono magari in tv, come succede in America Yankee. L’omosessualità, anche quella che è reato come la pedofilia, è così diffusa nella chiesa cattolica da farmi dire che la chiesa non ce l’ha con gli omosessuali, ma con la società che anche attraverso le lotte libertarie cerca di limitarne i poteri dell’autorità religiosa (per spostarli sul versante laico massonico, perché il potere c’è, non si può far finta di nulla, non è che, puff, sparisce perché si vince una lotta di libertà, ma si sposta da un’entità a un’altra). Chiaramente le sofferenze individuali di bette davis non diminuiscono sapendo che la chiesa e la massoneria si combattono da tre secoli per affermare il loro potere nascondendosi dietro valori dei quali spesso non gli importa un fico secco. Ma vorrei poter dire che le sofferenze di un singolo omosessuale sono da aggiungere a tutti i tentativi di emarginazione di cui ognuno di noi può essere vittima quando devia dalla norma.
@Ares
glielo dico, Ares, la chiesa è ostile alla secolarizzazione, e alla diffusione dei piaceri, perché sa che attraverso di essi si allontanano le loro pecorelle dal gregge. Ma l’omosessualità all’interno di essa è così diffusa da farmi affermare quello che ho affermato. La questione è complicata assai, perché la chiesa si è diffusa sovrapponendosi a comportamenti religiosi pagani che venivano praticati in concordia con la ricerca del piacere. Basta vedere una processione per capirlo, in modo particolare al sud, quando si mettono soldi sulla madonna, come si fa nei pubs americani yankees coi soldi nelle giarrettiere o mutandine o reggiseni delle ragazze che si esibiscono. Basti riflettere sulle madonne del bosco, sulle processioni che si inoltrano fuori dal paese, come per appartarsi… che fanno immaginare… Forse bisognerebbe leggere meno romanzerie e più antropologie. E’ un suggerimento, no un’offesa.
Si, il papa effettivamente con quelle manine dai palmi sempre rivolti allesterno e quell’incedere elegante, sembra una soubrette degli anni ’40..
ma un omosessuale ha una dimensione che esiste tra gli esseri umani, è per così dire naturale al pari di un eterosessuale e quindi non devia da nessuna norma.
@maria
sono perfettamente d’accordo, a scanso equivoci. mi riferivo alla normatività sociale o come diavolo si chiama…
@larry.
Già come si chiama, credo proprio norma sociale e si avvale della straordinaria potenza dei numeri-
Se gli omosessuali fossero stragrande maggioranza forse sarebbero gli altri a trovarsi a malpartito.
La cosa più difficile da fare sembra proprio, e in generale, la reale disponibilità a considerare gli altri diversi da noi come noi. Altrimenti la religione nella sua infinita “saggezza”, avrebbe pensato il famoso comandamento, ama il prossimo tuo come te stesso?
Sapeva benissimo che la considerazione di se stessi non aveva bisogno di prescrizione alcuna, il problema sono sempre gli altri.
@Larry: mi spiace, quello che temevo è avvenuto: il semplice accostamento (per quanto da Lei camuffato con la scusa del “reato”) tra omosessualità e pedofilia è l’ultima arma cui si ricorre nei casi disperati di crisi retorica e argomentativa. E’ la bomba atomica della conversazione. Io, da persona che ha un tempo limitato da vivere su questa terra, mi rifiuto di continuare la Nostra conversazione. Peccato Larry, Lei ha perso un interlocutore poco ideologico, che è raro da trovarsi in questi tempi. Stia bene! BD.
@BetteDavis
cercherò di farmene una ragione, ma mai feci uso di termini in senso velatamente dispregiativo, perché io, caro BetteDavis, non dispregio nemmeno chi mi fa complimenti, figuriamoci chi mi denigra. Mi lasci dire solo che lei ha uno strano modo di non essere ideologico.
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