Alcune parole chiave / Sergio Soda Star. 2010

Alcune parole chiave

Attraverso l’utilizzo delle parole chiave è possibile esprimere concetti sintetici o analitici. facilmente si riscontrano nella comprensibilità attraverso la facenza delle parole chiave che s’inoltrano nella comprensione del senso che diventa automatico. Solo attraverso l’utilizzo delle parole chiave è possibile dire il termine automaticamente. Esse attualmente sono (soprattutto in italia): eco saviano caserta napoli fiat telecom Trenitalia sofri servillo new york Barcellona victoria cabello daria bignardi il figlio di sofri facchinetti roma fabio fazio enel.

L’utilizzo delle parole chiave (d’imperizie) significa la fruizione inautomatica del linguaggio il quale si presta così alla cosiddetta “non deriva autoritaria”. Per esempio è possibile dire roberto eco senza scandalizzare o facendo ridere ma comunque all’interno di un contesto democratico cioè immutabile. La stessa cosa capita a daria bignardi e in misura ridotta a facchinetti. Per esempio si può dire daria senza scandalizzare o facendo ridere ma comunque all’interno di un contesto democratico.

È invece tuttavia molto difficile l’utilizzo di alcune parole chiave minori ma attuali come victoria cabello in cui è impossibile dire victoria cabello e basta oppure utilizzare immagini. Infatti attraverso l’utilizzo del termine victoria cabello si vuole indicare una specie di scopo sociale (non cioè desiderio) e la fine di questo non può purtroppo essere asserito all’interno di un contesto in cui senza scandalizzare o facendo ridere non all’interno per questo motivo dell’assetto sociale.

Saviano e servillo invece sono le uniche due parole chiave a non essere separatamente pubbliche e private infatti costituiscono l’esempio vivente (da l’epoca) e non forniscono alternative plausibili né cinema né attraverso la letteratura. Queste due parole sono utilizzabili solo in contesti occidentali e non hanno senso in estremo oriente o in turchia. Per esempio non è possibile parlare di saviano in iran senza suscitare una grande curiosità non essendo l’argomento conosciuto. Lo stesso discorso vale per servillo che però è un termine più spiritoso anche se meno usato.

Completamente diverso il discorso per le parole chiave pubbliche. Fiat non indica per forza una preclusione, laddove telecom richiama più chiaramente ad una logica determinata. Spesso questi argomenti richiamano argomenti pregressi (di cioè norma) come il terrorismo o il liberalismo ma sono soltanto pubblici e non accettano l’utilizzo privato. Per esempio si può dire enel all’interno di una riunione di condominio ma non in un discorso d’amore o allo scopo di fare eccitare il partner. Questo a causa di molteplici motivi non analizzabili in questo verbale.

Sofri è una parola chiave redimibile cioè inelusibile. Anche se essa non sia inserita all’interno è molto asserita e non prevede utilizzazioni se non nelle città più sviluppate. È praticamente introvabile nei supermercati e negli ipermercati e ormai anche in televisione. Eppure rimane una parola chiave fondamentale e di prima importanza non secondaria. il perpetuarsi del la democrazia automatica in cui non si ritrovano espedienti per l’utilizzo di questo termine. (Nemmeno nelle ricette).

New york e Barcellona sono invece due parole chiave con altissima percentuale e riguardano sia la società sia le percentuali di viaggio. Il loro successo è dovuto alla trasformazione delle città in argomenti e questo verbale vuole chiarire che non si tratta solo di fatto terminologico come si evince dalle discussioni femminili. Molto utilizzata l’espressione sei mai stato a new york o è stupenda. Per Barcellona invece è più solito dire quest’estate vado a Barcellona. Nell’antichità le città non erano argomenti anche perché era comune la nozione per cui le vie erano solo fatte dai palazzi e non costituivano la città.

Prendere atto delle parole chiave è costume della polizia ma pure nei verbali dei cittadini privati ai quali si chiede di conoscerle ed eventualmente memorizzarle.

95 COMMENTS

  1. io invece non apprezzo: preferirei un post scritto in italiano corrente. Per inventare parole inesistenti (facenza, inelusibile, o “parole chiave (d’imperizie)” e altro) occorre mi pare una stoffa più solida.
    I concetti di “scandalizzare” e di “far ridere” sono a loro volta socialmente determinati e quindi assai variabili a seconda degli ambienti. Questo testo passa da affermazioni banali, tipo “si può dire enel all’interno di una riunione di condominio ma non in un discorso d’amore”, o Saviano (iniziale maiuscola) in Iran, ad altre per me del tutto incomprensibili, tipo “victoria cabello in cui è impossibile dire victoria cabello e basta oppure utilizzare immagini”.
    Mi sembra un testo che vorrebbe stupire e forse épater le bourgeois ma che proprio non ci riesce.
    Aggiungo anche che, se per una volta Sergio Soda Star ci dicesse chi è, sarei personalmente più contento, ma questo, capisco, è questione di gusti.

  2. sodi star è un po come un assangi ma in miniatura è l’anti-eroe del nostro tempo è un po’ il paté burjuà e s’imita bene

  3. @sparz

    va bene sparz, tu lo vuoi sapere, io te lo dico: sergio soda star sono io. facenza e inelusibile esistono sennò non le scrivevo

  4. @gianni biondillo

    caro gianni devi sapere che io ho varie collezioni: questa è la collezione avanguardia. poi sto preparando un testo molto simile dove però all’interno c’è un commissario che fa delle indagini. chiaramente te lo manderò e magari vediamo se mi aiuti a pubblicarlo. grazie

  5. …anche bischero è una parola chiave inelusibilmente pronunciabile in tutte le occasioni…
    …sodastar, tranquillo: a noi bischeri lei ci diverte…

  6. Essendo in uno istato di nullafacenza inelusibile forse a causa d’imperizia mi ritrovo nella barbara condizione di affettare il maiale (trancher le porceois ) quando più mi aggrada, essendomi liberato da ogni giogo autocensorio, soprattutto di natura scientistica. Nel frattempo che ingurgito copioso, soprattutto una volta satollo, rifletto su chi più costituisce periglio per l’umanità tra i costruttori di senso (censo?) e i distruttori di senso. I primi.

  7. caro sss, come tu ben sai da mesi cerco di interpretare i tuoi scritti sulla base degli enunciati del Tractatus di Wittgenstein..però ho un dubbio…(se voi siete il dubbio)…allora mi rivolgo a te…come è possibile interpretare victoria cabello sulla base delle asserzioni principali del Tractatus 3L’immagine logica dei fatti è il pensiero.
    4Il pensiero è la proposizione munita di senso? e se non è possibile fare ciò come si inserisce la di cui in oggetto nel discorso logico dimostrativo sia esso sintetico o analitico?

    Con immutata stima
    Lo scrivente

  8. come ha ragione lei Larry, distingue frequenter io mi considero, dovendo scegliere, tra i costruttori di senso, anche se non di censo. Anche perché le parole lo stanno perdendo a gran velocità. il senso, come preconizzava Mauthner con gran preveggenza. Pensi che sss usa la sacra parola “arte” per i suoi gestucoli!

  9. Siamo spesso campetti coatti dove i segnali si rispondono automaticamente stile Pavlov, è vero. Certo, volessimo sviscerare l’argomento in grande stile ci atterremmo, per esempio, al grande ultimo lavoro di Roberto Calasso “L’ardore”, nel quale attraverso i Veda si insegna nientemeno cosa sia e come funzioni, appunto, la mente. Sparz, Inglese e Biondillo evidentemente non si accontentano di un compitino di due o tre cartelle oppure esigono certi crismi più crismatici. O non so che altro stia loro sullo stomaco perché non ce lo spiegano efficacemente. E’ come dicessero: Niente contro le scemenzuole, ne puoi raccontare quante vuoi, ma siano almeno in italiano corrente, profano. Con quali credenziali neologizzi, peone?
    Eppure l’argomento è buono; riportare l’attenzione sui riflessi condizionati più comuni è meritorio e ancor più lo è l’intenzione di farlo in una forma in qualche modo sorprendente e sintetica. Anche se la perfezione del risultato è dubbia, anche se non è capolavoro, riconoscerei almeno a Sergio Soda Star di sapersi discostare dalla ruminazione più prosaica.

  10. @filia

    caro francesco le questioni che poni sono troppo complesse e ho bisogno di preparare delle risposte adeguate. Potremmo discutere da vicino presto, a napoli, a Natale, davanti a un buon piatto di linguine allo scoglio cacato o a una pizza coi pezzi di sacchetto d’immondizia sopra. Un abbraccio

    @spazz

    spazz, ma non capisci proprio niente?! non lo sai che andrea dipré dice che se ti senti artista lo sei?! E io infatti me lo sento. E non lo sai che lacan diceva che l’analista si autoproclama tale in quanto evocato?! Mannaccia ‘a capa toia…

  11. caro sss, quando ti troverai a giungere nella nostra ridente località contattami senza esitare e automaticamente andremo a discutere del di cui sopra davanti a un bel piatto di linguine allo scoglio cacato, ma nel caso in cui volessi optare per la seconda di cui sopra affrettati, che qui Napoli è quasi quasi pulita e non vorrei che non ci fosse più niente da mettere sulla pizza…anche se confido nel buon cuore dei napoletani e magari qualche pezzo di sacchetto per noi sarà sempre disponibile

    con immutabile stima

    Il rispondente

  12. sparz@ dice
    …io mi considero, dovendo scegliere, tra i costruttori di senso…
    grazie per la mitigazione di quel dovendo scegliere.
    La presunzione di poter costruire il senso, a qualunque cosa ci si riferisca con tali parole, basta a descrivere un’intera poetica. Conosco autori naif che si dichiarano invasi o perduti nel senso, scrittori laboriosi che si considerano al servizio del senso, altri grandissimi che già nel più remoto passato ammettevano l’impossibilità quasi assoluta d’ideare alcunché di inedito.
    Ora mi imbatto in un artefice con una prassi positiva e perentoria.
    L’esperienza della creazione artistica, quando c’è, immagino possa essere percepita piuttosto come necessità, impellenza, come dono, come attività medianica, come sintesi in larga parte misteriosa.
    Concordo con Larry: gli artefici sono di certo i perigliosi, anche se nel distruggere pure la perfezione è rara.
    Riguardo al depotenziamento della parola, alla sua inarrestabile deriva e inflazione, senza tirare in ballo quel che “preconizzava Mauthner” sappiamo che dai tempi di Babele e molto prima assai, la circostanza era stata posta al centro di convergenti e decisive precognizioni da praticamente tutti i popoli compreso Pigmei e Aborigeni. Non vedo proprio come la buona volonta costruttiva di uno sparz potrebbe costituire una controtendenza apprezzabile.

  13. Caro Sparz

    se lei fosse un autoritario costruttore di senso (singolare), mi rimarrebbe antipatico. Invece mi sono fatto l’idea che lei è un simpatico sperimentatore di sensi (plurale e semanticamente ambiguo), uno in grado di capire benissimo che la dialettica costruttori-distruttori è molto in linea con le migliori menti della epistemologia moderna: cosa c’è di meglio per un enunciato che essere messo alla prova dai suoi detrattori, anche i più acritici?

    Si scandalizza perché SSS considera arte quello che fa? Fa bene a dirglielo, ma in termini dialettici di verifica degli enunciati potrebbe anche essere che il suo dire scandalizzato (porchese) rafforzi l’artisticità dei suoi gesti… l’arte di SSS potrebbe insomma essere quella di mettere in discussione le certezze dei professori attraverso la discesa in campo di enunciati nei confronti dei quali è impossibile esercitare una critica. Alla fine alla fine si pone la questione che poneva Roland Barthes quando invitava a tricher avec la langue: un costruttore di trappole è un artista o no?

  14. Maurizio, com’è che sottolinei con la penna rossa, che ti spinge, cui prodest? Rammentoti che fui io ad aprire le porte di casa a SSS dato, e lui lo sa, il mio apprezzamento.
    Cos’è, il tuo campione puote denigrar decustruendo e niuno puote replicar gioiso? Eddaì, sìì meno dottorale. Leggendo oggidì SSS mi sono sentito epatito, e dunque? Ti dirò, in confessione: pure trasgresso, se è per questo.

  15. ..e se la dialettica, la costruzione di senso o la distruzione di senso e altre varie ed eventuali in tutto questo non c’entrassero?

    7. Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.

    con immutata stima

    Il misticheggiante

  16. devo confermare tutto quello che dice biondillo. lui credé nella nostra scuderia già molti anni fa in cui io e altri davamo fastidio ai vari inglese raos e altri e lui li obbligò a rimettere i commenti che avevano tolto perché era contro la censura. da qual momento capii che anche se era comunista era una brava persona e di cuore e allora lessi anche alcuni suoi libri che effettivamente mi piacerono. oggi inglese e raos hanno capito la nostra importanza e non si permettono più certe cose, ed è rimasto solo rovelli e le donne a non permetterci di dare fastidio. comunque oramai noi siamo moderati e perciò accettiamo anche tali discriminazioni. grazie e scusate e un saluto a gianni

  17. “puoi considerare le regole fissate per le misure di un soprabito come di un’espressione di ciò che certuni desiderano. la gente si differenziava relativamente alle misure che deve avere un soprabito: c’erano alcuni che non si curavano se era largo o stretto, ecc.; c’erano altri cui importava moltissimo”. L. WITTGENSTEIN, lezioni e conversazioni

  18. Il capitale ha creduto di liquidare facilmente la resistenza millenaria dei contenuti radicali manifesti nella sacralità delle situazioni topiche. Non ha potuto che saccheggiarne l’iconografia. Sorprendentemente, neppure questo gli è riuscito senza danno. Schiacciata sotto i rulli delle macchine da stampa, l’immagine dell’uomo futuro, racchiusa nella corporeità di ogni essere, è sempre capace di resuscitarsi. In un brivido, per un istante, come per equivoco, in un colpo d’occhio distratto, a tradimento, tra una trivialità e uno sbadiglio, tra l’una e l’altra parola del vuoto, un occhio improvvisamente ti fissa, un seno respira, una mano pulsa, un ventre trasale. Un secondo sguardo non troverà che la patina della carta, la lattescenza dello schermo; uno slogan si precipiterà a suturare la fêlure minima aperta nella corteccia del cinismo d’obbligo. Non è accaduto niente, e il lutto si rassicura: sei morto come sempre, in uno sterminato campionario di illustrazioni ferali. Ma non è mai vero del tutto, e lo è sempre meno. È tempo di invertire la prospettiva, di saper vedere l’estrema fragilità della catalessi imposta dal capitale. È tempo di capire che l’ineroe nihilista, questo egotista dell’autodistruzione e dell’annientamento, ha i nervi a pezzi, e che persiste con crescente difficoltà. Nessun ottimismo è lecito sulla facilità dell’impresa, ma è tempo di non lasciare accidiosamente ingrassarsi il verme del pessimismo.

  19. giorgio cesarano 1970
    giorgio casarano 1970
    giorgio cesarano 1970
    giorgio cesarano 1970
    giorgio cesarano 1970
    giorgio cesarano 1970
    automaticamente serg

  20. cmq mi dispiace che non solo nessuno ha parlato dello scritto ma questo è normale e infatti anche noi troll facciamo così, ma nessuno ha notato che bortolotti ha messo come tasg la parola spam facendo riferimento proprio alla grande arte privata del nostro capo sergio soda star. infatti lui produce questa arte fastidiosa che viene mandata proprio nelle caselle di posta privata di chi non se la prende. lui fa sia opere grafiche con dei falli sulle persone, sia opere scritte come questa o altre. se siete interessati a ricevere tale arte quasi tutti i giorni scrivete a superfive@libero.it e lui ve la manderà. spero che molti scriveranno e anche pecoraro che purtroppo nessuna spia c’ha dato l’indirizzo. grazie

  21. a maurizio

    vorrei dare la spiega efficacemente che sodi star non mi sta sullo stomaco perché il paté burjuà a me piace in quantità modiche e quando sodi star mi manda le quantità grosse in spam io lo segnalo come spam e torna tutto modico e come piace a me senza noia

    è però importante che sodi star sia nella repressione del linguaggio dei potentati indiani e altri perché risalta la parte assangi che è in lui

  22. caro sss,
    mi hai risposto con la precisione che ti contraddistingue, prima del nostro pranzo napoletan monnezzaio, con una citazione del filosofo di cui sopra che risponde pienamente anche se in maniera allusiva alle mie domande, tale citazione potrebbe avere come corollario la seguente:
    « Si pensa che l’apprendere il linguaggio consista nel denominare oggetti. E cioè: uomini, forme, colori, dolori, stati d’animo, numeri, ecc. Come s’è detto, il denominare è simile all’attaccare a una cosa un cartellino con un nome. Si può dire che questa è una preparazione all’uso della parola. Ma a che cosa ci prepara? »
    (L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, par. 26.)

    con osservanza
    Il pedante

  23. ‘roberto eco’ fa ridere, ammettetelo!

    :-)))))))))))))))))))

    ‘eco saviano caserta napoli fiat telecom Trenitalia sofri servillo new york Barcellona victoria cabello daria bignardi il figlio di sofri facchinetti roma fabio fazio enel.’

    Tutta con nessi logici, per me che vivo fuori, questa sequenza riassume perfettamente il sistema di valori e di senso del mio paese, neh! Ed e’ subito teledipendenza. Italia.

  24. @ama
    devi sapere che purtroppo anche nella grande napoli non si lavora più con i vecchi ingredienti di una volta, mo’ fanno tutto col secco…
    cmq ho inventato un nuovo personaggio che si chiamo roberto ecosaviani ed è il protagonista di alcune barzellette spam che sto scrivendo che dovrei spedire per Natale, e se mi mandi la mail le mando pure a te anche perché non credo che me le pubblicheranno perché purtroppo contengono alcuni insulti pesanti, cioè poco rispettosi

    @filia

    certo france’. è chiaro che lì w. parla di quello che chiamiamo linguaggio funzionale, quello primigenio, quello dell’adequatio. sai benissimo come in letteratura, QUEL linguaggio vada dimenticato, equivocato

  25. Caro, sss se lo dici tu…mi fido…quindi se ho capito bene, la preparazione alla parola, è una preparazione all’equivoco….speriamo…

    con riverenza

    L’adeguante

  26. @immondizie_riunite

    Fammi sapere a chi devo dare la mia e-mail. Dove trovo la tua. Insomma, adesso che me l’hai detto, non posso fare Natale senza spam! Allora ci conto.

  27. Di questo mese m’apparecchio l’aia. La mondo e sarchiellata lievemente la concio con la pula e con la morchia sicché difenda la biada da topi e da formiche e d’altra genta infesta. E poi la piano con la pietra tonda, o con legno; o pur suvvi spargo l’acqua e suvvi metto le mie bestie, e bene
    co’ piedi lor la faccio rassodare; e poi si secca al sole. Di questo mese nel solstizio, quando il Sol non puote più salire, semino le brasche; le qua’ poi di mezzo agosto trapiantar mi bisogna in luogo irriguo. E la bietola e l’appio e il coriandro e la lattuga semino, ed innacquo. Colgo la veccia, e sego per pastura il fien greco. La fava anzi la luce vello, scemante la luna; la fava, anzi che compia lo scemar la luna, batto; e refrigerata la ripongo. Di questo mese inocchio il pesco, impiastro il fico, vòto l’arnia, il condottiero eleggo nel gomitolo dell’api. E prossima si fa la mietitura dell’orzo, la qual compiere mi giova anzi che mi comincino a cascare le spighe, imperocché non son vestite sue granella di foglie, come il grano. Da giovine sei moggia il dì potei
    segarne!

  28. @Larry Massino

    Larry, sul tuo blog si riesce a vedere solo un post con un immagine e il titolo. Niente altro. E’ voluto o ci sono problemi internettiani?

  29. La manipolazione delle masse avviene attraverso l’imposizione delle parole chiave. Nelle società ricche e illiberali il soggetto è un mero ridistributore del reddito . Attraverso l’utilizzo delle parole chiave s’impone la necessità del prodotto. L’equipollenza soggetto ridistributore del reddito crea un problema di marketing. Il problema di marketing viene risolto dagli uomini chiave. Attraverso gli uomini chiave viene imposta una cultura di copertura del prodotto. Attraverso gli uomini chiave viene imposta una cultura alternativa di copertura del prodotto. Gli uomini chiave producono la retorica che amplifica la dialettica cultura cultura alternativa del prodotto. Gli uomini chiave più abili sono quelli più inconsapevoli e sono di norma lautamente ricompensati in molteplici forme. Gli uomini chiave peggiori diventano loro stessi parole chiave.

  30. “La manipolazione delle masse avviene attraverso l’imposizione delle parole chiave. Nelle società ricche e illiberali il soggetto è un mero ridistributore del reddito . Attraverso l’utilizzo delle parole chiave s’impone la necessità del prodotto. L’equipollenza soggetto ridistributore del reddito crea un problema di marketing. Il problema di marketing viene risolto dagli uomini chiave. Attraverso gli uomini chiave viene imposta una cultura di copertura del prodotto. Attraverso gli uomini chiave viene imposta una cultura alternativa di copertura del prodotto. Gli uomini chiave producono la retorica che amplifica la dialettica cultura cultura alternativa del prodotto. Gli uomini chiave più abili sono quelli più inconsapevoli e sono di norma lautamente ricompensati in molteplici forme. Gli uomini chiave peggiori diventano loro stessi parole chiave”.

  31. victoria cabello è una parola chiave minore. non credo verrà promossa a parola chiave maggiore. almeno finché ci sarà daria bignardi

  32. SSS non mi diventare anghe tu un intellettualo… VAbbé parole chiave, uomini chiave, vabbè la curtura de copertura der prodotto, vabbè la retorica che amplifica la dialettiga curtura-curtura arternativa der prodotto, ma qui c’è ggente che cc’ha un sacco de cazzo de probbbemi!

  33. massimo ti posso assicurare che anch’io c’ho un sacco di problemi, sia economici che psichici. però vorrei dirti che secondo me non bisogna ragionare in questo modo. comunque anch’io da solo a casa parlo romano facendo la caricatura di quel popolo

  34. @ SSS
    Che ttocca fa’ ppe’ campa’! Se fossi un intellettualo potrei almeno aspirare a essere un uomo chiave minore… invece sono solo quello che in termini mcluhaniani si dice un povero stronzo…

    @ Larry
    Purtroppo non ho idea di come si faccia

  35. Essendo venerdi solleciterei SSS a darci le quotazioni di chiusura delle parole chiave.

    @massimo

    non ti bastava essere povero, pure stronzo?

    ps: risolto, grazie di nuovo.

  36. purtroppo c’è lo sciopero dei giornalisti. tuttavia ecco alcuni dati

    eco +0,27%
    saviano +37%
    d.bignardi +9%
    sofri +0%
    fiat -20%
    telecom -87%
    v.cabello +4%
    mtv -270%
    caserta – 1209%
    napoli – 39%
    barbour +56%
    roma -12%
    acqua panna +5%
    adelphi -0%
    upim +0,1%
    sorrentino – 80%
    cosenza – 1562%

  37. mi sono arrivati via fax anche ozpetek fazio e church’s. ve li dò

    ozpetek – 32%
    fazio + 12%
    church’s – 0,01%

  38. Ecco il mio sentimento: non apprezzo l’umorismo dei Troll. Ho molto pena da capire la significazione del post.
    Rotowash mi chiedo se è autoironia o no, ma mi ha fatto ben ridere la tua arroganza.
    Altra cosa che mi indigna è questa lista dove si affiancono la Fiat e Roberto Saviano o Telecom, o Servillo. Che significa? La letteratura o l’arte evaluati alla borsa? E’ dimenticare anche l’idea di personna.

  39. nella nostra borsa dei situazionari (delle parole anti-chiave))

    sergio soda star + 65%

    monnezze riunite + 12%

    rotowash + 3 %

  40. @véronique vergé

    egregia signora, io non riesco a fare polemica con lei, perché la stimo enormemente. fossi una casa editrice lei sarebbe la mia artista di punta: pubblicherei tutto ciò che la sua lingua produce. mi scusi se ho urtato la sua sensibilità.

  41. @biondillo

    gianni io te lo dissi che se tu mi davi spazio io e quelli del mio teem non guardavamo in faccia nessuno a davamo fastidio anche a noi stessi per una questione di serietà e di rispetto. tu ci hai dato fiducia e noi non ti deluderemo mai

  42. se ogni postatore facesse come me che mi commento da solo ad nauseam ogni post sarebbe ricco di commenti

  43. In un articolo sulla condizione femminile in Cina, Julia Kristeva sostiene che la fasciatura dei piedi delle bambine non è una pratica barbara, ma “testimonia il potere segreto delle donne”: l’equivalente della circoncisione dei maschi in Occidente.

  44. A quanto stanno Cina, fasciatura dei piedi delle bambine, circoncisione dei maschi in Occidente? E Julia Kristeva?

    Ps: Francesco Forlani, se non ricordo male, aveva appropinquatamente coniato il magnifico concetto di new iconomy. Sergio non è che si può avere il listino anche di questo nuovo mercato?

  45. Julia Kristeva è la lacaniana che non ama farsi fotografare. Perché, pur essendo una bella donna, è troppo modesta, ecco. Infatti in rete foto sue non ce ne sono… poche.

  46. trovo notevole questo pezzo di bortolotti, questo è il “ricercare” che mi piace, che lavora sugli schemi di organizzazione del pensiero, negli anfratti della logica – e in parte degli schemi percettivi presupposti dalla logica – e non semplicemente su lessico, sintassi e grammatica. secondo me solo qui si gioca il senso politico – e cioè il più radicale – della scrittura. anche se penso che in tal senso la parola saviano è ben comprensibile in iran, perchè rimanda a schemi generatori più profondi di quelli della sintassi e anche della logica, ad es, l’opposizione bene male…

  47. @larry

    caro larry, purtroppo io posso avere solo le percentuali delle parole chiave

    @liviobo

    credo che gli schemi d’organizzazioine del pensiero siano gli stessi da sempre. forse con qualche “piccola” modifica sistemica dovuta alla massiccia fruizione della tecnologia. kant e husserl hanno intuito e descritto motlo bene il funzionamento del cervello, e senza sapere nulla del cervello. oggi su molte questioni le neurocienze confermano le intuizioni dei due filosofi. quello che volevo fare con questo mio piccolo scritto spam era – passione del momento – mostrare e attaccare la retorica dominante. farla vedere. insomma sarebbe un successo se qualcuno avendo letto codesta sciocchezzuola, dentro di sé, mettesse in discussione la simpatia di victoria cabello, la qualità della fiat, l’utilità di Lui, la capacità scrittoria di Lui, ecc. ecc.

  48. chiedo scusa intervengo ancora. e volevo farlo proprio attraverso un attacco alla logica protocollare del pensiero del soggetto medio, vera vittima della retorica dominante. perciò è scitto in questo modo barbaro. poi ci sono anche altri motivi ma non posso spiegare tutto sennò lo scritto è inutile perché il lettore non deve fare più niente. grazie

  49. e poi davvero taccio, ma ho dimenticato Bateson che ha lavorato sugli archi logico-politici, e questo nei termini non della filosofia ma delle scienze cognitive; risultato: tutto quello che viene in mente a un soggetto medio, in un frangente elettorale è l’icona del sesso di suo nonno; cio’ che viene detto anche l’effetto Grandad.

  50. mah….c’è un cassonetto nei paraggi per buttare un po’ di monezza?
    non vorrei che la riserva indiana stia diventando una discarica “intellettuale”.
    (oggi pioveva e vi ho letto tutti, ahimè)

  51. sss lo metterei nei rifiuti speciali.

    scusate la schiettezza, ma facendo mio il consiglio di azzurra, provo a “parlare potabile”.

    a rileggervi….

  52. @ gherardo
    in effetti non ho letto così attentamente i commneti da aver ben chiara l’ identità del soda selz, essendo pare il soda selz persino diverso da se stesso… chiunque non sia, ricorderai forse cmq che io avevo apprezzato il tuo lavoro sulla percezione in altri pezzi…
    @ soda selz o l’altro in lui
    in sostanza io volevo un po’ polemizzare sull’accostare fazio, l’eco scrittore (tutt’altro lo studioso e intellettuale) bignardi ecc con Saviano, ovvero se intendo Lui… ma vedo che non mangi la foglia e il discorso già sarebbe impervio in un codice meno chiuso… ripiego quindi sui punti di convergenza, e mi ti associo sull’indiscutibilità della simpatia di victoria cabello, vera ragazza chiave pimpante e indiscutibile ma sbarazzinamente che certo se alcuni gli vorrebbero dare solo una botta non avrebbero capito proprio un beneamato niente…

  53. ultima: chissà se in discarica rimane spazio per quanti prendono sul serio simili bischeri e consumano polpastrelle e cellule cerebrali in dotte e composte risposte.

  54. le parole chiave le usiamo anche io e Klein a Monaco per risolvere i nostri casi, soprattutto quelli legati alla signora fottemberg. Naturalmente in Germania sono diverse e finiscono o iniziano tutte con bund o nein..

    sss vielen dank

  55. @ bortolotti
    ecco però uno dei punti: una rosa è una rosa ma un nome non è un nome, e io in sincerità dovrei riconsiderare il pezzo se debbo attribuirlo ad altri da te, con un’altra storia… non credo affatto alla morte o impersonalità dell’autore o cose simili… le parole hanno un significato diverso se rimandano a un certo corpo o a un altro, se sono garantite da un certo corpo o un altro… tutte le parole hanno il senso di una firma, detto in altro modo (non intendo banalmente garanzia di qualità, ma garanzia appunto di un significato, che è sempre a qualche parte in un corpo, che sta sempre in un punto del mondo…)

  56. spettabile nazione indiana

    sto ultimando una chiavetta da parole chiave delle pagine gialle

    certa della mia arte, e della vostra ricettività
    ve la spammerò quanto prima nella vostra
    casella elettronica

    vostra stalker

    artista

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