Up Patriots to Arts- Festa di Nazione Indiana
Festa di Nazione Indiana
Milano 17-19 giugno, circolo Arci Bellezza, via Giovanni Bellezza 16
Venerdì 17 giugno
21.30 Up Patriots to arts! Amor patrio e lingua materna
con Stefano Zangrando, Igiaba Scego, Azra Nuhfendic.
Nota
di
Stefano Zangrando
Se è vero che stiamo finalmente uscendo dall’incubo videocratico del “diciassettennio” berlusconiano, forse è anche ora di lasciarsi alle spalle alcune categorie e ghettizzazioni che, in questi stessi anni, hanno costituito il controcanto critico e progressivo ai pifferai del populismo xenofobo. Igiaba Scego e Azra Nuhefendic, per esempio, rappresentano senza dubbio quell’arricchimento della cultura e della letteratura italiana che è venuto negli ultimi decenni dalle grandi migrazioni. Ma a volte, come molte altre scrittrici e scrittori di origine straniera, hanno anche patito un’etichettatura che, oltre a valorizzarne l’operato, ha avuto l’effetto di relegarle in una nicchia, culturale e di mercato.
Romana ma di origini somale l’una, bosniaco-musulmana in Italia da sedici anni l’altra, Igiaba Scego e Azra Nuhefendic hanno una chiave in più, rispetto a chi non ha visto la propria identità messa in gioco dalla migrazione o da un’educazione interculturale, per comprendere quella molteplicità e quella diversità che contraddistinguono ormai la realtà italiana, benché la peggior politica si sia adoperata, e lo faccia ancora, per mistificarne l’evidenza. Non solo: entrambe le scrittrici, un po’ per destino e un po’ per scelta, hanno consacrato la gran parte del proprio lavoro alle loro “madri-patrie”, a loro volta ambedue vicinissime, seppur in maniera diversa, all’Italia: la Somalia per il passato coloniale che ancora oggi è un capitolo scandalosamente censurato e irrisolto della nostra memoria storica, l’ex-Jugoslavia per il monito che ci giunge ancora oggi dalle fosse comuni di Srebrenica, mentre gli aspiranti carnefici nostrani non lesinano titoli d’onore per il criminale Mladic.
Azra e Igiaba ci parlano di questo, della propria diversità vissuta e del proprio rapporto con la lingua madre, e lo fanno in italiano. Sono dunque scrittrici “italiane”? Certo che lo sono. O meglio: non è questo il punto, o non lo è più. Sono scrittrici e basta. Il loro lavoro è ormai parte integrante della cultura viva del paese reale, e guarda oltre i confini nazionali. Comunque le si definisca, Igiaba Scego e Azra Nuhefendic rappresentano quello che la cultura e la letteratura italiane, se di valore, sono ormai diventate: cultura e letteratura in lingua italiana, ma parte di un orizzonte critico e poetico sovranazionale e sovracontinentale.
Di tutto ciò si parlerà con le due autrici domani, alle 21:30, al Circolo Arci Bellezza di Milano.
Nota di effeffe
Al termine della tavola rotonda ci sarà Patrioska.
Patrioska (durata 1h) è un trittico di narrazioni, che comprende la video performance dedicata a Pisacane e Che Guevara, il racconto della più grande ubriacatura di tutti i tempi, del poeta Blaise Cendrars con Amedeo Modigliani, e l’omaggio poetico della Valiza de Cartoon ai padri che emigrarono nei secoli scorsi.
La storia ci proibisce di sognare?
“Ma no! Basta non confondere. Il problema è che se si hanno responsabilità o ambizioni pubbliche, non si può continuare a dormire. Una politica fatta di sogni produce incubi. Gente come Guevara c’è sempre stata, Pisacane per esempio. E ce ne saranno altri in futuro”.Lucio Colletti, Corriere della Sera,7 luglio,1997
(1928-1967) Ernesto Che Guevara muore Il 14 giugno
(1818-1857) Carlo Pisacane muore il 2 luglio .
Entrambi hanno trentanove anni, alla morte. A procurarla sono direttamente o indirettamente gli stessi, contadini, Boliviani, o del Cilento, che volevano affrancare. Ci sono solo dieci anni di differenza perché non sia passato esattamente un secolo dall’una all’altra impresa. Uno sbarco accompagna i rispettivi progetti e a salire sulle imbarcazioni ci sono equipaggi di circa venti persone. Di Pisacane è stato detto tutto e il contrario di tutto. Avventuriero, spia degli inglesi, don Giovanni impenitente, distruttore di famiglie, biondo, occhi azzurri. Victor Hugo ha scritto che fosse più grande dello stesso Garibaldi. Se Victor Hugo avesse conosciuto Che Guevara ne avrebbe detto la stessa cosa.
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Ci vuole sensibilità artistica, culturale, letteraria per saldare in un’unica esperienza le vite del Che, di Pisacane e la propria. Io al principio non ne avevo inteso la necessità, di questa lingua forgiata inseguendo personali emozioni. E invece è lei, questo magico intruglio di passato e presente, che meglio spiega lo strazio, il fascino, l’ansia, il desiderio i sbarco in terra straniera.
Bravo, per molti versi geniale, mi ha pure fatto fumare 2 sigarette in 17 minuti. E non sta bene.
senza filtro, spero!
effeffe
:-))
un saluto a effeffe.