l’ultimo giorno di ottobre
di Franco Arminio
I
io qui ho un solo nervo
un solo ramo
a cui sto appeso
in attesa della fucilata.
cinguetto, scuoto le ali
non scendo a terra e non volo
in cielo.
II
la piazza coi denti
presidiata
dal popolo fallito
è insolente
mi mastica il dito.
III
siamo qui a cercare
chi ci loda
in questo spazio senza capo
né coda.
IV
quando avevo i tuoi occhi
non me ne accorgevo.
V
notizia del giorno:
uno che si è impiccato a un albero
vicino alla fermata degli autobus
ed è rimasto lì per tre giorni.
VI
abbracciami con cautela
sono il tuo arcobaleno.
VII
senza di te
le cose che vedo
non ci sono.
VIII
era piena di farfalle
l’aria che ti usciva dalla bocca.
IX
quando mia madre
mi tolse il seno
misi in bocca la punta
del mio cuore.
X
ogni cosa è di nuovo rovesciata
come negli anni in cui non ti ho baciata.
XI
hai avuto bisogno di molti uomini
per arrivare a me.
XII
domani è il giorno dei morti
quando arriva il giorno dei vivi?
[l’immagine in apice è di Dino Valls]
Belle.
la seconda affonda nel morbido…
una piazza con i denti può solo mordere :-)
la sesta è dolcissima.
tutte molto riflessive, brevi, leggere come voli di farfalla
Mauricio Babilonia ne era circondato, hanno segnalato la sua morte.
apprezzato molto anche il quadro che non conoscevo.
Perdonate la pedanteria:
domani (detto l’ultimo giorno di ottobre) è il 1° novembre, dunque non è il giorno dei morti, ma è il giorno dei santi. Il giorno dei morti è il 2 novembre.
Molto belle, soprattutto la I e la IX.
lo so che il giorno dei morti è il due novembre, ma io mi riferivo al mio paese, dove il giorno dei morti viene festeggiato il primo novembre. la mia è sempre una scrittura site specific. comunque l’osservazione non è affatto pedante.
la poesia numero nove è anche la mia preferita
bello il viii e bello il quadro… mi evoca una storia di edgar allan poe
Mi piace la poesia V – la crudeltà- la solitudine del corpo dopo la solitudine della mente. Si suicida perché sei solo/ sola con il dolore in petto- senza possibilità di uscire- e dopo un albero come testimonio- una fermata di autobus- si è fermata la vita- una vita di attesa- se l’amore… Ma nessuno
è venuto nell’incontro di questa solitudine- dopo tre giorni- come in una favola dentro la nostra realtà.
Mi piace anche la XII, provo un sentimento di liberazione: la festa della vita- in brevo- la festa della luce, del cielo aperto, dal mare- del desiderio
e della carne.
La nona poesia è bella ed è una poesia.
Se le altre sono esercizi, la nona è un risultato.
Un saluto!,
Antonio Coda