Severino Di Giovanni
Ha scritto Alberto Prunetti sul suo profilo facebook: “La storia dell’anarchico Severino Di Giovanni di Osvaldo Bayer, il libro che forse ho amato di più nella mia vita di lettore, esce in un nuova edizione che ho tradotto e curato…”. E in effetti Severino Di Giovanni, nella nuova edizione di Agenzia X, merita quell’amore. Durante la dittatura di Videla era il libro più proibito, bruciato nelle piazze, mentre l’autore era in esilio in Europa. Una storia straordinaria, di amore e morte, di passione ribelle e passione sentimentale, di impeto utopico e pratiche crudeli.
Di Giovanni fu un anarchico italiano la cui parabola si svolse in Argentina, in maniera bruciante, a cavallo tra degli anni venti e trenta: un fervente antifascista in un’Argentina dove tra gli emigrati italiani il fascismo si faceva vanto della sua egemonia e delle sue conquiste, e un ribelle convinto che la rivoluzione si potesse fare indivualisticamente, armi in pugno.
Anarchico espropriatore, Di Giovanni finì in un’empasse tragica con attentati e assalti alle banche che fecero vittime innocenti, causando anche una feroce divisione interna del movimento anarchico argentino. Bayer percorre tutta la sua storia lavorando sui documenti scritti e le testimonianze dirette, con in più la penna raffinata di uno scrittore che sa ripresentare gli eventi in tutta la loro vivezza.
Facendo risaltare la storia d’amore che legò Di Giovanni alla giovanissima America Scarfò, ripercorrendo le moltissime ardenti lettere che durante la clandestinità Severino scriveva all’amata: un amore tragico, impossibile – e pure inevitabile. Di Giovanni verrà catturato e messo a morte: come scrive Bayer, “rinchiuso in un circolo che lui stesso, con la sua rabbia e spontaneità, si è costruito e da cui non potrà uscire”.
(pubblicato su l’Unità, 26/11/2011)