Opere pre-postume: Matteo Galiazzo

dal racconto Meteorologia delle sinapsi 1 pubblicato in Sinapsi, Opere postume di autore ancora in vita, Indiana editore.

Cara Loretta,
mamma c’ha una nuova mania ora. Registra le previsioni del tempo, poi le guarda il
giorno dopo. Cioè, la cosa veramente si svolgein maniera più o meno scientifica. Le previsioni del tempo che registra lei sono così, la prima parte è descrittiva, mostra semplicemente le ultime immagini del satellite, le ultime ore viste dall’alto. Quindi sono immagini completamente oggettive, sono un filmato, non c’è niente di immaginario. La seconda parte invece è la previsione vera e propria, cioè come si evolverà il tempo nelle prossime ore e nel giorno dopo nella mente dei metereologi. Tieni presente che la grafica è assolutamente la stessa, quindi non c’è discontinuità tra le due immagini. Bene, quindi questa seconda parte mostra attraverso dei calcoli, che sono calcoli che probabilmente misurano l’inerzia del mondo e dell’aria, mostra come proseguirà il cammino che le nuvole stavano percorrendo. È come bloccare un fotogramma all’improvviso e sulla base della dinamica delle cose calcolare come si evolverà la scena. Secondo me l’inerzia è la forza unica e fondamentale per capire l’universo e l’uomo e le menti umane quando agiscono tutte insieme. Comunque, il fatto è che invece non ci si capisce un cazzo e il metodo di mamma sta lì a dimostrarlo. Lei registra le previsioni di oggi attaccate a quelle di ieri. Poi riguarda la cassetta. È un lavoro molto triste. Dopo un po’ ti fai l’idea che quei cacchio di cumuli, che quelle cacchio di macchie bianche sulle cartine d’Europa si muovano assolutamente a caso, senza nessuna possibilità di previsione. C’è continuamente una cacchio di depressione che si avvicina minacciosamente verso di noi, e infatti le previsioni per il giorno dopo la danno sopra l’Italia settentrionale, invece poi si dissolve sempre prima di varcare le Alpi.
Dopo un mese puoi vedere, se ti interessa, tutta questa sequela di fallimenti uno in fila all’altro. Immaginazione immediatamente confutata. Non so. è una cosa molto avvilente. Comunque. Questa occupazione di mamma mi preoccupa un po’. Del resto. Comunque questo quartiere è veramente un posto da bestie. Mamma si trova bene qui, invece. Dovresti sentire come sbadiglia. Non è affatto normale sbadigliare così come fa lei. Cioè, lei sbadiglia in un modo. Cioè, la cosa che mi dà fastidio in realtà non è lo sbadiglio in sé, ma il fatto che lei mentre sbadiglia continua a parlare. Deformando completamente le parole. Non so, magari sta dicendo la frase «La principessa Stefania è di nuovo incinta», lei comincia la frase «La principessa Stefania», poi le viene da sbadigliare, anziché aspettare di finirla quando lo sbadiglio è finito, lei prosegue tranquillamente come se niente fosse «La principessa Stefania èèèèèèiuoooooooooiiiiiiiiiiiiaaaaa». Ecco. Perché lo fa? Certamente anche questo è un fenomeno legato all’inerzia. Ma poi la cosa che mi dà fastidio in realtà è un’altra. Esiste per tutti immagino la possibilità di sbadigliare stando zitti. Penso che tutti siano capaci. E mamma non solo continua a parlare durante lo sbadiglio, ma addirittura aspetta di sbadigliare per cominciare a parlare. Cioè, magari se ne stava lì zitta da due ore e attacca la frase proprio nel bel mezzo dello sbadiglio. Ma che senso ha? Secondo me lo fa apposta. Appena sente che le viene da sbadigliare si mette a parlare. Questi sbadigli sono veramente tremendi. La cosa brutta è che quando la sento mi viene da sbadigliare anche a me. E anch’io faccio dei versi orribili. Il fatto è che qui sbadigliano tutti, in questo quartiere. Anche i nostri vicini sbadigliano in continuazione rumorosamente. Cioè, sono veramente suoni disumani, non so spiegarti. Animaleschi, ecco. Vabbè. Mi sa che ti saluto.

Luca

Anch’io ascolto gli sbadigli. Gli sbadigli della madre di Luca. È che da quella notte aspetto. Sapere che c’è un’altra cosa come me anche dentro la madre di Luca mi fa. È da quella notte che aspetto.
Da quella notte osservo la madre di Luca con occhi diversi. Aspetto che dalle pieghe dei suoi movimenti e dei suoi gesti e delle sue parole, emerga qualcosa di attribuibile alla cosa. Purtroppo in questo sono dipendente da Luca. Non posso guardare in direzioni diverse da quelle che decide lui.
E gli sbadigli sono le cose che ascolto con più attenzione. Sono evidentemente un atto involontario. Quindi più facilmente controllabile da parte dell’entità che abita la madre di Luca. Anche gli starnuti. Anche i movimenti incontrollabili tipo i tic. Questa è una mia teoria. Secondo me nel momento in cui inizia uno sbadiglio è più facile per noi intromettersi e far passare deviazioni muscolari, o nascondere un’influenza sui movimenti. Dico questo nonostante io non sia mai riuscito a influenzare alcunché durante uno sbadiglio, uno starnuto o altro. Però quando la madre sbadiglia concentro la mia attenzione su quei suoni, cercando tracce di vita aliena. Cercando magari un codice, insomma prove della presenza dell’essere mio simile.

Nota pre-postuma
Tra qualche giorno pubblicherò un’intervista all’autore effeffe

NOTE
  1. Pubblicato originariamente in forma leggermente differente con il titolo Gestalt nell’antologia Anticorpi, Einaudi, Torino, 1997🡅

2 COMMENTS

  1. concordo con bando qui sotto. smetti di sbiarglidae (e8 quello che faccio io da almeno una settimana!!!!!!!!!!) e cercati qualcos’altro da fare: tipo vai a fotografare le pozzanghere, dai spazio al tuo estro artistico, cimentati in qualcosa di creativo!bacione

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017