Mandala
di Ottavio Fatica
La notte è viola. Ai fuochi dei pastori
sul crostone arroccato
di madrepora un bue
un asino, una vergine, un giuseppe
intorno pochi sbaffi di bambagia
mentre lo specchio d’acqua di stagnola
riflette una cometa
che converge sopra la grotta
dove in una greppia tutti aspettano
la Novità. Ci siamo quasi. Affrettati
alla meta. In lontananza
avanzano tre magi.
Fossi un santo
fossi anche un venditore di tappeti
volanti con il cuore
che trepida m’involerei allo schiaffo
del libeccio da Tripoli o Damietta
con il cuore che trepida e la stuoia
radente su Sabaudia e Palestrina
fino a Rieti e poc’oltre per assistere
alla nascita in diretta nella coltrice
di una mangiatoia del Garante.
Aspettami. Per inventare il
presepe a Greccio e lì all’estremità
di una lingua di terra
inabitabile dimenticare
i nomi delle cose che si vedono
e guardare. Abbi fiducia. Nella mandorla
quando sui fasci pascerà un bambino
cosa farne se è tutto già
scontato in mente Dei
e tutto da scontare nella carne?
Fuori dal raggio oblato
di luce del tuo fuoco
i grandi sauri della cecità
mugghiano al buio.
Il bambinello brucia.
Questo Natale ti voglio regalare
Un bel pacchetto che non si può scartare
Che sotto l’albero c’è ma non si vede
Che lo può aprire solo chi ci crede.
Dentro ci metto tante belle cose:
giorni d’aprile coi fiori e con le rose
acqua di mare coi pesci in fila indiana
boschi e montagne e in volo una poiana.
Il mondo intero ci metto, terra e cielo
Per fare un viaggio che non sembra vero
Elfi e folletti, principi e regine
Capre e conigli, anatre e galline.
Aggiungerò la voglia di sognare
E tanto amore da poter donare,
se guardi in fondo ci troverai il mio,
tutto l’amore che ti dono io!
(deborah cavazzini)
o ricapitalizzazioneche con il dono del credito
guidi i fedeli alla piena luce della verità
donaci di gustare la vera sapienza
e di godere sempre del tuo conforto
amen
o banca centrale concepita senza peccato
ti venero oggi sotto il vessillo del mercato
il presidentemi ha insegnato rispetto
e sottomissione a te quali onori
asset e omaggi ti dovrei prestare
se ciò che ti chiedo non è per la gloria
del neoliberismo e per il bene della mia anima
fammi avere quello che sia più conforme a entrambi
segue momento di silenzio
Una buona fatica quella di Ottavio, un buon labor: tributo al nòstos e alla materia di gioco che è la rete sinaptica del nostro cervello (la chiamavano ”fantasia”, ma pure questa, ormai, è bistrattata).
Bene così: che il nòstos s’intrecci con la contingenza e l’incatenamento dei tempi nostri e che si riesca comunque a volare sopra questi sfruttandone la loro geografia.
Troppa poca plastica dichiarata forse, ma se ce ne fosse di più forse non ci sarebbe il fantastico del tappeto volante.