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Il Turista Incantato Salvatore di Vilio

di vilio man

Dal 18 maggio al 10 giugno 2013
Indypendentemente e l’associazione Terrainvague
sono estremamente lieti di presentare
alla Galleria Libreria Voyelles & Visions
Torino, via San Massimo 9/A

Il turista incantato e Attraversamenti ciclabili negli ingranaggi della memoria
accompagnati dalle note di Giuseppe Montesano, Eugenio Tinto e Grazia Coppola

Il turista incantato
Nota di Giuseppe Montesano

– E poi? Che succede? Come comincia?
– Ma non lo so, vado in giro, sai anche tu com’è, non ci sono più viaggi, e nemmeno viaggiatori, siamo tutti turisti. Guardo le cose, e all’inizio non le vedo davvero, forse proprio perché mi aspetto chissà che. E poi, a un tratto, è come se qualcosa mi risvegliasse da un’ipnosi…
– E allora le vedi davvero, le cose: monumenti, paesaggi, figure…
– Sì, ma non vedo monumenti o paesaggi. Vedo semplicemente luci radenti nel pomeriggio o nella notte, e antiche pietre, e grandi luoghi aperti, e a volte ho la sensazione che siano loro a guardare me: e allora devo scattare, aprire l’occhio dell’obiettivo, fotografare…
– … E ti lasci catturare da queste spiagge semideserte, dagli spazi che straripano fuori dai limiti della camera, preso dalla malinconia che viene da piccole impronte e segni sulla sabbia, affascinato dalla solitudine di una statua nella sua perfezione di linee, stupito dal silenzio delle luci che si riflettono su una strada bagnata: e da tutta questa vastità in cui sembra di poter sentire le cose che respirano. È lo sguardo incantato di un bambino, il tuo.
– Come mi piacerebbe che fosse davvero così! Ma forse sono solo un ladro di scatti, uno che cerca di cogliere quel momento bizzarro in cui le cose si distraggono e si aprono per guardarti, sono un turista di immagini…
– E che importa? Andiamo tutti vagabondi in giro cercando un brandello di vita essenziale, ma non riusciamo a scoprirlo perché crediamo di aver già visto tutto, e senza stupore non si può vedere più niente. Invece tu ti sei stupito, e hai visto. Sei un turista? E va bene, ma sei un turista con gli occhi aperti, sei un turista incantato.

“E poi? Che succede? Come comincia?
Ma non lo so, vado in giro”

di
Grazia Coppola

Cercando vocali e visioni, la Voyelles & Vision trova questa volta consonanze.
Salvatore Di Vilio, nel suo errare per luoghi, raccoglie negli scatti visioni incantate. E lo stupore trova espressione a volte proprio in una vocale ripetuta, o anche in un silenzioso dialogo tra le cose.
L’idea di cogliere in un fotogramma il suo racconto, chiudere il cerchio sulla sua narrazione, annoda l’incanto del turista agli ingranaggi della memoria degli attraversamenti ciclabili.
Di Vilio accompagna i suoi scatti con testi letterari, in un gioco in cui l’immagine prende la parola e la parola veicola immagini.
Il testo di Giuseppe Montesano suggerisce così che il turista incantato sia il bambino che sente respirare le cose, ma anche il ladro di scatti, che coglie un momento di distrazione in cui le cose lo guardano. Il turista è infatti oggetto (di distrazione) degli oggetti che lo osservano, in un gioco di scambio di ruoli tra animato e inanimato. tra attenzione e distrazione.
Le parole di Eugenio Tinto a margine degli attraversamenti ciclabili dicono di un popolo senza motore e di un’eredità ferrata, un passaggio di mano tra nonno e nipote (eredità!) di un oggetto dal forte valore simbolico: la bicicletta, un oggetto che ha dentro un innamoramento e la storia dell’uomo meno comoda, perché fatta di sudore. Talvolta questo oggetto viene scomposto da Di Vilio in singole unità, quasi sezionato. E così prendono la parola un bullone, un fanalino, un mozzo, un freno, un cerchione, un pedale, una sella, un catenaccio, un morsetto. È come se l’ingranaggio stesso volesse tirare fuori dalla memoria anche un vocabolario quasi dimenticato. E, nella ricomposizione, non si sa se dire “ritratto di uomo con bicicletta” o piuttosto viceversa.
Nel corso di un decennio, la linea traccia un segno tra l’incanto analogico del turista e la fugacità digitale del passaggio a pedali: lo scatto, che da fotografia diventa iPhonografia, non perde infatti l’incanto, e l’angolazione di sguardi.

La tecnica involontariamente gioca con gli incastri, così le iPhonegrafie proposte come dittici montati su pannelli 30X60 e realizzate con applicazione Hipstamatic Claunch 72 monochrome, entrano due volte con rigore matematico nel Formato: il 60X60 delle foto del turista montate su supporto Forex 2cm Tecnica; Analogico con negativi 6×6 acquisiti in file.

Nel manifesto, i cinque scatti come pentade pitagorica, e come cinque sensi e dita della mano, prendono appunto per mano in questo viaggio, preannunciato da una cartolina poco turisticamente convenzionale, in cui luci radenti e pietre antiche, spazi aperti e superfici riflettenti, finestre aperte e chiuse sono sfondo o essenza di visioni che aspettano una seconda occasione dallo sguardo.
E un immaginario postino in bicicletta la consegna a una città a cui questo oggetto è caro, Torino, dalla natura pianeggiante che invoglia la pedalata sopra il basolato antico, materia amata da Di Vilio

Attraversamenti ciclabili negli ingranaggi della memoria di Salvatore Di Vilio
Nota di Eugenio Tinto

Proveniamo da un tempo nel quale la bicicletta era e rappresentava un modo d’essere, uno stato sociale e una pedalata alla volta siamo arrivati lontano. Mio nonno andava sempre e solo in bici, a lavoro, a passeggio, senza mai mostrare la fatica di avere quello come strumento e compagno di viaggio. Mia nonna l’ha conosciuta mentre passeggiava sul Corso del paese in sella alla sua fidata bicicletta. E ora tocca a me. La sua eredità ferrata è passata a me per chiudere in un cerchio, come cerchio è ciò che muovo, la memoria che non ho mai perduto di quello che noi fummo: un popolo senza motore, spinto solo dalla forza e dal sudore.

Biografia
Nato a Succivo (CE) nel 1957. Ha frequentato la facoltà di Architettura di Napoli, interrompendo gli studi universitari per dedicarsi alla fotografia. Dal 1980 è presente nei settori della ricerca fotografica. Partecipa a mostre e rassegne nazionali e internazionali.

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“VOYELLES & VISIONS”, nuovo spazio espositivo dove l’ arte contemporanea coabita con un’attenta selezione di libri francesi, presenta un itinerario visivo e letterario attraverso l’esposizione di otto immagini di fotografi italiani e internazionali. La “quinzaine” è un periodico gratuito pubblicato dalla Galleria e curato da Angela Pellecchia e Chiara Lasagni
Via San Massimo 9 intende così rilanciare attraverso i due progetti, Indypendentemente.com e Terrainvague, che qui hanno sede, un’idea di factory delle idee e delle relazioni tra due paesi, l’Italia e la Francia, ma anche dell’Europa che si immagina diversa da quella configurata dai mercati.

Info: indypendentemente.com, terrainvague@ymail.com
Luogo : Torino, via san massimo 9/A

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017