i poeti appartati: Eugenio Tinto

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Poesie
di
Eugenio Tinto

Terra
Lamento ventre cuore caldo viscere
Madre silente battito di ciglia
Sospiro riposo ed eterno migrare
Occhi mani una corona di firmamento
L’uomo a volte ti vive
I rami stentano alla gravità.

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La tua prima casa
Sabbione, calce, mattonelle e mattoni,
Malta e tanto sudore.
Le sue fondamenta sono studiate,
ingegno, maestranze e prevaricazione.
La tiro su con lena e speranza che non cada
La solitudine degli altri

 

 

 

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Le fotografie sono di Salvatore Di Vilio

Il tempo dell’attesa
Il mio paese muore
Nel silenzio dei suoi

Suoni, nel caldo tiepido
Della sua indifferenza.
Sa che un altro domani
Ci sarà.
L’illusione dell’eterno
Ormai è un’ombra
Gettata alle spalle
E il domani speranzoso
È in questi rami smossi.
Ritorna il silenzio.
Il treno in lontananza,
L’incombenza di Aversa
E nessuna ombra da domandare.

 

Succivo Sguardi Quotidiani
Viviamo separati,
Il nostro occhio
Ci scruta, ci divide
La nostra lingua
Tace un infinito
Che né io né tu
Apriremo mai.
È il mese dei fuochi
O quello delle preghiere,
Non bastano dodici mesi
A scandire il tempo dell’abbandono.
Sulla testa già ci siamo
Sul corpo noi balliamo,
alla fiera dell’usato ci sono
I nostri cenci,
Li abbiamo visti consumarsi
Di pioggia, di vento, di silenzio.
Un velo ricopre di polvere
I ricordi in queste
teste sempre piene:
è giunto il tempo di lasciare fermi i sassi.

 

 

6 COMMENTS

  1. Interessante, questo autore. Ci ricorda che la poesia è fatta d’una delicatezza che taglia, che punge ma senza offendere. Mi piacerebbe discutere direttamente con Lui di alcune scelte formali. Anche il mio io mi considera un “poeta appartato” o, meglio, un “non-poeta illimitato”.

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017