A Corigliato gli danno pure la carta di credito

di Giorgio Mascitelli

Di fronte ai sedili dove aspettava c’era un distributore automatico di bevande calde e Corigliato si alzò, infilò le monete e scelse il caffè, ma il distributore si limitò a trattenere i soldi, resto compreso, senza erogare la bevanda. Ora questo era chiaramente un presagio di cattivo augurio che avrebbe dovuto indurre Corigliato ad andarsene quanto prima da quel luogo, Corigliato invece si limitò a imprecare sotto voce e ritornò al suo posto, ma subito fu raggiunto da un tizio in giacca e cravatta con qualche problema di forfora, ma era anche la stagione, che lo fece accomodare e sentito le sue richieste, disse che prima di ogni cosa si doveva provvedere a determinare le sue propensioni di spesa e pertanto il suo profilo di consumatore. L’addetto cominciò a sottoporgli dei quesiti a risposta multipla su argomenti di ordine finanziario, psicologico, morale e intimo che poi riportava su un computer che aveva un programma apposito per calcolare il suo profilo di consumatore perché non tutti i profili erano utili alla concessione della Liberty card, che era poi il nome della carta di credito di cui gli aveva parlato il Cerletti. Tra i quesiti più significativi a Corigliato restarono impressi nel libro della sua memoria quello degli eventi luttuosi ( nel quale si invitava a quantificare la propria propensione di spesa dopo uno di queste, spese funerarie escluse), quello della prima giornata di primavera( nel quale si chiedeva se, avendo deciso in precedenza di consacrare un tale giornata agli acquisti e avendo scoperto che proprio quel giorno lo zeffiro tornava a spirare e a portare la primavera, si sarebbe differita o meno l’attuazione della deliberazione) e quello del negozio di sabato pomeriggio ( nel quale si chiedeva di determinare quanti acquirenti usavano nel giro di un’ora la carta di credito per saldare i propri conti, dato che ogni dieci minuti dal negozio uscivano 37 persone e ne entravano 52, delle quali solo la metà più sei dotate di carta di credito).
– Sì! Il computer ha detto che rientri nel profilo adeguato per ottenere la concessione della Liberty card -. Cinguettò all’improvviso l’impiegato – Complimenti per aver ottenuto la Liberty card.
Corigliato chiese delucidazioni su questa storia dei profili e l’impiegato spiegò che per erano stati creati cinque grandi profili ( rotschild, rockfeller, rockerduck, scroodge, skilling) secondo cinque tipi basilari di propensione di spesa per favorire una scelta consapevole da parte del cliente del tipo di carta di credito più adatta alle sue esigenze. Poi l’impiegato proseguì con un tono sempre più fervido alla creazione del quale non era estraneo un giocherellare nervoso con un facsimile della Liberty card.
– Non vorrei che tu mi avessi frainteso, ma veramente sono sorpreso che a un giovane come te sia stata concessa la Liberty card che nella scala gerarchica delle nostre card è seconda solo alla Oligarcard, la carta per gli oligarchi. – Corigliato restò per un attimo interdetto perché era convinto che fosse stato lo stesso impiegato a decidere se dargli la carta e ora parlava come se lui fosse solo il terminale di un computer, ma l’altro proseguì senza prestare attenzione a quello esitante. – Sì per la Oligarcard ci vuole la garanzia di mamma e papà, ma andiamo per gradi: è già veramente un grande onore per te avere diritto a fare le tue spese con Liberty card, che quando l’esercente la vede capisce già di avere a che fare con un cliente di qualità perché non è certo il caso che distribuisce le card. Ora perché secondo te abbiamo creato la Liberty card?
– Ma non saprei… – Rispose Corigliato che si sentì a disagio per questa domanda a bruciapelo che gli ricordava le interrogazioni a scuola.
– Ma per la libertà ovvio, perché la gente sia libera. Il nostro fondatore, il signor Markus Pellegatta, l’ha sempre detto di aver ideato la Liberty card perché non ne poteva più dei drammi a fine mese in famiglia per una spesa da quattro soldi in più o in meno. Uno si deve sentire libero di comprare senza avere il fiato sul collo nel mese in cui ha deciso di comperare, vuol dire che risparmierà il mese successivo. Finalmente la stanno capendo un po’ tutti che i finanziamenti devono essere al servizio dei clienti e non viceversa: noi coi nostri mutui la praticavamo già senza bisogno che venisse il governo a dircelo, la rinegoziazione, e la facciamo su base scientifica perché il software per calcolarla è stato messo a punto da due premi nobel per la matematica, due cervelloni di quelli che tutto il mondo ci invidia e infatti vivono in America.
– Accidempoli. – Disse tra sé mentalmente Corigliato impressionabile e impressionato.
– E così si è pensato anche per la carta di credito di creare uno strumento di liberazione dalle ansie di fine mese comodo, rinegoziabile ( la rinegoziazione è l’anima del commercio), veloce, giovane, dinamico, riconoscibile, affidabile, clinicamente testato e fiscalmente trattabile. Tu sei giovane, ma non devi sottovalutare l’importanza delle card, della tua card: senza le card imperi fiorenti sarebbe crollati nello spazio di un mattino all’arrivo della prima bancarella cinese. – (E qui Corigliato pensò che l’altro adesso esagerasse perché gli sembrava inverosimile che ci fossero governi così fessi da affidare tutto il loro destino a una cosa volatile come una card che chiunque si poteva procurare). – La card, questa card in particolare è il cuore di tutto, senza card non c’è vita: come dimostra l’etimologia stessa della parola: infatti card deriva da cardiaco, relativo al cuore. E c’è un po’ di cuore, il tuo e il nostro, in questa card che ti libera dal batticuore. Questa è la tua card: abbine cura.
Poi si alzò come frettoloso, riaccompagnò Corigliato nella hall dove c’erano le addette, dette anche hostess, e disse ad alta voce “E’ un titolare” indicando lo stesso Corigliato un po’ smarrito e la hostess gli rivolse un sorriso così largo e sgargiante come quello che nelle réclame dei dentifrici la modella rivolge al tubetto.

*

[Il passo è tratto da un romanzo inedito con titolo provvisorio di Corigliato nel paese delle controtendenze.]

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andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.