2 frammenti da “Il bambino mammitico”
La mia impressione dopo aver conosciuto Enzo è di una persona magnifica, carismatica, indubbiamente di grande talento e sensibilità umana. Enzo è anche enormemente simpatico, scrutatore dell’anima e profondamente religioso. Sono stato a colloquio con lui tutta una notte nella sua cameretta del monastero. Mi ha offerto l’Ouzo, un liquore orientale, e poi durante tutto il nostro colloquio abbiamo fumato delle sigarette sudamericane.
Enzo Bianchi si rifà alla tradizione ebraica, trascrivendo i salmi della Bibbia in un libretto pubblicato come “I Salmi di Bose”. I monaci di Bose si rifanno alla tradizione monastica di san Benedetto, alla spiritualità del Concilio Vaticano II.
Io gli dicevo che facevo l’amore con le donne, ma che in fin dei conti non ne rimanevo completamente soddisfatto; si parlò di alcuni monaci che erano puri e nella vita non si erano fatti nemmeno una sega. Poi il discorso cadde sul Vangelo di Marco, che è definito il più antico dei Vangeli e mi propose di scrivere un Vangelo secondo i fricchettoni. Io accettai e tornato a casa mi misi subito a scrivere i primi 4 capitoli.
In sintesi volevo spiegare che secondo me non tutto il Vangelo è Vangelo. Cioè, per esempio, la Passione di Gesù non è vero che si realizza in tre giorni, e sembra che tutto questo sia stato fatto per un tornaconto liturgico. In realtà il processo a Gesù ne durò almeno una quindicina. Così anche nel battesimo, quando Gesù esce dall’acqua una voce dice: “tu sei il figlio mio prediletto”, in realtà non era la colomba che appariva sopra la testa di Gesù, ma lo Spirito Santo, che invita tutte le persone al digiuno nel deserto. Infatti Gesù riempito di Spirito Santo partì con i miracoli.
Sul vangelo fricchettone c’è da esaminare il fatto che Gesù non era figlio di Dio, e Dio lo esaudisce perché Gesù è una persona pura. Cioè è una persona semplice con tutti i difetti umani. Si arrabbia, si innamora, fa il rivoluzionario e sfida il potere di Roma. Per questo lo hanno ammazzato.
Per quanto riguarda la resurrezione, penso sia difficile accettare che Gesù sia veramente risorto, perché Gesù è entrato in un’altra dimensione magica, infatti quando Cristo riappare agli apostoli, appare e scompare simultaneamente, le sue vesti il suo corpo sono trasparenti e scintillanti come uno specchio magico. Gesù appare a Emmaus, una località di Israele.
Il più importante miracolo di Gesù è quello del cieco di Betsaida. Gesù, trovatosi nel paese di Betsaida, viene avvicinato, mentre parlava alla gente, da un cieco dalla nascita. Da notare che tutti gli handicappati del mondo ebraico di allora vivevano ai margini della società ed erano tenuti in disparte. Questo cieco si mette in ginocchio davanti a Gesù e gli chiede di essere guarito. Gesù lo prende per mano, reintegrando l’handicappato nella società dei viventi, e lo porta alla fontana situata fuori dal paese, prende l’acqua dalla fontana e la adagia sugli occhi del cieco. Fatto questo, gli impone le mani e prega lo Spirito Santo. Allora Gesù dice al cieco: “ci vedi?” e il cieco risponde: “vedo in modo sfocato”. Prende allora della terra e la spalma sugli occhi del cieco: “ci vedi ora?” e il cieco risponde: “ora vedo in modo perfetto”, e si mette a gridare: “Gesù di Nazareth mi ha guarito!” e la gente del paese mormora: “non è costui il cieco nato? Come fa a vederci?” e il cieco risponde: “il Signore mi ha guarito”. Anche noi siamo come quel cieco che nei momenti di scoraggiamento vediamo tutto in modo distorto. Poi preghiamo il Signore e il Signore ci guarisce. Da notare che Gesù non usa medicine o aspirine e così via, ma impone le mani e prega lo Spirito Santo. Infatti Gesù era un pranoterapeuta, che aveva dei poteri eccezionali e guariva tutti i malati con una forza magnetica che gli si sprigionava dalle mani.
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Dopo un anno che ero sposato mi sentivo un po’ strano, allora mia suocera pensò di indirizzarmi presso don Nello Marcucci, il prete di Pieve di Compito, pranoterapeuta ed esorcista. Prendemmo l’appuntamento. Lui mi disse, già dai primi incontri, che c’era in me una maledizione avvenuta prima che io nascessi, quando ancora mia madre era incinta. Il malocchio che mi affliggeva, credo che fosse colpa di mio nonno, uomo rude e cattivo e prepotente, che aveva fatto del male a qualcuno, e questo male si era riversato su mia madre mentre portava in grembo me.
Il metodo per scacciare il malocchio, che mi affliggeva dalla nascita, erano delle sedute pranoterapeutiche: don Nello mi sfiorava con le mani tutto il corpo e io sentivo un grande dolore. Poi, stufo di molte sedute andate a vuoto, pensai di andare a Padova da Sant’Antonio da Padova e da Padre Leopoldo Mandic, il mio santo protettore.
Io e mia moglie pregammo molto, e ritornati da don Nello egli constatò, con enorme stupore, che non urlavo più, che la maledizione era stata tolta ed io e Eugenia ne rimanemmo contenti. Però, invece di smettere, io andavo lo stesso da don Nello a farmi benedire l’acqua benedetta e il sale benedetto.
Il sale benedetto lo usavo in cucina, ma poi incominciai ad usarlo per metterlo in ogni angolo della casa, e così persi la testa perché guarito dal Signore per troppa superstizione, e fui ricoverato alla villina di Nozzano. Ci rimasi circa due mesi. Fu un’esperienza scioccante, rinchiuso come un cane senza poter uscire, solo un piccolo cortile per comunicare.
Improvvisamente, morirono sia mia madre che mio padre, nel giro di pochi mesi. Io andai fuori di testa. Per fortuna mio fratello mi mandò da un valido psichiatra a Pisa, che praticava la psicanalisi. Questo psichiatra si chiamava Edoardo Zefiro, aveva una barbetta corta ed era molto loquace nel parlare. Mi faceva vedere tutti i miei problemi, ed io lo ascoltavo come fosse il mio padre spirituale. Edoardo Zefiro lo avevo soprannominato bambino mammitico, perché lui diceva che io avevo sempre un problema con mia madre: il famoso complesso di Edipo. Il mio complesso di Edipo è un complesso che mi segna fin dalla nascita.
Quando ero malato avvertivo dentro di me questa cosa: essendo il figlio più piccolo, ho sempre creduto che i miei genitori desiderassero una femmina invece che un maschio. Questo dualismo ha condizionato tutta la mia vita, infatti quando stavo con gli amici ero un maschio, quando stavo con mia moglie ero un maschio ma un po’ femmina, perché mia moglie era un po’ autoritaria.
Mi ricordo quando ero bambino mia madre mi portava al mio paese, dove il 5 maggio si festeggiava la Madonna della Scapigliata. La Madonna era apparsa ad una sua antenata nel ’600, perché nel paese era scoppiata la peste: la Madonna invitò la popolazione a fare una processione per le vie del paese e la peste svanì. Questa Madonna rafforzò il complesso edipico verso mia madre.
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Giacinto Conte, Il bambino mammitico, collana “Gli asteroidi”,
Livorno, Valigie Rosse, 2013, 96 pp., 12€
www.valigierosse.net
“nei momenti di scoraggiamento”. In questa come in altre frasi c’è un gusto per le ‘brutte’ locuzioni ricercatissimo. Mi è molto piaciuto tutto il testo, infantile e colloquiale. Grazie andrea e complimenti a Conte