Indymaps- cartografia dei luoghi indipendenti- Libreria Trebisonda (San Salvario-Torino)
Su Laquinzaine di questo mese, nella sezione dedicata agli spazi indipendenti in Italia abbiamo intervistato Malvina
(1) Ci parli della tua libreria? Presentazione, storia, caratteristiche sul territorio, criticità e anche dei momenti belli tosti, se ti va.
La Trebisonda è nata nel febbraio 2011, in un quartiere vivace e multiculturale: San Salvario, vicino alla stazione di Porta Nuova, a Torino. Un’attenzione particolare è rivolta alla piccola e media editoria, alla narrativa straniera e per l’infanzia. I lettori grandi e piccoli possono sedersi e sfogliare i libri: c’è anche un divano su cui leggere e degli espositori ad altezza bimbi. La libreria occupa l’angolo tra due vie piene di locali e ristoranti, ed è aperta, oltre che alcune sere la settimana per incontri di vario genere, anche il sabato fino all’una di notte. Delle otto vetrine, una è dedicata ai fumetti e agli illustrati, una ai remainder, due alle novità e una a un paese straniero (finora: Iran, Russia, Finlandia e Romania). La libreria ha proposto, oltre che incontri con gli autori e reading di prosa e poesia, corsi di scrittura (con Paolo Cognetti e Elena Varvello) e di poesia (con Anna Lamberti-Bocconi e Carlo Molinaro), di avvicinamento ad alcune lingue (arabo, persiano, portoghese); la lettura dei classici, in collaborazione con diversi autori (tra cui Andrea Bajani, Margherita Oggero, Enrico Remmert, Amara Lakhous, e altri) e altre iniziative e rassegne, come il ciclo di incontri sulla violenza contro le donne Nessuno tocchi Eva organizzata con la giornalista Federica Tourn. La primavera del 2013 ha visto nascere “GiraLibro a SanSalvario”, una sorta di biblioteca diffusa con libri donati da 24 piccoli e medi editori italiani come minimum fax, Iperborea, Del Vecchio, Marcos y Marcos, la Nuovafrontiera, Voland, Hacca, Miraggi, Scritturapura, distribuiti in trenta “Punti GiraLibro”: locali, ristoranti, bar, associazioni, B&B e negozi del quartiere. I lettori possono prendere in prestito i libri (anche per bambini) e restituirli in uno qualsiasi dei punti. Il progetto è della Trebisonda ed è sostenuto dall’Associazione commercianti San Salvario (di cui la libreria fa parte) e della Circoscrizione 8 di Torino. Il sito http://giralibro.com contiene l’elenco completo degli editori, dei libri donati, dei punti GiraLibro e gli ultimi sviluppi del progetto. Esiste, ovviamente, anche un GiraLibro Junior.
(2) Quando entri in una libreria (da lettore, cliente) cosa osservi? Che cosa attira la tua attenzione?
La mia esperienza di libraia è limitata a due anni e mezzo. Credo di guardare ancora le librerie con gli occhi della compratrice efferata che sono stata in passato. Quindi, le vetrine: mi chiedo il perché di certi accostamenti, mi ritrovo a sognare su certe copertine, mi chiedo come sarà l’ultimo nato di un autore che amo o il libro di un autore e di un editore che non conosco; entrando, mi colpiscono gli scaffali con le copertine bene in vista, e i tavoli con poche copie per titolo: gli ammassi di merci, in particolare le pile di libri, mi provocano un disagio quasi fisico che finisce per farmi uscire dal negozio. Da libraia osservo le scelte dei titoli e degli editori, mi colpiscono le case editrici minori, specie se non le conosco.
(3) Come definiresti oggi una libreria indipendente?
Il punto di vista di una libreria indipendente non può non essere particolare e di nicchia rispetto a quanto accade a chi muove grandi numeri: di titoli, tiratura e di vendite. Rimanere costantemente aggiornati, specie se si è soli a gestire la libreria, è quasi impossibile; preferisco allora concentrarmi su pochi ma buoni titoli da poter consigliare a ragion veduta, in modo da creare un rapporto di fiducia con i clienti. La differenza rispetto alle grandi catene la fa il conoscere sempre meglio l’offerta della piccola e media editoria, anche perché spesso i lettori si orientano sui grandi marchi come se fossero garanzia di qualità. Un mito da sfatare, anche perché chi pubblica tanto ormai tende a risparmiare sui costi di traduzione e di correzione di bozze a scapito, appunto, della qualità del prodotto finale.
(4) Come vedi il futuro delle librerie indipendenti? Quali strategie devono adottare i librai indipendenti per darsi un futuro?
Vorrei poter dire che alle librerie indipendenti basta, per sopravvivere, una buona conoscenza dei libri belli da consigliare ai clienti, e una grande efficienza nel procurare loro testi anche fuori catalogo, o in lingua straniera. Purtroppo non credo sia più così: infatti a patire la crisi sono anche tante librerie “classiche”, aperte da decenni, con un patrimonio di sapere da condividere. Credo sia fondamentale reinventarsi: ognuno può trovare la sua vocazione, la sua strada, basandosi magari sul tessuto sociale e culturale del territorio, cercando di stringere alleanze, di portare avanti progetti comuni. La Trebisonda, in un quartiere come questo, non può non essere aperta di sera. Tanti lettori, poi, mi dicono che agli incontri nel classico orario delle 17.00-18.00 non riescono a partecipare, perché lavorano!
Ma quello che più manca, nei librai indipendenti, è la capacità di fare rete per rivendicare il ruolo di promotori della cultura. Parlo di ciò che conosco: a Torino è difficilissimo trovarsi per fare qualcosa insieme. Ognuno preferisce andare per la sua strada, e alla fine ci rimettiamo tutti.
(5) Consigliaci un libro: qual è il più significativo, il libro-simbolo della tua libreria?
Il Don Chisciotte. Un libro che mi accompagna fin dall’infanzia e che ho riletto più volte, trovandolo sempre avvincente, divertente, malinconico. Moderno. Anche da qui, la ferrea volontà di non lasciare i classici a impolverarsi sugli scaffali, tentando sempre nuove strade per farli conoscere. In questo momento, parte di una delle vetrine è dedicata al capolavoro di Cervantes, nell’ambito dell’iniziativa realizzata coi commercianti del quartiere per il salone del libro Off, “San Salvario ha un libro nel cuore”; e poi, la sirena-polena della Trebisonda ha un libro per le mani: indovina quale.
Nome: TREBISONDA libreria indipendente a San Salvario
Titolare: Malvina Cagna
Indirizzo: Via S. Anselmo 22, 10125 TORINO
Telefono: 011 7900088
Sito Web: www.trebisondalibri.com
E-mail: trebisondalibri@gmail.com
Skype: libreria trebisonda
Facebook: libreria trebisonda
Orario: DOM e LUN chiuso, MER 16.00-20.00; MAR, GIO, VEN E SAB 10.00-13.00 e 16.00-20.00; SAB aperto dalle 23.00 alle 1.00
Indyzionario
la parola a Trebisonda.
COSTANZA, ma anche PERSEVERANZA … che fa rima con RESISTENZA: vd. s.v. “trebisonda, (non) perdere la)
PERSEVERANZA, vd. s.v. “costanza”.
COSTANZA, vd. s.v. “perseveranza”
TREBISONDA, (NON) PERDERE LA
di Malvina Cagna (libreria Trebisonda, Torino)
In molti chiedevano, e chiedono, perché Trebisonda. Più di un anno fa avevo in mente diversi nomi; tra questi, non so perché, Ondina. Che, scoprivo, era anche il diminutivo di Trebisonda Valla, un’atleta nata nel 1916 e morta novant’anni dopo. L’antica Trabzon, grande porto sul Mar Nero, era un crocevia, un punto di riferimento importante, come la stella polare. Ecco il perché dell’espressione “non perdere la trebisonda”, con cui sarebbe stato bello giocare, pensavo. E quale nome migliore per una libreria che apriva, un anno fa, a San Salvario, quartiere che è a sua volta un approdo, stretto com’è tra la stazione e il fiume. L’angolo tra via Sant’Anselmo e via Pellico continua a essere più frequentato di sera che di giorno. Ma non dispero. Voglio continuare a immaginare modi di far vivere i libri perché diventino compagni di vita quotidiana, non un lusso, un di più, ma strumenti indispensabili per aprire le menti di qualsiasi età. I libri ci portano a casa la varietà del mondo e della natura umana, ci avvicinano a autori e personaggi lontani migliaia di chilometri, vissuti centinaia di anni fa. Qualcosa di simile a un’ondina, una sirena che è in realtà una polena, se ne sta da novembre appesa a una parete della libreria; legge il Quijote. Forse tutto, prima o poi, torna al suo posto, e così, fra qualche anno, tra via Sant’Anselmo e via Silvio Pellico ci sarà la vera Trebisonda.
Spesso capita che entrino mamme e papà con i loro bambini; si fermano sulla soglia e mi chiedono: “C’è un’area bimbi?”. “Sì”, dico indicando il divano, il tappeto, e i libri per bambini. E mentre lo faccio mi accorgo che sempre, sempre, il bambino o la bambina sono già seduti sul divano, con un libro aperto sulla pancia. Magari al contrario: un piccolissimo errore di rotta.
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Molto bella questa intervista :)