Pesci d’aprile – Una poesia di Rita Filomeni
Ci sono battaglie che nascono con la camicia, altre meno. Lo Stato, di questi tempi, ha la vista disgiunta del camaleonte, e se con un occhio punisce con l’altro assolve e la coerenza è un mestiere per eremiti. Il rimpallo e il rimando, allora, rappresentano il miglior modo per riassicurarsi la parte e o l’impunità per le azioni, omissioni.
Sorte vuole che oggi, 1 aprile, scada il termine per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), più comunemente noti come “manicomi criminali”. Neppure un miracolino, invece, per i “folli rei”. Già, perché – per dirla con Leo Longanesi -, “Alla manutenzione, l’Italia preferisce l’inaugurazione”, e non si poteva non dare e darsi un po’ di tempo (un altro anno, se va bene, prima erano tre) per bandire a riguardo una bella ed eccitante gara d’appalto, così da mettere in cantiere un regionalismo di piccole case con tetto di paglia a venti posti letto dove eseguire le misure di sicurezza, soluzioncina, questa nuova, certo meno contestabile, indigesta e nauseabonda rispetto alla colonia penale, e per di più ineccepibile sotto il profilo dei comfort. La vicenda, che si invita a seguire nelle sue pieghe più da vicino, è scandalosa quanto certamente complessa, ma esorta ugualmente tutti ad opporre alla minaccia dell’insensatezza sociale, un nucleo irriducibile di sopravvivenza dell’amore e dell’etica. R.F.
. pesci d’aprile
al concorso a premi sabbie immobili,
ognuno sa che il gioco e suo è già fatto
come tra amici e niente ostacola niente,
squalifica, a chi l’assale, ‘l pentimento
e monetina a cemento, tutti accontenta
e sì pure ‘l taglio del nastro inaugurale
con il sindaco, la banda e i chierichetti
emoziona ‘l tour le stanze ‘n ipercubo
a otto facce, e per ciascuna a detenuto
che lì spera rinvio a altro non rimandi,
la morte abbia pietà di un pesce muto