Tre prose da Oggettistica (testi inediti)

di Marco Giovenale

Tutta vita

Dopo il semaforo è tutta campagna. Dopo il semaforo è tutta enciclopedia. Da qui in poi è tutta campagna, da qui in poi è tutta enciclopedia. Da qui in avanti è tutto cambiato, è tutto cambiato negli ultimi trent’anni. Da qui in avanti è tutta enciclopedia, da trent’anni è tutta enciclopedia. Passata l’enciclopedia è tutta campagna. Dopo l’enciclopedia c’è soltanto la campagna, la campagna con il suo sapere enciclopedico diretto, eterodiretto, le erbe, gli uccelli, gli insetti. È tutta campagna. Poi dopo trent’anni non c’è più campagna. Da qui in avanti è solo enciclopedia. I nomi, da qui in avanti cominciano i nomi, gli insetti, le erbe, cominciano le ruberie, cominciano i ti faccio vedere, gli assessori, da qui in avanti è tutto assessori, trent’anni, tutto assessori, trent’anni fa non c’era neanche qui. Prima qui era tutta campagna. Città con macchie di campagna. Nella preistoria, prima, lo dice la parola. Prima neanche a parlarne. Prima della parola, neanche a dirlo, o a parlarne. Adesso nel cortile ci sono le galline, razzolano in sei sette. Sono grasse e marroni. Solo adesso. Da qui in avanti è tutto cenozoico, animali ibridi, pezzi di vegetali, staccati mischiati, una spora lì un ramo qui, un corallo nel becco, una scansione inattuabile irrealizzabile, dei pezzi, pezzi che restano sconcertati sul tavolo, il tavolo anatomico, sull’inameno tavolo anatomico. Tra i pezzi respirano, c’è il respiro grosso, nel cenozoico, si respira male, ballano le galline, bollono, nella campagna, passano il vitto, passa uno, due, è tutta enciclopedia, c’è poco cibo, si stanca, tre. Si vede come intorno. Come fosse intorno, saranno sei sette, saranno quattro. Si vede come intorno a un disco tutto è diventato enciclopedia. Forse anche in meno di trent’anni. Il disco si vede come intorno al disco.

§

Nel cielo si formano delle figure

Nel cielo si formano delle figure alcune volte
Questo gennaio questo deve essere deciso
Gli dispiace approfittare della loro fiducia
C’è un immenso valore nel loro lavoro ogni giorno
È alle otto e trenta

La prima stanza del corridoio è senza porta
Ci sono delle sedie per sedersi
È assai gentile e ha una bella firma quando spiega la spiegazione
Sul tavolo esterno in ordinata sequenza
Ogni foglio può essere piegato e ha la sua busta

Il numero di figure e il numero di interpreti sono in proporzione
Se ci si impegna si può vedere un naso
Cambia la disposizione e grandina, ci dobbiamo riparare
Il bar è riscaldato
Andando assai lentamente vedi che assapori i dettagli

Da questo viaggio impareremo molto
È una domanda solo esplorativa, non ci impressioniamo
Quando il celeste si riapre scorgiamo la scia di un aereo
Le sere d’estate ci avviciniamo alla vittima con minor cautela
A volte la quantità di sale è scoraggiante, ma noblesse oblige

Una volta fuori, non resta che seguire la procedura
La carta crocchia nella tasca
Come sei arrivato incolume fin qui, tu
Un punto di svolta è visibile per via della trasparenza
Gran cosa la tradizione

Vedi, attraverso gli strati, gli strati
Un rumorino di lacerazione
Quel che fanno gli avambracci
È assai gentile da parte sua
Si formano tutte delle figure, come delle figure

Seguendo si esce, si può uscire in teoria incolumi
Sedersi per rassettare la borsa e i fogli contenuti
La gentilezza è tutto in questi frangenti
Poteva andare molto peggio
Per dire non davamo ombra

§

N.

È seduta in giardino compostamente
Non è un giardino

È un orto
Ci sono piante da frutto
Con i loro frutti
Non la vedo seduta

Sta dietro lo steccato in piedi
Osserva i polli i pulcini le galline
No sono oche

Osserva le oche
Fanno un verso impettito
E vanno impettite da un capo all’altro
Quasi veloci per il becchime
Non sono veloci

È la loro andatura
Non so se è la loro non si può dire

Potrebbe essere il passo del video
È l’andatura che hanno oggi
Neanche questo è certo

Se fosse la stessa di ieri
Chi può mai dirlo non eravamo qui ieri
Non saremo qui domani

Lei dallo steccato lancia bocconi
Era prevedibile
Qualcosa
Le oche si avvicinano
Non sembra anzi le sfuggono

Hanno paura allora
Forse e non sono bocconi ma sassi lanciati

Ha in sé dello schietto sadismo forse
Sembrava seduta con le gambe accavallate
Invece è ritta allo steccato osservando lo spettacolo
Sembrava piegata
Deprimente sciatta semmai
Forse uno spettacolo ambiguo
Non direi anzi chiaro forse

Donna nel sole con oche
È nuvoloso e peggiora
Non sono oche se vedi bene

Nel sole
È un film dunque sono filmate
Ma il film fa riferimento al vero
Chi può verificarlo
Sinceramente

§

Da domani a domenica, Marco e molti altri leggeranno qui.

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Andrea Raos
Andrea Raos
andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010) e le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.