“Coniugare un luogo, un tempo e due persone”
Mi dico: non temere questi fogli,
togli da sopra i risvolti
di polvere e memoria:
di quello che hai scritto per lei
non svelano niente.
Del resto d’inchiostro sulla carta,
dalla tua penna a una frase
di distanza, non fanno parola:
fanno che passi il momento
di ogni altra tua storia.
***
Tentando un inventario
di noi stessi tra le cose
spogliamo con lo sguardo
il superfluo di cui siamo
le parti meno necessarie –
nelle forme di un’incolmabile
scadenza ne tiriamo le somme
e l’eccedenza tra i rifiuti
da non differenziare.
***
Ridire ad alta voce
nomi comuni di cose ancora mie
pronunciarli con la lettera maiuscola
e un’inflessione disattenta
di piacere
dicendo ci sono
coniugare un luogo un tempo e due persone.
***
Le cose restano quiete,
soprammobili di fronte alle prese
del vuoto:
una disattenzione ai movimenti
le circonda, solide e ferme
per troppa mancanza di assenza.
Non tutte a pelle
sopportano il contatto:
di colpo reagiscono, di scatto
si lasciano cadere.
***
Constatazione di un oggetto
che non sia nuovamente
anomalia della memoria
la sola cosa che resista
al pensiero e non si muova
per finire dubbiosa
in un punto della mente
così interrogativo.
Mi chiedo chi resti senza me
di questa cosa, per quanto
debba ancora servire –
se anche una cosa senza vita
possa infine morire.